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“UDINE È CON LA PALESTINA: FUORI ISRAELE DALLA FIFA!”: APPELLO ALLA MOBILITAZIONE CONTRO LA PARTITA ITALIA – ISRAELE DEL 14 OTTOBRE 2025
“Udine è con la Palestina: fuori Israele dalla FIFA! Appello alla mobilitazione per il 14 ottobre 2025 a Udine in vista della partita FIFA Italia – Israele”: Comitato per la Palestina Udine, Comunità Palestinese FVG e Veneto, ODV Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste, BDS Italia e Calcio e Rivoluzione hanno lanciato un appello alla mobilitazione contro la partita di calcio Italia – Israele valida per le qualificazioni alla Coppa del mondo 2026, in programma il 14 ottobre 2025 a Udine. L’iniziativa si inserisce nel contesto della campagna internazionale “Show Israel the red card”. Si tratta della seconda partita tra la nazionale di calcio italiana e quella israeliana che si disputa a Udine nel giro di un anno esatto. Già il 14 ottobre 2024, le realtà friulane solidali con la Palestina avevano organizzato un corteo contro la partita di andata. Tremila persone avevano manifestato contro il genocidio in Palestina, contro l’occupazione e per chiedere che la nazionale di Tel Aviv – utilizzata come potente mezzo di propaganda da governo ed esercito israeliani – venga esclusa dalle competizioni ufficiale internazionali così come accaduto per la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto abbiamo presentato l’appello alla mobilitazione con Davide Castelnovo, del Comitato per la Palestina di Udine. Ascolta o scarica.  
PALESTINA: CRESCE IL MOVIMENTO BDS IN ITALIA “SERVE UN AZIONE URGENTE PER FERMARE IL GENOCIDIO A GAZA”
Mentre a Gaza continua il genocidio per mano israeliana, in Italia si intensificano le iniziative della campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) contro l’apartheid israeliana. Dall’appello per chiudere i porti italiani al transito di armi, alle adesioni in costante aumento alla rete degli Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (SPLAI), la mobilitazione dal basso si ferma. Negli ultimi mesi, la campagna ha registrato un coinvolgimento crescente da parte di collettivi, associazioni, realtà culturali e cittadini comuni, sempre più decisi a chiedere la fine della complicità dell’Italia. La richiesta è chiara: fermare ogni forma di sostegno, diretto o indiretto, al regime israeliano e agire subito. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Raffaele Spiga di BDS Italia. Ascolta o scarica.
BOGOTA’: Vertice dell’Gruppo dell’Aia contro il genocidio in Palestina
Più di trenta paesi si sono riuniti a Bogotà il 15 e il 16 luglio per la Conferenza d’Emergenza convocata dal Gruppo dell’Aia, nato a gennaio 2025, con l’obiettivo di fermare il genocidio in corso a Gaza. la conferenza co-presieduta da Colombia e Subafrica ha avuto inizio in una piazza germita di persone con il […]
Boicottare le multinazionali Usa
C’È IL MOVIMENTO A GUIDA PALESTINESE PER IL BOICOTTAGGIO DI ISRAELE CHE STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ ATTENZIONI, CI SONO STORICHE INIZIATIVE DI PROTESTA COME BUY NOTHING DAY E OGGI PERFINO APP PER IL CONSUMO CRITICO. FORSE PER RISPONDERE DAL BASSO ALLA TRACOTANZA DI TRUMP E DEI MERCATI SI POTREBBE FAR NASCERE UNA CAMPAGNA PER NON ACQUISTARE I PRODOTTI USA. DEL RESTO, SCRIVE MARCO AIME, IL BOICOTTAGGIO DI TESLA HA LASCIATO IL SEGNO. “GANDHI RIUSCÌ A PIEGARE IL COLONIALISMO BRITANNICO CON IL BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI PROVENIENTI DALL’INGHILTERRA…” Di fronte all’arroganza, alla tracotanza e al disprezzo di Donald Trump, che impone dazi assurdi e, violando ogni diritto internazionale, non ammette ritorsioni; di fronte alle pavide reazioni delle autorità europee, una risposta popolare è necessaria. Abbiamo accettato tutti supinamente il sistema di mercato, allora invece di subirlo passivamente, proviamo a girarlo a nostro favore. Tale sistema ha fatto di noi dei “consumatori”, è vero, ma possiamo scegliere cosa consumare. Riprendo allora una vecchia idea di Umberto Eco, sviluppata in un contesto tutto italiano: prendiamo nota dei prodotti che importiamo dagli Usa, facciamo circolare le informazioni, condividiamole e iniziamo a non acquistare quei prodotti. Visto che l’unica lingua che il magnate statunitense sembra parlare è quella del denaro, proviamo a rispondergli nel suo idioma. Non è facile, me ne rendo conto, ma quale alternativa abbiamo se le nostre autorità sono pronte a inchinarsi a ogni sfuriata del presidente Usa, se non quasi a ringraziarlo. Sembra di essere tornati ai film western degli anni Quaranta-Cinquanta, dove i cattivi erano gli indiani e Custer un eroe. Oggi i cattivi sono i cinesi, il buono è lui. Il boicottaggio della Tesla, dopo le prime sparate demenziali del suo inventore ha lasciato il segno. Perché non continuare? Lo so, occorre informarsi, prendere coscienza, non cadere nelle trappole delle fake news, ma è l’unica strada possibile. Il Mahatma Gandhi riuscì a piegare il colonialismo britannico con il boicottaggio dei prodotti provenienti dall’Inghilterra. Per carità, nessuno di noi, credo, voglia e possa paragonarsi a Gandhi, ma nel nostro piccolo… Narra una leggenda, che un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà. Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì. Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme. Vedendolo, il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!“. “Non ci riuscirai mai!” “Forse, ma intanto faccio la mia parte”. -------------------------------------------------------------------------------- Tra gli ultimi libri di Marco Aime Confini. Realtà e invenzioni (scritto con Davide Papotti per EGA), di cui è possibile leggere qui l’introduzione: Il bisogno di sconfinare. Pubblicato anche su un blog del fattoquotidiano.it e qui con l’autorizzazione dell’autore. -------------------------------------------------------------------------------- LEGGI ANCHE: > Boicotta, disinvesti e sanziona -------------------------------------------------------------------------------- > Equa, l’app per il consumo critico -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Boicottare le multinazionali Usa proviene da Comune-info.
La coda del serpente. Giornalisti e attivisti italiani sotto tiro dei sionisti
Alcuni giorni fa, sui canali sionisti social, Telegram e Facebook, “Free4Future” e “Israele Senza Filtri”, è apparsa una invettiva violenta, falsa e diffamatoria che mette nel bersaglio con nome e cognome e foto, 2 giornalisti, 2 attivisti e il presidente della Regione Emilia-Romagna. Il post dal titolo “Intifada contro la […] L'articolo La coda del serpente. Giornalisti e attivisti italiani sotto tiro dei sionisti su Contropiano.
Acerbo (PRC): boicottiamo Glovo, serve una legge come in Spagna
Rifondazione Comunista invita al boicottaggio della piattaforma Glovo visto il vergognoso comportamento nei confronti dei rider. Va detto che questa vergogna del bonus per chi pedala nelle ore più calde è conseguenza del clima permissivo che c’è in Italia verso le imprese per responsabilità di questo governo e di quelli che lo hanno preceduto. Perché il governo o le regioni non intervengono? Invece dei bonus andrebbe imposta l’assunzione dei rider! Glovo risponde alle critiche sostenendo che “l’attuale modello di collaborazione garantisce a ciascun rider la massima libertà di scelta su quando e come lavorare”. Insomma i rider sono liberi di scegliere se morire di fame o di caldo. Siamo tornati al capitalismo ottocentesco anche se si usano gli algoritmi! Ricordo che in Spagna grazie a comuniste/i e alla sinistra radicale è stata approvata una legge che dal 2021 obbliga le piattaforme come Glovo, Deliveroo, Just Eat e Uber Eats a stipulare contratti di lavoro dipendente. La sola Glovo è stata costretta ad assumere 14.000 rider. Perché non si fa in Italia? Intanto almeno si ordini di sospendere le consegne negli orari più caldi della giornata. Subito una legge che imponga l’assunzione dei rider! Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Ultima Generazione: un’altra assoluzione con formula piena
Un’altra sentenza, un’altra assoluzione questa mattina al Tribunale di Roma. Cinque persone, aderenti ad Ultima Generazione, sono stati assolte “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.) per un’azione di protesta in via Appia Nuova il 29 settembre del 2023; contestualmente a due degli imputati è stata riconosciuta la tenuità del fatto per la violazione di foglio di via. Questa sentenza si unisce alle già diverse assoluzioni per le azioni dirette nonviolente e arriva a pochi giorni dal parere di incostituzionalità della Corte di Cassazione a proposito del dl Sicurezza, nato proprio per criminalizzare queste forme di proteste e non affrontare i reali problemi del paese: il collasso climatico – di cui il caldo feroce di questi giorni è sintomo – e il caro vita. Samuele, una delle persone imputate ha dichiarato: Siamo state assolte completamente, il reato non sussiste. La giudice ha ascoltato il nostro avvocato che ha giustamente fatto notare come sia insensato condannare dei cittadini che si mettono in prima fila, che rischiano la propria incolumità, per adempiere al proprio dovere e proteggere il nostro ambiente; non è che il minimo. Tutto questo ci rincuora ed evidenzia la giustezza delle nostre pratiche di resistenza e ci spinge ad andare avanti. PERCHÈ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finchè non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. Ultima Generazione
Il boicottaggio: strumento di lotta nonviolenta, per non essere complici di un genocidio
“L’etica delle scelte preserva l’etica della cura”: con questa affermazione si apre l’intervista al Sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, che accetta volentieri di dialogare insieme, sulla decisione compiuta dal Comune che rappresenta, per provare ad uscire dal senso di complicità diffusa, che davanti al genocidio in corso a Gaza in molte e molti proviamo. Quando Firenze per la Palestina, ed insieme a questa altre realtà attive sul territorio, hanno sollecitato specifici posizionamenti da parte delle pubbliche amministrazioni rispetto al boicottaggio, non era chiaro ancora quanto un sindaco potesse volersi esporre con una scelta, condizionante l’orientamento economico, nell’interruzione di ogni forma di relazione istituzionale tra un’amministrazione comunale ed il governo israeliano. Qui, a Sesto fiorentino, si è scelto di partire dall’agire concreto, sospendendo gli accordi commerciali che coinvolgono Azienda Farmacie e Servizi Spa, Azienda partecipata al 100% dal Comune, che possiede otto farmacie su questo stesso territorio, nello stop all’approvvigionamento di prodotti realizzati da aziende israeliane, prima tra tutte Teva, forse oggi la più conosciuta. “Assumersi la responsabilità di amministrare una realtà comunale”, sostiene Lorenzo Falchi, “significa non solo occuparsi della quotidianità a livello locale: c’è anche il ruolo che una comunità ha in un contesto più ampio. Le scelte, anche quelle quotidiane, hanno infatti un riflesso politico di posizionamento; il boicottaggio è uno strumento potente ma pacifico per fare pressione sui governi”. Approfondendo il significato che ancora può assumere il diritto internazionale, supposto che questo si ritiene avere un valore, Falchi sottolinea come “la comunità internazionale è ancora, di base, troppo silente, se non complice, su quello che Israele fa oggi a Gaza, già da decenni in Cisgiordania. Non si può solo demandare alle scelte dei governi; si deve partire dal basso, da quello che possiamo fare noi oggi, qui: la campagna BDS coinvolge i cittadini e le cittadine, anche una comunità locale può sostenere il boicottaggio, andando a toccare il portafoglio”. Quando, pensando al significato del rispetto del diritto internazionale (a livello di realtà globale) ed al meccanismo di influenzamento da parte delle realtà locali, il Comune di Sesto fiorentino ha iniziato ad avviare prime interlocuzioni per capire come agire concretamente attraverso il boicottaggio, emergendo la presenza, oltre alcune società a partecipazione di minoranza rispetto al Comune, di altre (come nel caso di Azienda Farmacie e Servizi Spa) a partecipazione maggioritaria, si è verificata la circostanza per cui è emersa una volontà condivisa di poter trovare uno strumento più definito, meno lasciato alle scelte autonome delle persone; è stato discusso preventivamente anche con RSU. “La politica economica israeliana è forte nell’economia del farmaco”: “la scelta”, prosegue Falchi, “non è quindi solo un simbolo, ma un modo di agire concretamente: le imprese israeliane sono e saranno coinvolte (dal boicottaggio), perché ci sarà (dal primo luglio – oggi) la cancellazione di tutti gli ordini con le aziende israeliane. Con il boicottaggio si colpisce così l’economia di un paese.” Ricorda, per precisare il corretto posizionamento etico sul rispetto della scelta della cura, che comunque la maggior parte dei farmaci da banco hanno decine di prodotti equivalenti con cui poter sostituire un eventuale farmaco di produzione da parte di aziende israeliane e che non verrebbe così in alcun modo messa a rischio la salute del singolo acquirente – paziente. “Si può porre un parallelo (storico)”, sostiene Falchi, “rispetto a quanto successo negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta”; ricorda infatti che “una spallata all’apartheid in Sud Africa è venuta proprio dal boicottaggio dei prodotti, messo in atto per fare pressione rispetto ad un governo che praticava la segregazione razziale”. Nel parallelo (politico – sociale – di posizionamento) con l’oggi, “attaccare un governo che non rispetta il diritto internazionale, un governo che uccide bambini, bombarda chi è in fila per ricevere aiuti, cibo, se arrivano, quando arrivano… non può non muovere le coscienze: mi fa male pensare che non ci si esponga e non utilizzino tutti gli strumenti che abbiamo di fronte ai bambini che muoiono uccisi, i bambini in fila… quindi ogni strumento che possiamo mettere in campo lo dobbiamo usare: il boicottaggio è una campagna lenta, che richiede tempo perché abbia conseguenze, ma sta crescendo; è uno strumento di lotta nonviolenta”. Infine rispetto alla possibilità di coinvolgere le realtà locali che ancora siano rimaste ai margini, che ancora non abbiano trasformato l’indignazione in denuncia, l’impotenza in prassi, rimarcando come non si possa restare indifferenti e non ci si possa non schierare davanti allo sterminio di un popolo, Falchi afferma che “con i comuni vicini ma anche con comuni lontani ci siamo contattati per riflettere su come mettere in campo iniziative analoghe, perché è importante allargare il fronte”; il Comune di Sesto fiorentino, dopo la presa di posizione rispetto al boicottaggio economico, è stato già contattato da comuni anche “di colore differente”, come a rimarcare la trasversalità e l’effettività di una misura che potrebbe riscuotere consensi trasversali, perché, nonostante ancora la maggior parte della comunità internazionale consideri Israele dentro gli estremi del diritto e pertanto non stia ricevendo sanzioni, vi è la consapevolezza a livello delle comunità locali che questo non sia corretto, e che restare nell’impotenza ad osservare, per quanto il manifestare il proprio dissenso anche attraverso i cortei, i presidi e tutte le occasioni di presenza nelle piazze siano importanti, non provare ad agire anche come realtà politiche “assume il senso di complicità”. “Siamo complici se non mettiamo in campo tutte le forme a noi possibili per far desistere il massacro. Un domani ci chiederanno: e voi, dove eravate? Noi vogliamo provare a fare quello che possiamo per fornire un nostro contributo di inversione di rotta.” Prosegue Falchi, sollecitato a riflettere insieme in merito alla presidenza della Fondazione Meyer: “la Regione Toscana ha approvato un atto di interruzione di ogni rapporto con il governo israeliano; poi però mantiene una contraddizione importante di avere un console che rappresenta uno Stato, come quello di Israele, in una carica significativa: promuove la pace ed i diritti, mentre lascia in carica a presiedere la fondazione Meyer un console che rappresenta uno Stato che uccide bambini”. “Tra venti anni ci chiederanno conto di tutto questo, ci chiederanno dove eravamo. Un comune ha degli strumenti ed ha pertanto il dovere etico di metterli in campo”. Molto probabilmente, aggiungo, anche una regione avrebbe degli strumenti ed avrebbe il dovere di provare ad utilizzarli, forse proprio a partire dalla (il)liceità di mantenere posizionamenti di interesse (economico individuale) che sostituiscono interesse collettivo – globale. L’etica della cura è preservata dal momento in cui è possibile prendersi cura degli interessi individuali ma anche collettivi di una comunità che sceglie di restare aperta, di partire da interrogativi connessi all’etica delle scelte (anche) di consumo: se acquisto un prodotto, mi chiedo chi lo abbia prodotto ed a chi vadano i miei soldi; se sono consapevole che la produzione di un farmaco sia dentro l’economia di guerra e pertanto indirettamente comprendo di essere coinvolta, contribuendo (individualmente) ad un crimine di genocidio (collettivamente), non posso non sentirmi attivamente responsabile. Quando un simile passaggio viene compiuto non a livello di singola persona – attivista, quanto da una persona che ricopre un ruolo politico, quindi da una comunità (un comune) che potenzialmente può mobilitare anche altre comunità (altri comuni), il senso della convergenza e della mobilitazione, che dal basso e dal lontano muove l’alto e collega nelle co-responsabilità, assume significati di indubbia portata, quelli che stanno in questi giorni caratterizzando le riflessioni, che si muovono intorno alla scelta di un sindaco, di una amministrazione comunale, che prova a mettere in campo strumenti per uscire dalle complicità (indirette) che riguardano il sentire comune e prova a invertire una rotta, nella traiettoria della Pace, nella costruzione dei presupposti perché questa sia nel rispetto dei diritti dei popoli all’autodeterminazione e al vivere sulla propria terra.   Emanuela Bavazzano – Redazione Toscana Pressenza Redazione Toscana
MODENA: IL 27 GIUGNO ANCORA IN PIAZZA CONTRO LA LOGISTICA DI GUERRA E IL GENOCIDIO A GAZA
Presidio contro l’economia di guerra e la repressione del dissenso, l’appuntamento è venerdì 27 giugno, alle 19:00, in Piazza Grande a Modena. A promuoverlo diverse realtà, tra cui i Giovani Palestinesi d’Italia, dopo le denunce scattate in seguito al blocco dell’11 aprile contro la Mersk, colosso della logistica con un ruolo diretto nel traffico di armi verso Israele. Quello che si denuncia non è solo un atto repressivo ai danni di chi si è mobilitato contro la guerra: al centro del presidio c’è anche la trasformazione sempre più marcata del tessuto produttivo italiano – e modenese in particolare – in direzione dell’economia militare. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, la presentazione dell’iniziativa con Sara dei Giovani Palestinesi d’Italia. Ascolta o scarica.
Le farmacie comunali a Sesto Fiorentino smetteranno di vendere prodotti israeliani
Riportiamo il post pubblicato su Facebook da Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, con l’augurio che altre amministrazioni seguano il suo esempio. Viviamo in un tempo terribile in cui spesso ci sentiamo persi, disarmati ma con la voglia di prendere posizione, di fare sentire la nostra voce. Ma allora da dove ripartire? Come far sentire il nostro peso, seppur piccolo, rispetto alle vicende tragiche che vive il mondo? Io ho la mia opinione: conta tutto quello che facciamo come individui, ma soprattutto come comunità. E se il nostro governo, l’Europa e parte della comunità internazionale non isolano il governo di Netanyahu, allora tocca a noi fare la nostra parte, anche attraverso scelte quotidiane. Il boicottaggio, la pressione economica sul governo israeliano è lo strumento pacifico più potente che abbiamo contro il genocidio a Gaza e come Comune di Sesto Fiorentino abbiamo deciso di utilizzarlo per far sentire il nostro grido di dolore. Per questo le farmacie comunali a Sesto Fiorentino smetteranno di vendere prodotti che provengono o sono legati ad Israele, come forma di pressione economica che si unisce a tante altre campagne di boicottaggio simili in Italia e nel mondo, fino a che il rispetto del diritto internazionale non verrà ripristinato. Goccia a goccia si scava la pietra.     Redazione Toscana