
La giornata del voto nella Repubblica Bolivariana del Venezuela
Pressenza - Tuesday, May 27, 2025Le elezioni del 25 maggio nella Repubblica Bolivariana del Venezuela rappresentano una tornata politica ed elettorale di grande importanza. Non solo si tengono le elezioni parlamentari per il rinnovo dei 285 deputati all’Assemblea Nazionale, ma anche le elezioni statali, per il rinnovo di 24 governatori. È pressoché superfluo, se non fosse necessario per contrastare e smentire le bugie e le falsificazioni della propaganda occidentale, ribadire che si tratta dell’ennesima tornata elettorale in Venezuela dall’insediamento di Hugo Chávez. Un’ennesima conferma della vitalità del processo democratico che caratterizza il modello di democrazia partecipativa e protagonistica del Venezuela e che rappresenta una delle cifre del socialismo bolivariano, un socialismo popolare e umanistico, con una profonda carica antimperialista e rivoluzionaria, ispirato dal pensiero e dalla visione di Chávez e proseguito e aggiornato oggi da Maduro. In questo scenario, la campagna elettorale è stata segnata dalla straordinaria mobilitazione popolare che si raccoglie intorno al Psuv, il Partito socialista unito del Venezuela, fondato su ispirazione di Chávez (2008) che esprime il nucleo dirigente della Repubblica Bolivariana del Venezuela e che rappresenta oggi il più grande tra i partiti socialisti dell’intera America Latina. Un partito, come si sente ripetere qui in Venezuela, di organizzazione e mobilitazione, un partito di “unità, lotta, battaglia e vittoria”, un soggetto popolare con una rilevantissima base di massa.
Nell’incontro con le delegazioni internazionali presenti in Venezuela, tenuto lo scorso 24 maggio, il viceministro per l’America Latina e vicepresidente del Psuv per le questioni internazionali, Rander Peña, ha rimarcato alcuni dei temi politici fondamentali della fase, in Venezuela e in America Latina, nella quale si inscrive appunto questa nuova tornata elettorale, la 33esima elezione dall’insediamento di Chávez e dall’avvio del processo storico, politico e sociale noto, appunto, come Rivoluzione bolivariana. Lo scenario è anzitutto quello della contrapposizione tra il modello della pace, che il Venezuela Bolivariano è impegnato a portare avanti, e il modello della violenza, che è in ultima istanza la proposta che il fascismo, a livello internazionale, avanza. Non a caso, è proprio dal Venezuela che è partita la costruzione di una Internazionale Antifascista, una piattaforma di iniziativa e di mobilitazione che già si va articolando in diversi Paesi, nei cinque continenti, tra cui anche l’Italia. Da un lato, dunque, sconfiggere il fascismo e la violenza, che in Venezuela porta il volto della destra eversiva che aveva già tentato la via dei disordini violenti e del colpo di stato all’indomani delle elezioni presidenziali che, il 28 luglio, hanno confermato Maduro alla Presidenza; dall’altro, costruire un Paese prospero e giusto, capace di coniugare il tema della inclusione e della giustizia sociale con quello dell’avanzamento e della modernizzazione del Paese, un altro dei temi forti della campagna elettorale, percorso sul quale il Paese si è già incamminato, ad esempio con il Piano delle 7 trasformazioni.
Non di meno significativo è stato quindi il passaggio – citando Chávez, “el vivir viviendo, el vivir con dignidad” (“vivere vivendo, vivere con dignità”) – in cui è stata richiamata la contraddizione fondamentale, da una parte il capitalismo, il modello capitalista, “con al centro il denaro e i suoi antivalori” (concorrenza, competizione, ingiustizia, disuguaglianza, profitto), dall’altra il socialismo, il modello socialista, in particolare declinato nel senso umanista e antimperialista proprio del socialismo bolivariano, “con al centro la solidarietà e i suoi valori”, di uguaglianza, emancipazione, giustizia sociale, partecipazione e protagonismo popolare, “a partire” – ha sottolineato lo stesso Rander Peña – “dalla centralità dell’essere umano, della persona e della famiglia”. Pace, serenità e avanzamento degli sviluppi e delle conquiste della rivoluzione bolivariana sono dunque le grandi poste in gioco di questa ennesima, importante, tornata elettorale. La democrazia partecipativa e protagonistica è il vero e proprio motore del potere popolare in azione e questo è il fondamento del processo rivoluzionario bolivariano e socialista. Mobilitazione e partecipazione sono vere e proprie chiavi di volta: “Dove c’è popolo, c’è speranza. Dopo 32 elezioni, ci stiamo dirigendo verso la nostra 33esima vittoria, perché il popolo ha un piano, una direzione e dei progetti”, ha ricordato Maduro in campagna elettorale. L’impegno delle autorità e del popolo è che le elezioni si svolgano in un clima di partecipazione e di serenità.
Si tratta poi di elezioni importanti per due ulteriori ragioni. Quella che si va ad insediare con il voto del 25 maggio, è infatti una legislatura costituente. “Ho parlato con la Commissione per la Riforma Costituzionale e abbiamo concordato di preparare un processo di consultazione e dibattito più inclusivo, più aperto, più comunicativo e più tempestivo per presentare il disegno di legge sulla riforma costituzionale alla nuova Assemblea Nazionale a gennaio”, ha dichiarato Maduro all’uscita dal seggio. Ha poi annunciato una riforma elettorale di sistema, “una riforma di tutte le leggi elettorali per creare il sistema elettorale comunale come nuovo sistema di consultazione ed elezione in Venezuela, un sistema elettorale basato sulle Comuni. Costruire un sistema di consultazione permanente, riprogettare il sistema elettorale per aggiornarlo: dobbiamo essere come architetti e creare un sistema elettorale basato nel territorio in cui le persone vivono”.
Gianmarco Pisa fa parte della delegazione internazionale di osservatori che si trovano in questi giorni in Venezuela per le elezioni che segue per conto di Pressenza.