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La vittoria alle Amministrative conferma la scelta netta del popolo venezuelano per il Chavismo
Il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) ha stravinto le elezioni amministrative di ieri, domenica 27 luglio, ottenendo una vittoria senza precedenti e aggiudicandosi 285 su 335 sindaci in scadenza, secondo il primo bollettino ufficiale del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE). Hanno votato l’82,45% degli aventi diritto, ovvero sei milioni 273 […] L'articolo La vittoria alle Amministrative conferma la scelta netta del popolo venezuelano per il Chavismo su Contropiano.
Il Venezuela “da dentro”. Resoconto dalla delegazione italiana
Ieri la nostra delegazione a Caracas ha potuto toccare con mano cosa comporta e significa il processo rivoluzionario bolivariano chavista nella sua costruzione del socialismo e come esso si articola nella propria organizzazione nei quartieri e nei settori sociali. Abbiamo iniziato la giornata portando il nostro saluto alla tomba del […] L'articolo Il Venezuela “da dentro”. Resoconto dalla delegazione italiana su Contropiano.
Le nuove guerre dei contractors Usa
El Salvador, Ecuador, Congo, Haiti In El Salvador a progettare il trasferimento di immigrati illegali dalle galere al CECOT, la prigione lager antiterrorismo; in Ecuador a sostenere la lotta al narcoterrorismo; in Repubblica Democratica del Congo a proteggere le risorse minerarie; ad Haiti a condurre operazioni militari contro le gang […] L'articolo Le nuove guerre dei contractors Usa su Contropiano.
Venezuela, Fuerza Armada Nazionale Bolivariana (FANB) condanna gli attacchi israeliani all’Iran
La Fuerza Armada Nazionale Bolivariana (FANB) del Venezuela ha lanciato un durissimo attacco alle recenti azioni militari israeliane contro l’Iran, bollandole senza mezzi termini come “atti genocidi” che calpestano il diritto internazionale e inaspriscono la crisi mediorientale. Per ordine diretto del presidente Nicolás Maduro e del ministro della Difesa Vladimir Padrino López, una delegazione militare d’alto rango, guidata dal Comandante Strategico Operazionale, Generale Domingo Antonio Hernández Lárez, si è recata all’ambasciata iraniana a Caracas. L’obiettivo: esprimere la “solidarietà incrollabile” del governo bolivariano con il popolo iraniano. Hernández Lárez, parlando a nome della FANB, ha condannato categoricamente quella che ha definito una “aggressione terroristica” dello “Stato sionista”. Ha attribuito le operazioni belliche “ingiustificate” direttamente al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, descrivendole come parte di una “struttura di morte e distruzione” che accumulerebbe crimini di guerra. La condotta israeliana, ha aggiunto, è sostenuta attivamente dagli Stati Uniti, indicati come i principali responsabili delle aggressioni contro nazioni sovrane. La FANB ha quindi esortato alla cessazione immediata di tutte le azioni ostili israeliane, sostenute da quello che Caracas non esita a chiamare “il governo più genocida della storia“. Il Venezuela, attraverso il suo popolo e le sue forze armate, chiede la fine delle “operazioni militari arbitrarie” contro l’Iran e altri popoli in lotta per pace e autodeterminazione, riaffermando l’impegno storico bolivariano per le cause di liberazione globale. Il Generale Hernández Lárez ha rivolto condoglianze e solidarità ai leader, al popolo iraniano e ai “martiri caduti“, chiudendo il suo intervento con un appello alla resistenza: “La lotta continua sotto le bandiere dell’autodeterminazione in rivoluzione… riposino in pace“. L’ambasciatore iraniano in Venezuela, Ali Chegini, ha ringraziato calorosamente per i gesti di fratellanza, definendoli parole che “vengono dal cuore” e che risuonano profondamente nella sua popolazione. Ha sottolineato l’importanza del sostegno del presidente Maduro, fonte di motivazione “per continuare sulla retta via“. Questa dimostrazione di vicinanza incarna la tradizionale politica estera del Venezuela bolivariano di appoggio ai popoli sotto attacco imperialista, cementando ulteriormente i legami strategici tra Caracas e Teheran nel comune fronte della resistenza antimperialista globale. L'Antidiplomatico
Venezuela, Rivoluzione Bolivariana conquista più consenso elettorale rispetto alle elezioni del 2021
In Venezuela, con 4.979.771 voti, il Grande Polo Patriottico chavista conquista oltre 1 milione 200 mila voti in più rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2021 (+33,6%) e oltre 660 mila voti in più rispetto alle elezioni parlamentari del 2021 (+15,29%). Questi i numeri elettorali della coalizione socialista, comunista ed alleati del presidente Maduro domenica scorsa. Impossibile leggere sui media internazionali occidentali questi dati ufficiali, mostrati dal presidente del Parlamento Jorge Rodriguez in diretta tv sul canale statale VTV durante il programma Maduro mas (Le immagini con i dati elettorali al minuto 1:10:05 https://www.youtube.com/live/mFJsNWWl84Q?si=2Mh7dOJjrfzHKMYQ). Le ragioni di questa vittoria numerica sono molteplici: ● 14 trimestri consecutivi (oltre 3 anni) di crescita economica del PIL in Venezuela nonostante continuino embargo, sanzioni e guerra economica; ● una opposizione di destra venezuelana frammentata e senza una proposta politica unitaria divisa tra chi si è presentato alle elezioni e chi invitava all’astensione; ● la scelta di candidati socialisti giovani scelti tra coloro che nei quartieri popolari da anni lavorano risolvendo i problemi; ● il ritorno in Venezuela di centinaia di migliaia di venezuelani che erano emigrati in cerca di fortuna per sfuggire alle sanzioni statunitensi e che invece all’estero hanno trovato, umiliazioni, sfruttamento, razzismo, governi e popolazioni ostili; ● l’aumento enorme della sicurezza in Venezuela. La crescita dei posti di lavoro da un lato e dall’altro le bande criminali che sono state quasi interamente sgominate o che sono fuggite all’estero, hanno reso la vita dei cittadini venezuelani migliore che in molti altri paesi latinoamericani. Chiunque viaggi in Venezuela resta sorpreso da questa nuova realtà, totalmente opposta alla descrizione manipolata dei media. Decine di video recenti  su you tube sono lì a testimoniarlo. Furti, omicidi e sequestri sono al minimo storico degli ultimi 30 anni; ● gli aiuti economici del governo alle comunas socialiste, che hanno realizzato i progetti proposti dai cittadini, hanno aumentato la fiducia della popolazione nei progetti sociali. Le case popolari consegnate hanno superato i 5 milioni (su una popolazione di circa 28 milioni); ● una parte di indecisi al voto (i cosiddetti “ni ni”) che vogliono solo serenità e lavoro hanno votato per la coalizione di governo non perché siano chavisti ma nella speranza che continuino il periodo di pace sociale e la crescita economica portata avanti dal governo in alternativa ad una opposizione estremista che chiama al boicottaggio e alla violenza. Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Dal chavismo al madurismo: il Venezuela visto da Cuba
Roberto Livi è un giornalista di lungo corso. A partire dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso ha scritto per il Manifesto, L’espresso e Il Messaggero, quotidiano per il quale è stato diverso tempo inviato a Mosca, seguendo la fase di crollo dell’Unione Sovietica. Da più di vent’anni vive a Cuba ed è corrispondente del Manifesto. Lo abbiamo intervistato sulla situazione in Venezuela, prendendo spunto dall’ultima tornata elettorale e si è soffermato anche su alcun aspetti cruciali dell’America Latina. La recentissima tornata elettorale ha registrato una scarsa partecipazione di cui hanno scritto anche alcuni giornali italiani. Il Manifesto ha riportato un dato che oscilla tra il 25 e il 42%. Qual è la tua valutazione? Si può parlare di disaffezione al voto?                                                              Indubbiamente è così; le cifre ufficiali parlano del 43%, cifra non controllabile, probabilmente è molto meno, però è un fenomeno riscontrabile in tutta l’America Latina. Tutte le inchieste esplicitano come il consenso verso la democrazia formale, cioè le elezioni, sia bassissimo, per ragioni storiche. Quindi si tratta di un dato strutturale. Queste elezioni venezuelane sono state anticipate ora rispetto a novembre, perché Maduro aveva l’esigenza di consolidarsi nei confronti di un’opposizione comunque molto indebolita e divisa, che ha raccolto il 17,3% dei consensi e 24 seggi, mentre la destra estrema guidata dalla Machado ha deciso di rimanere fuori dalla contesa elettorale. L’operazione politica di Maduro è stata un successo perché ora controlla l’Assemblea Nazionale con 253 deputati su circa 285, cioè ha la maggioranza qualificata per fare le cosiddette leggi “abilitanti”,  per la riforma della Costituzione articolo per articolo e per far passare altre riforme e leggi  che ha già ventilato. In sostanza si tratta di rafforzamento del madurismo, perché a mio avviso non si può più parlare di chavismo, e un indebolimento dell’opposizione. La pretesa della Machado che la bassa affluenza sia una vittoria è una pia illusione. Inoltre c’è da parte dello schieramento antigovernativo l’assenza di un programma politico che non sia quello di Trump. In definitiva non possono parlare di una “vittoria politica”. Per quanto riguarda la situazione sociale ed economica cosa sta accadendo? Si è parlato molto delle grandi difficoltà della popolazione, dei flussi migratori verso altri Paesi a causa delle condizioni materiali difficili… E’ esattamente quella che tu hai indicato: crisi economica, emigrazione, povertà, disillusione… Di nuovo c’è, se confermato, l’alleanza tra l’entourage di Maduro con il settore privato, criticata dalla sinistra chavista e dal Partito Comunista che la individua come la nascita della boliborghesia, cioè la borghesia bolivariana. E’ una scelta che però sta dando i suoi frutti perché secondo il governo l’85% dei prodotti  messi in vendita nel mercato nazionale sono  venezuelani. Dunque ci sarebbe il fenomeno che negli anni Settanta del secolo scorso si chiamava  “desarollismo”, cioè la creazione di una borghesia nazionale capace di produrre per sostituire le importazioni, per porre le basi di una nazionalismo democratico. Tutto questo è da verificare ma bisogna tenerlo presente. L’altra cosa da rilevare è che ha posto la questione della Guayana Esequiba, Stato annesso per le elezioni come territorio venezuelano, nonostante sia oggetto della Corte Internazionale di Giustizia per decidere a chi appartiene. Attualmente è della Guayana, una questione di non secondaria importanza perché là si estrae il petrolio. A mio avviso sono questi i due elementi di novità che andranno valutati nel prossimo periodo. Hai accennato al passaggio dal chavismo al madurismo. L’impressione è che il consenso che avevano le politiche di Chavez sia in netto calo. E’ bene ricordare che quando si tentò un colpo di mano militare arrestandolo, dopo due ore venne liberato a furor di popolo. Che differenze ci sono, se ci sono? La trasformazione della società verso il socialismo non c’è stata, ma del resto non è solo colpa di Maduro. Ci sono delle somiglianze con la situazione che si vive a Cuba. Galeano diceva che Cuba non è quello che ha voluto, ma quello che ha potuto essere. Cioè la Cuba di adesso non è certamente quella che Fidel voleva. E quella che ha potuto essere è ben poco non solo per gli errori interni, ma a causa dell’interventismo micidiale degli Stati Uniti. Lo stesso avviene in Venezuela. L’idea che forse si ha in Europa dell’embargo è molto inferiore rispetto alla realtà, perché si tratta di una minaccia pervasiva costante. Al Venezuela hanno sottratto l’oro, ora Trump ha tolto il permesso che Biden aveva dato di continuare a produrre, hanno tentato colpi di Stato, ne hanno fatte di tutti i colori. Quindi al di là di tutte le critiche che si possono fare sul fatto che il “Socialismo del XXI” secolo non si sia sviluppato, ripeto non solo a causa di Maduro, di uno che palesemente è attaccato al potere, che lo detiene perché ci sono i militari, che reprime, ma anche per il condizionamento criminale degli Stati Uniti che crea enormi difficoltà. In questo senso c’è una differenza di visione tra l’Europa e dove vivo io, come del resto sulla democrazia: la nostra generazione, cioè quella nata dopo il secondo dopoguerra, è cresciuta nella convinzione della democrazia formale, il Parlamento, il voto. Ora questo sistema è in crisi, come dimostra l’ascesa al potere di Meloni, Orban, il governo polacco, ecc., ma è stato sempre in crisi anche in America Latina, dove non c’è stata mai una cultura democratica come la intendiamo noi. Qui la democrazia era quella dei popoli indigeni, del tutto diversa dalla nostra. Anche in quei Paesi che si definivano “europei” come il Cile, nei momenti cruciali, tipo Allende, si è visto quanto la democrazia fosse rispettata. L’11 settembre del 1973 c’è stato il golpe  con tutto ciò che di orribile è accaduto. E’ vero che in Venezuela c’è repressione, polizia, non c’è rispetto dei diritti umani, però le condizioni sono difficili. Questo non significa giustificare, però è difficile giudicare. Hai fatto riferimento ai diritti umani. Negli ultimi mesi in Italia è cresciuta l’attenzione su Alberto Trentini, il cooperante arrestato e in carcere da tempo. Presa Diretta gli ha dedicato in parte una puntata e ha anche accesso i fari sulla prigionia di altri cittadini di altri Paesi. Tu che impressioni hai? Premesso che non me ne occupo direttamente, cioè non scrivo su questo, ho la sensazione che quello che si dice in buona parte sia vero. Però facendo riferimento al contesto cubano, il problema è che se si cede un poco cambia tutto. In sostanza se apro un po’ la porta, poi arrivano gli Stati Uniti. La stessa cosa in Venezuela. Per cui da una parte certamente la militarizzazione del potere è orribile, ma dall’altra ci sono i tentativi di colpi di stato, gli omicidi, ecc. Sergio Sinigaglia
La giornata del voto nella Repubblica Bolivariana del Venezuela
Le elezioni del 25 maggio nella Repubblica Bolivariana del Venezuela rappresentano una tornata politica ed elettorale di grande importanza. Non solo si tengono le elezioni parlamentari per il rinnovo dei 285 deputati all’Assemblea Nazionale, ma anche le elezioni statali, per il rinnovo di 24 governatori. È pressoché superfluo, se non fosse necessario per contrastare e smentire le bugie e le falsificazioni della propaganda occidentale, ribadire che si tratta dell’ennesima tornata elettorale in Venezuela dall’insediamento di Hugo Chávez. Un’ennesima conferma della vitalità del processo democratico che caratterizza il modello di democrazia partecipativa e protagonistica del Venezuela e che rappresenta una delle cifre del socialismo bolivariano, un socialismo popolare e umanistico, con una profonda carica antimperialista e rivoluzionaria, ispirato dal pensiero e dalla visione di Chávez e proseguito e aggiornato oggi da Maduro. In questo scenario, la campagna elettorale è stata segnata dalla straordinaria mobilitazione popolare che si raccoglie intorno al Psuv, il Partito socialista unito del Venezuela, fondato su ispirazione di Chávez (2008) che esprime il nucleo dirigente della Repubblica Bolivariana del Venezuela e che rappresenta oggi il più grande tra i partiti socialisti dell’intera America Latina. Un partito, come si sente ripetere qui in Venezuela, di organizzazione e mobilitazione, un partito di “unità, lotta, battaglia e vittoria”, un soggetto popolare con una rilevantissima base di massa. Nell’incontro con le delegazioni internazionali presenti in Venezuela, tenuto lo scorso 24 maggio, il viceministro per l’America Latina e vicepresidente del Psuv per le questioni internazionali, Rander Peña, ha rimarcato alcuni dei temi politici fondamentali della fase, in Venezuela e in America Latina, nella quale si inscrive appunto questa nuova tornata elettorale, la 33esima elezione dall’insediamento di Chávez e dall’avvio del processo storico, politico e sociale noto, appunto, come Rivoluzione bolivariana. Lo scenario è anzitutto quello della contrapposizione tra il modello della pace, che il Venezuela Bolivariano è impegnato a portare avanti, e il modello della violenza, che è in ultima istanza la proposta che il fascismo, a livello internazionale, avanza. Non a caso, è proprio dal Venezuela che è partita la costruzione di una Internazionale Antifascista, una piattaforma di iniziativa  e di mobilitazione che già si va articolando in diversi Paesi, nei cinque continenti, tra cui anche l’Italia. Da un lato, dunque, sconfiggere il fascismo e la violenza, che in Venezuela porta il volto della destra eversiva che aveva già tentato la via dei disordini violenti e del colpo di stato all’indomani delle elezioni presidenziali che, il 28 luglio, hanno confermato Maduro alla Presidenza; dall’altro, costruire un Paese prospero e giusto, capace di coniugare il tema della inclusione e della giustizia sociale con quello dell’avanzamento e della modernizzazione del Paese, un altro dei temi forti della campagna elettorale, percorso sul quale il Paese si è già incamminato, ad esempio con il Piano delle 7 trasformazioni.   Non di meno significativo è stato quindi il passaggio – citando Chávez, “el vivir viviendo, el vivir con dignidad” (“vivere vivendo, vivere con dignità”) – in cui è stata richiamata la contraddizione fondamentale, da una parte il capitalismo, il modello capitalista, “con al centro il denaro e i suoi antivalori” (concorrenza, competizione, ingiustizia, disuguaglianza, profitto), dall’altra il socialismo, il modello socialista, in particolare declinato nel senso umanista e antimperialista proprio del socialismo bolivariano, “con al centro la solidarietà e i suoi valori”, di uguaglianza, emancipazione, giustizia sociale, partecipazione e protagonismo popolare, “a partire” – ha sottolineato lo stesso Rander Peña – “dalla centralità dell’essere umano, della persona e della famiglia”. Pace, serenità e avanzamento degli sviluppi e delle conquiste della rivoluzione bolivariana sono dunque le grandi poste in gioco di questa ennesima, importante, tornata elettorale. La democrazia partecipativa e protagonistica è il vero e proprio motore del potere popolare in azione e questo è il fondamento del processo rivoluzionario bolivariano e socialista. Mobilitazione e partecipazione sono vere e proprie chiavi di volta: “Dove c’è popolo, c’è speranza. Dopo 32 elezioni, ci stiamo dirigendo verso la nostra 33esima vittoria, perché il popolo ha un piano, una direzione e dei progetti”, ha ricordato Maduro in campagna elettorale. L’impegno delle autorità e del popolo è che le elezioni si svolgano in un clima di partecipazione e di serenità. Si tratta poi di elezioni importanti per due ulteriori ragioni. Quella che si va ad insediare con il voto  del 25 maggio, è infatti una legislatura costituente. “Ho parlato con la Commissione per la Riforma Costituzionale e abbiamo concordato di preparare un processo di consultazione e dibattito più inclusivo, più aperto, più comunicativo e più tempestivo per presentare il disegno di legge sulla riforma costituzionale alla nuova Assemblea Nazionale a gennaio”, ha dichiarato Maduro all’uscita dal seggio. Ha poi annunciato una riforma elettorale di sistema, “una riforma di tutte le leggi elettorali per creare il sistema elettorale comunale come nuovo sistema di consultazione ed elezione in Venezuela, un sistema elettorale basato sulle Comuni. Costruire un sistema di consultazione permanente, riprogettare il sistema elettorale per aggiornarlo: dobbiamo essere come architetti e creare un sistema elettorale basato nel territorio in cui le persone vivono”.  Gianmarco Pisa fa parte della delegazione internazionale di osservatori che si trovano in questi giorni in Venezuela per le elezioni che segue per conto di Pressenza. Gianmarco Pisa
Venezuela, Elezioni regionali e legislative: schiacciante vittoria del Grande Polo Patriottico
Questa domenica il popolo venezuelano si è recato alle urne per eleggere 285 deputati al Parlamento, 24 governatori e 260 parlamentari regionali. Alle elezioni regionali e legislative hanno partecipato 54 partiti politici di tutti gli orientamenti politici e più di 6.800 candidati. L’affluenza alle urne ha raggiunto il 42,63% delle liste elettorali attive, con oltre 5,5 milioni di venezuelani che hanno esercitato il loro diritto di voto in una giornata che Amoroso ha descritto come “ardua” ma positiva per il sistema elettorale venezuelano.   Elezioni regionali, Grande Polo Patriottico vince in 23 governatorati e in Guyana Essequiba Dopo un’intensa giornata elettorale il Consiglio Elettorale Nazionale del Venezuela (CNE) ha annunciato che il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar (Gppsb) ha vinto 23 governatorati nel paese, tra cui quello di Guayana Esequiba. Con il 93,01% delle schede elettorali scrutinate, la coalizione del Grande Polo Patriottico ha vinto 23 dei 24 governatorati del Paese, dimostrando il sostegno del popolo venezuelano al presidente costituzionale Nicolás Maduro e al proceso rivoluzionario bolivariano. Secondo i risultati annunciati dal vicepresidente del CNE Carlos Quintero, il candidato del Gppsb Luis Marcano Salazar ha vinto la carica di governatore dello stato di Anzoátegui con l’87,30% dei voti. La carica di governatore dello stato di Apure è stata vinta dal candidato ufficiale , Wilmer Rodríguez, con il 96,19% dei voti, mentre la candidata , Joana Norelys Sánchez, ha vinto la carica di governatore di Aragua , nel centro del paese. Gli altri candidati della coalizione di governo usciti vincitori sono stati Yulisbeth García nello stato di Bolívar con l’87,85% dei voti, Donald Rafael Donaire a Guárico con oltre il 93% e Luis Ramón Reyes nello stato di Lara con il 90,95% dei voti. Sono stati rieletti governatori anche Victor Clark a Falcón con oltre l’80% dei voti, Rafael Lacava nello stato di Carabobo con l’87,67% delle schede e Freddy Bernal a Táchira ottenendo l’80% dei voti scrutinati, mentre l’ opposizione Alberto Galíndez tornerà a governare lo stato di Cojedes , nell’ovest del paese. In queste elezioni, il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV ) ha recuperato le cariche di governatore dello stato di Barinas con il candidato Adán Chávez Frías che ha ottenuto il 72,45% dei voti, di Zulia con Luis Gerardo Caldera Morales che ha vinto con oltre il 64% e dell’entità di Nueva Esparta con la candidata Marisel Velázquez Millán che ha vinto con il 55,33% dei voti. I governatorati degli stati di Mérida , Miranda e Monagas sono stati vinti dai candidati del Grande Polo Patriottico, rispettivamente Arnaldo Sánchez Pérez , Elio José Serrano ed Ernesto Luna González . Le regioni di Amazonas , Delta Amacuro e Yaracuy saranno governate da Miguel Tadeo Rodríguez , Loa Tamaronis e Leonardo Cipullo . In Portogallo, il candidato del GPPSB , Antonio Primitivo Cedeño, ha vinto con il 93,61% dei voti. Da parte sua, lo stato di Sucre sarà governato da Jhoanna Carrillo Malave, che ha ottenuto oltre il 94% dei voti. Le entità di Trujillo e La Guaira sono state lasciate nelle mani dei candidati ufficiali , Gerardo Márquez con il 91,86% dei voti e José Alejandro Terán che ha ottenuto il 90,65%. Nella regione di Guayana Esequiba, il candidato in carica Neil Villamizar ha vinto con il 97,40% dei voti. “L’Essequibo ha un governatore ” – ha detto Maduro. “Avrà pieno appoggio di bilancio affinché il popolo di Essequibo abbia tutti i diritti che merita in quanto popolo del Venezuela” – ha sottolineato. Elezioni legislative, Grande Polo Patriottico ha vinto con l’82,68% Il Grande Polo Patriottico ha ottenuto una schiacciante vittoria anche alle elezioni legislative del Venezuela tenutesi domenica, ottenendo l’82,68% dei voti validi per i deputati della lista nazionale, secondo i risultati ufficiali annunciati dal Consiglio Elettorale Nazionale (CNE). Il partito al governo ha ottenuto 4.553.484 voti su un totale di 5.507.324 voti espressi , assicurandosi 40 dei 50 seggi in disputa, con una “tendenza irreversibile”, ha riferito il presidente del CNE, Elvis Amoroso , durante una conferenza stampa a Caracas. I risultati riflettono un ampio vantaggio del partito al governo sulle forze di opposizione . L’Alleanza Democratica, la principale coalizione di opposizione, ha ottenuto solo 344.422 voti (6,25%), seguita dall’UNTC Única Alliance con 285.501 voti (5,18%) e dalla Neighborhood Force Alliance con 141.566 voti (2,57%). I voti rimanenti , comprese le schede nulle e altre opzioni minori, ammontano a 182.351 voti , pari al 3,31% del totale . Queste cifre consolidano il predominio elettorale del chavismo nel Parlamento venezuelano per la prossima legislatura. Amoroso ha espresso il “profondo orgoglio” del ramo elettorale nell’organizzazione delle elezioni , sottolineando la trasparenza del processo in mezzo alle tensioni politiche che sta attraversando il Paese sudamericano.     I risultati preliminari segnano una nuova vittoria per il progetto politico avviato da Hugo Chávez e proseguito da Nicolás Maduro, rafforzando la gestione governativa della Rivoluzione in un contesto di sfide economiche e diplomatiche internazionali promosse principalmente da Washington. Elvis Amoroso riteneva che il popolo venezuelano fosse protagonista e decidesse il destino del Paese . “Un giorno in cui il popolo ha, per la prima volta, un governatore entrato in carica grazie alla volontà popolare”, ha affermato, sottolineando che siamo profondamente orgogliosi di questa giornata. Ha riconosciuto che si tratta di un lavoro profondo per il quale dobbiamo ringraziare i funzionari del CNE e le Forze Armate. provenienti dal Venezuela che sono stati nei luoghi in cui i venezuelani si sono espressi. ” Siamo grati agli osservatori internazionali che sostengono il Consiglio elettorale nazionale, nella nazione con il miglior sistema elettorale al mondo”, ha affermato. “Il Venezuela è un esempio per il mondo e possiamo dimostrare ancora una volta la forza del CNE”, ha aggiunto. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha dichiarato domenica che la vittoria appartiene agli uomini e alle donne comuni dei quartieri venezuelani , dopo che il Consiglio elettorale nazionale (CNE) ha annunciato che il Grande Polo Patriottico ha vinto le elezioni legislative tenutesi oggi con l’82,68% dei voti. In un messaggio al popolo venezuelano, il presidente si è congratulato con l’intera nazione per l’elezione democratica dei governatori, dei consigli legislativi e dell’Assemblea nazionale per il mandato 2026-2031, affermando che adesso il loro compito è “perseverare, creare e cercare soluzioni “. “Il popolo è il protagonista” – ha detto Maduro, sottolineando che questa è una vittoria per la pace e la stabilità per tutto il Venezuela. “Dopo i blocchi, il fascismo e la violenza, oggi la Rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva che mai” – ha affermato, sottolineando la ripresa del chavismo in stati come Barinas. Ha menzionato il piano di violenza che “siamo riusciti a sconfiggere contro i centri elettorali, contro Guri, contro le caserme militari ”. “Siamo riusciti a neutralizzare il piano di violenza”, ha affermato Maduro, garantendo al contempo che le elezioni si sono svolte in modo pacifico, calmo e senza incidenti . Maduro ha detto ai governatori che dovranno affrontare una sfida importante nel coordinamento con la comunità e i gruppi di base . “Voglio vederli lavorare insieme alle persone che lavorano alla base”, ha sottolineato. Fonte: teleSUR https://www.telesurtv.net/estado-por-estado-los-resultados-del-las-mega-elecciones-de-venezuela/ https://www.telesurtv.net/maduro-victoria-pertenece-pueblo-venezuela/ https://www.telesurtv.net/gran-polo-patriotico-elecciones-legislativas/ Lorenzo Poli
Dopo 181 giorni di detenzione Alberto Trentini chiama a casa
Il 15 novembre 2024, il cooperante veneziano Alberto Trentini, 45 anni, è stato fermato e arrestato dai funzionari del Servizio amministrativo per l’identificazione, la migrazione e l’immigrazione (Saime) in Venezuela, dove era giunto il 17 ottobre per conto della ong Humanity & Inclusion, impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità. Non sono ancora chiari i motivi dell’arresto, quel che è certo è che Trentini è stato subito affidato alle autorità della Direzione generale del controspionaggio militare (Dgcim), con destinazione finale Caracas. A inizio febbraio una nota “non ufficiale” giunta dal Venezuela ha rassicurato sulle “buone condizioni” di Trentini, che soffre di ipertensione e necessita di farmaci specifici. Da allora sul cooperante è ripiombato il silenzio e neppure l’ambasciata italiana è riuscita a saperne di più. Nel frattempo più di 77.500 italiani, ed anche tanti stranieri, hanno firmato per la sua scarcerazione, inoltre è cominciato un digiuno a staffetta, con adesione online, tra cui ha partecipato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Una vicenda in parte simile a quella della giornalista Cecilia Sala, che finalmente sta avendo spazio presso l’opinione pubblica, nella speranza che possa avere lo stesso esito avuto da quella della giornalista, con il rientro in Italia di Alberto Trentini. A tal proposito, mercoledì 12 marzo alle 12:30, presso Palazzo Vecchio a Firenze, si è tenuta una conferenza stampa per presentare la risoluzione che chiede al Governo di intensificare gli sforzi diplomatici per ottenere informazioni ufficiali e la liberazione di Alberto. Un’iniziativa promossa da Caterina Arciprete, consigliera comunale e Capogruppo di AVS/Ecolò, nonché prima proponente di questa importante iniziativa. Trovate l’intervista a questo link https://www.pressenza.com/it/2025/03/alberto-trentini-libero-intervista-a-caterina-arciprete-consigliera-comunale-di-firenze/ Nonostante le varie iniziative, le informazioni su Trentini erano state pochissime, tuttavia a inizio maggio il Venezuela aveva liberato Alfredo Schiavo, un cittadino italo-venezuelano che era detenuto da cinque anni nella capitale Caracas e, in quella circostanza, Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, aveva detto di sperare che anche Trentini potesse essere liberato presto. Finalmente, venerdì 16 maggio, Trentini ha potuto chiamare la sua famiglia, e nel corso della telefonata avrebbe comunicato di stare bene e di essere in buone condizioni. Infatti: « Prende le pillole che gli sono state prescritte dal medico. Il governo italiano ha espresso “sollievo” per la prima telefonata di Trentini ai suoi familiari “dopo 181 giorni di detenzione nelle carceri venezuelane”. Il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha parlato di un “passo in avanti, frutto di un lungo lavoro di mediazione diplomatica”. Cirielli ha quindi ringraziato “nuovamente Nicolas Maduro per l’interessamento”, auspicando che “si possa giungere a una rapida scarcerazione del connazionale”». Durante la telefonata, Alberto Trentini ha dichiarato: “Spero di tornare presto in Italia”. La telefonata oltre che dal ministero degli Esteri, è stata confermata anche da Alessandra Ballerini, avvocata di Alberto. Si tratta sicuramente di una buona notizia, nella speranza che possa essere liberato al più presto.   Fonti: https://www.ilpost.it/2025/05/16/alberto-trentini-telefonata-famiglia/; https://www.fanpage.it/attualita/spero-di-tornare-presto-in-italia-alberto-trentini-chiama-a-casa-dopo-6-mesi-di-prigionia-in-venezuela/; https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/05/16/trentini-chiama-casa-dopo-sei-mesi-in-cella-a-caracas_729a7693-21bd-4598-b8bb-08c961e3c397.html .    Andrea Vitello