
Il posto vuoto che ci riguarda tutti: memoria, responsabilità e impegno contro la violenza sulle donne
Pressenza - Tuesday, November 25, 2025Ogni femminicidio lascia un vuoto. Non solo negli affetti, ma nello spazio pubblico, nella coscienza collettiva, nella società che osserva, commenta, si indigna, ma poi spesso dimentica.
Per provare a contrastare questa rimozione, la sezione ANPI collinare Aedo Violante porta avanti da tempo l’iniziativa Il Posto Occupato: una sedia lasciata vuota, presente in ogni assemblea, manifestazione o incontro pubblico. È il posto che sarebbe spettato a una donna che non può più sedere accanto a noi, perché uccisa da un uomo, spesso il marito, il fidanzato, un familiare o un conoscente. Quel posto vuoto non è un semplice simbolo, ma un atto di responsabilità. Ricorda che ogni donna aveva una vita, dei progetti, dei sogni, e che la sua assenza pesa.
Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state uccise oltre cento donne. Nella grande maggioranza dei casi l’autore è un uomo conosciuto. La violenza non è destino e non è fatalità. È un sistema che continua a trovare spazio, linguaggi, giustificazioni e silenzi.
Quest’anno, nell’ambito della rassegna Memoria Attiva, l’ANPI insieme all’associazione IoCiSto ha scelto di accompagnare il gesto del Posto Occupato con un momento di approfondimento e testimonianza, presentando il libro di Lella Palladino Non è un destino. L’autrice, da anni impegnata nella costruzione e nel rafforzamento dei Centri Antiviolenza in Campania, ha condiviso storie che attraversano paura, dolore, ma anche ricostruzione e libertà. Racconti che dimostrano quanto sia urgente garantire alle donne strumenti, luoghi sicuri e reti territoriali capaci di sostenerle.
Dalle parole dell’autrice emerge un punto essenziale: la protezione delle donne non può essere affidata solo al coraggio individuale, ma deve diventare un diritto garantito. La violenza si combatte anche prima che accada, riconoscendone i segnali, contrastando gli stereotipi, educando al rispetto, al limite e al consenso.
L’impegno quindi non può esaurirsi in una giornata. La lotta alla violenza sulle donne è un percorso quotidiano, che parte dal contrasto a ogni forma di patriarcato, anche quelle più sottili e normalizzate. È un lavoro di educazione, responsabilità sociale, vicinanza alle realtà che operano sul territorio, costruzione di una cultura libera dalla prevaricazione e dalla paura.
Come nella Resistenza, è una questione di libertà, dignità e responsabilità collettiva.
Alle donne che non ci sono più.
A quelle che resistono, denunciano e ricominciano.
A chi ogni giorno le accompagna.
Il posto vuoto continuerà a ricordarcelo.