Tag - violenza di genere

“Numeri che gridano: la realtà della violenza di genere in Italia” il 4 dicembre al Centro Pace di Forlì
Giovedì 4 dicembre 2025 si svolgerà presso il Centro Pace di Forlì la serata “Numeri che gridano: la realtà della violenza di genere in Italia”, dove verrà presentato da Chiara Tamarro (Centro Pace) il progetto “InclusiVoice”, finanziato dal Programma Erasmus+. Si tratta di un’iniziativa collaborativa volta a fornire ai/alle giovani gli strumenti per sviluppare competenze di advocacy nonviolenta e a sensibilizzare sul tema della parità di genere, con un’attenzione specifica al fenomeno del femminicidio.  Il progetto, intitolato “InclusiVoice”, si svolge dal 1° maggio 2025 al 31 ottobre 2026, e coinvolge tre partner principali: l’Associazione Centro per la Pace Forlì (Italia), l’EuroMed Feminist Initiative (Francia) e il Women’s NGOs Cooperation Network of Latvia (Lettonia).  Durante l’incontro inoltre, Alessia Prenjasi e Valentina Vannini presenteranno il report “Feminicides in Italy: A Critical Investigation Based on Data and Dynamics Analysis”.  Questo incontro fa parte della serie di eventi organizzati in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.    Raffaele Barbiero, per il Centro Pace di Forlì Redazione Romagna
Inaugurato il Centro Donna a Pianura. Ferrante: “Serve un cambio di mentalità per fermare la violenza”
Inaugurato questa mattina il Centro Donna di Pianura, un luogo dedicato all’ascolto, al sostegno e alla tutela delle donne. L’apertura del centro, finanziato dal Comune di Napoli e attivato in collaborazione con le cooperative sociali Xenia e Adesia, rappresenta un passo concreto nella lotta contro la violenza di genere e nella promozione delle pari opportunità. All’inaugurazione è intervenuta l’assessora alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante, che ha preso parte anche a un incontro di sensibilizzazione e confronto per sostenere e promuovere la cultura del rispetto. Durante l’incontro sono intervenute Maria Carillo, presidente di Xenia, ed Elena Giorgia Carrucola, di Adesia, che hanno illustrato il ruolo delle realtà sociali nella costruzione di reti di supporto. La coordinatrice del Centro Donna, Luciana Sullo, ha presentato il progetto e le attività già avviate, mentre la psicologa Francesca Diffidenti ha condiviso riflessioni sulle esperienze raccolte nei gruppi di ascolto. Momento centrale è stata la proiezione del video con le testimonianze delle donne che hanno scelto di raccontare la loro storia, segno di coraggio e speranza. “È un luogo di incontro accogliente e aperto, a cui tutte le donne possono accedere per trascorrere momenti di serenità e di svago – ha sottolineato l’assessora alle Pari Opportunità Emanuela Ferrante – c’è la possibilità di fare sport, tenere colloqui con avvocati e psicologi, ma soprattutto le donne possono venire qui per dedicarsi del tempo, stare insieme e conoscersi. È molto importante per questa Amministrazione – ha concluso Ferrante – perché significa iniziare a cambiare cultura e mentalità e fare un piccolo passo verso quella rivoluzione culturale ancora necessaria per eliminare completamente il fenomeno della violenza sulle donne”. Redazione Napoli
25 NOVEMBRE: CONTRO LA GUERRA E IL PATRIARCATO@0
Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
25 NOVEMBRE: CONTRO LA GUERRA E IL PATRIARCATO@1
Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
25 NOVEMBRE: CONTRO LA GUERRA E IL PATRIARCATO@3
Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
25 NOVEMBRE: CONTRO LA GUERRA E IL PATRIARCATO@2
Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
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Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
25 NOVEMBRE: CONTRO LA GUERRA E IL PATRIARCATO
Il 25 novembre 2025, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per il secondo anno ha visto riempirsi piazze da tutta Italia: l’obbiettivo di dare risalto ai nodi territoriali sfida il classico corteo nella capitale che quest’anno si è tenuto sabato 22, contando 70 mila persone. Ad oggi in Italia si parla di 91 femminicidi monitorati dall’osservatorio di nudm solo nel 2025 e almeno 68 tentati femminicidi riportati. Il lavoro dell’osservatorio è particolarmente importante in quanto in Italia non esiste una banca dati pubblica sui femminicidi. Mentre secondo l’ISTAT sono 6,4 milioni le donne che hanno riportato di aver subito delle forme di violenza. Inoltre i dati dell’ISTAT pubblicati martedì confermano che le uccisioni avvengono all’interno delle relazioni più strette della persona. Infatti si riporta “Nel 2024, sulla base delle variabili disponibili, si stimano 106 femminicidi presunti su 116 omicidi con una vittima donna. Si tratta di 62 donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner, 37 donne uccise da un altro parente; sette casi, di cui tre donne uccise da un amico o conoscente e quattro da sconosciuti, per i quali l’accanimento sul corpo della donna motiva la classificazione dell’omicidio come femminicidio.” La giornata è stata caratterizzata dal discorso sulla violenza strutturale che ci circonda, espressa dal nesso tra guerra e patriarcato, due processi sistemici aventi matrici comuni. Infatti non sono mancati i rimandi alle mobilitazioni a sostegno della palestina con la esplicita volontà di inserirsi in una settimana che si concluderà con lo sciopero generale contro la legge finanziaria di economia di guerra venerdì 28 e il la 29 giornata mondiale per la palestina. A questo proposito Fatou di nudm Torino ci racconta il comunicato nazionale “Perchè come transfemministe sabotiamo la guerra”: (metti link) Con Maria di nudm Torino il racconto della giornata, partita dalla mattina con il fino al corteo serale cittadino: Con Simona di Lucha y Siesta commentiamo il crescente attacco del governo ai danni dei centri antiviolenza: Mentre con Carlotta di nudm Milano raccontiamo il corteo che ha contato almeno 10.000 persone, culminato nell’occupazione simbolica del villaggio olimpico: In ultimo riportiamo alcune delle interviste che abbiamo realizzato nel corso del corteo per restituire il clima e la voce dellx partecipantx :
Il posto vuoto che ci riguarda tutti: memoria, responsabilità e impegno contro la violenza sulle donne
Ogni femminicidio lascia un vuoto. Non solo negli affetti, ma nello spazio pubblico, nella coscienza collettiva, nella società che osserva, commenta, si indigna, ma poi spesso dimentica. Per provare a contrastare questa rimozione, la sezione ANPI collinare Aedo Violante porta avanti da tempo l’iniziativa Il Posto Occupato: una sedia lasciata vuota, presente in ogni assemblea, manifestazione o incontro pubblico. È il posto che sarebbe spettato a una donna che non può più sedere accanto a noi, perché uccisa da un uomo, spesso il marito, il fidanzato, un familiare o un conoscente. Quel posto vuoto non è un semplice simbolo, ma un atto di responsabilità. Ricorda che ogni donna aveva una vita, dei progetti, dei sogni, e che la sua assenza pesa. Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state uccise oltre cento donne. Nella grande maggioranza dei casi l’autore è un uomo conosciuto. La violenza non è destino e non è fatalità. È un sistema che continua a trovare spazio, linguaggi, giustificazioni e silenzi. Quest’anno, nell’ambito della rassegna Memoria Attiva, l’ANPI insieme all’associazione IoCiSto ha scelto di accompagnare il gesto del Posto Occupato con un momento di approfondimento e testimonianza, presentando il libro di Lella Palladino Non è un destino. L’autrice, da anni impegnata nella costruzione e nel rafforzamento dei Centri Antiviolenza in Campania, ha condiviso storie che attraversano paura, dolore, ma anche ricostruzione e libertà. Racconti che dimostrano quanto sia urgente garantire alle donne strumenti, luoghi sicuri e reti territoriali capaci di sostenerle. Dalle parole dell’autrice emerge un punto essenziale: la protezione delle donne non può essere affidata solo al coraggio individuale, ma deve diventare un diritto garantito. La violenza si combatte anche prima che accada, riconoscendone i segnali, contrastando gli stereotipi, educando al rispetto, al limite e al consenso. L’impegno quindi non può esaurirsi in una giornata. La lotta alla violenza sulle donne è un percorso quotidiano, che parte dal contrasto a ogni forma di patriarcato, anche quelle più sottili e normalizzate. È un lavoro di educazione, responsabilità sociale, vicinanza alle realtà che operano sul territorio, costruzione di una cultura libera dalla prevaricazione e dalla paura. Come nella Resistenza, è una questione di libertà, dignità e responsabilità collettiva. Alle donne che non ci sono più. A quelle che resistono, denunciano e ricominciano. A chi ogni giorno le accompagna. Il posto vuoto continuerà a ricordarcelo. Redazione Napoli
“La popolazione italiana e il consenso sessuale e l’educazione affettiva”
L’indagine effettuata da IPSOS per Amnesty International Italia mostra una crescita significativa della consapevolezza sulla violenza di genere. Basata su 800 interviste a un campione rappresentativo di persone tra i 18 e i 75 anni, mostra che l’89% di loro ritiene che la violenza contro le donne sia diffusa e sette su dieci percepiscono un aumento del fenomeno negli ultimi anni, con una preoccupazione più marcata tra le donne. A fronte di un dato ISTAT che indica 32 donne su 100 come vittime, almeno una volta nella vita, di molestie o violenze a sfondo sessuale, la rilevazione IPSOS basata su 800 interviste a un campione rappresentativo di persone tra i 18 e i 75 anni ne rileva in media 49: una sovrastima che riflette il livello elevato di allarme percepito. Nonostante questo clima, emergono segnali culturali incoraggianti: la maggioranza rifiuta i principali miti che minimizzano la violenza sessuale, come l’idea che il comportamento o l’abbigliamento della sopravvissuta “favoriscano” attenzioni indesiderate, o che serva resistenza fisica per definire la violenza. Permangono però minoranze significative che attribuiscono ancora parziale responsabilità alle sopravvissute o considerano alcune circostanze – flirt, uso di alcol, orari notturni – come elementi che renderebbero la violenza “più comprensibile”. Queste giustificazioni risultano più frequenti tra gli uomini.   Il report LA POPOLAZIONE ITALIANA E IL CONSENSO SESSUALE E L’EDUCAZIONE AFFETTIVA in formato digitale (file pdf) è disponibile nella pagina ad hoc sul sito di Amnesty International Italia: Indagine Ipsos: cresce la consapevolezza sulla violenza di genere / 25.11.2025  Amnesty International