Strage di Pylos: al via l’azione penale contro i vertici della Guardia Costiera greca

Progetto Melting Pot Europa - Friday, November 14, 2025

Un comunicato congiunto di sei importanti organizzazioni greche 1 ha annunciato una svolta decisiva nell’inchiesta sul naufragio di Pylos: la Procura d’appello ha accolto i ricorsi presentati dai sopravvissuti e ha aperto un procedimento penale contro quattro alti ufficiali della Hellenic Coast Guard, tra cui l’attuale comandante.

Secondo le organizzazioni firmatarie, «la decisione della Procura d’appello ribalta l’archiviazione disposta dal procuratore del Tribunale Navale del Pireo e riconosce la gravità delle omissioni denunciate dai sopravvissuti che avevano presentato ricorso contro l’archiviazione». Gli indagati dovranno rispondere di omissione di soccorso, esposizione a pericolo e omicidio colposo.

Il provvedimento stabilisce che saranno contestati «reati gravi e ripetuti» e nello specifico:
«a) esposizione seriale per mancato adempimento dell’obbligo legale di soccorrere e assistere persone in pericolo, che ha causato la morte delle vittime; b) esposizione seriale di altre persone per mancato adempimento dell’obbligo legale di soccorrerle e lasciarle indifese; c) omicidio colposo per negligenza per mancato adempimento seriale degli obblighi legali».

Le organizzazioni ricordano inoltre che il 16 maggio 2025 era già stato avviato un procedimento penale «contro 17 membri della Guardia Costiera, tra cui alti ufficiali del comando e l’ex capo», un’inchiesta che era stata trasmessa al giudice istruttore competente.

Notizie

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La nuova decisione conferma molti dei punti sollevati sia nelle denunce sia nei ricorsi dei sopravvissuti, che hanno più volte affermato che «le autorità non solo non sono intervenute tempestivamente, ma hanno messo ulteriormente a rischio le persone a bordo».

Secondo l’ordinanza del Procuratore della Corte d’Appello e come sottolineato dai sopravvissuti nelle loro denunce e ricorsi:

“[…] è chiaro che le condizioni del peschereccio Adriana erano precarie fin dall’inizio […] la situazione è gradualmente peggiorata e, per quanto riguarda i passeggeri, questi fatti sono stati confermati e sono apparsi chiari fin dall’inizio dell’incidente a tutti coloro che prestavano servizio nel Centro di coordinamento congiunto delle operazioni di soccorso (JRCC) e a tutta la gerarchia (coinvolta nella sua gestione), tuttavia non è stata attivata alcuna operazione di soccorso o di prevenzione dei rischi (l’incidente non è stato nemmeno classificato come “allerta”, ovvero al secondo livello di rischio previsto dalla Convenzione internazionale SAR) durante la prima fase dell’incidente, ovvero dalle ore 11:00 del 13-06-2023 (quando il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha segnalato per la prima volta l’esistenza della nave sovraccarica) fino all’arrivo della nave P.P.L.S.-920 nella zona […]“.

Nel frattempo:

“[…] si può dedurre che tra la nuova immobilizzazione del peschereccio e il suo capovolgimento, ci sia stato un intervallo di mezz’ora durante il quale il JRCC non ha emesso l’ordine di inviare un MAYDAY, attenendosi alla sua decisione, durante tutta la gestione dell’incidente, che non fosse necessaria un’operazione di soccorso immediata. In questo modo, si è perso tempo prezioso, compromettendo le possibilità di sopravvivenza dei naufraghi, in un momento in cui le azioni del Centro e della nave PPLS 920 rivelano la consapevolezza dell’imminente pericolo di capovolgimento […]”.

“[…] i quattro (4) ufficiali […] hanno partecipato attivamente alla gestione dell’incidente, poiché sono stati costantemente e personalmente informati dei suoi sviluppi, hanno partecipato alle riunioni per valutare e pianificare le azioni necessarie e, infine, hanno approvato (come essi stessi ammettono) le decisioni che sono state prese, ciascuno di loro avendo [….] un obbligo giuridico indipendente di proteggere la vita in mare e, per estensione, un obbligo giuridico specifico di soccorso (dato che hanno concordato o almeno condiviso le decisioni specifiche che sono state prese), e qualsiasi deviazione o mancato adempimento di tale obbligo stabilisce la loro responsabilità penale indipendente […], mentre, in altre parole, “[…] avrebbero dovuto rendersi conto, sulla base della loro esperienza, del loro ruolo, delle loro conoscenze specialistiche e delle informazioni a loro disposizione, che si trattava di una nave in pericolo, ma non hanno intrapreso le azioni necessarie e prescritte per classificare la nave come nave in pericolo e attivare i piani operativi prescritti e appropriati [come, ad esempio, Memoranda/Schede operative n. 1 “Nave in pericolo (indipendentemente dalla bandiera) all’interno della SRR greca” e n. 13 “Incidente grave”, ecc.] per il salvataggio delle persone a bordo della nave [….]“.

Le organizzazioni fanno notare la valutazione inclusa nella disposizione relativa alla causa del ribaltamento e dell’affondamento della nave, secondo la quale:

”[…] Questa versione del traino (in combinazione con l’ammissione da parte dei membri della nave P.P.L.S. 920 di aver utilizzato una fune – indipendentemente dal fatto che non ammettano che ciò sia stato fatto a scopo di traino o che non sia stato menzionato dai presenti al JRCC nella fatidica notte) è più convincente e plausibile, dato che, d’altra parte (la Guardia Costiera), non viene fornita alcuna spiegazione dettagliata e convincente per l’improvviso (altrimenti) capovolgimento e affondamento del peschereccio. [….] Dato che il mare era calmo, non c’erano navi commerciali di passaggio (che avrebbero potuto causare grandi onde), i movimenti improvvisi e massicci dei passeggeri all’interno del peschereccio (sia verso l’alto che orizzontalmente, a destra o a sinistra) erano quasi impossibili (a causa del sovraffollamento e del relativo divieto di movimento, come spiegato sopra) ma anche ingiustificati, l’improvviso e potente traino da parte della nave della Guardia Costiera sembra essere l’unica causa possibile e attiva che ha portato il peschereccio a compiere (in quel particolare momento) le due brusche virate (a sinistra e a destra), impedendogli di riprendersi e causandone il ribaltamento. […]”.

Gli avvocati delle organizzazioni e dei collettivi che rappresentano i sopravvissuti e le famiglie delle vittime della strage hanno espresso «piena soddisfazione per l’accoglimento dei ricorsi e per l’estensione del procedimento penale nei confronti dei quattro alti ufficiali della Guardia Costiera, il cui caso era stato inizialmente archiviato».

Infine, considerano «il rinvio a giudizio per reati gravi di 21 membri della Guardia Costiera, compresi i suoi attuali e precedenti capi e altri alti ufficiali, nonché le conclusioni della Procura della Corte d’Appello, uno sviluppo sostanziale e evidente nel processo di rivendicazione delle vittime e di giustizia».

  1. Le organizzazioni:
    Network for the Social Support of Refugees and Migrants; Greek League for Human Rights; Greek Council for Refugees (GCR); Initiative of Lawyers and Jurists for the shipwreck of Pylos; Refugee Support Aegean (RSA); Legal Centre Lesvos ↩︎