Brescia, la città dell’accoglienza si prepara a respingere il razzismo

Pressenza - Wednesday, November 12, 2025

BRESCIA — Mentre le luci della decima Marcia per l’Accoglienza e la Cittadinanza si spengono, lasciando nelle vie del centro il passo di duemila persone che il 18 ottobre hanno sfilato per una società di pace e fraternità, sulla città si addensa una nuova ombra: una riunione pubblica sulla cosiddetta “remigrazione”, prevista per il 15 novembre.

Dietro l’apparente neutralità del termine, si cela una delle più radicali teorie della destra estrema europea: quella secondo cui l’Occidente sarebbe vittima di una “sostituzione etnica”, e che i migranti — giudicati “non assimilabili” alla cultura nazionale — dovrebbero essere rimpatriati forzatamente. A dar voce a questa ideologia, destinata a scuotere il dibattito pubblico, sono esponenti di gruppi e movimenti noti per la loro matrice neofascista: da CasaPound Italia alla Rete dei Patrioti, dai Veneto Fronte Skinheads al locale Brescia ai Bresciani. Tra i relatori annunciati, anche Francesca Totolo, collaboratrice del Primato Nazionale e autrice per la casa editrice Altaforte, legata allo stesso ambiente politico.

 

La risposta della città

La reazione del fronte civico bresciano non si è fatta attendere. Sotto lo slogan “Razzisti, Brescia non vi accoglie!”, la rete di associazioni riunite nel movimento #IoAccolgo Brescia ha diffuso un comunicato fermo e senza ambiguità: «Razzismo e xenofobia non devono avere cittadinanza nella nostra città».
Il documento — firmato da numerose organizzazioni del terzo settore, del volontariato e della società civile — ricorda come Brescia abbia già dato prova di compattezza contro le derive xenofobe. Un anno fa, infatti, la città aveva risposto con un corteo imponente alla marcia di alcuni gruppi neofascisti nei pressi della stazione ferroviaria, riaffermando i principi di solidarietà e convivenza sanciti dalla Costituzione.

Un mosaico di culture

I numeri parlano chiaro: al 31 dicembre 2023, i nuovi residenti stranieri nel comune di Brescia sono 38.000, e 155.000 in tutta la provincia, provenienti da 140 Paesi diversi. Una realtà che, lungi dal rappresentare una minaccia, costituisce una delle forze vitali della città: «Brescia è bella anche grazie a chi viene da altri Paesi del mondo: vogliamo che rimanga bella e giusta», recita il comunicato.

Proprio per questo le associazioni promotrici della marcia hanno chiesto un incontro con il Prefetto, che ha garantito una pronta disponibilità. L’obiettivo è chiaro: sollecitare le istituzioni a vigilare affinché gli spazi pubblici non diventino palcoscenico di ideologie che negano i valori democratici e il rispetto della persona.

La storia di Brescia, ferita nel 1974 dalla strage di Piazza della Loggia, pesa come un monito collettivo contro ogni rigurgito di odio. Non è solo questione di ordine pubblico, ma di identità civile.
Nel linguaggio dei promotori di #IoAccolgo, si avverte la consapevolezza che l’accoglienza non è mera tolleranza, bensì una scelta culturale e politica: un argine contro la barbarie, una riaffermazione del principio di umanità.

La città dei diritti, della solidarietà e del lavoro si prepara dunque a un nuovo banco di prova. «Ci stiamo preparando ad accoglierli — scrivono ironicamente gli organizzatori — ma Brescia non accoglie il razzismo».

 

Redazione Sebino Franciacorta