
Commemorazione Sergio Ramelli: targhe e proteste all’Istituto “Molinari” di Milano
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Sunday, May 4, 2025Il 13 marzo nell’Istituto “Molinari” di Milano è stata affissa la nuova targa in biblioteca in onore di Sergio Ramelli da rappresentanti istituzionali della destra con il ministro Giuseppe Valditara, Ignazio La Russa e il loro seguito (clicca qui per la notizia). In quella circostanza una ventina dei 70 lavoratori della scuola scrisse una lettera aperta di protesta, che fu in seguito pubblicata in varie testate giornalistiche e alcuni studenti, studentesse e rappresentanti sindacali contestarono l’ingresso del ministro al cancello dello scuola.
Il 29 aprile, a distanza di un mese, alle ore 7.00 davanti all’Istituto “Molinari” e all’Istituto “Natta” di Milano sui rispettivi cancelli compaiono striscioni molto grandi in onore di Sergio Ramelli. All’Istituto “Natta” uno striscione riportava “Ramelli Presente” con lo stemma della tartaruga stilizzata, mentre all’Istituto “Molinari” vengono appesi due striscioni con scritto “un sospiro nel vento, una fiamma per l’eternità -Sergio Ramelli. GN“, dove GN sta per Gioventù Nazionale.
Gioventù Nazionale è l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, attiva nelle scuole superiori e nelle università rispettivamente tramite Azione Studentesca e Azione Universitaria. Fondata nel 2014, è stata al centro di controversie politiche e mediatiche a causa dell’orientamento di estrema destra di alcuni suoi militanti e dirigenti.
Da parte di 4/5 esponenti di Azione studentesca c’è stato un tentativo malriuscito di volantinaggio davanti ai cancelli della scuola poiché un gruppetto più numeroso di ragazzi del collettivo interno al Molinari è riuscito a contrastarli e ad allontanarli.
Nei giorni successivi, proprio a Sesto San Giovanni (il comune più popoloso di città metropolitana), decorato ed altre figure istituzionali ( https://agenparl.eu/2025/04/27/ramelli-de-coratofdi-iniziative-a-milano-per-50-anniversario-dalla-sua-uccisione/ ) è stato intitolato uno slargo a Ramelli e a Pedenovi, ma ci sono state diverse proteste. Anche a Novate Milanese è stata dedicata una targa a Ramelli. La Russa, accompagnato da un folto gruppo di forze dell’ordine, si è presentato per fare il discorso alla cerimonia, ma non è riuscito fino in fondo nell’intento poiché disturbato da diversi cittadini che esprimevano il loro dissenso. Anche a Cinisello oggi 28 aprile verrà inaugurata una piazza a Ramelli (https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/spip.php?article39674).
In questo cinquantesimo anniversario è evidente che la vicenda Ramelli, oggi con maggior incidenza, funge da cavallo di battaglia per sdoganare tutti quei passaggi pubblici (commemorazioni, titolazioni di piazza e vie, articoli, manifesti) che nelle parole dei loro fautori “vogliono pacificare la storia del passato” ma che nei fatti facilitano il radicamento delle nuove organizzazioni -istituzionali e non- apertamente di destra.
Ad oggi denunciare quest’avanzamento della destra in tutte le istituzioni, al fine di riaprire confronti critici in tutti gli spazi pubblici, è importante e necessario. L’impianto ove le conquiste sociali e politiche della contestazione degli anni ’70 riuscirono a radicarsi è stato tuttavia smantellato proprio dai governi dei decenni passati e la “sinistra-non sinistra” di oggi non si oppone, nei fatti, all’apologia del fascismo.
Se da una parte non ha senso reagire visceralmente a tutte le strumentalizzazioni messe in cantiere da ogni avversario, dall’altra è necessario capire fino in fondo a cosa mira oggi questa strumentalizzazione dei fatti di quegli anni e come è possibile colmare questi 20 anni di vuoto di coscienza politica che permea tutti i settori della società. Al “Molinari” ci sono stati diversi incontri con i ragazzi e le ragazze sul tema degli anni di piombo. A aaggio è previsto su quest’argomento per le classi quinte un incontro con Aldo Giannuli (polititologo, storico, e saggista, già docente all’Università di Bari e di Milano) e Pino Casamassima (giornalista e scrittore).
Nonostante questi tentativi, sicuramente apprezzabili da parte degli insegnanti, l’impressione è che manchi tra gli insegnanti, e i lavoratori in generale della scuola, una determinazione forte a ri-creare le condizioni d’ascolto, dialogo e ricerca per immaginare una visione politica palpitante e ricostruire un interesse su questi temi.
A proposito di fatti come le odierne commemorazioni su Ramelli, pare che si colga in generale una “certa gravità” dei fatti, ma si preferisce mantenere sempre un profilo basso, discorrerne in forma frammentaria e incompleta e passare velocemente ad incombenze scolastiche quotidiane più urgenti.
Ecco, in questa cornice, si inserisce dunque il lavoro prezioso dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e di quante/i si stanno mobilitando e sensibilizzando su “piccole” questioni della scuola che, in realtà, sono collegate a disegni ben più vasti tra cui l’escalation bellica che denunciamo da tempo.












Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università