Commemorazione Sergio Ramelli: targhe e proteste all’Istituto “Molinari” di MilanoIl 13 marzo nell’Istituto “Molinari” di Milano è stata affissa la nuova targa in
biblioteca in onore di Sergio Ramelli da rappresentanti istituzionali della
destra con il ministro Giuseppe Valditara, Ignazio La Russa e il loro seguito
(clicca qui per la notizia). In quella circostanza una ventina dei 70 lavoratori
della scuola scrisse una lettera aperta di protesta, che fu in seguito
pubblicata in varie testate giornalistiche e alcuni studenti, studentesse e
rappresentanti sindacali contestarono l’ingresso del ministro al cancello dello
scuola.
Il 29 aprile, a distanza di un mese, alle ore 7.00 davanti all’Istituto
“Molinari” e all’Istituto “Natta” di Milano sui rispettivi cancelli compaiono
striscioni molto grandi in onore di Sergio Ramelli. All’Istituto “Natta” uno
striscione riportava “Ramelli Presente” con lo stemma della tartaruga
stilizzata, mentre all’Istituto “Molinari” vengono appesi due striscioni con
scritto “un sospiro nel vento, una fiamma per l’eternità -Sergio Ramelli. GN“,
dove GN sta per Gioventù Nazionale.
Gioventù Nazionale è l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, attiva
nelle scuole superiori e nelle università rispettivamente tramite Azione
Studentesca e Azione Universitaria. Fondata nel 2014, è stata al centro di
controversie politiche e mediatiche a causa dell’orientamento di estrema
destra di alcuni suoi militanti e dirigenti.
Da parte di 4/5 esponenti di Azione studentesca c’è stato un tentativo
malriuscito di volantinaggio davanti ai cancelli della scuola poiché un
gruppetto più numeroso di ragazzi del collettivo interno al Molinari è riuscito
a contrastarli e ad allontanarli.
Nei giorni successivi, proprio a Sesto San Giovanni (il comune più popoloso di
città metropolitana), decorato ed altre figure istituzionali
( https://agenparl.eu/2025/04/27/ramelli-de-coratofdi-iniziative-a-milano-per-50-anniversario-dalla-sua-uccisione/ )
è stato intitolato uno slargo a Ramelli e a Pedenovi, ma ci sono state diverse
proteste. Anche a Novate Milanese è stata dedicata una targa a Ramelli. La
Russa, accompagnato da un folto gruppo di forze dell’ordine, si è presentato
per fare il discorso alla cerimonia, ma non è riuscito fino in
fondo nell’intento poiché disturbato da diversi cittadini che esprimevano il
loro dissenso. Anche a Cinisello oggi 28 aprile verrà inaugurata una piazza a
Ramelli (https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/spip.php?article39674).
In questo cinquantesimo anniversario è evidente che la vicenda Ramelli, oggi
con maggior incidenza, funge da cavallo di battaglia per sdoganare tutti quei
passaggi pubblici (commemorazioni, titolazioni di piazza e vie, articoli,
manifesti) che nelle parole dei loro fautori “vogliono pacificare la storia del
passato” ma che nei fatti facilitano il radicamento delle nuove organizzazioni
-istituzionali e non- apertamente di destra.
Ad oggi denunciare quest’avanzamento della destra in tutte le istituzioni, al
fine di riaprire confronti critici in tutti gli spazi pubblici, è importante e
necessario. L’impianto ove le conquiste sociali e politiche della contestazione
degli anni ’70 riuscirono a radicarsi è stato tuttavia smantellato proprio dai
governi dei decenni passati e la “sinistra-non sinistra” di oggi non si oppone,
nei fatti, all’apologia del fascismo.
Se da una parte non ha senso reagire visceralmente a tutte le
strumentalizzazioni messe in cantiere da ogni avversario, dall’altra è
necessario capire fino in fondo a cosa mira oggi questa strumentalizzazione dei
fatti di quegli anni e come è possibile colmare questi 20 anni di vuoto di
coscienza politica che permea tutti i settori della società. Al “Molinari” ci
sono stati diversi incontri con i ragazzi e le ragazze sul tema degli anni di
piombo. A aaggio è previsto su quest’argomento per le classi quinte un incontro
con Aldo Giannuli (polititologo, storico, e saggista, già docente all’Università
di Bari e di Milano) e Pino Casamassima (giornalista e scrittore).
Nonostante questi tentativi, sicuramente apprezzabili da parte degli insegnanti,
l’impressione è che manchi tra gli insegnanti, e i lavoratori in generale della
scuola, una determinazione forte a ri-creare le condizioni d’ascolto, dialogo e
ricerca per immaginare una visione politica palpitante e ricostruire un
interesse su questi temi.
A proposito di fatti come le odierne commemorazioni su Ramelli, pare che
si colga in generale una “certa gravità” dei fatti, ma si preferisce mantenere
sempre un profilo basso, discorrerne in forma frammentaria e incompleta e
passare velocemente ad incombenze scolastiche quotidiane più urgenti.
Ecco, in questa cornice, si inserisce dunque il lavoro prezioso
dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e
di quante/i si stanno mobilitando e sensibilizzando su “piccole” questioni della
scuola che, in realtà, sono collegate a disegni ben più vasti tra cui
l’escalation bellica che denunciamo da tempo.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università