
Fuori i militari dalle scuole
Pressenza - Monday, November 3, 2025In questo periodo in cui il governo italiano parla di nazione e non di repubblica, di armi e di militari e non di pace e che sta cancellando l’articolo 11 della Costituzione; un governo che attacca i corsi di formazione per gli insegnanti che parlano liberamente di non far entrare i militari nelle scuole, cosa che invece sta ormai accadendo.
Vorrei cercare di spiegare da insegnante e sociologo i possibili pericoli della presenza dei militari nelle scuole.
L’introduzione della cultura militare nei contesti scolastici (attraverso progetti di alternanza scuola-lavoro, conferenze di orientamento o programmi sulla “cultura della difesa”) interferisce negativamente con questi processi:
- Contrasto tra Obbedienza e Critica: Il modello militare è fondato sulla disciplina ferrea e sull’obbedienza immediata e incondizionata ai superiori, un principio che è antitetico allo sviluppo del pensiero critico e dell’autonomia decisionale che la scuola è chiamata a coltivare. L’umiliazione e la sottomissione (talvolta centrali nell’addestramento militare) sono in netto contrasto con il rispetto della dignità dello studente ed i principi del trattato sui diritti dell’uomo delle Nazioni unite.
- Promozione di una “Cultura di Guerra”: L’eccessiva vicinanza tra mondo militare e scuola è una forma di propaganda o “pedagogia nera” che normalizza e legittima l’uso della forza, della gerarchia autoritaria e dell’aggressività. Questo distorce i valori pacifisti e democratici che la scuola dovrebbe trasmettere.
- Militarizzazione dei Concetti (Sicurezza/Legalità): Quando temi come il bullismo, la legalità o la cittadinanza sono affrontati esclusivamente attraverso l’ottica e il personale delle forze armate, il rischio è che vengano trattati principalmente attraverso la lente del controllo e della sicurezza, instillando potenzialmente la paura e trascurando gli aspetti sociali, etici, psicologici e di prevenzione civile che necessitano di una trattazione più approfondita e complessa.
- Orientamento Professionale e Reclutamento: Le iniziative di orientamento condotte dalle forze armate sono spesso percepite come reclutamento mascherato, soprattutto in aree con alta disoccupazione giovanile. Questo trasforma la scuola in un terreno di conquista per fini che sono esterni e funzionali a un’istituzione specifica (l’esercito) piuttosto che agli obiettivi formativi universali dell’istruzione pubblica.
I militari portano in classe un paradigma formativo opposto a quello richiesto per la formazione democratica del cittadino: un modello verticistico, monologico e funzionale a un apparato, in contrasto con il modello orizzontale, dialogico e pluralista della scuola democratica. I modelli della guerra e delle armi, già paradigma universale nei film di vendetta e violenza americani e non solo, sono un facile specchietto per gli adolescenti ed i loro comportamenti sociali di cui ormai si evidenzia una correlazione ben definita sociologicamente.
Il linguaggio militare è altresì foriero di contrasti, divisioni tra giusto e sbagliato, e reazioni. E’ ormai evidente che il nostro paese sia in mano a dei politici che vedono nella forza, nella repressione del dissenso, nelle armi un modello di società autocratica, unidecisionale e fascista. Da qui il bisogno di indottrinare i giovani, affinché diventino esecutori acritici di ordini di violenza. Non dimentichiamolo, le armi sono fatte per uccidere e come diceva Nelson Mandela le parole fanno sempre paura ai dittatori.
Nelson
N.d.R. chi ha scritto quest’articolo preferisce firmare con uno pseudonimo per motivi che si possono facilmente intuire.