marzo 2015 testimonianze dall’Egitto – carcere di Abu Zaabal24,03,2015
Riceviamo dall’Egitto la testimonianza di una madre che e’ andata a far visita a
suo figlio nel carcere egiziano di Abu Zaabal dopo i pestaggi avvenuti qualche
giorno fa.
Questo gruppo e’ stato arrestato il 25 gennaio scorso, durante la quarta
ricorrenza della rivoluzione e ora è recluso in attesa di processo.
Soprusi nel carcere di Abu Zabaal.
Ieri e’ stato uno dei giorni piu difficili durante la visita di mio figlio Omar,
nel carcere di Abu Za’bl.
Non riuscivo a pensare di aver lasciato mio figlio in un posto dove viene
picchiato e torturato, senza neanche poter litigare e fare a pezzi chi torura e
picchia mio figlio.
Ma Omar insieme agli altri ragazzi privati della propria liberta’nonostante
tutto, sono riusciti a resistere rimanendo fermi e a testa alta.
La prima cosa che ho visto quando sono entrati i ragazzi nella visita, e’ stato
il sorriso di Omar e un fiore enorme bianco che teneva in mano per la ricorrenza
della festa della mamma.
Mi ha detto che il fiore lo aveva fatto un suo compagno di cella con la carta.
Tutto e’ iniziato perche’ volevano privarli dell’ora d’aria. I ragazzi si sono
ribellati chiudendosi nelle celle proibendo così alle guardie di entrare per un
controllo.
La direzione del carcere ha chiamato le forze speciali, che fanno parte del
servizio di leva obbligatorio e si occupano di ripristinare l’ordine all’interno
delle carceri, indossavano maschere ed erano totalmente coperti con in mano
bastoni neri.
Hanno iniziato a picchiare i prigionieri politici, gli e’ stato chiesto di
guardare le mura delle celle, ma i ragazzi non hanno acconsentito e sono stati
picchiati nuovamente. Un gruppo di ragazzi e’ stato preso e portato di sotto,
nelle celle di isolamento, tra di loro c’era Omar, Ahmed Ziyara, Mostafa
Shehata, Abdel Rahman Tarek Moka e altri.
I ragazzi sono stati spogliati e bendati con un nastro nero e naturalmente
continuavano a picchiarli. Omar ha tolto il nastro e ha iniziato a gridare e a
informare gli altri scompartimenti che li stavano portando di sotto nelle celle
di isolamento per punirli, urlando i nomi dei detenuti che venivano trasferiti
di sotto. Le percosse sono aumentate, ma quando una guardia si e’ resa conto di
come camminava Omar, ha capito che era uno dei feriti della rivoluzione ed e’
stato riportato in cella.
Quando sono poi ritornati nelle celle sono stati privati di tutto: acqua,
bevande, i coupon per i soldi, tutto.
I ragazzi stanno tutti bene, nessuno riporta fratture o ferite gravi perche’ le
guardie sono specializzate nel picchiare senza lasciare lividi o segni.
Solo un detenuto Bilal Alma’adawi riporta una lieve ferita sulla spalla.
Dopo quello che e’ successo, ci e’ stato proibito di far entrare qualsiasi tipo
di bene, dall’acqua ai succhi, al latte, alla frutta, ai vestiti puliti.
Ci hanno concesso di far entrare solo il pasto caldo, tutto il resto e’ tornato
indietro.
I detenuti che sono stati portati nelle celle d’isolamento, sono dentro da 5
giorni, sono in mutande e l’unico cibo che gli entra e’ un pezzo di pane
ammuffito e un pezzo di formaggio ogni 2 giorni, null’altro.
Naturalmente chi si trova in isolamento e’ anche privato delle visite per un
mese.
Spero che le persone che sono libere si ricordino perche’ questi ragazzi sono
ora dentro.
Chi puo’ diffonda la loro voce, purche’ la loro lotta anche dentro il carcere
non passi inosservata.