#Empoli - Oggi giovedì 18 settembre, ore 18.30 - Festival Resistenti - Disarmare
la #scuola e il territorio - Con Antonio Mazzeo e Fausto Pascali - Osservatorio
contro la #militarizzazione delle scuole e delle #Universita
Tag - militarizzazione
PACE E GIUSTIZIA CLIMATICA: SETTIMANA DI AZIONE GLOBALE DAL 15 AL 21 SETTEMBRE 2025
Torna la Settimana di azione globale per la Pace e la Giustizia Climatica. La
seconda edizione, in Italia rilanciata dalla Rete Pace Disarmo, si terrà dal 15
al 21 settembre 2025 e si occuperà dei legami tra guerra,
militarismo/militarizzazione e ingiustizia sociale, economica e climatica e
promuoverà azioni dal basso e richieste di politiche pubbliche volte a
fronteggiare sia il genocidio che l’ecocidio — per la pace e una transizione
sistemica giusta.
Durante questa settimana, movimenti sociali e attivisti di tutto il mondo si
mobiliteranno per chiedere un disinvestimento dalle guerre e un impegno concreto
per una transizione giusta, che metta al centro la sostenibilità ambientale e
l’equità sociale.
Presentiamo l’iniziativa, ai microfoni di Radio Onda d’Urto, con Francesco
Vignarca, della Rete Pace e Disarmo. Ascolta o scarica.
La conoscenza non marcia
Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di
militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella
ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da
parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che
agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della
guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del
reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli
interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM
EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore
strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad
opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di
organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali
dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo
dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione
Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti
universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne
risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta
al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi
gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella
propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli
della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della
società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione
cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione
e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra
società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare,
depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il
processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera
bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto
della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per
questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un
percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la
ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire
alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il
modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna
“LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto
strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e
l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso
alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della
ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di
risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business
l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno
stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende
israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, m aanche
l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in
vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori
palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella
costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio
palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista.
Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use,
cioè con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela
suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le
stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in
atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle
Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare
complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano
ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto
internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce
molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più
evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e
dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia
alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori.
Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma,
partecipazione a manifestazioni militarie stage in aziende della filiera
bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali
scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con
iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli
Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in
circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare
italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione
dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e
ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE
PER NON CONSENTIRE LE SEGUENTI INIZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica
ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in
collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le
università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche
genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come
Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono
direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di
riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano
finalità di tipo militare oche siano legate all’industria bellica (ad es.
Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera
bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano
il diritto internazionale(crimini di guerra, occupazione militare illegale,
discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di
specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle
università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze
armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema
educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di
difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli
interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e
deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane,
forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in
una prospettiva internazionale.
Incontriamoci il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in
Vincoli (Sapienza), per discutere di tutto queste e per lanciare la campagna “La
conoscenza non marcia”
Parliamo di tutto questo con uno dei promotori della Campagna "La conoscenza non
marcia"
Trump militarizza Washington. Prossimo target Chicago
Più di duemila soldati della Guardia Nazionale armati sono stati dispiegati a
Washington per ordine del presidente americano Trump e sono autorizzati a usare
le armi ma “solo come ultima risorsa” in caso di “minaccia imminente di morte o
gravi lesioni”, secondo quanto riferiscono il News York Times e la […]
L'articolo Trump militarizza Washington. Prossimo target Chicago su Contropiano.
#istruzione “Nessun progetto funzionale alla cultura di #guerra dovrebbe entrare
a #scuola”
Il processo di #militarizzazione delle scuole italiane è oggi un fenomeno che
investe istituti di ogni ordine e grado, riducendo la libertà di docenti e
studenti
https://altreconomia.it/nessun-progetto-funzionale-alla-cultura-di-guerra-dovrebbe-entrare-a-scuola/
Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra
Quando ero bambino, i miei genitori mi portarono a visitare l’aeroporto militare
di Cameri, in provincia di Novara. Era un 4 novembre, allora Festa Nazionale che
celebrava la vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Un grande giorno di emozione
e di festa, poiché mio nonno, ex artigliere e cavaliere di Vittorio Veneto, mi
incantava con le sue avventure di guerra, che riecheggiavano le eroiche
avventure degli eroi dei libri di Salgari: coraggio, , onore, spirito di corpo,
la Patria… “Il Piave mormorava, non passa lo straniero: Zum, zum!”.
A ripensarci oggi mi chiedo come fu possibile che due genitori per bene, uno dei
quali peraltro disertore dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, non
avessero trovato di meglio da fare quella domenica che portarmi a vedere i
caccia dell’aeronautica militare…
D’altra parte, tanti anni dopo, oggi ci ritroviamo con la sfilata militare del 2
giugno, Festa della Repubblica, messa in soffitta dai presidenti Pertini e
Scalfaro, ripristinata da Ciampi e mantenuta da Napolitano e Mattarella e con le
scuole che portano i bambini in visita nelle basi Nato e nelle caserme e
invitano rappresentati dell’esercito a fare lezione in classe, come denuncia da
tempo l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
Purtroppo questa pericolosa tendenza non è solo italiana, ma si afferma in vari
Paesi europei, per non parlare di Israele, dove gli alunni vengono indottrinati
fin da piccoli ed educati alla guerra e al suprematismo.
Non poteva mancare l’Ucraina, Paese in guerra. Ieri in una delle piazze più
importanti di Kiev una mostra fotografica tesa a esaltare la guerra e l’eroismo
dei soldati era volutamente circondata da eventi ludici – karaoke, scacchiera,
tiro alla fune, ruota gigante – e sportivi – pallavolo, calcetto, hockey –
mescolati a mezzi militari e bombe.
Un’esposizione sfacciatamente militarista veniva così inglobata in una festa
destinata a bambini e bambine, ragazzine e ragazzini… con i genitori che
fotografavano i loro piccoli sulla camionetta militare o addirittura accanto
alle bombe disinnescate.
Per fortuna c’è anche chi prende la direzione opposta: nella mia scuola,
l’Istituto Comprensivo Antonio Gramsci del Trullo, quartiere multietnico romano,
da due anni festeggiamo con un corteo la pace e la fraternità tra i popoli di
tutto il mondo.
Mauro Carlo Zanella
Genova è nel mirino?
Quanto uscito sui media in queste settimane potrebbe sembrare il prologo di una
pellicola di Fernando Di Leo degli anni ’70. Invece, è cronaca. Carlo De Simone,
sub-commissario alla realizzazione della nuova diga foranea di Genova, ai
microfoni di Primocanale conferma che l’infrastruttura è “dual use“; perché
funzionale allo sbarco […]
L'articolo Genova è nel mirino? su Contropiano.
Militarizzazione dei lavoratori e fascismo aziendale
“Lei è già stato più volte punito per aver parlato in pubblico e alla stampa dei
carichi di armi all’Aeroporto Montichiari di Brescia…lei ha rivendicato il
diritto dei lavoratori di non essere addetti al carico e scarico delle armi… lei
è venuto meno ai suoi doveri di fedeltà all’azienda.. lei […]
L'articolo Militarizzazione dei lavoratori e fascismo aziendale su Contropiano.
Dal 17 luglio Ostuni Climate Camp
Giovedì 17 luglio si apre nella Masseria Refrigerio nella zona di Ostuni
l'edizione 2025 dell'Ostuni Climate Camp: 4 giorni di confronto e progettazione
politica contro il fossile, il nucleare, la militarizzazione, il riarmo e la
distruzione ambientale a partire dalla Puglia per connettersi con tutto il
paese. Il campeggio è organizzato da Movimento No TAP/SNAM Brindisi, Campagna
Nazionale Fuori dal Fossile, Confederazione COBAS, Emergenzaclimatica.it, Teatri
Urbani Organizzati e Lavoratori Autorganizzati dello Spettacolo. Si potrà
alloggiare in campeggio per il quale trovate tutte le informazioni sul sito
dell'Ostuni Climate Camp.
Sabato 19 luglio Manifestazione Regionale contro il piano di riarmo europeo
deciso dalla Nato, l’uso delle basi militari pugliesi nella guerra in medio
oriente e un modello di sviluppo basato sull’economia fossile. Per la Palestina,
la pace, la giustizia climatica e sociale
Dual use: porti per la guerra?
Il sub commissario De Simone, ha finalmente ammesso che la nuova diga foranea di
Genova, quando sarà pronta (con questi ritmi sembra ci vorranno almeno 10 anni)
sarà dual use. Cioè avrà un doppio scopo, da un lato quello dei traffici
mercantili, dall’altro servirà per favorire gli attracchi militari, i […]
L'articolo Dual use: porti per la guerra? su Contropiano.