Caso Almasri: Lam Magok chiede alla Corte Costituzionale di fare luce sull’operato dei ministri

Progetto Melting Pot Europa - Tuesday, October 21, 2025

Nuovo sviluppo nel cosiddetto caso Almasri: Biel Rouei Lam Magok, sopravvissuto alle torture del militare libico 1, il 17 ottobre scorso ha chiesto alla Corte Costituzionale di intervenire dopo che la Camera dei Deputati ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. La decisione della Camera era arrivata lo scorso 9 ottobre, suscitando forti polemiche.

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Caso Almasri: Lam Magok denuncia il Governo italiano per “favoreggiamento”

«Il Governo mi ha reso vittima una seconda volta»

Redazione 4 Febbraio 2025

Gli avvocati Francesco Romeo e Antonello Ciervo, difensori di Lam Magok, hanno depositato un’istanza presso il Tribunale dei Ministri per sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, chiedendo che sia la Corte Costituzionale a stabilire la legittimità del voto parlamentare.

«Con questa istanza chiediamo al Tribunale dei Ministri di rivolgersi alla Corte Costituzionale per stabilire che la Camera non aveva il potere di negare l’autorizzazione a procedere, perché ha agito in assenza dei presupposti previsti dalla legge costituzionale n. 1 del 1989», spiega l’avvocato Romeo, dello staff legale di Baobab Experience.

La legge prevede che il Parlamento possa bloccare un processo contro un ministro solo se questi agisce a tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per perseguire un interesse pubblico preminente nell’esercizio delle sue funzioni. Secondo la difesa di Lam Magok, nel caso dei ministri coinvolti nessuno di questi presupposti sussisteva.

Nella relazione di maggioranza della Camera «non si individua quale sarebbe l’interesse dello Stato costituzionalmente rilevante – denuncia Romeo – Si fa solo riferimento a un generico timore di ritorsioni ai danni di cittadini italiani in Libia, a possibili rischi per le forniture di gas e alla preoccupazione rispetto a boicottaggi nella cooperazione contro l’immigrazione clandestina».

Non solo mancherebbero prove concrete dei rischi, ma secondo Romeo non è stata valutata alcuna alternativa lecita e proporzionata rispetto all’espulsione lampo di Almasri con volo di Stato.

«Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno agito nell’ambito esclusivo delle proprie competenze, senza alcuna deliberazione del Consiglio dei Ministri, come invece richiede la legge per giustificare un interesse pubblico preminente», sottolinea l’avvocato.

Il legale evidenzia anche come la relazione della maggioranza non abbia considerato gli obblighi internazionali dell’Italia verso la Corte Penale Internazionale. «L’esecuzione di un obbligo internazionale in materia di cooperazione giudiziaria con la CPI è stata completamente sacrificata sull’altare dell’interesse pubblico a preservare rapporti economici e diplomatici con la Libia, con Almasri e la sua milizia armata: una scelta arbitraria e illecita», denuncia il legale.

Lam Magok, riconosciuto persona danneggiata dalle condotte dei ministri e del sottosegretario, commenta: «Per paura di danni ai gasdotti italiani e per timore di incrinare i rapporti tra Italia e Libia, i ministri hanno liberato e riportato a Tripoli un uomo ricercato dalla CPI per crimini di guerra e contro l’umanità, l’uomo che ha torturato me e tante altre persone».

«Ma l’interesse di un Paese non può in nessun modo coincidere con il sacrificio di migliaia di esseri umani», conclude Magok.

L’iniziativa segna un nuovo passo nella battaglia legale per ottenere verità e giustizia, sottolineando i limiti dell’atto politico e il rispetto dei principi dello Stato di diritto.

  1. Caso Almasri: depositata al Tribunale dei Ministri la memoria che accusa l’Italia di aver protetto un criminale ↩︎