Riduzione dello spazio civico e delle OSC in Europa: un focus sulla Grecia

Progetto Melting Pot Europa - Saturday, October 11, 2025

Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org.

Università degli studi di Padova
Department of political science, law, and international studies
Master’s degree in Human Rights and Multi-level Governance

Shrinking civic space and civil society organizations in Europe. A focus on Greece

Tesi di Clementina Maiullari (2023/2024)

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Introduzione

Negli ultimi anni, il concetto di restringimento dello spazio civico ha acquisito crescente attenzione, poiché i governi di tutto il mondo hanno implementato misure restrittive che limitano lo spazio operativo delle organizzazioni della società civile (OSC).

La capacità di queste organizzazioni di difendere i diritti umani, i valori democratici e la giustizia sociale è stata limitata in vari modi, che vanno dalle restrizioni legali alle intimidazioni dirette.

Sebbene le minacce e le restrizioni nei confronti degli attori della società civile, sia da parte di Stati che di gruppi non statali, siano sempre esistite, nell’ultimo decennio si è assistito a un passaggio da episodi isolati a pressioni più diffuse e sistematiche: lo spazio civico viene sistematicamente e deliberatamente limitato in un numero significativo di paesi, con particolare riferimento ai diritti di associazione, riunione ed espressione della società civile.

Questo non è solo un problema degli Stati autoritari o semi-autoritari. Nella lotta continua contro il terrorismo, spesso per motivi di sicurezza nazionale, molte democrazie consolidate hanno adottato misure che limitano le attività degli attori della società civile: organizzazioni, ma anche giornalisti, attivisti, studenti, intellettuali e difensori dei diritti umani.

La percezione delle organizzazioni della società civile come potenziali minacce ha portato a una crescente riluttanza da parte dei governi a collaborare con queste organizzazioni. Anziché essere considerate partner nella promozione dello sviluppo sociale e nella lotta al terrorismo attraverso il coinvolgimento della comunità, molte ONG sono viste con sospetto.

Questo cambiamento ha portato a una riduzione della cooperazione tra i governi e la società civile, minando gli sforzi volti ad affrontare le cause profonde della violenza e dell’estremismo.

Questa tesi, intitolata “Shrinking civic space and civil society organizations. A focus on Greece”, mira a esplorare come questo fenomeno globale si manifesti in tutto il mondo e nel contesto europeo, con particolare attenzione alla Grecia e al suo trattamento delle organizzazioni della società civile che si occupano di migrazione.

La domanda di ricerca che guida questo lavoro è: in che misura il restringimento dello spazio civico ha influenzato le organizzazioni della società civile in Grecia, in particolare quelle che lavorano con i richiedenti asilo e i rifugiati? E in che modo queste restrizioni si allineano con le tendenze europee e globali più ampie?

Questa domanda cerca di svelare i vincoli legali, politici e sociali imposti alle organizzazioni della società civile e di comprenderne l’impatto sulla loro capacità di lavorare in modo efficace. La questione è importante in quanto le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela della democrazia, dei diritti umani e della giustizia sociale.

Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrato un notevole aumento della criminalizzazione della solidarietà nei confronti dei migranti e delle sanzioni nei confronti delle persone che attraversano le frontiere in Europa.

Questa tendenza rappresenta una grave minaccia per lo spazio civico e mina lo Stato di diritto all’interno dell’Unione europea, sanzionando di fatto i migranti esclusivamente sulla base del loro metodo di ingresso nel territorio dell’UE, spesso ignorando le loro esigenze umanitarie e i loro diritti.

La criminalizzazione della solidarietà ha gravi implicazioni per i diritti umani. Non solo punisce coloro che cercano di aiutare i più vulnerabili, ma mina anche i principi fondamentali di dignità e umanità che dovrebbero guidare le politiche migratorie.

Comprendere come la riduzione dello spazio civico influisca sulle operazioni e sulle strategie delle organizzazioni della società civile è essenziale per sviluppare risposte efficaci volte a proteggere e ampliare lo spazio civico.

Per quanto riguarda la metodologia utilizzata, questo lavoro adotta un approccio di ricerca che integra un’analisi della letteratura recente, l’esame di dati secondari e un lavoro sul campo primario, con l’obiettivo di offrire una comprensione articolata del restringimento dello spazio civico.

Mostrando e descrivendo i dati e i rapporti prodotti da organizzazioni chiave che monitorano lo spazio civico nel mondo, come Civicus, The International Center for Not-for-Profit Law, Civic Space Watch, Amnesty International e Human Rights Watch, la tesi attinge alla letteratura esistente e alle prove empiriche per identificare le tendenze globali ed europee nella restrizione delle organizzazioni della società civile.

Le fonti sopra citate offrono una prospettiva macroeconomica sul fenomeno, chiarendo i modelli di repressione, gli ostacoli legislativi e le forme di vessazione incontrate dalle organizzazioni della società civile su scala globale.

Oltre ai dati secondari, la ricerca include un caso di studio microeconomico sulla Grecia. Nonostante il paese sia formalmente uno stato democratico, sono state attuate politiche restrittive nei confronti degli attori della società civile, in particolare quelli che operano nei settori della migrazione e dell’asilo.

Il mio tirocinio presso La Luna di Vasilika onlus, un’organizzazione che sostiene i richiedenti asilo del campo di Corinto, mi ha offerto l’opportunità di acquisire una visione diretta delle sfide più significative che un’ONG deve affrontare in Grecia. Allo stesso tempo, è diventato evidente che vi è un’urgente necessità di identificare strategie di resilienza.

Le interviste raccolte hanno facilitato il coinvolgimento diretto delle persone colpite dalla riduzione dello spazio civico: esse forniscono dati qualitativi sulle strategie dell’organizzazione per far fronte all’ambiente restrittivo in cui opera e sulla sua capacità di difendere i diritti fondamentali dei richiedenti asilo.

Questa combinazione di tendenze a livello macro e casi di studio a livello micro cerca di arricchire il discorso più ampio sulla riduzione dello spazio civico con esperienze specifiche e contestualizzate. Concentrandosi sulla Grecia, uno Stato membro dell’Unione Europea con istituzioni democratiche consolidate, la tesi mette in luce i modi intricati in cui anche una democrazia ben radicata può attuare politiche che limitano la società civile.

In questo modo, contribuisce al più ampio dibattito sull’impatto della contrazione dello spazio civico sulla protezione dei diritti umani, sul funzionamento della governance democratica e sulla responsabilità degli Stati in tutta Europa.

Al fine di affrontare la questione oggetto di ricerca, la tesi è strutturata come segue: la prima sezione è una rassegna bibliografica completa che fornisce le basi concettuali per l’analisi successiva. Questo capitolo sintetizza le teorie chiave, le definizioni e gli studi empirici rilevanti per l’argomento, fornendo un solido quadro di riferimento per comprendere le dinamiche in gioco.

Esso mira a valutare criticamente il corpus di conoscenze esistente, integrando diverse prospettive per introdurre l’analisi nei capitoli successivi. Alcuni di questi studi vengono poi ripresi e analizzati in modo più dettagliato nel corso del lavoro, fornendo una base teorica per i casi di studio e i dati esaminati.

Il primo capitolo vero e proprio fornisce un’esplorazione teorica dello sviluppo storico della società civile, dalle sue origini nel concetto greco di Politiké Koinonia e nella Societas Civilis latina, fino alla nascita di una società civile globale alla fine del XX secolo e al ruolo delle organizzazioni della società civile e delle organizzazioni non governative come difensori dei diritti umani e dei valori democratici.

Il capitolo evidenzia le sfide affrontate dalla società civile negli ultimi anni, con particolare attenzione all’impatto della pandemia di COVID-19, che ha aggravato le sfide esistenti e creato nuovi ostacoli alla partecipazione civica.

Il secondo capitolo sposta l’attenzione dai fondamenti teorici agli esempi pratici di come la riduzione dello spazio civico stia influenzando le organizzazioni della società civile in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di esaminare come le varie restrizioni influenzano la capacità delle organizzazioni della società civile di difendere e proteggere i diritti umani.

Attraverso casi di studio provenienti da diverse regioni, questo capitolo evidenzia la natura globale della questione.

Questa sezione esamina anche le risposte delle Nazioni Unite a tali tendenze: mentre, da un lato, i suoi organi riconoscono il ruolo essenziale della società civile nella promozione dei diritti umani e della pace, le loro risoluzioni mancano di meccanismi di applicazione efficaci per rimuovere le barriere poste dai governi.

Il terzo capitolo restringe l’analisi al contesto europeo e all’Unione europea, esaminando i quadri giuridici che regolano le organizzazioni della società civile e le crescenti restrizioni osservate in diversi Stati membri, in particolare all’indomani della crisi migratoria del 2015, dimostrando che anche le democrazie sono vulnerabili alle restrizioni delle libertà della società civile.

Le istituzioni dell’UE hanno tradizionalmente promosso la partecipazione della società civile alla governance, sostenuta da trattati come il Trattato di Lisbona e la Carta dei diritti fondamentali, che offrono opportunità per un maggiore coinvolgimento delle OSC.

Nonostante questi sforzi e i programmi di finanziamento dell’UE, permangono ostacoli per le OSC. Questo capitolo esamina anche l’uso di azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPPs) e altre forme di vessazione legale in Polonia, Ungheria e Germania.

Il capitolo conclusivo è dedicato all’esame della situazione in Grecia, con particolare attenzione al contesto socio-politico, alle politiche migratorie e alla criminalizzazione delle organizzazioni della società civile che forniscono assistenza ai richiedenti asilo.

Questo caso di studio presenta un’analisi approfondita di La Luna di Vasilika.

A Corinto, il centro comunitario Keirapsìes e la scuola gestita da questa organizzazione, in collaborazione con One Bridge to Idomeni e Aletheia, rappresentano uno spazio sicuro per le persone che vivono nel campo di Korinthos.

Il capitolo include interviste e dati raccolti sul campo che evidenziano il ruolo fondamentale dell’organizzazione e le sfide che deve affrontare, causate soprattutto dai nuovi requisiti di registrazione.