
Polonia: controlli e violenza al confine
Progetto Melting Pot Europa - Wednesday, September 3, 2025Il 7 luglio scorso la Polonia ha introdotto i controlli alle frontiere con Germania e Lituania, prorogati a inizio agosto fino al 4 ottobre. Dopo un vertice sulla sicurezza con governatori e capi delle guardie di confine il ministro dell’Interno Kierwiński, , ha annunciato che il regolamento era stato notificato alla Commissione europea 1.
Il ministro ha sottolineato la crescente pressione sul confine orientale, spiegando che la barriera polacca ha bloccato quasi del tutto i flussi da Bielorussia e Russia, spostando le rotte migratorie verso altri Paesi UE: «La tenuta al 98% della nostra barriera significa che i servizi bielorussi e russi, insieme alla migrazione illegale, si stanno spostando verso altre sezioni».
Ha poi aggiunto: «Oggi la questione fondamentale, non solo per noi ma anche per i nostri partner dell’Unione Europea, è chiudere – se posso usare questo termine – la rotta che si è spostata verso Lituania e Lettonia» 2.
Il mantenimento dei controlli alle frontiere interne Schengen mina il principio di libera circolazione dell’Unione Europea.
Anche la Germania (già dal 2023) ha introdotto controlli ai confini con Polonia e Repubblica Ceca per contrastare l’immigrazione irregolare, estendendoli poi, lo scorso anno, a tutte le sue frontiere. In Lituania i controlli sono attivi in 13 punti, di cui tre valichi ufficiali, mentre gli altri dieci sono postazioni mobili utilizzabili dai residenti locali. In Germania, invece, i controlli si svolgono in 52 località 3.
Sempre nel mese luglio, il parlamento polacco ha prorogato per altri 60 giorni la sospensione del diritto a richiedere asilo, approvata con 381 voti favorevoli e solo 19 contrari. Introdotto per la prima volta a marzo 2025, questo provvedimento era già stato prorogato a maggio e prevede la possibilità di limitare temporaneamente il diritto d’asilo in caso di “strumentalizzazione della migrazione”, quando considerata una grave minaccia alla sicurezza nazionale.

Polonia, prorogata la legge che limita il diritto d’asilo al confine con la Bielorussia
Le ONG denunciano respingimenti illegali e violenze, anche sui minori non accompagnati

Ad aprile, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha disposto misure cautelari per impedire il rimpatrio delle persone migranti in Bielorussia, ma almeno una di queste misure è stata ignorata dalla Guardia di Frontiera polacca 4.
La situazione al confine con la Bielorussia rimane grave, con violenze ricorrenti e limitazioni dei diritti fondamentali di persone in movimento e richiedenti asilo.
Il 23 Luglio, un soldato polacco ha ferito a una coscia un cittadino sudanese nei pressi di Narewka, al confine con la Bielorussia, dopo che un gruppo era stato fermato per ingresso irregolare; l’uomo è stato ricoverato ma non è in pericolo di vita 5.
L’esercito ha giustificato l’uso della forza con la necessità di tutelare i militari e di fronteggiare comportamenti aggressivi, mentre cinque persone migranti sono stati consegnate alla Guardia di Frontiera.
Le autorità hanno riferito circa 100 tentativi di attraversamento illegale registrati il giorno precedente.
Al confine sono frequenti gli scontri tra autorità polacche e persone in movimento: nel giugno 2024 un soldato polacco era stato presumibilmente accoltellato da una persona migrante.
Dal 2021, diverse organizzazioni della società civile hanno denunciato che centinaia di persone hanno perso la vita nelle zone di confine, a causa dei respingimenti illegali attuati dalla parte polacca e della violenza delle autorità bielorusse.
Nell’aprile 2024, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha stabilito che la Polonia aveva violato gli articoli 3 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e il protocollo 4 della Convenzione spingendo ripetutamente un gruppo verso l’Ucraina. Sebbene i tribunali nazionali abbiano anche ripetutamente ritenuto illegali le pratiche di respingimento delle autorità, queste sono continuate per tutto il 2024 6.
Il rapporto AIDA sul 2024 sulla Polonia 7, pubblicato nel mese di luglio, contiene una panoramica dettagliata sugli sviluppi legislativi e pratici in materia di procedure d’asilo, condizioni di accoglienza, detenzione dei richiedenti asilo.
Nel 2024, 17.020 persone hanno richiesto protezione internazionale in Polonia, di cui 14.571 per la prima volta, con il 65% costituito da cittadini ucraini e bielorussi. Gli altri punti principali che emergono dal rapporto sono:
- Nel 2024 continuano le segnalazioni di violenza verbale e fisica (uso di armi da fuoco, percosse e uso sistematico di spray al peperoncino), anche da parte di agenti della guardia di frontiera polacca. Registrati in totale 3183 respingimenti.
- Reintrodotto il divieto di accesso all’area di confine a giugno 2024, prorogato per tutto l’anno, impedendo alle ONG di fornire aiuti umanitari a chi cerca protezione internazionale. Inoltre, nel 2024 sono proseguiti i procedimenti giudiziari contro operatori umanitari, accusati, tra l’altro, di “agevolare la permanenza illegale in Polonia”.
- La mancanza di effettiva identificazione delle persone vulnerabili continua a essere condannata dalle ONG polacche.
Per quanto riguarda le condizioni di accoglienza al confine polacco-bielorusso, queste sono rimaste critiche nel 2024: molti richiedenti asilo non hanno avuto accesso a strutture materiali o assistenza medica, nonostante violenze subite, ferite o estrema stanchezza, situazione aggravata dal divieto di soggiorno in alcune zone di frontiera che ha ostacolato l’intervento delle ONG.
I minori non accompagnati richiedenti asilo hanno faticato a trovare sistemazioni adeguate, e spesso rifugi d’emergenza o strutture giovanili hanno rifiutato l’accoglienza dei minori portati lì dalle guardie di frontiera.
La detenzione di famiglie con bambini è continuata, senza rispetto del principio del “miglior interesse del minore”, e le vittime di violenza o tortura sono state ancora collocate in centri di detenzione.
Il Comitato ONU per i diritti economici, sociali e culturali, ha espresso preoccupazione per l’alto tasso di povertà e il rischio di sfruttamento abitativo tra persone rifugiate, mentre la protezione temporanea per cittadini ucraini e loro familiari è stata prorogata fino al 2025-2026, con criteri di registrazione più restrittivi.
Nonostante l’aumento delle domande di asilo, le autorità hanno adottato un approccio più restrittivo, limitando la libertà di movimento dei beneficiari di protezione temporanea e condizionando l’accesso ai diritti socio-economici.
Persistono anche nel 2025 gravi violazioni dei diritti umani, la crisi umanitaria al confine e la progressiva fortificazione della zona, accompagnate dalla criminalizzazione dell’assistenza umanitaria.
Gli orrori al confine non si sono fermati, come conferma il rapporto “Brutal Barriers” realizzato da Oxfam e l’ONG Egala che documenta respingimenti, violenze fisiche – tra cui percosse, morsi di cani e violenza sessuale – e decessi nella cosiddetta “terra di nessuno”.
Continuiamo a denunciare un sistema che lede sistematicamente i diritti fondamentali, legittimandosi al contempo sul piano sociale, politico e istituzionale.

Brutal Barriers: respingimenti, violenza e violazioni alla frontiera tra Polonia e Bielorussia
Il rapporto realizzato da Oxfam ed Egala

- Poland extends border controls with Germany and Lithuania, Eliza Meller/ew (3 Agosto 2025) ↩︎
- Poland extends border controls with Germany and Lithuania, TVP World (3 agosto 2025) ↩︎
- Polonia: prorogati i controlli alle frontiere con Germania e Lituania, Katarzyna-Maria Skiba (3 Agosto 2025) ↩︎
- AIDA (Asylum Information Database) Country Report on Poland – Update on 2024, ECRE ↩︎
- Polish soldier shoots migrant with rubber bullet at border, TVP World (23 luglio 2025) ↩︎
- AIDA (Asylum Information Database) Country Report on Poland – Update on 2024, ECRE (10 luglio 2025) ↩︎
- Scarica il rapporto di Asylum Information Database (AIDA) sulla Polonia pubblicato nel luglio 2025 ↩︎