
Pensieri per aprile 2025
Pressenza - Saturday, April 26, 2025Una bella iniziativa, bellissimi interventi. Cose che avremmo perso se avessimo dovuto seguire le indicazioni del Governo per festeggiare gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo. Seguire le indicazioni poi di chi non ci ha aiutato a liberarci. Indicazioni che servivano ad altro e inopportune a ricordare Papa Francesco che ha esortato la sua gente a “agitarsi” e ribellarsi. Lui diceva: bisogna assumere la storia per non riprodurla.
In queste settimane nelle tante e utili iniziative organizzate per l’80°della Liberazione sono emerse alcune relazioni tra la situazione di allora e quella attuale. Ne elenco tre.
1. Il regime fascista decise di raccogliere un ingente finanziamento per costruire e comprare armi. La campagna oro per cannoni dove raccolsero gli averi della gente per recuperare risorse economiche. Era il 1935, pochi anni dopo quelle armi vennero usate. Oggi l’Unione Europea chiede di raccogliere 800 miliardi per comprare e costruire armi. E una parte delle risorse sta discutendo di prenderle dai risparmi delle persone. Non c’è il rischio reale di una invasione russa a giustificarlo, esiste invece il rischio, come dicono diversi economisti europei, che una spesa così elevata in armi sarà efficiente solo se poi quello che si è prodotto viene utilizzato.
2. La seconda relazione sono le condizioni di vita in peggioramento e le prospettive di futuro chiuse. L’Italia su 35 paesi europei nella misurazione della qualità della sanità è al 20° posto, ben lontana dai paesi sviluppati. Siamo gli ultimi, in fondo alla lista, per la spesa per l’istruzione. Siamo l’unico paese europeo dove il potere d’acquisto delle retribuzioni e delle pensioni è rimasto fermo a 17 anni fa. Siamo ultimi in Europa come percentuale di persone che hanno un lavoro, siamo al 67%, la media europea è del 75%. Settimana scorsa l’INPS ha dichiarato che il condono di Salvini e Meloni ha provocato un danno di 15 miliardi nel suo bilancio, per pagare le pensioni mancheranno 6 miliardi e mezzo che lo Stato dovrà fornire. Soldi delle tasse che però serviranno per le armi. Ora la minaccia e l’applicazione dei dazi statunitensi ridurrà il numero delle persone che lavorano e aumenterà il prezzo di prodotti indispensabili. Siamo il paese che ha ricevuto dall’ONU due avvisi con l’invito ad abrogare il recente decreto sicurezza perché include disposizioni non in linea con il diritto internazionale in materia di diritti umani.
3. Il terzo richiamo parte dalle parole, recentemente ricordate, di Giovanni Bianchi sulla Resistenza a Sesto. Qua la Resistenza fu possibile per la formazione di un fortissimo sentimento popolare di ostilità al nazifascismo e alla guerra, non ci fu solo la Resistenza armata ma ci fu anche il peso di una diffusa contrarietà al potere e alla situazione di allora e il contributo di una vigorosa e estesa solidarietà con chi si opponeva al regime. Le tante attività della Resistenza senza fucile. Anche oggi c’è questo sentimento, recenti indagini confermano che esiste un diffuso e importante giudizio popolare di ostilità alla guerra e all’aumento delle spese militari.
Ci stanno preparando alla guerra.
Pensate a quello a cui hanno tentato di abituarci.
Iniziano tempo fa con la costruzione del nemico esterno: i migranti.
C’è la normalizzazione della violenza contro di loro, del programmare per loro soprusi e morte.
C’è la desiderata guerra in Ucraina che diventa lo strumento per l’impoverimento dell’Europa, il potenziamento del legame con gli USA, lo svuotamento di arsenali obsoleti e la necessità di riempirli nuovamente con armi nuove, la propagazione della paura dell’invasore e la costruzione dell’eroe in divisa invincibile e immortale.
C’è la guerra di Israele in Palestina e Medio Oriente. Con l’evidente mancato rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, la sfacciata esibizione della violenza e della sopraffazione, la descrizione di crimini ingiustificabili e la visione dell’orrore. Abbiamo esaurito le parole, comprese quelle più estreme e significative, per esprimere l’insopportabilità, l’indignazione e la condanna per quello che sta facendo Israele. L’Europa e gli Stati Uniti continuano a evitare di fermarlo. Su questo raccolgono la misura della nostra reazione per capire se sono diventate normalità.
C’è la costruzione della normale distrazione sulle altre guerre, ad esempio quella tremenda in Sudan.
C’è la sperimentazione di crudeltà, di armi e tecnologie nuove, di metodi decisionali nuovi per compiere stragi. Servono armi, servono soldi per questo, un cappio economico che ci strozzerà.
Per andare in guerra e per instaurare un regime repressivo servono condizioni di vita difficili e serve consenso. Le condizioni di vita difficili le hanno create. Per ora il consenso popolare non ce l’hanno. Le persone e la società civile per ora tengono, restano ostili alla possibilità di una guerra estesa e alla corsa al riarmo a discapito dei servizi sociali.
Resistiamo. Resistiamo oggi come allora.
Abbiamo perso un forte e autorevole compagno di cammino su questo tema, una voce che raccoglieva e portava un passo più avanti le nostre, spesso la sola che lo faceva, che gli dava risonanza e spessore. Una persona che sentivamo a fianco, dichiarante sulla Pace senza ambiguità. Abbiamo perso Papa Francesco. A maggior ragione dobbiamo resistere.
Come scrive la Rete Pace e Disarmo: la Resistenza oggi passa dalla non violenza e la liberazione dal disarmo.
Roberto Zanotto, Presidio Pace Sesto San Giovanni