Solitudine e terza età: l’Italia che resta invisibile d’estate

Pressenza - Sunday, August 24, 2025

Il caldo e le città svuotate rendono più fragile chi resta indietro: gli anziani soli, spesso dimenticati, affrontano l’estate come una prova di resistenza.

Ogni estate, l’Italia si svuota. I negozi abbassano le saracinesche, gli uffici chiudono per ferie, le famiglie partono per le vacanze. Ma c’è un’Italia che resta. Un’Italia fatta di persone anziane che, tra le mura di casa, affrontano un silenzio che si fa più assordante con il caldo.

Secondo i dati ISTAT, oltre 3,8 milioni di anziani vivono da soli. Di questi, quasi la metà ha più di 75 anni. Nei mesi estivi, il 70% dichiara di non ricevere visite per settimane intere. Aumentano i disagi, le difficoltà pratiche, ma soprattutto cresce un senso profondo di invisibilità. La solitudine non è solo una condizione emotiva: ha un i mpatto diretto sulla salute, sul benessere psicologico e sulla qualità della vita.

Lo dimostrano anche i dati del Ministero della Salute, che ogni anno monitora gli effetti del caldo sulle fasce più fragili della popolazione. Nei mesi estivi, oltre 300 anziani muoiono a causa di complicazioni legate alle alte temperature, spesso da soli, senza che nessuno si accorga del loro malessere.

Eppure, questa realtà rimane quasi del tutto assente dal dibattito pubblico. Le iniziative messe in campo da Comuni e Regioni, come le campagne di sorveglianza attiva o le linee telefoniche dedicate, restano spesso poco conosciute o sottoutilizzate. Mancano reti di prossimità efficaci, soprattutto nei quartieri residenziali e nelle grandi città.

La solitudine, tra gli anziani, è una questione strutturale che l’estate rende solo più evidente. E il disagio non si limita all’isolamento fisico: c’è un’ulteriore forma di esclusione, più silenziosa, legata alla tecnologia, ai nuovi linguaggi, alla burocrazia digitale. Una barriera invisibile che aumenta il senso di marginalità.

 

Per raccontare tutto questo ho scelto la voce simbolica di Luciana.

Luciana non è una persona reale, ma è vera. È nata dall’ascolto, da anni di incontri, di testimonianze, di storie raccolte nelle case, nei mercati, nei corridoi dei consultori e delle farmacie. In lei si sommano volti, emozioni, fragilità e desideri. È una figura narrativa, ma profondamente autentica. Una donna anziana, colta, lucida, che vive da sola in una città che d’estate si svuota. Attraverso i suoi occhi ho voluto restituire una realtà spesso invisibile: quella degli anziani che restano, che resistono, che vorrebbero ancora esserci per qualcuno.

La sua voce ci accompagna in un racconto che, pur nella forma intima e letteraria, è radicato in dati concreti, in fatti, in esperienze condivise. È una fotografia, a tratti poetica e a tratti dura, di una condizione che riguarda milioni di persone e che, troppo spesso, resta fuori campo.

 

La voce di Luciana

Mi chiamo Luciana, ho 78 anni. Vivo al primo piano di un palazzo di tufo nel quartiere Vomero.

Dalla mia finestra osservo la vita che scorre, ne seguo i gesti, le onde di emozioni, le bottiglie stappate a fine anno, le risate fragorose e i piante sommessi. Davanti a me c’è l’ingresso del liceo Sannazaro, quei gradini in marmo li conosco bene. Nei mesi estivi riflettono soltanto il sole, che sale lento e silenzioso, a scandire un tempo fermo, senza direzione.

Quel liceo l’ho frequentato anch’io, nella mia giovinezza. Amavo le parole, mi hanno insegnato il mondo e come starci dentro. Le cerco ancora oggi, tra i libri e gli incroci della Settimana Enigmistica. Ma ora è più un esercizio che un bisogno, un modo per restare lucida, per non perdere la misura di me.

I pensieri mi abitano, ma non sempre sono gentili. Alcuni fanno male, altri si ripetono. Cerco di metterli a tacere, ma non ascoltano.

La vecchiaia è un tempo complicato, un contenitore arrugginito, una gabbia che a volte stringe, altre lascia passare troppi spifferi. Un giorno mi sento leone, l’altro formica, laboriosa, lenta, ancora piena di voglia di fare, ma senza qualcuno a cui dare.

L’estate rende tutto più evidente. Per molti è libertà, leggerezza. Per me, è attesa. Dopo la festa dell’ultimo giorno di scuola, i cancelli si chiudono e resta solo il silenzio.

La solitudine non bussa, entra.

Evito di uscire. L’afa è dura, ma più dura è la desolazione. Cammino per casa come in un museo personale. Ogni stanza custodisce un’assenza. Le fotografie, i piccoli oggetti, il cellulare. Mi conforta, ma ho sempre paura di toccare un tasto e perdere tutto.

Nei giorni buoni leggo. Oppure mi prendo cura di me, mi pettino, mi vesto bene, anche senza un appuntamento. È il mio modo per dire: ci sono ancora.

Ma d’estate la città si svuota, e con lei anche la rete che dovrebbe sostenere chi resta. Una medicina, una spesa, un sorriso, diventano cose difficili se bisogna passare da uno schermo.

La tecnologia, per noi, spesso allontana invece di avvicinare. Nei giorni buoni penso che potrei essere utile. Potrei aiutare una madre stanca, cucinare per altri anziani, fare compagnia, ascoltare. Ma la vera sfida è restare visibili, trovare il coraggio di dire: ci sono.

Quei giorni, però, quando si è soli, diventano sempre più rari.

Poi, il telefono squilla. Forse sono loro.

Cerco la voce dentro le ossa e la tiro fuori, dritta, fiera: “Come sto? Alla grande. Vi aspetto.”

E intanto il tempo passa.

Un giorno, all’improvviso, le scale del liceo tornano a riempirsi di passi, di voci, di gioventù.

Li sento salire, ridere, correre. La vita riprende, senza chiedere permesso.

E quei suoni, anche se non mi appartengono più, mi entrano dentro.

Mi ricordano che la vita, anche quando sembra lontana, trova sempre un modo per tornare a bussare.

E io sono ancora qui, con la finestra aperta, pronta ad ascoltarla.

Le immagini non ritraggono una persona precisa, ma danno corpo e sguardo a Luciana attraverso dettagli della vita quotidiana. Sono scatti reali, tratti dalla quotidianità di mia madre, che rendono visibile ciò che nel racconto resta voce.

 

Link e contatti utili per anziani

http://Numero Verde Nazionale per Anziani 800 995 988 – fondazioneitaliani.it

http://Telefono Amico Italia – Ascolto e compagnia 02 2327 2327 – telefonoamico.it

http://Comune di Napoli – Servizi per anziani comune.napoli.it/anziani

http://Auser Napoli – Volontariato e aiuto domiciliare ausercampania.it/napoli

http://Spesa e farmaci a domicilio per over 65 – Napoli estate comune.napoli.it/spesa-domicilio-anziani

Lucia Montanaro