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Fiaccolata contro il business delle armi davanti alla fabbrica di bombe di Domusnovas/Iglesias
Pubblichiamo il comunicato stampa sulla manifestazione odierna che si svolgerà davanti alla fabbrica di armi RWM di Domusnovas/Iglesias, diffuso dalle associazioni organizzatrici dell’evento. APPELLO PER LA PACE E IL DISARMO –  Fiaccolata contro il business delle armi Venerdì 1° agosto 2025, ore 19:00, davanti alla fabbrica di bombe RWM di Domusnovas/Iglesias Appello alla Giunta Regionale, ai Decisori politici, ai Sindaci, ai Sindacati, ai Vescovi della Sardegna e ai Rappresentanti di tutte le Religioni, a tutti i Movimenti e Associazioni che lottano contro il riarmo e hanno a cuore la Pace. Appello ai giovani, alle lavoratrici e lavoratori, alle associazioni imprenditoriali di categoria, alle donne e agli uomini di buona volontà. Noi, donne e uomini della Confederazione Sindacale Sarda (CSS), di Sardegna Pulita, di DonneAmbienteSardegna, di Assotziu Consumadoris de Sardigna, di Medicina Democratica, dell’Ufficio Studi G. Maria Angioy, di Liberi Agricoltura Sardegna e di CASCOM-Impresas de Sardigna, dinanzi alla grave situazione di pericolo nella quale è precipitato il Mondo dilaniato da ben 56 guerre senza fine; dinanzi all’insensata e sanguinosa guerra in Ucraina, al genocidio del Popolo Palestinese, all’occupazione delle terre di Cisgiordania, ai continui e incessanti bombardamenti sui civili inermi, sulle donne, sui bambini e sugli anziani; Facciamo appello alla sensibilità delle parti in conflitto e ai Potenti della Terra perché cessi immediatamente questa carneficina, causata dalle guerre che mai potranno portare la Pace. La corsa folle al riarmo, il ricorso alla produzione di armi sempre più sofisticate e potenti spingono gli Stati e i Governi a più odio, a strage di innocenti e distruzione. La Sardegna da Isola di Pace da – la cui Capitale Cagliari è insignita di medaglia d’oro al valore civile per le tragiche morti e distruzioni del 1943, causati dai bombardamenti degli alleati anglo-americani – è diventata la base per massicce esercitazioni di tutti gli eserciti del mondo, che sperimentano sui nostri territori moderne strategie di guerra, testando nuovi ordigni ed armi tecnologicamente più avanzate e potenti. La Sardegna ha nel suo territorio ben 4 poligoni (basi militari) e una Scuola per l’addestramento dei piloti nazionali ed internazionali sui cacciabombardieri F-35. Noi Sardi denunciamo che nel nostro territorio, a pochi passi dalle nostre case, a Domusnovas/Iglesias vi è la fabbrica di bombe e di ordigni mortali RWM/RHEINMENTALL/ITALIA, per la quale da anni si chiede con determinazione che venga riconvertita ad usi civili. L’alternativa a queste lavorazioni di morte è possibile, e c’è! Facciamo Appello perché la Giunta Regionale, i Decisori politici e i Sindaci dei Comuni del Sulcis/Iglesiente mettano in atto piani di sviluppo del territorio per garantire posti di lavoro alternativi alla costruzione di ordigni di morte. Ciò è possibile se c’è la volontà politica, e se prevale l’unità e l’impegno per la pace ed il disarmo. Per questo motivo stiamo organizzando una grande fiaccolata, alla quale vi invitiamo a partecipare, davanti ai cancelli della fabbrica di bombe RWM di Domusnovas, VENERDÌ 1 AGOSTO 2025  alle ore 19:00. Un’iniziativa senza simboli partitici, ma solo dei movimenti partecipanti con le bandiere della pace. La serata sarà accompagnata da momenti di riflessione, letture di brani, poesie e preghiere, canzoni e musica. Gli organizzatori   Redazione Sardigna
Notizie dal mondo arabo
Gaza Non c’è stata nessuna tregua umanitaria. Annuncio falso. Bombardamenti e pallottole sono continuate a risuonare a Gaza, senza sosta. Fumo negli occhi, per coprire i crimini compiuti ogni istante. Negli ospedali sono arrivati ieri 88 corpi di persone uccise e 374 ferite. Tra di loro 11 persone uccise mentre aspettavano gli aiuti-trappola. 36 i feriti. Nelle ultime 24 ore sono 11 le persone morte a causa della fame, tra di loro una bambina di 2 mesi di età. Israele continua a negare che a Gaza ci fosse la fame. Le foto e i video vengono smentiti spudoratamente contro ogni evidenza. Handala Il volontario italiano, il collega Antonio Mazzeo arriva oggi in Italia. La posizione del governo italiano in merito all’azione di pirateria navale israeliana è vergognosa e avvilente: “O firmino oppure saranno espulsi coercitivamente”, ha detto il “ministro” degli esteri Tajani, come un commentatore di strada in un bar. Molto più rispettose del diritto internazionale e del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, invece, sono state le posizioni di tanti sindaci e consigli comunali, come per esempio Messina (da cui proviene Mazzeo ndr). Ci sono in corso molte mobilitazioni popolari per chiedere il rilascio degli ostaggi internazionalisti nelle carceri israeliane e per la consegna alla popolazione di Gaza degli aiuti rubati da parte dell’esercito di Tel Aviv. Tra le iniziative programmate oggi segnaliamo la manifestazione davanti alla Prefettura di Catania. Operazione maquillage di Netanyahu, che in italiano suona meglio: trucco. Approvare il passaggio di un centinaio di camion di aiuti umanitari dall’Egitto viene propagandato come se fosse una soluzione. Una goccia nel mare dei bisogni, ma è una vittoria per le pressioni dell’opinione pubblica mondiale che si sta mobilitando in tutti i modi per smuovere le sorde diplomazie. Soprattutto le mobilitazioni davanti alle sedi diplomatiche egiziane per chiedere al governo di Al-Sisi di non stare a guardare. L’altra operazione propagandistica di lancio degli aiuti dal cielo è finita miseramente in una farsa, che ha rischiato di trasformarsi in tragedia. L’equivalente di un carico di un camion di aiuti dagli Emirati, trasportato da caccia giordani al costo di 300 mila dollari, ha ferito tre persone nel nord della Striscia. Si deve riconoscere però che il lancio ha prodotto molti like alla propaganda di Abu Dhabi, Amman e Tel Aviv. Il ricercato per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale, Netanyahu: “Adesso l’Onu non ha alibi”. È l’ammissione lampante del fallimento del disegno criminale dell’uso della fame come strumento di guerra. L’Onu chiede il passaggio di 500 camion al giorno per coprire il fabbisogno di 2 milioni di affamati per colpa del comportamento criminale dei generali israeliani. Soprattutto l’Onu chiede il cessate il fuoco, che i criminali continuano a non ascoltare. I dati delle morti per fame e le immagini che arrivano da Gaza sono eloquenti: “Si sta consumando un nuovo Olocausto. Gaza come Auschwitz”. Lasciano il tempo che trovano i dibattiti israeliani su se si trattasse effettivamente di fame o soltanto di malnutrizione. Anche il cowboy della Casa Bianca ha detto la sua parola negazionista. Appello del Papa Gaza, Papa Leone XIV: “Gravissima situazione umanitaria. La popolazione è schiacciata dalla fame”. “Seguo con molta preoccupazione la gravissima situazione umanitaria a Gaza dove la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua a essere esposta a violenze e morte”. Papa Leone XIV, durante l’Angelus da piazza San Pietro, ha parlato dell’assedio di Israele alla Striscia di Gaza: “Rinnovo il mio accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi, al rispetto integrale del diritto umanitario”. Proprio ieri l’Osservatore Romano, nell’apertura di prima pagina, scriveva: “Da una parte Israele, le cui autorità sostengono che a Gaza non c’è carestia, dall’altra le immagini di bambini denutriti, i corpi scheletrici, gli occhi enormi su volti scavati dalla fame. Foto strazianti, che girano ormai da settimane, ma che negli ultimi giorni si sono moltiplicate, perché la fame che per qualcuno non esiste colpisce ogni giorno di più”. Il giornale vaticano, citando la posizione di Francia, Germania e Regno Unito, ha commentato: “Forse anche loro hanno visto quelle foto che altri non vogliono o fanno finta di non vedere”. Stato di Palestina LETTERA APERTA di 34 EX AMBASCIATORI A MELONI, ‘RICONOSCERE SUBITO STATO PALESTINA’ “L’iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt’altro che meramente simbolica, è l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull’attuazione della soluzione e due Stati”. E’ l’appello contenuto in una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni firmato da 34 ambasciatori in pensione – tra cui ex Direttori politici, ex ambasciatori alla Ue e alla Nato, in Cina, Regno Unito e Russia – nella quale si sottolinea: “Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza”. “Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l’orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio”. Ricordiamo che nel 2015, quando FdI era un partito di opposizione al governo Renzi, la stessa Meloni firmò insieme agli altri esponenti del partito erede del MSI una mozione parlamentare che spingeva per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio In centinaia di comuni italiani capeggiati dal Comune di Bologna si sono svolte le iniziative del rumore x Gaza: la campagna nazionale “Gaza muore di fame: disertiamo il silenzio”. Le mobilitazioni “vogliono sensibilizzare sulla gravissima situazione palestinese, dove la popolazione civile continua ad essere vittima di attacchi quotidiani e non ha accesso ad acqua e cibo, e sul ruolo dei governi nazionali e dell’Unione europea”. Ieri, domenica 27 luglio, alle 22, in tutte le piazza hanno risuonato le campane delle chiese, pentole dei cittadini e cittadine, canzoni di gruppi musicali dedicati a Gaza. Le iniziative sono state messe in campo per farsi sentire idealmente fino a Gaza, perché la popolazione palestinese sappia di non essere sola. Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio La pratica dello sciopero della fame si sta diffondendo in tutto il mondo. In Italia è nata nei giorni scorsi una catena solidale a Vicenza. In Israele e Palestina, i e le “Combattenti per la Pace” hanno iniziato tre giorni di sciopero totale contro l’invasione di Gaza e per la fine della guerra contro la popolazione palestinese. A Gaza, tre giornalisti stanno continuando lo sciopero per reclamare l’attenzione del mondo al dramma dei due milioni di affamati per colpa dell’azione criminale israeliana. L’iniziativa lanciata da Anbamed è entrata nell’undicesima settimana. Oggi, lunedì 28 luglio, prosegue per la 74a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. La solidarietà non dorme. Si mobilita anche in tempo di vacanze. Continueremo la campagna di sciopero della fame 24H a staffetta fino alla fine definitiva della guerra contro la popolazione di Gaza. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane, europee e arabe. ANBAMED
Presidi per Handala domani pomeriggio di fronte a tutte le prefetture siciliane
Le associazioni pacifiste, i movimenti antimilitaristi, gruppi e collettivi anticapitalisti siciliani si danno appuntamento domani pomeriggio davanti a tutte le prefetture siciliane in solidarietà con la nave Handala e il suo equipaggio e con tutto il popolo palestinese. Riportiamo qui un comunicato sindacale, il primo ad essere uscito stamane. Le Radici del Sindacato – CGIL Sicilia esprimono piena e convinta solidarietà alla missione umanitaria e di pace della Freedom Flotilla Italia, attualmente in navigazione verso Gaza con la nave Handala. Secondo le informazioni a nostra disposizione, mentre si trovava in acque internazionali diretta verso Gaza City con a bordo attivisti internazionali per la pace, la Handala è stata abbordata e sequestrata dalla marina israeliana. L’intero equipaggio risulta sottoposto a fermo forzato, in violazione del diritto internazionale e del principio fondamentale della libertà di navigazione. Esprimiamo profonda preoccupazione per l’incolumità fisica e psicologica di tutti i passeggeri a bordo, tra cui i nostri compagni Antonio Mazzeo e Antonio La Piccirella, militanti da sempre impegnati per la giustizia, la pace e la libertà dei popoli. A loro va il nostro abbraccio fraterno e la nostra vicinanza più sincera. La nostra solidarietà va anche – e soprattutto – al popolo palestinese, stremato da mesi di bombardamenti, assedio e distruzione sistematica, sottoposto a una campagna militare feroce da parte del governo israeliano, che non esitiamo a definire un crimine contro l’umanità. Condanniamo con forza l’abominio perpetrato a Gaza e in tutta la Palestina, e denunciamo le inerzie, l’ipocrisia e le complicità dei governi occidentali e delle istituzioni internazionali, che restano inerti davanti a questa catastrofe umanitaria annunciata, contribuendo con il loro silenzio alla legittimazione dell’occupazione, della pulizia etnica e della guerra. Noi stiamo dalla parte della resistenza palestinese, dalla parte della dignità dei popoli, contro ogni forma di colonialismo, apartheid e oppressione. Che la Palestina possa tornare libera, sovrana, viva. Le Radici del Sindacato Cgil Sicilia Redazione Sicilia
Flash Mob di Firenze per la Palestina al Museo del Bargello
Ieri mattina flash mob degli attivisti di Firenze per la Palestina all’interno del Museo del Bargello di Firenze come ennesimo atto di denuncia del Genocio  a Gaza , per non lasciare  che la tragedia del popolo palestinese esca dai riflettori della cronaca e divenga un fatto di ordinaria follia. Questo il testo diffuso dagli attivisti: Oggi il Museo del Bargello è stato teatro di un’azione che ha colto di sorpresa i suoi visitatori. Alcuni attivisti di “Firenze per la Palestina” hanno voluto lanciare un messaggio di denuncia del genocidio dei palestinesi da parte di Israele in corso a Gaza e nei Territori Occupati e delle complicità del nostro governo. Nel cortile interno del museo sono stati srotolati due striscioni. In uno c’era scritto “Chi arma Israele condanna a morte i palestinesi. Italia complice del genocidio” e nell’altro “End now Israeli occupation, apartheid, genocide”. Contemporaneamente sono state esposte le bandiere palestinesi sulla scalinata e dalla balconata. È stato scelto il Bargello come teatro di questa iniziativa per il legame simbolico con la tragedia palestinese. Il palazzo che ospita adesso uno dei più importanti musei al mondo in passato è stato il luogo dove venivano detenuti e sottoposti a torture i cittadini arrestati e dove venivano eseguite le condanne a morte, così come accade da 77 anni a Gaza e in Cisgiordania dove gli israeliani arrestano, torturano e ammazzano i palestinesi con la complicità dell’Occidente. I visitatori colti di sorpresa si sono lasciati andare ad un lungo applauso manifestando così la loro solidarietà alla Palestina. Firenze per la Palestina Bargello, Fi per la Palestina Bargello, Fi per la Palestina Bargello,Firenze per la Palestina   Redazione Toscana
Francesco Cossiga,una commemorazione personale (dopo Damilano)
Riceviamo e pubblichiamo dal blog di Giancarla Codrignani (già presidente della Lega Obiettori di Coscienza ed ex parlamentare) FRANCESCO COSSIGA, commemorazione personale Il 24 giugno 1985 Francesco Cossiga veniva eletto Presidente della Repubblica Italiana. Marco Damilano commemora la data su Domani. Per me una provocazione: lo conoscevo come Kossiga e mi guardai bene di votare per lui (il mio voto andò a Norberto Bobbio). Quando Damilano lo descrive immobile e marmoreo a fianco di Nilde Iotti, faccio una piccola correzione: era un po’ irrequieto, lo vedevo da vicino. Ero segretaria dell’Ufficio di Presidenza e toccava a noi segretari fare l’appello dei colleghi che rispondevano alla “chiama” (si diceva così). Aggiungo un particolare “di genere”: solo io e Erias Belardi facevamo parte della segreteria e ci eravamo messe d’accordo per rifiutare la cavalleria dei colleghi pronti gentilmente a sostituirci: l’elezione era tutta in diretta televisiva e anche noi volevamo avere parte nella “vetrina” che metteva in contatto gli eletti con i cittadini che, allora, ti dicevano “ti abbiamo vista”. Così aprii io l’appello e, quando arrivai alla lettera C del mio cognome, lasciai il microfono. Passando dietro le poltrone dei presidenti di seduta, Cossiga mi trattenne per chiedermi che dicessi una preghiera per lui. Esterrefatta gli risposi che non doveva preoccuparsi: era votato anche dai comunisti…. E per merito loro fu la prima volta – dopo De Nicola – che bastò un voto solo: un’eccezione. Pertini, se ricordo bene 16 votazioni. Era finita l’epoca Pertini e Franco Evangelisti, uomo di Andreotti, poté dire – fa bene a citarlo Damilano – “Sembravamo cotti, finiti. Invece resteremo qui altri quarant’anni, perché gli altri sono stronzi”. Il film di Marco Bellocchio ha individuato bene la pericolosità del personaggio durante il caso Moro, ma era indimenticabile la sua stravaganza – l’esposizione dentro il Quirinale della collezione di soldatini, la passione della radio trasmittente, i veggenti, un comunicato alla Camere sulle riforme costituzionali di quasi cento cartelle bloccato da Andreotti… – carica di risvolti psichiatrici. Tuttavia la pericolosità stava nelle responsabilità che ebbe sia nella difesa (e servizi) sia come ministro degli interni, di famiglia massonica fu compromesso con gli americani, con Gladio, con l’operazione Stay Behind, con la P2, tirò a sparare sui diversi obiettivi e partiti e persone…. il Pc ne chiederà l’inpeachment. Ho un’accusa personale: bloccò il varo della legge sull’obiezione di coscienza ormai giunta in porto. Aveva anche la mia firma: non gli perdonai di essere uscita senza l’approvazione di un diritto che aveva anche il mio nome. Redazione Italia
Baby gang. Avviare percorsi strutturati di rieducazione civica e dialogo intergenerazionale
Riceviamo dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione in merito ai gravi episodi riportati dalla stampa locale a Pescia, relativi alle azioni di una cosiddetta “baby gang” responsabile di atti vandalici e intimidatori tra Piazza Matteotti e Parco Valchiusa. Gli episodi culminati nell’aggressione ai danni di alcuni studenti maturandi del Liceo Lorenzini e nell’intrusione nella sede del Rione San Michele pongono con urgenza il tema del disagio giovanile e della prevenzione educativa. Pur riconoscendo l’importante lavoro svolto dalle forze dell’ordine e l’impegno dell’amministrazione comunale nel contenere una situazione ormai allarmante, riteniamo che l’approccio repressivo, se isolato, rischi di non essere sufficiente. È fondamentale avviare percorsi strutturati di rieducazione civica, dialogo intergenerazionale e consapevolezza dei diritti e dei doveri di cittadinanza. L’assenza di progettualità educativa e l’indifferenza verso le istanze giovanili possono favorire lo smarrimento, la rabbia e la ricerca di visibilità attraverso comportamenti distruttivi. Spesso dietro le cosiddette “baby gang” si celano fragilità sociali, contesti familiari complessi e mancanza di riferimenti educativi efficaci. Per questo motivo chiediamo l’attivazione di iniziative innovative ad alto impatto educativo e sociale, tra cui: – Laboratori di giustizia riparativa scolastica: percorsi strutturati in cui i ragazzi coinvolti in comportamenti devianti possano confrontarsi con le vittime e la comunità in contesti mediati, promuovendo la responsabilità e la ricostruzione del legame sociale. – Progetti di “peer education civica”: gruppi di studenti formati per diventare ambasciatori di legalità, inclusione e rispetto, attivi nell’organizzazione di campagne di sensibilizzazione e iniziative di cittadinanza attiva nei quartieri sensibili. – Patto educativo scuola–famiglia–comunità: creazione di un contratto condiviso che coinvolga scuola, famiglie, enti locali, terzo settore e ragazzi, con obiettivi formativi e sociali chiari, firmati da tutte le parti. – Civic Hackathon per giovani: maratone educative in cui gli studenti co-progettano soluzioni per migliorare la vivibilità dei propri spazi urbani, promuovendo protagonismo positivo, spirito di iniziativa e appartenenza. – Uso di ambienti immersivi digitali (VR/AR) per la simulazione di esperienze di emarginazione, bullismo, conflitto e riconciliazione, con l’obiettivo di sviluppare empatia, consapevolezza e riflessione critica. È necessario affrontare il problema non solo come emergenza di ordine pubblico, ma come fallimento collettivo del sistema educativo e sociale, nella convinzione che nessun adolescente debba essere lasciato solo o abbandonato al proprio disagio. Il Coordinamento ribadisce la propria disponibilità a collaborare con istituzioni scolastiche e amministrazioni locali nella realizzazione di percorsi formativi capaci di trasformare le energie giovanili in strumenti di crescita personale e comunitaria. Redazione Italia
Soccorso Sea-Watch a 53 persone in difficoltà
Venerdì la nostra Sea-Watch 5 è intervenuta in soccorso di 53 persone in difficoltà su un gommone mal funzionante e sovraffollato, disperse nel Mediterraneo. Tra loro, tre donne, un neonato e cinque minori non accompagnati. Nonostante fossero tutti sfiniti dalla traversata in mare e dalla disidratazione, le autorità italiane ci hanno assegnato Brindisi come porto di sbarco. Un altro lungo viaggio per raggiungere finalmente un luogo sicuro, che è durato circa tre giorni. Questa mattina abbiamo raggiunto Brindisi, le 53 persone a bordo sono in salvo. In Italia, in Europa. Buon vento a tutte e tutti loro. Ci prepariamo a ripartire verso il Mediterraneo centrale, per tornare dove c’è bisogno di noi. Sea Watch
Olbia: protesta contro la tratta diretta Tel Aviv – Olbia, Aeroporto Costa Smeralda
Pubblichiamo il comunicato diffuso dalla “Associazione Amicizia Sardegna – Palestina” sulla nuova tratta aerea diretta Tel Aviv – Olbia. No al turismo sionista in Sardegna!  Interrompiamo la tratta aerea diretta Tel Aviv – Olbia. I criminali di guerra non sono i benveuti Un volo diretto per collegare Israele alla Costa Smeralda nel pieno della stagione estiva. Voli charter – prenotati privatamente – partiranno da Tel Aviv e porteranno direttamente in Sardegna, all’Aeroporto Olbia Costa Smeralda, tanti ricchi israeliani desiderosi di rilassarsi nella nostra isola per tutto il mese di giugno e luglio. Un “protocollo di sicurezza rafforzata” permetterà a polizia e agenti di sicurezza israeliani in borghese di lavorare a Olbia ispezionando bagagli e interrogando l3 passegger3 in partenza dalla Sardegna. Mentre in Cisgiordania si accelera l’annessione violenta di terre palestinesi agli insediamenti dei coloni, si bombardano Paesi sovrani nell’impunità più totale e a Gaza si consuma un genocidio, gruppi festanti di cittadine e cittadini di questo Stato criminale se ne partono serenamente in vacanza per il mondo. Ma non erano “in guerra”? Da che mondo e mondo l3 cittadin3 di uno Stato sotto attacco possono partecipare ad allegri picnic in spiaggia, partire in gruppo per vacanze costose, e organizzare barbecue a pochi km di distanza dal campo di concentramento in cui stanno sterminando per fame, sete, malattie e sotto le bombe i loro presunti nemici? E adesso approdano in Sardegna, terra storicamente venduta o affittata al miglior offerente e ai peggiori criminali di guerra, basta che paghino bene. Ma il popolo sardo NON CI STA. Ci vediamo il 18 giugno alle h 9.00 del mattino nell’area Arrivi dell’Aeroporto Olbia Costa Smeralda. Contatta i numeri in locandina se vuoi partecipare all’organizzazione. Porta bandiere palestinesi, keffiyah, bandiere della Sardegna ma nessun simbolo di partito o sindacato: questa è una lotta di tutt3. Il tempo delle condanne parolaie è finito. Ora è tempo di azioni concrete, immediate. Non attenderemo oltre un giorno prima di procedere al primo passo di questa lotta per il popolo palestinese, il popolo sardo, e soprattutto per il genere umano. Redazione Sardigna
Proteste per i raid anti migranti a Los Angeles, Trump manda i Marines e raddoppia la presenza della Guardia Nazionale
Le proteste sono continuate a Los Angeles lunedì, mentre  Trump ha annunciato l’invio di 700 Marines in città dal vicino Camp Pendleton. Il loro arrivo a Los Angeles è previsto per questa sera, in aggiunta ad altri 2.000 membri della Guardia Nazionale che sono stati inviati per reprimere le proteste scoppiate dopo un’ondata di raid dell’ICE a Los Angeles. La California sta facendo causa in risposta al dispiegamento della Guardia Nazionale e dei Marines da parte di Trump, che il governatore Gavin Newsom ha definito un “palese abuso di potere”. La sindaca di Los Angeles Karen Bass ha accusato l’amministrazione Trump di fomentare il caos e di fare di Los Angeles un “banco di prova” per imporre un regime autoritario in altre città statunitensi. “Dobbiamo fermare i raid. Questo non dovrebbe accadere nella nostra città. Non è giustificato e serve solo ad aumentare il caos. Questo caos è iniziato a Washington, D.C. Giovedì la città era pacifica. Venerdì non lo era più, a causa dell’intervento del governo federale. Non credo che la nostra città debba essere un banco di prova, un laboratorio” ha dichiarato Karen Bass.     Democracy Now!
Gesù, un ponte tra cristianesimo, buddhismo, induismo e yoga
Il dialogo tra cristianesimo, buddhismo (in sanscrito Buddhadharma) e induismo (nome dato dai colonizzatori inglesi – “hinduism”, “religione autoctona” – alla spiritualità dell’India che in sanscrito si chiama Sanatana Dharma) è sempre stato qualcosa di affascinante sia per i buddhisti sia per gli indù sia per i cristiani. Un dialogo che si perde nella notte dei tempi tra l’esotismo culturale, l’orientalismo coloniale ma anche in una ricerca spirituale tra gli esoteristi occidentali – della Società Teosofica prima e della Società Antroposofica poi – che erano affascinati dalle vicinanze, per molti versi, tra queste religioni così apparentemente diverse. Per quanto il cristianesimo ufficiale (capeggiato ufficialmente e teologicamente dalle gerarchie ecclesiastiche) abbia sempre preso le distanze da questo dialogo lasciandolo solo ad alcuni “il permesso” di avvicinarsi con una certa cautela, ed abbia sempre preteso di rivendicare l’unicità della figura di Gesù Cristo, in realtà bisogna riconoscere che l’influenza della figura di Gesù ha toccato molte culture anche fuori dall’Occidente cristiano. Nikolai Notovitch alla fine del XIX secolo, in un monastero di Hemis nella zona del Ladakh ai piedi dell’Himalaya nel Tibet, trovò dei rotoli che parlavano di un Isa o Isha. I rotoli furono confezionati dopo il VII secolo d-C. in India e passarono poi nel Nepal e quindi nel Tibet. Parlavano di un Isa o Isha nato in Israele, che all’età di tredici anni con una carovana giunse a Sindh in India. Venne ricevuto dai sacerdoti di Brahma e conobbe i Veda. Il suo messaggio di uguaglianza e il suo monoteismo gli inimicò i sacerdoti di Brahma e dovette fuggire verso il Nepal e il Tibet, cioè in terra buddista. Si diresse poi verso la Persia, dalla quale venne espulso. Quindi, ritornò in Israele. Venne crocifisso, ma venne sottratto al supplizio che non era pensato come pena di morte, ma solo come tortura. Venne curato dai suoi e poi fuggì in Kashmir dove si sposò ed ebbe figli. Morì in Kasmhir. La sua tomba sarebbe a Sriagar nella capitale del Kashmir. I buddhisti considerarono Isa o Isha una reincarnazione di Buddha, il Buddha-Isa.(1)(2) Alcuni affermano che la narrazione su Buddha-Isa deriva dall’influsso della presenza di comunità cristiane nestoriane in India, documentabili dal VII sec. d.C. Già prima l’area era sotto l’interesse dei nestoriani; infatti nel 498 d.C il patriarca nestoriano di Seleucia divenne patriarca della Persia, della Siria, della Cina e dell’India, e perciò queste ampie regioni conobbero la presenza di missionari nestoriani, e quindi contatti con quelle culture (3). Ma il dato di Isha o Isa è molto antico, tanto che si è voluto parlare di una profezia induista su Gesù Cristo. Infatti nel Pratisarga Parvana del Bhavishya Mahapurana terzo kanda (capitolo) versi 16-33 si parla di un certo “Ishaa Putra (“il Signore Figlio”) nato da una vergine” che si definisce “Mahiso”, ovvero “Grande Signore” (Mah, da Maha: grande; iso, da ishvara: signore, colui che controlla).  Esistono in testi indù le parole mahesa, masiha, mishihu, connesse all’aramaico mesiha o all’ebraico masiah o, molto meglio, all’arabo masih. Tali parole sono usate in alcuni testi indù successivi alla presenza cristiana in India, ma dovettero fare ingresso nell’uso indù molto prima con le armate di Alessandro Magno, che, conquistatrici, si spinsero fino al fiume Indo, al quale giunsero nel 326 a.C., mettendo a contatto culture lontane; ma non sono da escludere antichissimi influssi della lingua aramaica o araba. Presso gli ebrei e i cristiani tali parole hanno il significato di re consacrato con un’unzione. Il significato invece che hanno nel mondo indù va collegato con la radice araba “msh”, che oltre “misurare” significa “strofinare”, cioè togliere l’impurità. Il Corano, che non pensa a Gesù come salvatore, ma solo come profeta, usa il termine “masih” nel senso di “purificato dagli errori e dalle debolezze umane”, proprio appoggiandosi alla radice araba “msh”. Il “Dizionario del Corano” (ed. Mondadori, Milano, 2007), alla voce “Gesù”, afferma: “La parola ebraica mesiah (traslitterazione in greco messias; Gv 1,41; 4,25) è tradotta usualmente nel Nuovo Testamento con Christos, da chrio: ungere. Il Corano designa Gesù con il nome Isa (sura 2, 45), mentre gli arabo-cristiani lo chiamano Yasu. Non ci sono studi su come Muhammad (570 – 632 d.C) giunse a dare a Gesù il nome Isa (signore), ma probabilmente avvenne attraverso carovanieri cristiani nestoriani di ritorno dall’India: il termine Isa deriva da isha, che è una forma contratta della parola (lingua sanscrito) ishvara (controllore supremo, signore). Anche l’Islam entrò a contatto con l’India in seguito a conquiste territoriali che arrivarono oltre il Gange. Questo incontro di civiltà portò a coniare, dal Kashmir al Tibet, nomi come Yusu, Yusuf, Yuz, Issa, Issana, Yusaasaf, Yuz-Asaph, Yus Zasaf. Anche il termine El, per designare Dio, si trova in tardi testi indù, e ciò prova ancora il contatto con la cultura semitica. El (“essere forte”) era un nome di Dio per gli ebrei, ma già lo era per i Cananei. Ad Ugarit si usava ‘l, in accadico ilu, in arabo ilah.  In testi indù che precedono il contatto con l’Islam si incontra anche allah (al-ilah), che vuol dire precisamente il dio, ed era usato in Arabia anche prima dell’avvento di Muhammad. Anche un nome arabo, “Amadh”, si incontra nei testi indù. Tutto ciò dice di antichi contatti di civiltà.” Come è noto, il nome “Gesù” è una italianizzazione del latino Iesus, il quale deriva dal greco Iesous, il quale a sua volta deriva dall’aramaico Yeshua, abbreviazione di Yehoshua, che vuol dire: “Dio salvezza”. Ye corrisponde alla forma contratta di Yeovè. In ebraico si ha Jahvéh, che rende, con la vocalizzazione, il tetragramma YHWH. Come si può vedere c’è una stretta parentela tra i nomi Yeoshua, Iesous, Iesus, e Isa o Isha o Issa. Sebbene questi siano solo delle supposizioni teoriche – nulla di certificato a livello accademico e storico – la figura di Gesù è stata vista come un punto di incontro tra induismo, buddhismo e cristianesimo nel XX secolo. Gesù per gli induisti è un avatar tra i tanti avatar, ovvero una “discesa” della divinità nel cosmo in particolari momenti di crisi spirituale dell’umanità. Tra i maggiori esponenti del dialogo spirituale tra cristianesimo, buddhismo e induismo troviamo sicuramente Raimon Panikkar (“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindú e ritorno buddhista, senza cessare per questo di essere cristiano”); Madre Teresa di Calcutta, religiosa e grande praticante di Karma Yoga (4); Padre Anthony Elenjimittam, frate domenicano e swami che fu sostenuto nella sua opera di dialogo interreligioso sia da Papa Giovanni XXIII sia da Papa Giovanni Paolo I (grande conoscitore della spiritualità orientale); e sicuramente i grandi leader del grande risveglio spirituale parallelo alla controcultura del Sessantotto del 1900 come Paramahansa Yogananda, Swami Kriyananda, Shri Mataji Nirmala Devi, Osho Rajneesh e Sri Satya Sai Baba che – portando una parte della saggezza spirituale orientale in Occidente – hanno professato la figura di Gesù come ponte tra culture, religioni e spiritualità, rivalutandolo come grande maestro portatore di un messaggio etico universale al pari di altri maestri. Paramahansa Yogananda – considerato un ponte tra il Cristianesimo lo Yoga, mostrando l’unità esoterica di tutte le religioni attraverso il cammino spirituale – nella sua opera “Lo Yoga di Gesù”, sostiene che Gesù era uno yogi e che i suoi insegnamenti contengono lo yoga, una “scienza spirituale per raggiungere Dio attraverso la meditazione”. Yogananda crede che Gesù abbia reso possibile a tutti di realizzare la propria divinità attraverso la meditazione e la pratica dello yoga. Secondo Yogananda, Gesù non si è presentato come un essere superiore, ma ha mostrato come tutti possano raggiungere la sua stessa realizzazione attraverso la meditazione e l’attivazione del loro potenziale divino. Yogananda afferma che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli lo yoga, una pratica che porta all’illuminazione e alla realizzazione spirituale. Yogananda interpreta la Seconda Venuta di Cristo non come un ritorno fisico, ma come la riscoperta della “coscienza cristica”, che è possibile attraverso la pratica della meditazione e dello yoga. Come prova dell’insegnamento yogico di Gesù ci sarebbero numerose raffigurazioni e, se osserviamo l’immagine al centro, notiamo che Shiva, Buddha, San Nicola e Gesù sembrano fare tutti gesti simili. Ad un occhio non allenato, questa potrebbe essere solo una coincidenza, ma ad un ulteriore esame sembra che ogni “maestro asceso” sembri usare un mudra yogico. Nella pratica dello yoga, i mudra sono fondamentalmente di due tipi: toccare la punta di varie dita con il pollice o premere la prima articolazione falangea con il pollice. A seconda di quale dito viene toccato o premuto, gli effetti sul corpo variano. San Nicola di Myra e Gesù hanno entrambi le mani posizionate nel Surya Ravi Mudra o Prithvi Mudra. Questo particolare mudra della mano è anche conosciuto come il “sigillo della vita” o “sigillo del sole” (interessante perché Gesù è il “figlio di Dio”). L’anulare rappresenta la terra, l’energia, la forza e la resistenza. Il pollice rappresenta il fuoco e la natura divina. Quando le due dita sono posizionate insieme in Surya Ravi Mudra, simboleggiano e incoraggiano l’energia, l’equilibrio, la salute e la vitalità. Scrive Yogananda ne “Il Vangelo di Gesù secondo Paramhansa Yogananda”: «Gesù Cristo venne crocifisso una volta, ma il suo insegnamento è stato e viene crocifisso continuamente dalla gente ignorante. La comprensione e l’applicazione di questi insegnamenti, percepiti intuitivamente, mostrerà come la Coscienza Cristica di Gesù, liberata dalla crocifissione teologica, può essere riportata una seconda volta nelle anime degli uomini». Yogananda sosteneva che le interpretazioni spirituali delle parole di Gesù nascono dall’intuizione, e ognuno potrà realizzarne la verità universale se le mediterà con percezione intuitiva. Esse devono essere studiate coscientemente e meditate ogni giorno da tutti i sinceri devoti di Dio. Queste interpretazioni, ricevute e trasmesse attraverso la Coscienza Cristica, mostrano al mondo la comune base scientifica della percezione intuitiva, dove ritroviamo nella Bibbia cristiana, nella Bhagavad Gita e nelle sacre Scritture di tutte le grandi religioni. Yogananda concepisce Gesù come un Buddha, un illuminato, un’incarnazione della “coscienza critica universale” che può manifestarsi nella coscienza di ogni vero devoto di Dio. Ogni uomo è un Cristo potenziale – afferma Yogananda – e tutti coloro che possono rendere la loro concentrazione abbastanza lunga e profonda possono ricevere Gesù Cristo nella loro coscienza. I veri Cristiani sono quelli che attraverso la meditazione e l’estasi abbracciano nella loro coscienza la Beatitudine e la Saggezza Cosmica di Gesù Cristo. Altro contributo sulla figura di Gesù, dal punto di vista orientale (ma forse più controverso), lo ha dato Osho Rajneesh, mistico indiano iconoclasta ed aspro critico delle “religioni istituzionali”. Sebbene ritenga il cristianesimo “la peggiore manifestazione religiosa di questo mondo” che ha causato danni enormi all’umanità, approfittando peraltro della povertà per convertire la gente – oltre ad essere ossessionata dall’idea del peccato, della morte e della sofferenza – Osho ha sempre visto in Gesù un esempio di maestro. Gesù – spiega Osho – non fu mai un cristiano, infatti in (la lingua parlata da Gesù) non esiste la parola “cristo”, né esiste in ebraico: solo diversi anni dopo la sua morte, quando il Vangelo fu tradotto in greco, la parola “messia” venne resa con “cristo”. Osho era affascinato dal messaggio evangelico ed esoterico di Gesù a tal punto che ne diede molta importanza nei suoi insegnamenti. fondamentali furono: Il seme della ribellione. Commenti ai Vangeli Apocrifi di San Tommaso (3 volumi), Tradate (Va), Oshoba, 2002; Cristianesimo e Zen, Riza, Milano, 2002; e Il miracolo più grande. Commento ai vangeli, Milano, Mondadori, 2010. In alcuni discorsi Osho parlò di Gesù come di un maestro illuminato – al pari di Siddharta Gautama, Maometto, Ramakrishna, Mahavira ecc. – definendolo “un poeta dell’Assoluto”, frainteso dai cristiani e disprezzato dagli ebrei per la sua scelta di vivere da individuo libero, che riconosceva solo la propria autorità avulsa da ogni tradizione. Osho dichiarò inoltre che Gesù non morì sulla croce (aderendo alla tesi del teologo tedesco Karl Friedrich Bahrdt) ma fu salvato dopo tre ore da Ponzio Pilato che aveva sottoscritto un accordo segreto con i discepoli, e dopo essere stato accudito nella falsa tomba dai soldati romani, emigrò in Kashmir dove visse fino a 120 anni, abbandonando l’idea di essere il Messia: “si pensa che Gesù sia venuto in Kashmir perché era una terra ebraica in India – una tribù di ebrei viveva lì. Ci sono molte storie in Kashmir su Gesù, ma si deve andare lì per scoprirle. La crocifissione cambiò del tutto la mente di Gesù”. La condanna sarebbe stata una parziale messinscena per placare i capi ebrei di Gerusalemme. La sua tomba sarebbe il santuario di Roza Bal, come affermato da Mirza Ghulam Ahmad (5). Un importante interpretazione della figura di Gesù, nella tradizione induista, lo si trova nel grande insegnamento di Sua Santità Shri Mataji Nirmala Devi, leader spirituale indiana e satguru del Sahaja Yoga, nonchè grande attivista politica che insieme al Mahatma Gandhi si adoperò nel movimento delle donne per la lotta nonviolenta per l’indipendenza dell’India dal colonialismo inglese. Fu proprio Shri Mataji a parlare di Gesù come un personaggio riconosciuto nell’induismo per il suo messaggio di compassione, amore e non-attaccamento alle cose materiali. In particolare, la pratica del Sahaja Yoga (6) associa la vita e il messaggio di Gesù alle qualità dell’Agnya chakra (7), quali perdono, umiltà, compassione e resurrezione. In alcuni contesti del Sahaja Yoga, Vishnu (il cui principio è associato al Nabhi chakra) può essere visto come Mahavishnu nell’Agnya chakra (terzo occhio), e la sua manifestazione terrena sarebbe Gesù Cristo. Questo implica una connessione tra la divinità Vishnu e Gesù, con Gesù visto come una realizzazione terrena di Mahavishnu. In sintesi, Gesù Cristo viene visto come una manifestazione terrena di Mahavishnu, che a sua volta è associato al principio di Vishnu presente nell’Agnya chakra quindi legato a sua volta alla dimensione dell’intuizione. Non solo, la figura di Gesù viene vista in stretta connessione con Ganesha, la divinità metà uomo e metà elefante figlio di Shiva e Parvati il cui nome – composto da “gana” (tutti) e “isha” (signore) – significa “Signore di tutti gli esseri”. Lo stesso vale per la figura di Maria, madre di Gesù, che nei praticanti di Sahaja Yoga, è riconosciuta come figura degna di nota in quanto reincarnazione di Mahalakshmi (chiamata Shri Maria Mahalakshmi https://www.youtube.com/watch?v=7xPIoI3Kjr8 ) (8) Gesù è stato e continua ad essere una ponte tra il cristianesimo e le principali tradizioni religiose orientali, in particolare l’induismo il quale ha la grande capacità di rivolgersi a devoti di diverse religioni accogliendo elementi di altre tradizioni, trasformandoli e plasmandoli alla luce della sua dottrina. Come ha dichiarato Sri Sathya Sai Baba, controverso leader spirituale ed educatore indiano: “Gesù era Compassione venuta in forma umana. Diffuse lo spirito di Compassione e diede conforto agli afflitti e ai sofferenti, essa fu il Suo messaggio. Egli provava profonda pena alla vista dei poveri. In questo giorno Gesù viene adorato, ma i Suoi insegnamenti sono trascurati.” Quanto è vera questa dichiarazione alla luce del dilagante attaccamento al denaro in Occidente e della diffusione di una mentalità riduzionista, meccanicista e materialista in tutto il mondo che ci impedisce di avere una visione più complessa e profonda del mondo stesso?   (1) Andreas Faber – Kaiser, “Gesù visse e morì in Kashmir”, ed. De Vecchi, Milano 1975. (2) Aziz Kashimir, “Cristo in Kashmir”, ed. Atlantide, Roma 1996. (3) https://www.perfettaletizia.it/archivio/infomazione/miti/sincretismi.htm (4) “C’è un solo Dio, ed è Dio per tutti. Per questo è importante che ognuno appaia uguale dinanzi a Lui. Ho sempre detto che dobbiamo aiutare un indù a diventare un indù migliore, un musulmano a diventare un musulmano migliore e un cattolico a diventare un cattolico migliore. Crediamo che il nostro lavoro debba essere d’esempio alla gente” (5) Credenza è diffusa anche nel movimento musulmano Ahmadiyya (6) insieme di antiche pratiche di yoga meditativo basato sul risveglio spontaneo della Kundalini che venne studiato e diffuso da Shri Mataji Nirmala Devi dal 1976 (7) Agnya Chakra è il sesto chakra nella tradizione buddhista e induista, conosciuto come “terzo occhio” ovvero chakra dell’intuizione. https://yogafacile.it/sloka-per-agnya-e-sahasrara/ https://sahajayogamilano.it/wp-content/uploads/2023/05/6-Agnya.pdf (8) https://www.youtube.com/watch?v=We5DbKGlCYo https://www.youtube.com/watch?v=M1OqJNuBQb8 https://www.youtube.com/watch?v=Bkru1YzI4fM https://lettermagazine.it/riflessioni/gesu-le-religioni-asiatiche/#:~:text=Secondo%20la%20religione%20induista%20ci,Salvatore%20unico%2C%20assoluto%2C%20universale. Lorenzo Poli