Sit in di Extinction Rebellion e Ultima Generazione in Piazza maggiore: i corpi in protesta contro le false soluzioni del Comune alla crisi climatica

Pressenza - Wednesday, July 30, 2025

Oggi pomeriggio le attiviste di Extinction Rebellion e Ultima Generazione si sono sedute in Piazza Del Nettuno, vicino gli alberi posti dal Comune di Bologna, reggendo dei cartelli e dimostrando come, dopo la prima azione di due settimane fa, non ci sia stata alcuna risposta concreta da parte degli amministratori di questa città alle domande degli attivisti sulla gestione del verde urbano. Gli attivisti riportano che i cartelli e le poesie posizionati il 17 luglio sono stati immediatamente rimossi: per questo oggi hanno deciso di mettere a disposizione i loro corpi in denuncia.

 

“Dopo aver fatto parlare gli alberelli, adesso parliamo noi. La nostra prima azione simbolica sottolineava che gli alberi sono esseri viventi e non soprammobili da spostare a piacimento. In risposta alle critiche degli esperti e nostre, la vicesindaca ha assicurato che i “vasi sono stati progettati con accorgimenti tecnici”, ma né a latere dell’ordinanza di adozione e nemmeno sulle pagine del Comune abbiamo trovato alcun riscontro alle sue parole, dal momento che non è presente alcun allegato tecnico. Com’è possibile fidarsi della parola di amministratori che rinfocolano polemiche per evitare di rispondere alle nostre preoccupazioni?” chiede Federico.

La critica e il dissenso sono alla base delle nostre democrazie e le domande con cui cittadini, movimenti e comitati locali stanno incalzando la Giunta comunale sono più che legittime, di fronte a contraddizioni evidenti in un’epoca di collasso climatico, e non possono essere strumentalizzate. 

La protesta solidarizza anche con le persone che presidiano il giardino di San Leonardo, dove alberi già adulti e radicati, in una zona non meno coperta di cemento delle piazze in cui sono stati posizionati gli alberelli in vaso, rischiano di essere sacrificati dall’ennesimo tentativo di privatizzazione strisciante.

L’ordinanza di posa degli alberi in vaso è stata adottata per mitigare le ondate di calore, riconoscendo agli alberi un potere refrigerante, ma i bolognesi continuano ad assistere a tagli di enormi quantità di alberi in città, soprattutto nelle periferie.

Fra i cartelli portati in piazza si legge anche una contestazione all’uso strumentale del concetto di compensazione: è noto che alberi adulti assorbono una quantità di anidride carbonica molto maggiore di alberi di recente piantumazione. Gli attivisti chiedono quindi all’amministrazione comunale perché non mette davvero al centro del proprio mandato la preservazione di questo bene collettivo, e come possono le scarse misure di piantumazione di nuove alberature e desigillazione del suolo, previste dal piano “Bologna Verde”, compensare la cementificazione di decine di ettari e l’abbattimento di alberi storici e 

maestosi per nuovi progetti di “riqualificazione”. Per poter sopravvivere in città va curato il patrimonio arboreo esistente e contemporaneamente vanno messe a dimora nuove piantumazioni. 

Gli attivisti incalzano inoltre l’amministrazione bolognese ad aggiornare il bilancio arboreo, evidenzando il numero di alberi abbattuti e quelli di nuova piantumazione, e a tutelare ciò che rimane della fascia boscata che separa la città dall’asse tangenziale/autostradale, gravemente minacciata dal progetto del Passante. 

Bologna è stata la prima città italiana ad adottare un’assemblea cittadina per il clima, in seguito alle pressioni di Extinction Rebellion e a ben 2 scioperi della fame: perché i suoi cittadini continuano a subire decisioni calate dall’alto invece di avere processi realmente partecipativi, che portino ad una progettualità politica veramente pubblica?

Gli esperti dell’IPCC, il panel dell’ONU che si occupa di scienza climatica, lanciano allarmi sempre più disperati sulle minacce legate alla crisi ecoclimatica, e pochi giorni fa anche la corte internazionale di giustizia, in uno storico parere, ha affermato che l’inazione dei governi nel contrastare i cambiamenti climatici rappresenta un illecito.

“Per questo continueremo a mettere in luce le contraddizioni di chi governa a tutti i livelli: abbiamo bisogno di giustizia sociale e climatica, e non abbiamo più tempo per soluzioni semplici quanto inefficaci” dicono le persone oggi in piazza.

Extinction Rebellion