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Sit in di Extinction Rebellion e Ultima Generazione in Piazza maggiore: i corpi in protesta contro le false soluzioni del Comune alla crisi climatica
Oggi pomeriggio le attiviste di Extinction Rebellion e Ultima Generazione si sono sedute in Piazza Del Nettuno, vicino gli alberi posti dal Comune di Bologna, reggendo dei cartelli e dimostrando come, dopo la prima azione di due settimane fa, non ci sia stata alcuna risposta concreta da parte degli amministratori di questa città alle domande degli attivisti sulla gestione del verde urbano. Gli attivisti riportano che i cartelli e le poesie posizionati il 17 luglio sono stati immediatamente rimossi: per questo oggi hanno deciso di mettere a disposizione i loro corpi in denuncia.   “Dopo aver fatto parlare gli alberelli, adesso parliamo noi. La nostra prima azione simbolica sottolineava che gli alberi sono esseri viventi e non soprammobili da spostare a piacimento. In risposta alle critiche degli esperti e nostre, la vicesindaca ha assicurato che i “vasi sono stati progettati con accorgimenti tecnici”, ma né a latere dell’ordinanza di adozione e nemmeno sulle pagine del Comune abbiamo trovato alcun riscontro alle sue parole, dal momento che non è presente alcun allegato tecnico. Com’è possibile fidarsi della parola di amministratori che rinfocolano polemiche per evitare di rispondere alle nostre preoccupazioni?” chiede Federico. La critica e il dissenso sono alla base delle nostre democrazie e le domande con cui cittadini, movimenti e comitati locali stanno incalzando la Giunta comunale sono più che legittime, di fronte a contraddizioni evidenti in un’epoca di collasso climatico, e non possono essere strumentalizzate.  La protesta solidarizza anche con le persone che presidiano il giardino di San Leonardo, dove alberi già adulti e radicati, in una zona non meno coperta di cemento delle piazze in cui sono stati posizionati gli alberelli in vaso, rischiano di essere sacrificati dall’ennesimo tentativo di privatizzazione strisciante. L’ordinanza di posa degli alberi in vaso è stata adottata per mitigare le ondate di calore, riconoscendo agli alberi un potere refrigerante, ma i bolognesi continuano ad assistere a tagli di enormi quantità di alberi in città, soprattutto nelle periferie. Fra i cartelli portati in piazza si legge anche una contestazione all’uso strumentale del concetto di compensazione: è noto che alberi adulti assorbono una quantità di anidride carbonica molto maggiore di alberi di recente piantumazione. Gli attivisti chiedono quindi all’amministrazione comunale perché non mette davvero al centro del proprio mandato la preservazione di questo bene collettivo, e come possono le scarse misure di piantumazione di nuove alberature e desigillazione del suolo, previste dal piano “Bologna Verde”, compensare la cementificazione di decine di ettari e l’abbattimento di alberi storici e  maestosi per nuovi progetti di “riqualificazione”. Per poter sopravvivere in città va curato il patrimonio arboreo esistente e contemporaneamente vanno messe a dimora nuove piantumazioni.  Gli attivisti incalzano inoltre l’amministrazione bolognese ad aggiornare il bilancio arboreo, evidenzando il numero di alberi abbattuti e quelli di nuova piantumazione, e a tutelare ciò che rimane della fascia boscata che separa la città dall’asse tangenziale/autostradale, gravemente minacciata dal progetto del Passante.  Bologna è stata la prima città italiana ad adottare un’assemblea cittadina per il clima, in seguito alle pressioni di Extinction Rebellion e a ben 2 scioperi della fame: perché i suoi cittadini continuano a subire decisioni calate dall’alto invece di avere processi realmente partecipativi, che portino ad una progettualità politica veramente pubblica? Gli esperti dell’IPCC, il panel dell’ONU che si occupa di scienza climatica, lanciano allarmi sempre più disperati sulle minacce legate alla crisi ecoclimatica, e pochi giorni fa anche la corte internazionale di giustizia, in uno storico parere, ha affermato che l’inazione dei governi nel contrastare i cambiamenti climatici rappresenta un illecito. “Per questo continueremo a mettere in luce le contraddizioni di chi governa a tutti i livelli: abbiamo bisogno di giustizia sociale e climatica, e non abbiamo più tempo per soluzioni semplici quanto inefficaci” dicono le persone oggi in piazza. Extinction Rebellion
Ultima Generazione: un’altra assoluzione con formula piena
Un’altra sentenza, un’altra assoluzione questa mattina al Tribunale di Roma. Cinque persone, aderenti ad Ultima Generazione, sono stati assolte “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.) per un’azione di protesta in via Appia Nuova il 29 settembre del 2023; contestualmente a due degli imputati è stata riconosciuta la tenuità del fatto per la violazione di foglio di via. Questa sentenza si unisce alle già diverse assoluzioni per le azioni dirette nonviolente e arriva a pochi giorni dal parere di incostituzionalità della Corte di Cassazione a proposito del dl Sicurezza, nato proprio per criminalizzare queste forme di proteste e non affrontare i reali problemi del paese: il collasso climatico – di cui il caldo feroce di questi giorni è sintomo – e il caro vita. Samuele, una delle persone imputate ha dichiarato: Siamo state assolte completamente, il reato non sussiste. La giudice ha ascoltato il nostro avvocato che ha giustamente fatto notare come sia insensato condannare dei cittadini che si mettono in prima fila, che rischiano la propria incolumità, per adempiere al proprio dovere e proteggere il nostro ambiente; non è che il minimo. Tutto questo ci rincuora ed evidenzia la giustezza delle nostre pratiche di resistenza e ci spinge ad andare avanti. PERCHÈ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finchè non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. Ultima Generazione
Ultima Generazione: Firenze, ricorso alla Corte Costituzionale
Nel corso del processo per l’imbrattamento della sede regionale del Ministero Economia e Finanza, il giudice ha sollevato la questione della legittimità costituzionale per l’articolo 18 TULPS. Sì è tenuta questo lunedì l’udienza per del processo per l’imbrattamento della sede regionale del MEF a Firenze nel gennaio 2023: Le persone imputate erano accusate di imbrattamento, articolo 639 c.p., concorso in reato (110 c.p.) e manifestazione non preavvisata, articolo 18 TULPS. Nell’udienza in questione il giudice avrebbe dovuto emettere la sentenza, invece è accaduto qualcosa di inaspettato: il giudice ha deciso di sollevare la questione della legittimità dell’articolo 18 TULPS ricorrendo alla Corte Costituzionale.  Il TULPS – Testo unico di leggi per la pubblica sicurezza – è stato emanato nel 1931, in pieno periodo fascista; l’articolo 18 sostanzialmente impone che le manifestazioni in luogo pubblico debbano essere preavvisate alla Questura. Il ricorso non riguarda l’articolo nella sua interezza, ma la sanzione penale prevista, in caso di mancato preavviso (fino ad un anno di carcere o una multa) L’accettazione del ricorso porterebbe ad abrogare la sanzione penale per il mancato preavviso (rimarrebbe l’obbligo di preavviso sancito dall’articolo 17 della Costituzione). Si ritiene che la sanzione penale per la mancata comunicazione alla questura di una manifestazione in luogo pubblico sia sproporzionata e quindi incostituzionale. Il risultato porterebbe a una sanzione amministrativa, molto meno grave di una sanzione penale che criminalizza coloro che esercitano un diritto fondamentale protetto dalla Costituzione. Ovviamente il ricorso può essere respinto e in questo caso il giudice dovrebbe emettere sentenza di condanna. Da notare che lo stesso giudice ha chiesto il ricorso alla Corte Costituzionale in un’udienza svoltasi poco prima della nostra, sempre in merito all’applicazione del 18 tulps (in questo caso si trattava di una manifestazioni di anarchici contro il 41 bis). Questa decisione può rappresentare una svolta per il diritto di manifestare in Italia, eliminando – o ridimensionando – un reato che, fin dalla sua istituzione, tradisce la sua origine repressiva. Una svolta tanto più importante perché arriva a poche settimane dall’approvazione del Dl Sicurezza e dimostra che le azioni dirette nonviolente, dalla strada al Parlamento, passando per le aule dei tribunali, portano alla trasformazione della società. I nostri canali: Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: * Sito web:https://ultima-generazione.com * Facebook@ultimagenerazione.A22 * Instagram@ultima.generazione * Twitter@UltimaGenerazi1 * Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22.   . Ultima Generazione
SCUOLA RESISTENTE: LA PUNTATA DI SABATO 7 GIUGNO 2025
Come raccontare ai giovani, l’arte del dissenso nei confronti delle (non) politiche per l’ambiente, oggi a dir poco irresponsabili? Se poi quest’arte del dissenso, non violenta e pacifista, viene praticata da un’organizzazione che ha scelto di darsi come nome, Ultima Generazione, allora la faccenda si complica. Insieme a Marco Bendinelli storico conduttore di Radio Onda d’Urto e curatore della trasmissione sulle tematiche socio-ambientali, Onda Anomala, abbiamo parlato di questo ed altro con Marco Sonseri, sceneggiatore di fumetti che insieme a Giuseppe Guida, disegnatore, hanno da poco pubblicato una graphic-novel su U.G. Come ha sottolineato Marco Bendinelli, U G. è anche un movimento popolare che nasce dal basso che sperimenta modalità nuove di socialità, di mobilitazione e forme sempre nuove di attivismo, spesso anticipando le mosse di governi sempre più repressivi. D’altra parte “il re è nudo” e il fastidio provato dai vari governi, legati mani e piedi, alle industrie del fossile, all’agroindustria e alle lobby, è direttamente proporzionale alla produzione giurisprudenziale panpenalista, messa in campo per fare fronte al dissenso, non ultimo, il colpo di mano intorno al decreto “sicurezza-paura” dove alcune norme sembrano ritagliate proprio su misura di Ultima Generazione. Attraverso il fumetto gli autori trovano il modo di affrontare le tematiche e le sfide del riscaldamento globale in maniera semplice ma non banale anche sul piano scientifico. Un papà che lavora in un museo e un figlio che muove i primi passi in campo giornalistico, sono la soluzione narrativa scelta per affrontare, da un lato il tema della dissonanza cognitiva rispetto a forme dal forte impatto “visivo” ma dalle conseguenze sulle opere d’arte prese di mira, monumenti o snodi stradali pressoché nulli. Eppure, gli stereotipi, i pregiudizi e i cliché su queste azioni veicolati ad alto volume da tutti i mass-media mainstream, si sono trasformati in un luogo comune talmente condiviso dalla popolazione che forse proprio una graphic-novel si era resa indispensabile per contribuire a smontarli. “Scrivere fumetti e libri – precisa Sonseri – significa essere un cantastorie, una persona che utilizza un linguaggio per aprire squarci di fantasia o finestre sul reale. L’idea di scrivere “Ultima Generazione. L’arte del dissenso” nasce dalla voglia di capire questo movimento ambientalista ma che sarebbe più giusto chiamare, come voi lo avete definito, sociale. L’ho proposto a Giuseppe Guida – prosegue Sonseri – che ha messo a punto uno stile grafico adatto al tipo di storia e ho poi contattato Michele Giuli, cofondatore del Movimento, che ho intervistato molto. L’obiettivo era capire Ultima Generazione e riportare esattamente i concetti espressi da Michele. Cosa che, per ammissione di Michele, è avvenuta. È un lavoro molto documentato ma accessibile a chiunque”. In questi giorni è partita la nuova campagna denominata dal movimento, “Il giusto prezzo”, giusto per i piccoli produttori che sono strozzati dalla grande distribuzione, giusto per i consumatori molti dei quali faticano ad arrivare a fine mese, giusto per l’ambiente, violentato dalla grande distribuzione produttrice insieme, ai rigassificatori, di metano un gas-serra otto volte più potente della CO2. Siccome le varie lotte stanno progressivamente unendosi tra loro mano a mano che cresce la consapevolezza di chi sia il nemico comune, Ultima Generazione scende e scenderà in piazza anche contro il decreto-sicurezza/paura e contro la corsa agli armamenti. La puntata di sabato 7 giugno 2025. Ascolta o scarica.
Ultima Generazione in azione al Carrefour
Azioni nei supermercati a Varese, L’Aquila, Sassari, Milano, Torino ,Foligno, Bologna e Saluzzo. A Roma quattro persone fermate fuori da un Esselunga. Questa mattina due persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno preso parte a un’azione presso il supermercato Carrefour a Varese. L’azione è stata molto semplice: mentre una persona filmava, Paolo l’altro partecipante all’azione, ha tenuto un breve discorso in cui denunciava la complicità di Carrefour con il genocidio in Palestina e invitava le persone presenti a boicottare la grande distribuzione organizzata (GDO). L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre, per lanciare un boicottaggio nazionale e produrre una pressione economica visibile. Quest’azione fa parte di una serie di azioni avvenute in diverse città italiane – L’Aquila, Foligno, Sassari, Bologna, Torino, Roma. A Roma le forze dell’ordine hanno impedito a quattro persone di entrare in un’Esselunga. Anche in altre città, personale della Digos era presente e ha provveduto a identificazione e controlli. Una pressione preoccupante nei confronti di manifestazioni totalmente pacifiche e nonviolente. All’indomani dell’approvazione del Dl Sicurezza stanno già pensando a nuovi modi per criminalizzare le forme di protesta? LE RAGIONI DEL BOICOTTAGGIO Le ragioni per boicottare la GDO sono molteplici. Da un lato, schiaccia gli agricoltori italiani, già messi in ginocchio dalla crisi climatica, con prezzi insostenibili. Dall’altro, come abbiamo voluto evidenziare oggi, Carrefour è complice del genocidio in Palestina, attraverso rapporti economici con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi. Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese: attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della fame e della sete come strumenti di guerra. L’azione di oggi si collega direttamente alla manifestazione nazionale per la Palestina che si tiene a Roma, e rilancia un messaggio chiaro: non possiamo restare complici. In un momento in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo sistema. Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione. Per questo, invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio in vista dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina. CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour. “Inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”. Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata, che è già basato sullo sfruttamento delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019. La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio PROSSIMI PROCESSI: ·        9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach Volley ·        10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli ·        10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente dei muri del Ministero della Transizione Ecologica ·        11 giugno, ore 13: Roma udienza dibattimentale per l’azione al viadotto della Magliana del 17.12.21 ·        11 giugno, ore 10.30: Roma udienza dibattimentale per l’azione al GRA del 16.12.21 I NOSTRI CANALI Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: ·        Sito web:https://ultima-generazione.com ·        Facebook@ultimagenerazione.A22 ·        Instagram@ultima.generazione ·        Twitter@UltimaGenerazi1 ·        Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Ultima Generazione: Roma, assolti attivisti per azione alla Fontana di Trevi
Assolte per tenuità del fatto le nove persone che presero parte all’azione nel maggio 2023. Nel primo pomeriggio di oggi è stata emessa, con rito abbreviato, la sentenza per l’azione alla fontana di Trevi del 21 maggio 2023. Come nella precedente azione alla Barcaccia, le persone imputate versarono carbone vegetale nella vasca per richiamare, a pochi giorni dalla disastrosa alluvione in Emilia Romagna, l’attenzione sul collasso eco-climatico e sulle responsabilità del governo che continuava – e continua – a foraggiare le industrie del fossile. Anche questa azione, come quella della Barcaccia, è stata condotta con l’intento di lanciare un messaggio forte e necessario, ma senza danneggiare il monumento: “Si è verificato – si legge nella perizia tecnica depositata nel corso della prima udienza – che le superfici non avevano assorbito il colorante: nessuna traccia è rimasta visibile sul marmo del bordo della vasca, né sui travertini della scogliera”. Il giudice ha quindi assolto le persone imputate per tenuità del fatto. Rischiavano fino a tre anni di carcere con l’accusa di “imbrattamento di beni artistici” (articolo 518 duodiecis c” c.p.) Questa sentenza è una vittoria della disobbedienza civile nonviolenta. Mentre il governo approva nuovi strumenti repressivi con il Dl Sicurezza, noi rilanciamo. Continueremo a protestare, a bloccare, a costruire. E lo faremo insieme, con la forza collettiva di chi chiede giustizia climatica e sociale. Per questo chiamiamo al boicottaggio della grande distribuzione organizzata: per chiedere il taglio dell’IVA sui beni essenziali e dire basta a un sistema che protegge i profitti, non le persone. LA NOSTRA NUOVA CAMPAGNA: PERCHÉ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?  Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finché non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse, ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. PROSSIMI PROCESSI: * 9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach Volley * 10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli * 10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente dei muri del Ministero della Transizione Ecologica I NOSTRI CANALI: Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: * Sito web:https://ultima-generazione.com * Facebook@ultimagenerazione.A22 * Instagram@ultima.generazione * Twitter@UltimaGenerazi1 * Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Dieci città in tutta Italia sfidano le autorità contro il decreto sicurezza con una nuova campagna
Da Ancona a Cagliari e Roma: in una sola giornata, oltre 7.000 adesioni al boicottaggio di massa per chiedere il taglio dell’IVA sui beni essenziali. Con la giornata di ieri si è chiuso un nuovo capitolo della mobilitazione promossa da Ultima Generazione, che ha visto lanciare con forza in tutta Italia la campagna Tagliamo l’IVA, attraverso azioni coordinate nei supermercati per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali. Con l’approvazione del nuovo Decreto Sicurezza alla Camera, abbiamo risposto con un’azione capace di aggirare la repressione e rilanciare l’efficacia dell’azione collettiva: un boicottaggio della grande distribuzione organizzata — ovvero dei supermercati — per ottenere una misura concreta e immediata a tutela delle fasce più colpite dall’ingiustizia economica. L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre, per dare il via a un boicottaggio vero e proprio e generare una pressione economica su larga scala. L’Aquila ha segnato l’apertura ufficiale della campagna, entrando nel vivo con una partecipazione attiva. Le città protagoniste della giornata sono state: Roma, Torino, Genova, Cagliari, Forlì, Rimini, L’Aquila, Bologna, Ancona e Milano. In ognuna di queste località, gruppi di persone comuni hanno dato vita ad azioni nonviolente, interrompendo pacificamente la routine della spesa nei supermercati, esponendo striscioni con scritto “Tagliamo l’IVA” e distribuendo volantini informativi per sensibilizzare clienti e lavoratori. Inoltre, Ultima Generazione ha partecipato al corteo di Roma contro il Decreto Sicurezza, ribadendo la propria opposizione a ogni forma di repressione del dissenso e portando in piazza la richiesta di giustizia climatica ed economica. Quella di oggi è stata una giornata densa, partecipata e determinata, che ha rilanciato con forza il messaggio centrale della campagna: costruire insieme un’azione collettiva ampia e incisiva per la giustizia sociale. PERCHÈ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?  Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finchè non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. PROSSIMI PROCESSI: * 3 giugno, ore 9.30: Roma, sentenza per azione alla fontana Barcaccia * 5 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per blocco A91 Magliana del 18.12.21 * 5 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per giorno 25 sciopero della fame Alessandro Berti a Montecitorio * 5 giugno, ore 11.00: Roma, sentenza per azione alla fontana di Trevi * 9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach Volley * 10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli * 10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente dei muri del Ministero della Transizione Ecologica  I NOSTRI CANALI: Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: * Sito web:https://ultima-generazione.com * Facebook@ultimagenerazione.A22 * Instagram@ultima.generazione * Twitter@UltimaGenerazi1 * Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Prove di regime
Oggi ho ricevuto due segnalazioni di condotte vessatorie e di ingiustificata prevaricazione nel segno di un metaforico manganello. Mentre scrivo un mio amico è stato trattenuto in caserma a Civitavecchia. Si tratta di Stefano Bertoldi, che ha protestato con uno striscione contro la militarizzazione in atto. La nave scuola Amerigo Vespucci ormeggiata al porto di Civitavecchia rappresenta un teatro invitante per manifestare contro un governo sempre più spregiudicato e autoritario con la prossima approvazione del decreto sicurezza. Lo Stato di polizia sembra ormai evidente, le forze dell’ordine si sentono autorizzate a fare ciò che vogliono, anche per l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Tuttavia una recente sentenza a Firenze stigmatizza la cattiva abitudine  di portare in caserma coloro che protestano, soprattutto se sono pochi. Oggi anche la questura di Roma cerca di imbrigliare le proteste aggiungendo al modulo del preavviso di manifestazione un invito a fornire i numeri di targa delle auto dei partecipanti a un presidio di Ultima Generazione: in pratica una richiesta di delazione. E lo mettono per iscritto, come se fosse una cosa normale e legittima. Sono prove di regime per intimidire chi protesta pacificamente con metodo nonviolento. Non possiamo accettare questa deriva liberticida; il nostro dovere rimane quello di denunciare pubblicamente queste modalità assurde, che non hanno nulla a che fare con l’ordine pubblico, ma sono invece un manganello metaforico preventivo contro il dissenso e le libertà garantite dalla Costituzione. Rayman
Ultima Generazione: Firenze, a processo per l’azione al Ministero dell’Economia
Il decreto sicurezza colpirà ogni cittadino nel suo diritto al dissenso. Ieri, lunedì 19 maggio presso il tribunale di Firenze si è tenuta l’udienza predibattimentale per il processo a cinque persone di Ultima Generazione per l’azione avvenuta il 22 gennaio 2023 davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze. I reati contestati sono: *       art. 110 cp; art. 18 TULPS *       artt. 110, 639 cp L’udienza è stata rinviata al 16 giugno 2025. Adesso processano noi, i prossimi potreste essere voi Il processo che ci vede imputati oggi è lo specchio del DL Sicurezza, inizialmente presentato come disegno di legge: un testo che rappresenta il peggiore populismo penale, pieno di norme incostituzionali e esplicitamente pensato per reprimere il dissenso. Non riuscendo a farlo passare in Parlamento con il dovuto confronto democratico, il governo ha deciso di trasformarlo in un decreto legge – un vero e proprio colpo di mano. Il ministro Piantedosi ha dichiarato che «i tempi si sarebbero prolungati troppo». In altre parole, si è scelto di aggirare il dibattito democratico perché troppo lento rispetto alla fretta di colpire chi protesta. Con il nuovo decreto, gli operai che si siederanno su una strada per difendere il proprio posto di lavoro da qualche multinazionale che per fare profitto delocalizzerà all’estero potrebbero essere condannati a sei anni di carcere. Anche gli studenti che occuperanno lo spazio all’esterno dell’università per chiedere un reale diritto allo studio, per primo alloggi ad affitti accessibili, andranno incontro alla stessa pena. Chiunque, abitante, attivista, esponente politico, protesterà in un cantiere per la realizzazione di una grande infrastruttura inutile, costosa e impattante, come ad esempio il Ponte sullo Stretto, potrebbe essere condannato fino a vent’anni di carcere. La vera emergenza è quella di un governo autoritario e poliziesco Come ha ricordato più volte la Corte Costituzionale, il decreto legge è uno strumento eccezionale, da usare solo in caso di reale necessità e urgenza. È un principio chiaro: se non c’è un’emergenza, il decreto non è legittimo. E allora ci chiediamo: qual è l’urgenza? Quale minaccia imminente giustifica l’imposizione, senza confronto democratico, di misure così repressive? La realtà è che l’unica urgenza del governo è zittire il dissenso. Questo decreto è l’ennesimo atto di asservimento e annichilimento del Parlamento, ridotto sempre più a semplice spettatore. È un uso distorto e pericoloso della legge, che svuota la democrazia mentre finge di rispettarla. Non serve immaginare un ritorno al passato: l’autoritarismo oggi passa anche per strade “legali”, usando strumenti apparentemente legittimi per limitare spazi di libertà e confronto. Noi continueremo nella resistenza civile. I nostri canali Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: * Sito web:https://ultima-generazione.com * Facebook@ultimagenerazione.A22 * Instagram@ultima.generazione * Twitter@UltimaGenerazi1 * Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “La dignità umana non è un concetto astratto”
Ho incontrato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty in Italia al cinema per vedere “Come se non ci fosse un domani”, docufilm su Ultima Generazione. Gli ho chiesto una breve intervista, con una sola domanda: Alla luce dell’ultimo rapporto sui diritti umani, reso pubblico pochi giorni fa, che cos’è la dignità per Amnesty e come si declina in modo universale? Dovremmo immaginare la dignità come la dimensione più intima, l’ultimo involucro protettivo del corpo e della vita delle persone. Quella dimensione e quell’involucro senza i quali non c’è più difesa possibile. Non è un caso che quella parola, dignità, risuoni nelle proteste del Sud del mondo: era la richiesta fondamentale delle cosiddette “primavere arabe”, la parola contenitore di giustizia, diritti (soprattutto economici e sociali), libertà, uguaglianza. Soprattutto, fine della miseria, della povertà e dello spossessamento. Quante volte abbiamo ascoltato e letto l’espressione “in dignità e nel rispetto dei diritti”. Sono concetti uniti da una congiunzione che vuol dire che senza diritti la dignità è calpestata. Per questo, quella parola è così importante anche per Amnesty International. Alcune sere fa, al premio Tiziano Terzani del festival “Vicino/Lontano” di Udine – un premio rivoluzionario perché è andato non a un vincitore ma a dei perdenti, le giornaliste e i giornalisti uccisi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza – ho assistito a un intervento di straordinaria efficacia da parte di colui che è il simbolo del giornalismo che resiste: Wael Al-Dahdouh, che ha fatto dirette per 102 giorni a partire dal 7 ottobre, al quale Israele ha ucciso dodici familiari, compresa la moglie, nel campo profughi di Nuseirat. Noi, soprattutto nel Nord del mondo dove infatti risuona poco o mai nelle proteste, tendiamo a pensare alla dignità come a un concetto filosofico, astratto. Wael ha raccontato come sia stato arduo, all’interno dei campi profughi, allestire dei gabinetti di cui le persone, soprattutto le donne, potessero servirsi in condizioni che tutelassero la loro dignità, che in questo caso vuol dire riservatezza e igiene. Come sia stato arduo solo trovare delle parti di tende che potessero isolare dalla vista quei luoghi improvvisati, come si potesse scaricarne il contenuto. Il tutto, sotto le bombe. Le parole di Wael hanno riportato all’essenzialità il concetto di dignità e per associazione mi hanno fatto venire in mente le tante campagne che Amnesty International ha avviato per convincere i governi a mettere fuorilegge pratiche barbare (penso alle mutilazioni dei genitali femminili, così come ai matrimoni forzati e precoci) e a garantire diritti fondamentali come quello all’abitare. O come, per riprendere il concetto di Wael, quella per garantire, accanto a questo diritto fondamentale, un altro diritto basilare come quello ad avere servizi igienico-sanitari adeguati. A questo punto, forse, chi legge troverà normale che esista, nel calendario delle “giornate dedicate”, il World Toilet Day, che ricorre ogni 19 novembre. Si stima che in tutto il mondo quasi due miliardi e mezzo di persone vivano senza la toilette. La mancanza e la scarsa qualità dell’acqua, insieme a bassi livelli di igiene e pratiche igienico-sanitarie inadeguate, hanno effetti negativi sulla salute delle persone, sui mezzi di sostentamento e sulle opportunità di accesso all’istruzione. Ogni giorno circa 800 bambini muoiono a causa di malattie legate all’acqua e ai servizi igienici, come la diarrea, che potrebbero essere evitate. Ma non sono solo i governi a dover essere chiamati in causa: c’è un lavoro di educazione ai diritti che non è meno importante, quello per convincere le comunità ad abbandonare usi, costumi, tradizioni che creano stigma. Uno su tutti: avere il ciclo mestruale. In alcuni Paesi, le ragazze e le donne cui “è arrivato quel momento del mese” (un giro di parole per non nominare una parola tabù) sono costrette a nascondersi nelle stalle o nelle capanne, o vengono bandite dalle loro case (in Nepal, dove il fenomeno è particolarmente diffuso, vengono separate dagli uomini anche per due settimane); altre lottano per procurarsi tamponi e assorbenti e sono costrette ad arrangiarsi con delle bende. Altre vengono persino arrestate o interrogate solo per aver manifestato pacificamente contro questo stigma. Da queste riflessioni, da questi racconti e da questi esempi possiamo trarre una conclusione: la dignità si difende giorno per giorno, a partire da bisogni essenziali. Rayman