Sit in di Extinction Rebellion e Ultima Generazione in Piazza maggiore: i corpi in protesta contro le false soluzioni del Comune alla crisi climatica
Oggi pomeriggio le attiviste di Extinction Rebellion e Ultima Generazione si
sono sedute in Piazza Del Nettuno, vicino gli alberi posti dal Comune di
Bologna, reggendo dei cartelli e dimostrando come, dopo la prima azione di due
settimane fa, non ci sia stata alcuna risposta concreta da parte degli
amministratori di questa città alle domande degli attivisti sulla gestione del
verde urbano. Gli attivisti riportano che i cartelli e le poesie posizionati il
17 luglio sono stati immediatamente rimossi: per questo oggi hanno deciso di
mettere a disposizione i loro corpi in denuncia.
“Dopo aver fatto parlare gli alberelli, adesso parliamo noi. La nostra prima
azione simbolica sottolineava che gli alberi sono esseri viventi e non
soprammobili da spostare a piacimento. In risposta alle critiche degli esperti e
nostre, la vicesindaca ha assicurato che i “vasi sono stati progettati con
accorgimenti tecnici”, ma né a latere dell’ordinanza di adozione e nemmeno sulle
pagine del Comune abbiamo trovato alcun riscontro alle sue parole, dal momento
che non è presente alcun allegato tecnico. Com’è possibile fidarsi della parola
di amministratori che rinfocolano polemiche per evitare di rispondere alle
nostre preoccupazioni?” chiede Federico.
La critica e il dissenso sono alla base delle nostre democrazie e le domande con
cui cittadini, movimenti e comitati locali stanno incalzando la Giunta comunale
sono più che legittime, di fronte a contraddizioni evidenti in un’epoca di
collasso climatico, e non possono essere strumentalizzate.
La protesta solidarizza anche con le persone che presidiano il giardino di San
Leonardo, dove alberi già adulti e radicati, in una zona non meno coperta di
cemento delle piazze in cui sono stati posizionati gli alberelli in vaso,
rischiano di essere sacrificati dall’ennesimo tentativo di privatizzazione
strisciante.
L’ordinanza di posa degli alberi in vaso è stata adottata per mitigare le ondate
di calore, riconoscendo agli alberi un potere refrigerante, ma i bolognesi
continuano ad assistere a tagli di enormi quantità di alberi in città,
soprattutto nelle periferie.
Fra i cartelli portati in piazza si legge anche una contestazione all’uso
strumentale del concetto di compensazione: è noto che alberi adulti assorbono
una quantità di anidride carbonica molto maggiore di alberi di recente
piantumazione. Gli attivisti chiedono quindi all’amministrazione comunale perché
non mette davvero al centro del proprio mandato la preservazione di questo bene
collettivo, e come possono le scarse misure di piantumazione di nuove alberature
e desigillazione del suolo, previste dal piano “Bologna Verde”, compensare la
cementificazione di decine di ettari e l’abbattimento di alberi storici e
maestosi per nuovi progetti di “riqualificazione”. Per poter sopravvivere in
città va curato il patrimonio arboreo esistente e contemporaneamente vanno messe
a dimora nuove piantumazioni.
Gli attivisti incalzano inoltre l’amministrazione bolognese ad aggiornare il
bilancio arboreo, evidenzando il numero di alberi abbattuti e quelli di nuova
piantumazione, e a tutelare ciò che rimane della fascia boscata che separa la
città dall’asse tangenziale/autostradale, gravemente minacciata dal progetto del
Passante.
Bologna è stata la prima città italiana ad adottare un’assemblea cittadina per
il clima, in seguito alle pressioni di Extinction Rebellion e a ben 2 scioperi
della fame: perché i suoi cittadini continuano a subire decisioni calate
dall’alto invece di avere processi realmente partecipativi, che portino ad una
progettualità politica veramente pubblica?
Gli esperti dell’IPCC, il panel dell’ONU che si occupa di scienza climatica,
lanciano allarmi sempre più disperati sulle minacce legate alla crisi
ecoclimatica, e pochi giorni fa anche la corte internazionale di giustizia, in
uno storico parere, ha affermato che l’inazione dei governi nel contrastare i
cambiamenti climatici rappresenta un illecito.
“Per questo continueremo a mettere in luce le contraddizioni di chi governa a
tutti i livelli: abbiamo bisogno di giustizia sociale e climatica, e non abbiamo
più tempo per soluzioni semplici quanto inefficaci” dicono le persone oggi in
piazza.
Extinction Rebellion