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Radio Solaire. Hackrocchio.
Radio Solaire. Radio Diffusion Rurale, è un film documentario sull’esperienza radiofonica di Giorgio Lolli in Africa. Ex operaio e sindacalista bolognese, porta in africa, con la sua impresa Solaire, i mezzi, le tecniche e le conoscenze che permetteranno a centinaia di radio FM indipendenti di prendere vita e alle persone di acquisire le conoscenze necessarie per crearne di nuove. Ne parliamo con i registi Federico Bacci e Francesco Eppesteingher. Presentiamo poi il programma di Hackrocchio, immancabile evento a cura dell’hacklab underscore.
RADIO AFRICA: IN MALI CONTINUA LO SCONTRO TRA MILITARI E JIHADISTI, “RISCHIO COLLASSO ECONOMICO E SOCIALE”
Radio Africa: nuova puntata, giovedì 20 novembre, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. Questa puntata è interamente dedicata al Mali, dove la situazione generale è sempre più critica. Il Paese è governato da una giunta militare dal 2020, ma l’instabilità continua a crescere. I gruppi jihadisti, in particolare quelli legati ad al-Qaeda, hanno conquistato nuovo terreno e negli ultimi mesi hanno imposto un duro blocco ai rifornimenti diretti verso la capitale Bamako. La mancanza di carburante sta provocando blackout, chiusura delle attività produttive, scuole chiuse e un forte aumento dei prezzi, mettendo in difficoltà milioni di persone. In varie zone del Paese proseguono gli scontri tra l’esercito maliano — affiancato dalle forze russe — e diversi gruppi ribelli, mentre gli attacchi jihadisti contro basi militari e villaggi causano continuamente vittime. La popolazione civile si trova schiacciata tra la violenza dei gruppi armati e le dure repressioni governative. Le agenzie umanitarie parlano di un rischio reale di collasso economico e sociale, con un numero crescente di sfollati e comunità isolate dai combattimenti. Il Mali, insomma, vive una delle fasi più delicate degli ultimi anni: un Paese diviso, impoverito e minacciato da un conflitto che continua ad ampliarsi. La puntata di Radio Africa, su Radio Onda d’Urto, andata in onda giovedì 20 novembre alle ore 18.45 (in replica venerdì 21 novembre, alle ore 6.30) con le voci di Andrea Spinelli, cofondatore della testata giornalistica Slow News nonché firma del Manifesto e di Africa Rivista e di  Amara Nouhoum Keïta, giornalista e attivista, che ha lasciato il Mali alcuni mesi fa per rifugiarsi in Costa d’Avorio. Ascolta o scarica
Native American Heritage Month 2025: “Rompere il silenzio mediatico: voci, libri, radio”
San Benedetto del Tronto, 5 novembre 2025 — Novembre, negli Stati Uniti, è il Native American Heritage Month: uno spazio pubblico dedicato alla storia, alla letteratura e ai contributi dei Popoli Nativi. Per la prima volta dal 1990, nel 2025 la Casa Bianca non ha proclamato il Native American Heritage Month: un cambio di cornice che merita attenzione pubblica. Questo comunicato è diffuso da Mauna Kea Edizioni, casa editrice indipendente con direzione editoriale di Raffaella Milandri, perché da anni lavoriamo su questi temi con un catalogo dedicato e un impegno costante a decolonizzare lo sguardo. In un anno in cui l’Heritage Month non è stato proclamato dalla Casa Bianca, chiediamo esplicitamente l’attenzione dei media italiani: non solo per dare voce al nostro lavoro, ma per aprire una conversazione pubblica sul silenziamento della letteratura nativa, sulla sua presenza nei nostri palinsesti e nelle nostre pagine culturali, e su come — anche qui, a casa — si possano costruire spazi di ascolto, racconto e relazione autentica con le comunità indigene. Premessa — un cambio di cornice istituzionale Per la prima volta dal 1990, nel 2025 la Casa Bianca non ha emesso una Presidential Proclamation per il Native American Heritage Month. Al suo posto, il 4 novembre 2025 è stato pubblicato un Presidential Message (una nota testuale nella sezione Briefings & Statements, non numerata e non inviata al Federal Register, a differenza delle proclamazioni formali). Cosa contiene il Presidential Message   Il Presidential Message del 4 novembre 2025 si apre in modo cerimoniale: “In questo National Native American Heritage Month, celebriamo i contributi duraturi dei Nativi Americani alla grandezza della nostra Nazione”. Subito dopo richiama i principi fondativi — libertà, eguaglianza, rule of law — e li aggancia all’orizzonte di America 250, il percorso che porta al 250° dell’Indipendenza nel 2026. Poi entra nel merito politico: rivendica l’impegno ad avanzare il pieno riconoscimento federale della Lumbee Tribe (richiamando il memorandum del 23 gennaio 2025 agli Interni) e spinge sull’idea di “educational freedom” per gli studenti nativi, ribadendo che abbiano diritto alle scuole del BIE (l’agenzia federale per l’istruzione nelle comunità native) e possano usare fondi pubblici per scegliere anche scuole private, religiose o ‘charter’ (pubbliche ma a gestione privata. La differenza chiave, però, è formale: non è una proclamazione. Non è un atto firmato e numerato, non finisce nel Federal Register; è un messaggio pubblicato sul sito della Casa Bianca. In altre parole, non “proclama” ufficialmente novembre, ma ne commenta il senso in termini politico-cerimoniali. Il tutto arriva in un anno in cui la cornice istituzionale si è già ritratta: a fine gennaio la DIA ha messo in pausa le “special observances” interne. Tradotto: nel 2025 non c’è il proclama, c’è un messaggio che celebra in generale, sottolinea Lumbee e scuola, ma non ha il peso formale degli anni 1990–2024. Ed è esattamente qui che si inserisce il nostro invito: se l’istituzione arretra, alziamo noi il volume dal basso. In questo contesto, Mauna Kea Edizioni ha voce in capitolo, contando in pochi anni circa 30 titoli dedicati alle culture indigene nordamericane, con autori come Lance Henson, Jim Yellowhawk, Francesco Spagna, Raffaella Milandri, e le prime edizioni italiane di Luther Standing Bear, Mourning Dove, Zitkala-Ša e altri fondamentali autori nativi americani pressoché sconosciuti in Italia e ignorati dai media. È da poco uscito il volume di Nativi Americani. Guida a miti, leggende e preghiere (Mauna Kea Edizioni), un volume rigoroso e accessibile che intreccia fonti accademiche e testimonianze orali, offrendo al lettore italiano una mappa chiara per decolonizzare lo sguardo su figure, canti, ritualità e linguaggi. Raffaella Milandri inoltre nella sua trasmissione “Nativi Americani ieri e oggi” su Radio Talpa trasmetterà venerdì 7 novembre una puntata speciale dedicata al Native American Heritage Month: un viaggio tra storia viva (dai Navajo Code Talkers a Ira Hayes), musica contemporanea indigena (da Frank Waln a Supaman fino a The Halluci Nation) e soprattutto pratiche concrete per celebrare — anche quando la cornice istituzionale si fa timida — “qui a casa”, sui media, nelle scuole, nelle biblioteche, nelle radio. “Se l’istituzione arretra, avanzano le relazioni”, dichiara Raffaella Milandri. Il silenziamento mediatico: un tema editoriale necessario Il nodo del silenziamento mediatico della cultura, storia e letteratura nativa è un canone ancora eurocentrico, con scarsa attenzione ai protocolli culturali e ai diritti dei Nativi.   “Noi celebriamo qui in Italia”: 5 gesti concreti   1. Adotta una parola: sui media, una parola al giorno sui Nativi: il nome di un popolo o tribù, un saluto in lingua del territorio come Mitakuye Oyasin che in Lakota significa “Siamo tutti connessi/parenti”. 2. La vetrina che orienta: in programmi di libri, in biblioteca e libreria, un percorso che intrecci storie orali, poesia contemporanea, trattati e graphic novel di autori nativi. 3. Apri il microfono: radio e podcast con interventi brevi sui Nativi. 4. Porta la storia sui giornali: racconta i trattati come accordi tra Nazioni; cita una poesia o un testo, ad esempio, di John Trudell. 5. Sostieni il vivente: supporta progetti per le lingue indigene (corsi, “language nests”), archivi orali, editoria: condividi, dona, partecipa. “Non servono palchi solenni: servono ascolto, relazione e scelte quotidiane.” National American Indian Heritage Month: storia, significato e il caso 2025 Che cos’è Il National American Indian Heritage Month (spesso chiamato Native American Heritage Month) è l’osservanza nazionale con cui, ogni novembre, negli Stati Uniti si riconoscono storia, culture, lingue e contributi dei popoli nativi d’America e dell’Alaska. Come mese nazionale nasce nel 1990, quando il Congresso approva una risoluzione congiunta e il presidente George H. W. Bush proclama per la prima volta novembre come “National American Indian Heritage Month”. Radici storiche (1916–1975) Le origini sono più antiche del 1990. New York, nel 1916, fu il primo Stato a istituire un’“American Indian Day” (secondo sabato di maggio), mentre altri Stati seguirono negli anni successivi con proprie date. Queste iniziative derivavano da campagne avviate nel primo Novecento da leader nativi come Arthur C. Parker (Seneca) e Red Fox James (Blackfeet). Dalla settimana al mese (1976–1990) Durante il bicentenario USA, il Congresso autorizza il Presidente Ford a proclamare la “Native American Awareness Week” (10–16 ottobre 1976). La cornice settimanale diventa più ricorrente negli anni Ottanta e, con la Pub. L. 99-471 (1986), il Congresso chiede formalmente di designare la settimana 23–30 novembre 1986 come “American Indian Week” (la Casa Bianca di Ronald Reagan emette la proclamazione). Il passaggio definitivo arriva nel 1990, quando H.J. Res. 577 / Pub. L. 101-343 designa il mese di novembre; il 14 novembre 1990 Bush firma la Proclamation 6230 che inaugura l’osservanza mensile. Dopo il 1990: denominazioni e una “giornata” nazionale Dagli anni Novanta in poi, la proclamazione presidenziale è divenuta annuale, con varianti nel nome ufficiale (“National American Indian Heritage Month”, “Native American Heritage Month”, talvolta “American Indian and Alaska Native”). Nel 2009, il Congresso istituisce anche una giornata nazionale: la “Native American Heritage Day” (il venerdì dopo il Thanksgiving), con la Pub. L. 111-33. Cosa si celebra (e perché importa) Il mese è occasione per: * programmi educativi su sovranità, trattati, lingue e patrimoni culturali; * restituzioni storiche su contributi spesso rimossi (es. code talkers navajo e di altre Nazioni, intellettuali e artisti nativi); * iniziative di collaborazione tra enti federali, Stati e governi tribali. A livello federale, il Department of the Interior/BIA coordina risorse e materiali divulgativi, mentre Stati, contee e città emettono proprie proclamazioni e attività. Il 2025: assenza della proclamazione federale, ma proclamazioni statali attive Nel 2025 non è stata pubblicata una proclamazione presidenziale per il Native American Heritage Month 2025 bensì il Presidential Message di cui abbiamo parlato prima; testate specializzate hanno evidenziato l’assenza del proclama di quest’anno, mentre il Presidente ha emesso altri proclami (ad es. Columbus Day 2025). In parallelo, diversi governatori hanno comunque proclamato novembre 2025 come mese del patrimonio nativo (es. Michigan). Cornice politico-istituzionale Nel 2025 il tema è divenuto più sensibile anche perché un memorandum della Defense Intelligence Agency (28 gennaio 2025) ha sospeso undici ricorrenze (tra cui il National American Indian Heritage Month), e successiva guidance del Pentagono ha limitato l’uso di risorse ufficiali per i cosiddetti “identity months”. Si tratta di direttive interne al DoD, Department of Defense (non leggi nazionali), ma con impatto simbolico e pratico nelle Forze Armate: le strutture militari non possono utilizzare risorse ufficiali — cioè tempo di servizio, fondi, materiali, canali comunicativi — per i “cultural/identity months”, i mesi identitari. Ricordiamo anche che a  fine febbraio 2025 è partita una sorta di “digital content refresh”: una pulizia dei siti e dei social ufficiali per archiviare o rimuovere contenuti considerati DEI — Diversity, Equity, Inclusion, cioè iniziative pensate per valorizzare diversità, equità e inclusione. Fonti chiave * U.S. Senate – Art & History: timeline storica dell’osservanza. (senate.gov) * Congress.gov: Pub. L. 99-471 (1986); Pub. L. 111-33 (2009). (Congress.gov) * The American Presidency Project: Proclamation 6230 (1990); Proclamation 10853 (2024). (presidency.ucsb.edu) * BIA / DOI: pagina istituzionale NNAHM con cronologia e risorse. (bia.gov) * Esempio 2025: Proclamazione del Michigan (1 novembre 2025). (michigan.gov) * apnews.com * them.us * washingtonpost.com   Comunicato stampa di Mauna Kea Edizioni – Gruppo Editoriale Mauna Tel   +390735757457 Via Nazario Sauro 50 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Redazione Italia
JEAN LUC STOTE: IL RICORDO DAL MONDO DELLA MUSICA
È morto Jean Luc Stote, il nostro Jean. Nella mattinata di martedì 30 settembre 2025 ha avuto un malore. 72 anni, nato a Nancy, in Francia, dal 2005 al 2019 è stato il coordinatore della redazione musicale di Radio Onda d’Urto. Poi, come diceva un po’ scherzosamente, era “andato in pensione”, continuando comunque a trasmettere, quotidianamente, con la Compagnia dei Gatti Neri, oltre che con Casa Titta, il mercoledì pomeriggio, in tandem con Titta Colleoni, suo grande amico, scomparso anche lui, quest’estate. Lungo la strada che abbiamo percorso insieme, durante ogni edizione della Festa di Radio Onda d’Urto Jean Luc è stato conduttore e coordinatore dell’“acquario”, lo studio mobile di Radio Onda d’Urto accanto al palco principale della Festa. Con di sfondo le decine di vinili che decorano la parete del prefabbricato (soltanto una piccola parte delle sue migliaia di dischi), ha intervistato decine e decine di artiste e artisti prima e dopo i concerti, dedicando sempre lo stesso entusiasmo, interesse e passione a ogni musicista, che si trattasse di un nome di rilievo internazionale o di una band emergente che si apprestava a suonare in una delle tende. In queste ore, molte e molti di loro ci stanno inviando audio con i loro ricordi e le loro dediche (e molte altre continuano ad arrivare mentre scriviamo): * Caparezza – Ascolta o scarica. * O’ Zulù, 99 Posse – Ascolta o scarica. * Paletta, Punkreas – Ascolta o scarica. * Noise, Punkreas – Ascolta o scarica. * Fede Dragogna, I Ministri – Ascolta o scarica. * Diego Spagnoli, direttore di palco di Vasco Rossi – Ascolta o scarica. * Ottavia Brown – Ascolta o scarica. * Alessio Lega – Ascolta o scarica. * Filippo Andreani, Atarassia Grop – Ascolta o scarica. * Dava, Vallanzaska – Ascolta o scarica. * Kino, Arpioni – Ascolta o scarica. * Simone Grazioli, chitarrista – Ascolta o scarica.       #JeanLucStote
Da lun 06/10 a ven 10/10 in Pz Dalmazia – Radio Wombat – Gaza (A)live
Da lunedì 6 a venerdì 10 ottobre ci troviamo tutti i giorni in piazza Dalmazia a Firenze, dalle 19 alle 21 per aggiornamenti dal basso e senza censura su quello che sta succedendo in Palestina. In diretta anche su Radio Wombat https://radiowombat.net 1359 AM Passa a trovarci, porta contenuti e diffondi solidarietà Continuiamo a farci sentire! mail: postawombat@insiberia.net messaggeria: https://messaggeriawombat.vado.li
Un gancio alle Big Tech
Puntata della trasmissione radio "Le dita nella presa" dedicata a dare un "gancio" alle Big Tech: si parla del libro Pedagogia Hacker, di una tecnologia convivale come l'agenda condivisa Gancio e della sua istanza romana, del progetto Gazaweb per mantenere le comunità connesse. Raccontiamo cosa è Gancio, agenda digitale condivisa, cos'è e come si usa. Spieghiamo in modo dettagliato come si aggiungono gli eventi, se e come crearsi un utente... ma anche come stampare facilmente una locandina con la lista degli eventi della prossima settimana. Ascolta l'audio del racconto di roma.convoca.la (Gancio de Roma) Passiamo poi a parlare di Pedagogia Hacker, raccontando come, con un approccio esperenziale ci permetta di capire meglio il modo in cui ci relazioniamo con le macchine, togliendo degli strati e quindi riducendo l'alienazione tecnica e aprendo possibilità di liberazione. Ascolta l'audio sulla Pedagogia Hacker, corsi e laboratori Concludiamo con il racconto dell'esperienza di Gazaweb, una pratica di resistenza all'occupazione israeliana. Ricordiamo che subito dopo l'alluvione al-aqsa Israele ha colpito duramente le comunicazioni telematiche nella striscia di Gaza, di fatto isolandola completamente. Gazaweb cerca di mantenere delle possibilità di comunicazione, affidandosi alla tecnologia della e-SIM e al fondamentale lavoro dei giardinieri della rete. Ascolta l'audio sull'esperiena di gazaweb e gli alberi della rete, corsi e laboratori Ascolta la puntata completa sul sito di Radio Onda Rossa
Radio Scienza POP
Nei mesi di febbraio e marzo 2025 abbiamo condotto un corso di Pedagogia Hacker di trenta ore per una classe di III superiore presso l'istituto comprensivo Carducci di Roma. A margine di questa esperienza siamo state intervistate da Radio Carducci per raccontare cosa è la Pedagogia Hacker! Ascolta l'intervista sul sito di Radio Carducci https://www.radiocarducci.com/podcast/radio-scienza-pop-15-04-25/
Domenica 30 Marzo dalle 18.00 – Inaugurazione mostra “La Liberazione di Firenze Nord”
Domenica 30 Marzo alle 18 inaugurazione della mostra: 11-31 Agosto 1944, la Liberazione di Firenze Nord A seguire : * interventi * “BelliRadio” installazione audio con estratti delle registrazioni di Radio Firenze effettuate in strada durante i giorni della Liberazione della città. * apericena Iniziativa riprogrammata inizialmente prevista per Domenica 16 Marzo La mostra rimarrà in visione nelle settimane successive negli orari di apertura del Centro Sociale