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IRAN: GLI USA BOMBARDANO TRE SITI NUCLEARI. TEHERAN: “LA GUERRA E’ INIZIATA”.
Nelle prime ore di domenica 22 giugno 2025 gli Usa sono entrati direttamente nella guerra contro l’Iran, provocata dai raid israeliani del 13 giugno 2023. Gli Usa hanno bombardato tre siti nucleari in Iran. Utilizzati i bombardieri stealth B-2 dell’USAF armati con bombe e missili Massive Ordnance Penetrator (MOP) GBU-57, ritenute in grado di colpire in profondità sottoterra. Secondo la Cnn, sul solo sito nuclare sotterraneo di Fordow, sganciate complessivamente 180 tonnellate di bombe. Ad annunciarlo è stato Trump, sostenendo che siano stati colpiti “i siti di Fordow, Natanz ed Esfahan. Questo – le sue parole – è uno momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo”. Plaude Netanyahu, che nella neo-lingua della guerra globale oggi ormai in uso aggiunge: “Io e Trump diciamo spesso, ‘la pace attraverso la forza’. Prima viene la forza, poi viene la pace. Trump e gli Stati Uniti hanno agito con molta forza”. “Ridurremo in cenere le basi Usa, la guerra è iniziata” è  la prima replica dei Pasdaran, mentre la diplomazia iraniana chiede un Consiglio di sicurezza Onu d’urgenza dopo i bombardamenti. Sul lato militare, l’Iran ha scagliato decine di missili e droni su Israele; chiuso lo spazio aereo, colpite le aree di Tel Aviv (due edifici in fiamme), Haifa e i dintorni di Gerusalemme. Decine i feriti.   Di seguito la prima analisi di Pagine Esteri (clicca qui per aggiornamenti): “…Le pressioni israeliane sul governo statunitense hanno avuto evidentemente effetto e l’inquilino della Casa Bianca – che nel corso della campagna elettorale e ancora dopo la sua vittoria aveva promesso “mai più guerre” – ha deciso di entrare in campo per permettere allo “stato ebraico” di perseguire i suoi obiettivi in Iran. Nei giorni scorsi Trump si era dovuto confrontare con una consistente fronda nel Partito Repubblicano e nel movimento Maga, all’interno dei quali forti e numerose erano state le voci contrarie ad ogni intervento militare contro l’Iran, in nome dell’isolazionismo proclamato dalla destra più radicale e delle possibili ripercussioni in Medio Oriente. Ma evidentemente Trump non vuole lasciarsi sfuggire l’opportunità di infliggere un duro colpo alla Repubblica Islamica d’Iran, che costituisce un obiettivo storico non soltanto di Israele ma anche di ambienti politici e militari statunitensi trasversali. Inoltre, un indebolimento dell’Iran se non addirittura un “regime change” a Teheran provocherebbero un duro colpo alla strategia della Cina in Medio Oriente. L’Iran è infatti uno dei nuclei fondamentali della “Nuova Via della Seta”, il corridoio commerciale e infrastrutturale finanziato e gestito da Pechino in decine di paesi, oltre a costituire uno tra i principali fornitori di combustibili fossili della Repubblica Popolare”. Ascolta o scarica qui gli approfondimenti di Radio Onda d’Urto sull’Iran, realizzati negli ultimi giorni.