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Ancora morti sul lavoro nella provincia di Caserta, per mancanza di sicurezza
ANCORA MORTI SUL LAVORO NELLA PROVINCIA DI CASERTA – ANCORA INCIDENTI E OMICIDI PER MANCANZA DI SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO Oggi (ieri, ndr) venerdì nero in Provincia di Caserta a Marcianise presso la ECOPARTENOPE, azienda impiegata con i propri interessi nella raccolta e nel trattamento di olii esausti e […] L'articolo Ancora morti sul lavoro nella provincia di Caserta, per mancanza di sicurezza su Contropiano.
Giugliano. Aggressioni contro i migranti, domenica assemblea
Nelle ultime settimane a Giugliano si sono verificati diversi episodi di aggressioni a sfondo razziale nei confronti di cittadini africani, in gran parte lavoratori delle campagne. Si tratta di fatti di estrema gravità, che si consumano spesso mentre queste persone si spostano per raggiungere il lavoro o rientrare a casa, […] L'articolo Giugliano. Aggressioni contro i migranti, domenica assemblea su Contropiano.
Manifestazione di Napoli
UNA GIORNATA DI LOTTA PROLETARIA AL FIANCO DEI DISOCCUPATI NAPOLETANI: AGLI SCIACALLI E AI CARROZZONI ELETTORALI RISPONDIAMO UNITI E ORGANIZZATI! Oggi a Napoli più di mille tra disoccupati, operai del SI Cobas con delegazioni da tutta Italia, studenti e solidali hanno manifestato per le vie del centro per rispondere in maniera unitaria agli attacchi repressivi e ai tentativi di divisione portati avanti dalle istituzioni (con in prima fila esponenti della destra di governo) all’indomani della truffa del click day attraverso la quale qualcuno si illude di poter escludere una parte della platea dei movimenti 7 novembre e Cantiere 167 Scampia dal piano di formazione finalizzata al lavoro: un piano che, come dimostrano gli stessi atti e verbali istituzionali di questi mesi, frutto unicamente della dura e coerente lotta dei disoccupati organizzati. Oggi in piazza i disoccupati hanno trovato al loro fianco i loro alleati di sempre: i lavoratori SI Cobas della logistica (UPS, FedEx, BRT) i licenziati GLS, lavoratori arrivati da Milano, Piacenza, Bologna, Genova, Torino, Modena, Roma, dalla Calabria e dalla Sicilia; i compagni della TIR, gli studenti e gli attivisti della zona flegrea, di Aversa, Santa Maria Capua Vetere e da varie parti della Campania, il FGC e realtà varie della sinistra di classe; ma anche e soprattutto numerosi attivisti a sostegno della resistenza del popolo palestinese, i quali in questi anni di mobilitazione contro il genocidio a Gaza hanno sempre ricevuto supporto dai disoccupati. Non è un caso che durante il corteo molti interventi hanno sottolineato il legame tra “guerra interna”, “guerra esterna” e il genocidio sionista a Gaza, su tutti i compagni dei Giovani Palestinesi che per domani hanno lanciato un’assemblea nazionale a Roma in vista della manifestazione del 4 ottobre. E non è un caso se la manifestazione ha ospitato l’intervento in diretta con Lorenzo D’Agostino, giornalista -attivista imbarcato su una delle navi della Global Sumud Flottilla dirette a Gaza per rompere il blocco navale e portare generi di prima necessità alla popolazione devastata e affamata dai macellai sionisti. Tanti interventi hanno inoltre evidenziato come l’attacco alle lotte proletarie e agli scioperi e la stretta repressiva portata avanti dallo stato e dal governo, rispondono sempre più a una necessità di normalizzazione e disciplinamento che procede di pari passo con i preparativi di una nuova guerra mondiale: una guerra che è già in atto e che vede i lavoratori e le masse sfruttate ridotte a carne da macello sui teatri di scontro militare già in atto, oppure costrette a pagare i costi della corsa frenetica al riarmo con un peggioramento delle condizioni di vita e salariali, con i tagli alla spesa sociale e con l’aumento dello sfruttamento sui posti di lavoro. Il corteo è terminato sotto la sede del comune a palazzo San Giacomo, dove una delegazione dei movimenti 7 novembre e Cantiere 167 sono stati ricevuti dall’amministrazione per ribadire che l’iter di formazione deve partire per tutta la platea e nessun disoccupato dovrà essere escluso ne rimanere indietro. Le garanzie istituzionali di queste ore rappresentano un buon viatico per una conclusione positiva della vertenza, ma ciò a condizione che i disoccupati facciano tesoro dell’esperienza e non retrocedano di un millimetro sul terreno della lotta finché questo primo traguardo non sarà definitivamente raggiunto! La piazza di Napoli ha altresì rappresentato un primo, positivo banco di prova per le mobilitazioni dei prossimi giorni e settimane, a partire dagli scioperi e dalle piazze a sostegno della resistenza palestinese e della Sumud Flottilla. Come SI Cobas faremo come sempre la nostra parte, lavorando per sostenere questi appuntamenti in maniera realmente unitaria e lavorando per fare si che in questo movimento sia sempre più forte la voce e il protagonismo dei lavoratori e affinché gli scioperi e i blocchi della produzione e della distribuzione si intensifichino in tutte le principali filiere ed arterie del profitto e dell’economia capitalistica: a partire dai porti, dalla logistica e dalle industrie complici con la corsa al riarmo e con il genocidio del popolo palestinese. L’incontro tra i movimenti solidali in Italia e a livello internazionale, con le masse lavoratrici arabe e immigrate e con i lavoratori e proletari autoctoni, può e deve rappresentare la miscela esplosiva capace di dare vita a uno sciopero generale capace di bloccare davvero tutto!!! Ora e sempre al fianco dei disoccupati 7 novembre e Cantiere 167 Scampia Toccano uno toccano tutti! Solo la lotta paga! Palestina libera dal fiume al mare! L'articolo Manifestazione di Napoli proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Mille bandiere per Gaza sul Pontile di Bagnoli
Difendi le barche della Global Sumud Flotilla Domenica 14 settembre corteo e manifestazione a Napoli a sostegno della Global Sumud Flotilla “ Difendi le barche della Global Sumud Flotilla ” è lo slogan lanciato dal Global Movement to Gaza per la Campania, che ha promosso per domenica 14 settembre una manifestazione con corteo per le strade di Bagnoli . Il corteo partirà alle ore 11:00 da Viale Campi Flegrei e si dirigerà verso il Pontile di Bagnoli , dove intorno alle ore 12:00 accoglierà le imbarcazioni provenienti da Torre Annunziata e Torregaveta. Ancora una volta, come un’onda inarrestabile, si scende in piazza per sostenere il popolo palestinese ed essere al fianco della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla . La scelta di Bagnoli non è casuale: quartiere operaio che negli anni ’60 e ’70 è stato all’avanguardia del movimento di solidarietà con il popolo vietnamita in lotta contro il colonialismo, come ricordano gli attivisti del Movimento. I cittadini di Bagnoli sono chiamati a testimoniare concretamente quei valori e quella storia, a schierarsi senza ambiguità con la resistenza del popolo palestinese contro l’aggressione genocida del governo di Israele. È una chiamata all’agitazione permanente, in linea ea fianco della mobilitazione mondiale di solidarietà contro l’aberrante progetto di morte che cresce nel mondo ogni giorno, e al sostegno degli oltre mille attivisti provenienti da 44 Paesi che si stanno dirigendo verso Gaza con l’obiettivo di rompere l’assedio e portare aiuti concreti a una popolazione stremata, mentre le imbarcazioni subiscono pesanti attacchi dal cielo nelle acque tunisine. La Global Flotilla di terra della Campania chiede al governo di tutelare e proteggere i cittadini a bordo delle imbarcazioni, il ripristino della legalità internazionale e l’applicazione di sanzioni contro Israele. Nessuno può più rimanere inerme: è una chiamata rivolta a tutti. C’è bisogno come non mai di una voce collettiva che si levi sempre più alta, un grido contro cui devono infrangersi le minacce alla vita stessa degli attivisti. Bagnoli e l’Area Flegrea , territori di pace e di accoglienza, anche questa volta saranno in prima fila. Redazione Napoli
Jabil: USB in presidio davanti la prefettura di Caserta. Basta finzioni, basta sprechi!
Questa mattina, le lavoratrici e i lavoratori Jabil sono tornati in presidio sotto la Prefettura di Caserta. Un’iniziativa promossa dall’Unione Sindacale di Base per chiedere al Prefetto di farsi portavoce, presso il Governo e le istituzioni competenti, delle legittime rivendicazioni di chi da anni difende con determinazione il proprio lavoro, […] L'articolo Jabil: USB in presidio davanti la prefettura di Caserta. Basta finzioni, basta sprechi! su Contropiano.
Elezioni Regionali: Per una Campania Popolare!
Viviamo in una Campania che, dopo oltre un decennio di dominio politico e amministrativo segnato da scelte autoritarie e clientelari, oggi si trova di fronte all’ennesima riedizione di un sistema di potere che, dietro proclami e slogan di cambiamento, continua a garantire solo sé stesso. Il recente patto di spartizione […] L'articolo Elezioni Regionali: Per una Campania Popolare! su Contropiano.
Poggioreale, privacy violata e diritto d’asilo negato
Il 19 agosto 2025 il deputato Francesco Emilio Borrelli pubblicava su Facebook e Instagram le foto dell’arresto di Elokla Mohmed Kazem. L’immagine ritraeva il ragazzo, richiedente asilo, apparentemente ammanettato, inconsapevole dello scatto e con il volto non oscurato. Il post, commentato con la frase “preso uno dei due evasi da Poggioreale”, ha avuto migliaia di interazioni, alimentando una gogna mediatica di tenore xenofobo e fortemente violento. Successivamente, il deputato pubblicava altri due post con altre immagini del sig. Elokla e del sig. Mahrez Souki, non opportunamente oscurate, ritratti nell’immediatezza dell’arresto. È a partire da questo episodio che diverse associazioni hanno inviato un esposto, redatto dall’avvocata Martina Stefanile di ASGI 1, al Garante nazionale e regionale delle persone private della libertà, al Garante della privacy e all’UNHCR per denunciare due questioni: la diffusione illecita delle immagini dei detenuti Elokla Mohmed Kazem e Mahrez Souki, e la violazione dei diritti fondamentali all’interno della Casa Circondariale “Giuseppe Salvia” di Napoli – Poggioreale, in particolare la sospensione di fatto del diritto d’asilo per i cittadini stranieri detenuti. A firmarlo sono la Clinica Legale per l’Immigrazione dell’Università Roma 3, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI, Antigone Campania, Melting Pot Europa, Spazi Circolari, Le Carbet, Attiva Diritti, Chi Rom e…chi no, La Kumpania, Mem.Med – Memoria Mediterranea per LasciateCIEntrare e Gridas. La pubblicazione delle foto, riporta il documento, viola diverse norme nazionali e internazionali, dal diritto alla privacy sancito dalla CEDU al divieto previsto dall’articolo 114 del codice di procedura penale di diffondere immagini di persone private della libertà in stato di coercizione. Ma è tutta la vicenda che, tra esposizione mediatica sensazionalistica e ostacoli burocratici, porta alla luce la condizione fragile e spesso invisibile dei detenuti stranieri in Italia, il cui diritto a chiedere protezione internazionale rischia di restare impossibile da dietro le sbarre. A rendere ancora più evidente la vulnerabilità di Elokla sono le parole del giornalista e volontario della Comunità di Sant’Egidio Antonio Mattone, che lo aveva incontrato di persona: «A chi lo ha conosciuto il ragazzo siriano di 23 anni fuggito da Poggioreale etichettato dalla cronaca come un rapinatore, è sembrato essenzialmente un ragazzo di estrema fragilità». Il giovane, ricostruisce Mattone, «viveva in un paese ai confini con la Turchia ed è scappato a piedi fino a giungere in Italia. Quando gli è stato chiesto della sua famiglia gli sono scesi due lacrimoni: erano tutti morti, uccisi in quell’infinita guerra civile che insanguina la Siria dal 2011. Arrivato nel nostro Paese, senza riferimenti e legami, ha vissuto per strada dove ha iniziato a drogarsi e a compiere gesti di autolesionismo, quasi a volersi lasciare andare. Poi una rapina per avere qualche soldo ed è così finito in carcere». Un quadro che per le associazioni firmatarie avrebbe dovuto imporre maggiore cautela nella tutela della dignità del ragazzo, piuttosto che un’esposizione pubblica capace di aggravare ulteriormente la sua condizione. L’altra denuncia contenuta nell’esposto riguarda il diritto d’asilo, che all’interno di Poggioreale risulta di fatto sospeso. «Su queste premesse, si apre uno scenario gravissimo che vede sistematicamente lesi i diritti dei rifugiati e richiedenti asilo all’interno del penitenziario napoletano», scrivono le associazioni. Secondo le segnalazioni raccolte, i detenuti stranieri possono esprimere la volontà di chiedere protezione internazionale soltanto tramite i loro avvocati, che trasmettono le istanze via PEC all’Ufficio Matricola e alla Questura di Napoli. Se un detenuto tenta di presentare la richiesta autonomamente, ciò è consentito solo a ridosso del fine pena. Ma anche in questi casi le domande rimangono “congelate” per tutta la durata della detenzione. È accaduto anche a Elokla, che nell’aprile 2025 aveva presentato tramite la propria legale una formale richiesta di protezione internazionale. A distanza di mesi, non ha ancora ricevuto un appuntamento né sostenuto l’audizione davanti alla Commissione territoriale, in palese violazione dell’articolo 26 del decreto legislativo 25/2008, che prevede tempi stringenti per la formalizzazione delle domande. Gli esempi citati nell’esposto sono numerosi: cittadini sudanesi e ciadiani che hanno protocollato le loro istanze tra il 2024 e il 2025, senza alcun seguito. Tutti profughi di guerre civili e situazioni drammatiche che avrebbero dovuto garantire loro almeno un rapido accesso alla procedura. Per le associazioni firmatarie, siamo davanti a «violazioni intollerabili dell’impianto normativo posto a tutela dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo». L’appello è rivolto ai Garanti, alla Questura e alle Commissioni territoriali: serve «un urgente superamento effettivo delle violazioni di diritto rappresentate, anche previo esercizio dei poteri ispettivi propri dell’Ufficio del Garante». L’invito è a stabilire un coordinamento stabile tra amministrazione penitenziaria e autorità competenti per «assicurare ai detenuti stranieri l’esercizio di tali diritti e facoltà, che possono essere limitati solo con un provvedimento espresso». Infine, le associazioni chiedono all’UNHCR un parere tecnico e un monitoraggio costante della vicenda, mentre al Garante della privacy sollecitano «l’immediata cessazione, mediante rimozione delle immagini diffuse sulle pagine social del deputato, delle condotte lesive dei diritti fondamentali dei ritratti». 1. Leggi l’esposto inviato ↩︎
Situazione università in attesa dell’autunno caldo: quali progressi contro gli accordi con filiera bellica e partner israeliani?
Cosa succede negli Atenei italiani rispetto agli accordi con la filiera bellica e con i partner israeliani?Qual è la situazione delle Università in vista di un autunno che si preannuncia più caldo che mai? Già, perché, anche se apparentemente la pausa estiva sembra aver attenuato l’eco delle proteste studentesche e i fermenti di lotta negli atenei, in realtà si colgono tanti segnali di vivacità che ci fanno affermare che nei prossimi mesi sarà proprio il mondo accademico uno degli ambiti nei quali il fronte contro la guerra ed il riarmo sarà più attivo: * il 5 settembre si inizia alla Sapienza con un appuntamento sul ruolo dei saperi nell’economia del genocidio, organizzato dal Comitato Sapienza Palestina, dal CNR contro le guerre e dall’Assemblea precaria universitaria, nel quale interverrà Francesca Albanese. Si evidenzierà come la lotta per un’università democratica, adeguatamente finanziata e con condizioni di lavoro decentisia necessariamente legata alla lotta contro la guerra e chi fa profitto su armi e tecnologia bellica (ore 10:00 aula C, Scienze Politiche, Università Sapienza Roma); * le Assemblee precarie universitarie, che si sono moltiplicate e cresciute nella prima metà dell’anno, hanno annunciato una tappa fondamentale della loro lotta contro il precariato proprio nel cuore dell’autunno e fra i punti delle loro rivendicazioni c’è il NO alla ricerca bellica ed alle politiche di riarmo; * a settembre verrà presumibilmente firmato il CCNL Istruzione e Ricerca e sarà l’ennesimo contratto in perdita: stavolta il motivo dei mancati adeguamenti salariali all’inflazione è direttamente ricondubilie alle politiche di riarmo, che sottraggono risorse ai servizi pubblici ed al rinnovo del contratti del pubblico impiego, per cui è lecito attendersi una reazione del personale scolastico e universitario e delle sigle sindacali più attive nel contrasto alla guerra ed al riarmo; * il 13 settembre è in programma il lancio della campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” (sulla quale vi informeremo a breve in dettaglio), che mira a mettere insieme le tante realtà impegnate nel mondo dell’istruzione contro il processo di militarizzazione in atto nelle scuole e nelle università e solidali con la causa palestinese. Studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, insegnanti scolastici e docenti universitari, personale tecnico amministrativo e attivisti della società civile convergeranno in questo percorso iniziato ad aprile a Siena: per allertare rispetto ai rischi di una “israelizzazione” della società in quel segmento fondamentale che è appunto il settore della conoscenza, per dire NO alla guerra e per esprimere concretamente la solidarietà alla questione palestinese boicottando gli accordi con il complesso militare industriale e con le istituzioni israeliane sia nella didattica che nella ricerca; * la partenza della Global Sumud Flotilla verso Gaza sarà un’opportunità per il rilancio delle proteste studentesche e della solidarietà verso la Palestina, perché l’arrivo delle imbarcazioni al largo di Gaza è previsto intorno a metà settembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico, oltre che dell’anno scolastico. Insomma, un po’ di elementi che ci fanno pensare che combinati insieme si possano creare quelle condizioni presenti ai tempi delle acampade studentesche, per rilanciare con forza le richieste alle governance dei vari Atenei per un maggiore impegno concreto nel liberare i luoghi del sapere dalle pressioni militariste, ma anche al Governo per fare retromarcia rispetto alle relazioni pericolose sul riarmo con Leonardo, con la NATO e con il governo israeliano (ad esempio, Italia e Germania vogliono frenare la Commissione europea che intende sospendere Israele dai fondi di ricerca del Programma Horizon a causa del genocidio in corso). Il lavoro fatto fino ad ora non è poco (lo sintetizziamo di seguito), ma c’è ancora molta strada da fare soprattutto nel passare dalle enunciazioni di principi ad azioni concrete con riflessi pratici che cambino la realtà delle cose. RASSEGNA DI MOZIONI, DELIBERE E MODIFICHE NEGLI ATENEI RISPETTO AGLI ACCORDI Di seguito passiamo in rassegna i principali casi in cui le università italiane hanno formalmente adottato delibere, mozioni o modifiche strutturali vietando accordi con partner israeliani o con realtà collegate alla filiera bellica. Segnalateci altri casi significativi se dovessero mancare all’appello! 1. SAPIENZA — UNIVERSITÀ DI ROMA (DELIBERA SENATO ACCADEMICO, 13 MAGGIO 2025) * Il Senato Accademico ha approvato la Deliberazione n. 92/2025, che include un mandato per integrare lo statuto o regolamento al fine di: * interrompere ogni collaborazione con istituzioni e aziende israeliane coinvolte nell’apparato bellico, sospendere accordi con aziende legate al settore difesa, * riformare il Comitato Etico per includere controlli di tipo etico su collaborazioni potenzialmente belliche Wikipedia+15Sapienza Università di Roma+15Open+15. * ➤ Fonte ufficiale: verbale del Senato Accademico disponibile sul sito della Sapienza. 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO (STATALE) — SOSPENSIONE ACCORDO CON ARIEL UNIVERSITY * Nel fine 2023, formalizzata a inizio aprile 2024, la Statale di Milano ha sospeso l’accordo di collaborazione con l’Ariel University, situata nei territori occupati palestinesi. La decisione è passata attraverso un’istruttoria e voto del senato accademico DomaniDomani+2ANSA.it+2Domani+2. 3. UNIVERSITÀ DI PALERMO — SOSPENSIONE TOTALE ACCORDI CON ISRAELE (4 GIUGNO 2024) * Il Senato Accademico ha approvato all’unanimità un documento che: * sospende tutti gli accordi Erasmus con università israeliane (programmi KA171 e KA220-HED), * vieta nuovi accordi con atenei israeliani “fino al superamento della crisi”, * istituisce procedure di due diligence su accordi con potenziale dual use, * coinvolge rappresentanza studentesca nel tavolo tecnico su tali collaborazioni L’INDIPENDENTE+6L’INDIPENDENTE+6ANSA.it+6. 4. UNIVERSITÀ DI PADOVA — MOZIONE E IMPEGNO A NON AVVIARE NUOVI ACCORDI (14 MAGGIO 2024 E ULTERIORE MOZIONE 1° LUGLIO 2025) * Il Senato Accademico del 14 maggio 2024 ha approvato una Mozione per la Pace in Palestina, condannando la distruzione delle università palestinesi e richiamando principi etici secondo statuto e Codice di integrità della ricerca Reddit+15Università degli studi di Padova+15Centro di Ateneo per i Diritti Umani+15. * In una seduta successiva il 1° luglio 2025, Padova ha approvato una nuova mozione che: * condanna le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, * si impegna a non intraprendere nuovi accordi né rinnovare quelli esistenti con istituzioni israeliane ritenute coinvolte in violazioni, * mantiene solo collaborazioni a valenza puramente didattica o di ricerca non bellica L’INDIPENDENTE+4Centro di Ateneo per i Diritti Umani+4Domani+4. 5. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA — MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (2024) * Nel Senato Accademico UNIBO ha approvato una Mozione sulla guerra a Gaza, includendo impegni come: * condanna di qualsiasi aggressione a istituzioni universitarie, rafforzamento delle norme sul dual use, rifiuto di accordi con imprese e università (anche israeliane) associate a violazioni dei diritti umani o prodotti per scopi militari, * rescissione di accordi vigenti qualora i partner incorrano in tali condizioni Wikipedia+7UniboMagazine+7Open+7.       MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (18 GIUGNO 2025) Il Senato Accademico ha approvato una mozione condannando “l’escalation militare israeliana a Gaza”, le violazioni del diritto internazionale e umanitario, e ha chiesto il “rafforzamento di tutte le iniziative per il cessate il fuoco” Altreconomia+6Potere al Popolo+6quinewspisa.it+6 La Nazione+15UniboMagazine+15Corriere di Bologna+15 6. UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI — DIMISSIONI DAL COMITATO DI FONDAZIONE BELLICA (APRILE 2024) * Il rettore della Federico II, in risposta a mobilitazioni studentesche, ha annunciato le proprie dimissioni dal comitato scientifico della fondazione Med-Or (legata a Leonardo spa), principale industria bellica italiana. Il Rettore Matteo Lorito ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate. Open+4L’INDIPENDENTE+4Domani+4 7. UNIVERSITÀ DI BARI – MOZIONI E PROVVEDIMENTI (APRILE–GIUGNO 2025) * Aprile 2024: scelta unanime di non partecipare al bando di cooperazione Italia–Israele e dimissioni del Rettore Bronzini dal comitato scientifico della fondazione Med‑Or (legata all’industria bellica) La Nazione+2La Gazzetta del Mezzogiorno+2atlanteguerre.it+2 * 19 giugno 2025: il Dipartimento di Bari ha approvato una mozione di condanna contro Israele, prevedendo misure di accoglienza per colleghi palestinesi e richiedendo “esplicita presa di distanza dai diritti umani e diritto internazionale da parte del partner israeliano” Il Bo Live+14BariViva+14Barletta news24city -+14. * La mozione ha ricevuto pareri contrastanti, passando con un solo voto di scarto PugliaViva. 8. UNIVERSITÀ DI PISA – MODIFICA STATUTO E MOZIONE PER LA PACE (GIUGNO–LUGLIO 2025) * 13 giugno 2024: Senato Accademico e CdA approvano una mozione per la pace, con “percorso di autodisciplina” sulle collaborazioni con la filiera bellica UniboMagazine+13Università di Pisa+13Cambiare Rotta+13. * Febbraio 2025: lo Statuto viene aggiornato con clausole che escludono forme di collaborazione per lo sviluppo di armi italbalkanika.al+1La Nazione+1. Nome del tuo sitoquinewspisa.it 9. UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA – PRESE DI POSIZIONE E RICONOSCIMENTO PALESTINA (2024–2025) * 17 luglio 2024: Senato Accademico approva la mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina LA NOTIZIA+15Università degli Studi di Siena+15Facebook+15. * Marzo 2024: presidenza di Tomaso Montanari oggetto di pressioni per non aver aderito a posizioni di boicottaggio attivo HuffPost Italia. * Giugno 2024: UniStrasi approva (all’unanimità) una posizione di solidarietà per Gaza in Senato Accademico Gazzetta di Siena. 10. UNIVERSITÀ DI FIRENZE – BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E MOZIONE DEL 2023 + SOSPENSIONI 2025 * 19 dicembre 2023: mozione per la pace approvata, condanna delle atrocità e appello per due Stati, ma senza misure restrittive su accordi bilaterali Università di Firenze. * 16 luglio 2025: cinque dipartimenti (Matematica/Informatica, Ingegneria, Scienze agrarie, Architettura, Scienze politiche/sociali) sospendono accordi in essere con università israeliane, tramite appello firmato da docenti, studenti, ricercatori e dottorandi Altreconomia+2Il Foglio+2La Nazione+2. ——————————————————————————————————————– NOTA SU ALTRI ATENEI * Cagliari: una mozione studentesca chiedeva la sospensione degli accordi con atenei israeliani, ma il Senato ha respinto la proposta (30 gennaio 2024) Reddit+13Domani+13Open+13. * In Torino, si è deciso di non partecipare al bando MAECI 2024 con università israeliane, ma non è stata formalizzata una definitiva rescissione di tutti gli accordi Reddit+4Domani+4Wikipedia+4. * Altri atenei (es. UniPub) hanno visto proteste o richieste, ma non hanno mai formalizzato delibere o modifiche organiche DomaniDomani. TABELLA RIEPILOGATIVA UniversitàTipo di attoDataAzione chiaveSapienza RomaDelibera Senato Accademico n. 92/202513 maggio 2025Interruzione collaborazioni con Israele/bellicoStatale MilanoSospensione accordo Arielfine 2023 / apr 2024Sospeso accordo con Ariel UniversityFederico II NapoliDimissioni promesse dal Rettore da comitato Med-Or, ma non rassegnateaprile 2024Ritiro da fondazione associata ad industria bellica (il Rettore ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate)PalermoDelibera Senato Accademico all’unanimità4 giugno 2024Blocco accordi Erasmus, nuovi accordi vietatiPadovaMozioni Senato Accademico14 mag 2024 & 1 lug 2025Impegno a non avviare o rinnovare accordi con IsraeleBolognaMozione Senato Accademico   Mozione Senato Accademico19 marzo 2024     18 giugno 2025Rifiuto accordi dual use e rescissione ove applicabile   Condanna escalation, stop/riduzione rapporti con IsraeleBariNon partecipazione bando + dimissioniAprile 2024Ritiro del Rettore da Med-Or e bando di cooperazione Italia-Israele sospeso Mozione Dipartimento19 giugno 2025Critiche diritti umani e accoglienza colleghi palestinesiPisaMozione Senato + autodisciplina13 giugno 2024Percorso etico sulle collaborazioni belliche Statuto aggiorna (no armi)Febbraio 2025Clausole di rifiuto su attività dual useSiena (Stranieri)Mozione riconoscimento Palestina17 luglio 2024Impegno politico e morale verso Palestina Università degli Studi di Siena Pressioni su boicottaggioMarzo 2024Respinta mobilitazione politicamente orientata HuffPost Italia Mozione solidale a GazaGiugno 2024Approvata all’unanimità in Senato Accademico Gazzetta di SienaFirenzeMozione per la pace19 dicembre 2023Condanna, ma nessuna sospensione formale Stop accordi da 5 dipartimenti16 luglio 2025Sospesi accordi con università israeliane Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Irpinia: Potere al Popolo con i Comitati a difesa dell’acqua pubblica
Potere al Popolo sostiene le rivendicazioni del Comitato “Uniamoci per l’Acqua”. Contro ogni ipotesi di privatizzazione di Alto Calore, per un servizio idrico integrato pubblico, efficiente e di qualità! Mercoledì 20 agosto, al Comune di Grottaminarda, si è tenuta una partecipata assemblea con più di 50 persone provenienti da diversi […] L'articolo Irpinia: Potere al Popolo con i Comitati a difesa dell’acqua pubblica su Contropiano.