Source - S.I. Cobas – Sindacato intercategoriale

"TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI"

SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO DISOCCUPATI 7 NOVEMBRE, COLPITO DALLA REPRESSIONE.
IL SI COBAS NAZIONALE APPRESA LA NOTIZIA DELLA CONDANNA A DUE ANNI E DUE MESI AI DISOCCUPATI DI NAPOLI(VEDI COMUNICATO SOTTO)ESPRIME LA PIENA E INCONDIZIONATA SOLIDARIETA’ A TUTTI I COMPAGNI E COMPAGNE COLPITI DA UNA SENTENZA ASSURDA CHE DIMOSTRA COME LA MAGISTRATURA  E’ ATTENTA AD ACCONTENTARE LE LINEE POLITICHE DEL GOVERNO E SI ADEGUA ALL’ECONOMIA DI GUERRA CHE HA BISOGNO SEMPRE PIU’ DI AUMENTARE LA REPRESSIONE FISICA E LEGALE PER STRONCARE CHI LOTTA, CHI SI OPPONE  E CHI SI ORGANIZZA CONTRO LA PREPARAZIONE DELLA TERZA GUERRA MONDIALE. OVVIAMENTE NON RIUSCIRANNO A FERMARE IL MOVIMENTO DEI DISOCCUPATI, DESTINATI AD AUMENTARE IN TERMINI ESPONENZIALI, VISTO L’AUMENTO DELLA POVERTA’, CHE UNITI AL MOVIMENTO DEI LAVORATORI RIUSCIRANNO A RESISTERE E A OPPORSI ALLE GUERRE E ALLA REPRESSIONE. “IL PREZZO DA PAGARE PER IL LAVORO: CONDANNATI A 2 ANNI E 2 MESI DI RECLUSIONE  CONFERENZA STAMPA SAB 6 DICEMBRE, ORE 10:30 TEATRO SAN CARLO SIAMO ALLA VIGILIA DELLA CONFERENZA STAMPA ISTITUZIONALE CHE DOVREBBE UFFICIALIZZARE L’AVVIO DEL CRONOPROGRAMMA DEL TIROCINIO-LAVORO. NEL PRIMO POMERIGGIO DI VENERDÌ 5 DICEMBRE MARIA, EDDY, DARIO, VINCENZO, ENRICO, MARCO, LUIGI, DAVIDE, TUTTE/I COMPAGNE/I DEL NOSTRO MOVIMENTO DEI DISOCCUPATI ORGANIZZATI SONO STATE/I CONDANNATE/I IN PRIMO GRADO A DUE ANNI E DUE MESI DI RECLUSIONE PER UN’INIZIATIVA DI LOTTA NEL 2019 AL TEATRO SANNAZZARO, DOVE CHIEDEMMO DI INTERVENIRE IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DELLE EUROPEE DEL PD E DOVE ERA PREVISTA LA PRESENZA DI NICOLA ZINGARETTI, DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CAMPANIA VINCENZO DE LUCA E DI ALTRI ESPONENTI AL CONVEGNO “PRIMA IL LAVORO IN EUROPA”. LA LOTTA PER IL SALARIO, PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, PER IL LAVORO SOCIALMENTE UTILE CONTRO PRECARIETÀ, CONTRO LO SFRUTTAMENTO, I SALARI DA FAME, I RICATTI, IL LAVORO POVERO VIENE CRIMINALIZZATA E CONDANNATA DA UN LATO (DOVE PROSEGUE IL MAXIPROCESSO E CONTINUANO AD ARRIVARE GLI AVVISI ORALI, LE CONDANNE E LE DENUNCE) MENTRE DALL’ALTRA COMPIE CONCRETI PASSI IN AVANTI PER IL FUTURO DI OLTRE MILLE DISOCCUPATI/E IN CITTÀ. INVITIAMO TUTTI/E DOMANI, SABATO 6 DICEMBRE, ALLA CONFERENZA STAMPA CHE SI TERRÀ ALLE ORE 10:30 PRESSO IL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI” SI COBAS NAZIONALE. L'articolo SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO DISOCCUPATI 7 NOVEMBRE, COLPITO DALLA REPRESSIONE. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI EX ILVA E DEGLI APPALTI IN SCIOPERO IN TUTTA ITALIA
Siamo alle solite, cassa integrazione, piani di rilancio mai partiti e promesse da ogni governo che ha attraversato questa condizione da almeno 20 anni a questa parte. Al problema dell’occupazione poi si assiste a quello drammatico delle patologie correlate, situazione drammatica e ulteriormente mai affrontata e che a Taranto colpisce e ha colpito per anni. Il tutto si iscrive in una crisi generale del sistema capitalista che è sotto l’occhio di tuttə e che colpisce la classe, con migliaia di aziende che lasciano senza lavoro lavoratori e lavoratrici e le politiche delle istituzioni dedite a tagli alla spesa pubblica e aumento della spesa bellica in un ottica di economia di guerra! Il Si cobas quindi rilancia la giornata di sciopero generale del 28 Novembre e in preparazione si muove con decine di assemblee nei luoghi di lavoro questi giorni chiedendo a lavoratori/trici ovunque di lottare e di solidarizzare attivamente con i lavoratori ex ilva e dell’indotto in lotta! SOLIDARIETÀ AI LAVORATOTI EX ILVA E INDOTTO! TOCCA UNO, TOCCA TUTTƏ! SOLO LA LOTTA PAGA!! Sì cobas L'articolo SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI EX ILVA E DEGLI APPALTI IN SCIOPERO IN TUTTA ITALIA proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
CORTEO NAZIONALE 29/11/2025 A MILANO
29 NOVEMBRE CORTEO NAZIONALE A MILANO!! Ieri migliaia di persone presenti a #Milano per il corteo contro economia di guerra e per rilanciare ancora una volta la visione di lotta di classe all’interno di un percorso unitario a fianco del popolo Palestinese. Il si cobas si è ancora una volta superato in una due giorni di lotta complessa e costruita con assemblee e impegno assoluto come sempre dai luoghi di lavoro! In un momento storico che perdura da anni in cui la repressione, il taglio ai servizi, l’abbassamento progressivo dei salari, gli assassini nei luoghi di lavoro, l’aumento delle spese militari e di riconversione in chiave bellicista della produzione e dei servizi, i tagli alla cultura e all’istruzione e i programmi scolastici sempre più pervasi da una logica di guerra, il Si cobas prosegue il percorso in un’ottica di costruzione di percorsi condivisi, trasversali e unitari per rispondere in maniera coesa e organizzata a queste dinamiche e minacce dirette alla classe condotte dal sistema capitalista, con la lotta.. Consapevoli che se tocca uno, tocca tuttə! Lotta dura senza paura!! Avanti si cobas Si cobas L'articolo CORTEO NAZIONALE 29/11/2025 A MILANO proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA.
Dopo lo sciopero generale  del 3 e la manifestazione del 4 Ottobre 2025 a Roma per la Palestina , che ha visto un milione di persone in piazza  si doveva dare una continuità al fine di non far decrescere la forza di quelle due  grandi giornate di lotta, per questo i sindacati di base hanno deciso, come  prosecuzione  naturale,  un’altra due giorni a Novembre che mira a segnare   una ripartenza del movimento dei lavoratori  in Italia: il 28 novembre 2025 sciopero generale contro la finanziaria, riarmo e guerre imperialiste, stop a sfruttamento, morti sul lavoro e repressione. Il 29 novembre 2025 manifestazione a Milano in solidarietà al popolo palestinese richiesta da tutte le organizzazioni palestinesi a  cui il si cobas non si sottrae di certo visto che è stato protagonista in questi ultimi due anni nell’indicare le giornate di sciopero a loro sostegno  . Come Si Cobas, nella giornata dello sciopero generale, come sempre, siamo stati presenti davanti ai cancelli della logistica e delle fabbriche con presidi a Milano davanti alla Marsch che vende armi ai sionisti, passando, da Novara, Torino e Genova,  Parma e Modena, salendo a Verona,  proseguendo dal tribunale di Bologna per il processo d’appello al coordinatore nazionale, assolto di nuovo con formula in piena, fino a Roma e Napoli per finire a Ragusa , in Sicilia, tanto per citare solo i principali snodi  dello sciopero del 28-Novembre. La giornata di sciopero del 28-11-25 ha ancora una volta messo in luce e dimostrato in termini concreti che la parte  più cosciente  di lavoratori continua a lottare   e a vedere che il   conflitto sindacale, che il S.I. Cobas  porta avanti, – nonostante denunce, arresti, attacchi al diritto di sciopero e repressione fuori dai cancelli,-  è l’unica strada per rialzare la testa e  organizzarsi per opporre resistenza ai piani criminali dei padroni e del governo. . Siamo sicuri che anche il  29 Novembre i lavoratori del  si cobas non faranno mancare il loro sostegno nella manifestazione Per una Palestina libera dal fiume al mare, a sostegno della sua resistenza e contro il piano Trump supportato dal governo italiano, dai governi Europei e dall’Autorità Palestinese asservita al sionismo. Contro i piani di riarmo e la partecipazione alla sanguinosa guerra in Ucraina che vede i proletari di entrambi i fronti scannarsi tra loro per gli interessi dei capitalisti. Al fianco del popolo sudanese, il cui sollevamento è stato represso nel sangue dagli stessi militari di entrambe le fazioni in guerra, che oggi massacrano civili e attuano la pulizia etnica su intere regioni, provocando la fuga di 13 milioni di persone, spalleggiati dalle potenze regionali e imperialiste. La lotta per il salario, quella per una Palestina libera, quella contro il riarmo e le guerre imperialiste hanno lo stesso nemico:  il ns governo in primis e quello dei governi delle principali potenze Europee e mondiali  che prima ci spremono  come limoni nelle aziende e poi come carne da cannone  nelle loro guerre. Le nostre rivendicazioni hanno lo stesso traguardo in prospettiva: una società dove il lavoro sia liberato dal capitale, dal suo sfruttamento, dalle sue guerre. : aumenti salariali pari almeno a 300 euro nette al mese, l’abolizione della precarizzazione e del Jobs Act, sanità e istruzione pubblica, gratuita e universale, aumento delle pensioni e la fine dei morti sul lavoro e malattie professionali! Patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione! SI COBAS NAZIONALE L'articolo 28 NOVEMBRE 2025: UN’ALTRA MAGNIFICA GIORNATA DI SCIOPERO E LOTTA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA.
SI E’ SVOLTO OGGI, 28-11-25, (GIORNATA ANCHE DI SCIOPERO GENERALE CHE  RENDE ANCORA PIU’ POSITIVA LA GIORNATA),  A BOLOGNA IL PROCESSO D’APPELLO  CONTRO IL COORDINATORE NAZIONALE DEL SI COBAS, ALDO MILANI, CON UNA VITTORIA PIENA D’ASSOLUZIONE PER I FATTI DEL 2017 , NONOSTANTE  FOSSE GIA’ STATO ASSOLTO NELLA PRIMA CAUSA DI MERITO. ASCOLTATE IL VIDEO A  DESTRA DEL SITO. DI FATTO L’ACCANIMENTO DI ALCUNI PM CONTRO IL SI COBAS E IL SUO COORDINATORE SONO STATI SCONFITTI PER LA SECONDA VOLTA. I FATTI RISALGONO AL 2017  SUL CASO LEVONI,AZIENDA DI CARNI , E DOPO BEN 9 ANNI SI DOVREBBE CHIUDERE DEFINITIVAMENTE QUESTA ASSURDA CAUSA CHE NON AVREBBE NEANCHE DOVUTA INIZIARE VISTO LA MANCANZA COMPLETA DI PROVE BASATA SOLO SU TEORIE INVENTATE DEI PM. LA LOTTA NON SI PROCESSA. LUNGA VITA AL SI COBAS E AI SUOI LAVORATORI CHE SONO USCITI DALLA SCHIAVITU’GRAZIE ALLA DIREZIONE DEL COORDINATORE NAZIONALE  SI COBAS  CHE  CON QUESTE LOTTE HA POSTO LE BASI PER  LIBERARE L’INTERA CLASSE. SI COBAS NAZIONALE   L'articolo BOLOGNA: VINTO IL PROCESSO D’APPELLO PER I FATTI DI MODENA. proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI EX ILVA E DEGLI APPALTI IN SCIOPERO IN TUTTA ITALIA
Siamo alle solite, cassa integrazione, piani di rilancio mai partiti e promesse da ogni governo che ha attraversato questa condizione da almeno 20 anni a questa parte. Al problema dell’occupazione poi si assiste a quello drammatico delle patologie correlate, situazione drammatica e ulteriormente mai affrontata e che a Taranto colpisce e ha colpito per anni. Il tutto si iscrive in una crisi generale del sistema capitalista che è sotto l’occhio di tuttə e che colpisce la classe, con migliaia di aziende che lasciano senza lavoro lavoratori e lavoratrici e le politiche delle istituzioni dedite a tagli alla spesa pubblica e aumento della spesa bellica in un ottica di economia di guerra! Il Si cobas quindi rilancia la giornata di sciopero generale del 28 Novembre e in preparazione si muove con decine di assemblee nei luoghi di lavoro questi giorni chiedendo a lavoratori/trici ovunque di lottare e di solidarizzare attivamente con i lavoratori ex ilva e dell’indotto in lotta! SOLIDARIETÀ AI LAVORATOTI EX ILVA E INDOTTO! TOCCA UNO, TOCCA TUTTƏ! SOLO LA LOTTA PAGA!! Sì cobas Nazionale L'articolo SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI EX ILVA E DEGLI APPALTI IN SCIOPERO IN TUTTA ITALIA proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Lotta alla BRT di Genova Cornigliano
Si apre un altro fronte di lotta a Genova Cornigliano : BRT fa una serrata contro gli scioperi del S.I. COBAS, decine di lavoratori in ferie forzate. Gravissimo comportamento di BRT e di Alba SRL contro il diritto al lavoro e di sciopero, spostata la produzione in altri siti perché quello genovese è “troppo sindacalizzato”. Da settimane i lavoratori della BRT di Cornigliano sono in lotta per chiedere il rispetto degli accordi firmati dall’ azienda sulla stabilizzazione dei precari e per protestare contro il “taglio” al premio di produzione che i padroni hanno firmato alle spalle del magazzino insieme a CGIL, CISL e UIL, escludendo per la prima volta dopo anni tutti i lavoratori a tempo determinato dal premio. Nonostante il picco del Black Friday e il Natale alle porte, BRT ha spostato la lavorazione di migliaia di colli nei magazzini di Torino e Milano, mettendo in ferie forzate decine di persone. Alla multinazionale francese i lavoratori vanno bene se stanno a testa bassa e se non si lamentano, quando alzano la testa e chiedono i propri diritti allora possono essere messi da parte come fossero dei pacchi. Il S.I. Cobas Genova denuncia con forza il comportamento anti-sindacale di BRT e di Alba SRL e i tentativi di aizzare lavoratori di altre sigle sindacali contro quelli iscritti al S.I. Cobas, scene già viste in quel magazzino nell’ ottobre del 2022 quando i dirigenti regionali di UIL e CISL si presentarono in piena notte con gruppi di provocatori cercando di attaccare i facchini in sciopero e di scatenare la rissa. In quel magazzino c’è un accordo firmato, chi si spacca la schiena scaricando quei camion per 18 mesi ha poi diritto alla priorità di assunzione a tempo indeterminato: continuiamo a chiedere la stabilizzazione dei precari lasciati a casa! Siamo pronti alla lotta dura per impedire che il magazzino venga svuotato del tutto e che la merce venga trasferita in altri siti dove il sindacato non è presente, attivando anche la solidarietá di tanti altri magazzini BRT, lungo l’intera filiera nazionale. Staremo a vedere se i sindacati confederali avranno il coraggio di attaccare i nostri scioperi e di mettersi d’accordo col padrone per spostare definitivamente la produzione altrove, mentre a pochi chilometri da questo magazzino negli scorsi giorni altri operai, a cui va tutta la nostra solidarietá, hanno anche loro scioperato e bloccato le strade della cittá per difendere, come noi, il salario, la dignitá e rigettare al mittente i tentativi di imporre casse integrazioni e serrate. Proprio per questo quella della BRT di Cornigliano diventa la nostra piccola Ex-Ilva: siamo pronti a mettere le tende e dormire davanti ai cancelli, senza lavoro c’è l’agitazione! L'articolo Lotta alla BRT di Genova Cornigliano proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Vittoria per Mimì, Dario e Bocconcino
ANNULLATI GLI OBBLIGHI DI FIRMA A MIMÌ, DARIO E BOCCONCINO!!! A seguito dell’udienza tenutasi nella mattinata di lunedì 17 novembre, il Tribunale del Riesame ha disposto l’annullamento degli obblighi di firma comminati ai/alle nostre/i compagni/e a seguito della brutale rappresaglia poliziesca del 25 ottobre, avvenuta al termine della pacifica contestazione alla multinazionale sionista TEVA durante l’evento Pharmaexpo presso la Mostra d’Oltremare. Ancora una volta, grazie ad uno straordinario movimento di solidarietà collettiva e al lavoro degli avvocati Alfonso Tatarano, Natalia Fuccia, Paolo Picardi, vengono cancellate misure infami a chi lotta. Ancora una volta, di fronte all’evidenza di un pestaggio di stato pianificato nei minimi dettagli, i teoremi della Questura di Napoli diventano carta straccia!!! Continuiamo a lottare contro genocidio, stato di guerra e polizia e continuiamo a praticare solidarietà, restando al fianco di chi viene represso/a. Continuiamo a organizzarci per bloccare tutto!!! ‼️ I prossimi appuntamenti: Ci vediamo questo venerdì, 21 novembre, alle ore 9.30, a piazzale Cenni , per l’udienza dei licenziati GLS. Contemporaneamente una nostra delegazione sarà in presidio presso il tribunale dell’Aquila dalle 9.30 per la liberazione di Anan, Ali e Mansour e anche presso il tribunale di Roma per la liberazione di Tarek Infine, sempre venerdì 21 novembre, saremo in assemblea dalle ore 18 a Napoli presso la sede dell’Università di Napoli Federico II di Porta di Massa per costruire insieme lo sciopero generale del 28 novembre. A seguire Sun System Hi-Fi per le spese legali.   SICOBAS NAZIONALE L'articolo Vittoria per Mimì, Dario e Bocconcino proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
PENA DI MORTE, TORTURE, STUPRI E FURTO DI ORGANI: ECCO I “VALORI OCCIDENTALI” DI ISRAELE!
OSPITIAMO E PUBBLICHIAMO,  SEMPRE BEN VOLENTIERI, GLI ARTICOLI DI DENUNCIA DEL COMITATO TAGARELLI DI SESTO S.GIOVANNI SUL GENOCIDIO  DEI PALESTINESI CHE AVVIENE IN CONTEMPORANEA ALLE LEGGI CHE I SIONISTI HANNO APPROVATO DA POCHI GIORNI, SEMPRE CONTRO IL POPOLO PALESTINESE, COME LA PENA DI MORTE O IL TRAFFICO D’ORGANI. AVVENIMENTI  CHE DEVONO FAR RIFLETTERE TUTTI SUL FATTO CHE SERVE SEMPRE PIU’ UN NUOVO SISTEMA ECONOMICO -SOCIALE BASATO SULL’EGUAGLIANZA , PER FARLO OCCORRE ABBATERE QUELLO ATTUALE NON RIFORMARLO. BUONA LETTURA. SI COBAS NAZIONALE La Knesset (il parlamento “israeliano”) ha appena votato (è il primo dei tre passaggi dovuti) la pena di morte per ogni omicidio che abbia “lo scopo di danneggiare lo stato di Israele e la rinascita (!!) del popolo ebraico nella sua terra”. IN BREVE, SOLO PER I PALESTINESI (e l’orrido ministro nazista Ben Gvir offre pasticcini ai deputati per festeggiare). Dalle testimonianze degli “ostaggi” palestinesi liberati dalle galere dello stato nazi-sionista emerge l’uso sistematico della tortura sistematica verso i prigionieri che sono rimasti per anni nelle galere israeliane senza accuse e senza processo. Grande scandalo (ma solo in Israele) per il video diffuso dall’avvocata dell’IDF (“l’esercito più morale del mondo” secondo Netanyahu…) che mostrava lo stupro di un prigioniero palestinese (bestiale pratica denunciata da anni … ma qualcuno si ricorda ancora di Abu Ghraib – da parte di personale dell’Esercito degli Stati Uniti e della CIA, durante la guerra in Iraq nel 2003[, o, più recentemente del campo di concentramento nazi-sionista di Sde Teiman?). Risultato: l’avvocata è stata arrestata. Per gli stupratori di una prigioniera, processo iniziato da pochi giorni, invece feste e applausi al loro arrivo in tribunale- mascherati così da non rischiare, un domani, qualche accusa a livello internazionale. E veniamo al peggio, se di un peggio si può parlare. Molti dei corpi dei palestinesi “restituiti” da Israele erano bendati, con le mani legate, portavano segni di tortura ed erano privi di fegato, reni, cuori, cornee …. espiantati da “mani professionali”. Si chiama furto di organi da vendere e su cui guadagnare. Non è una novità: casi di giovani uccisi nella 1° Intifada, nel 1990, famiglie palestinesi riferirono che i corpi dei loro congiunti venivano restituiti con organi mancanti e nel 2005, Yehuda Hiss, capo patologo dell’Istituto forense di ricerca Abu Khabir, vicino a Tel Aviv, ammise di aver rimosso organi, cornea, pelle e ossa da 125 corpi di palestinesi uccisi negli anni ’90 (nel 2009, queste accuse si riaccesero quando il quotidiano svedese Aftonbladet pubblicò un articolo sul furto di organi da parte dei sionisti. L’articolo causò gravi ricadute diplomatiche tra la Svezia e l’entità sionista. Poche righe sui nostri giornali, nessun politico o giornalista che ne parli o si indigni, nessuno scandalo: l’ordine di scuderia è di far sparire il genocidio a Gaza e le forsennate aggressioni dei coloni nazi-sionisti in Cisgiordania. Bisogna – eventualmente – di parlare solo del “piano di pace” di Trump. Intanto Israele ha già violato più di 200 volte la cosiddetta “tregua” uccidendo ancora centinaia di bambini, donne e uomini. Davvero a Gaza muore l’umanità, non solo dei palestinesi ma anche la nostra. L'articolo PENA DI MORTE, TORTURE, STUPRI E FURTO DI ORGANI: ECCO I “VALORI OCCIDENTALI” DI ISRAELE! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
CHIANCIANO: 6° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI- IL SI COBAS E’ PRESENTE!
SI SVOLGE A CHIANCIANO LA SESTA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI PER COSTRUIRE UN PERCORSO COMUNE  CHE PORTI AD ABBATTERE QUESTO INFAME SISTEMA DI SFRUTTAMENTO CHE SI CHIAMA CAPITALISMO. VIVA IL PROLETARIATO INTERNAZIONALE UNITO! Salutiamo questa conferenza con questo breve testo che vorremmo condividere con tutte le delegazioni arrivate, dai 4 angoli del mondo, in questi 4 giorni qui a Chianciano. Un quadro internazionale ormai sempre più caratterizzato dal conflitto bellico come soluzione borghese per la ricerca di risorse e profitti, con i governi dei differenti blocchi imperialisti impegnati a drenare risorse e investimenti in questa direzione, richiede altresì sul fronte interno, quello del dominio di classe, l’affinamento di nuovi dispositivi giuridici e polizieschi volti al controllo, alla sorveglianza e alla disarticolazione dei nodi organizzativi, politici, sindacali, di movimento o comunicativi, così da prevenire iniziative di massa le cui condizioni sono frutto del sistema stesso. Per la nostra organizzazione non si tratta certo dell’apertura di una nuova fase di attacco, essendo ormai da anni oggetto di indagini, misure cautelari e processi nei confronti di migliaia di lavoratori, militanti e solidali e talvolta di condanne anche gravi, ma piuttosto di un “giro di vite” autoritario contro cui bisogna allargare il raggio d’azione politico e militante. In Italia, così, il governo Meloni, in assoluta continuità con i precedenti esecutivi, ma in modo più risoluto, emette uno in fila all’altro decreti che aumentano lo sfruttamento del lavoro, la precarietà, e la compressione dei salari (maggiore flessibilità sui contratti a termine o interinali, dimissioni in “bianco” e in previsione la riduzione dei crediti salariali esigibili dai lavoratori), allo stesso modo rafforza il dominio borghese con il “pacchetto sicurezza”, una legge (passata come norma d’urgenza) che introduce ben 11 nuovi reati penali e altrettanti aggravanti tra cui il blocco stradale, le occupazioni di case, i carcerati, gli immigrati e misure speciali contro il dissenso e il diritto di sciopero. D’altronde per sostenere l’aumento fino al 5% del PIL per il riarmo, previsto e concordato all’unisono, da UE e Nato, deviando miliardi di fondi pubblici, ovvero, per la maggior parte ciò che i lavoratori versano nelle casse del fisco, mentre i loro salari crollano sotto i colpi dell’inflazione, la classe dominante non può tollerare iniziative di disturbo. Sul versante economico il Governo italiano è oggi impegnato nella discussione della “legge finanziaria” orientata a fornire una cornice legale alla fase di “economia di guerra”, ovvero attrezzare lo Stato al recupero di quelle risorse necessarie ad ottenere gli obiettivi di riarmo e bellici. Mentre l’inflazione dello scorso triennio ha impoverito i proletari, si intensifica quindi l’attacco ai salari diretti e indiretti, si smantellano i servizi pubblici già inefficienti e aumenta il carico fiscale in capo alla classe operaia. Queste linee guida su cui il Governo italiano disegna le politiche borghesi sono di fatto in tutto simili a ciò che vediamo nei paesi imperialisti. Le politiche economiche capitalistiche che tendono alla massima ricerca del profitto sul fronte interno, portano le potenze, dei diversi fronti imperialistici, alla ricerca di nuove aree di influenza per i propri mercati e a politiche di guerra economica, quali i dazi USA, volti a scaricare i costi della crisi su paesi più deboli nella catena del comando. L’esplosione del conflitto in territorio ucraino, dove il fronte imperialista emergente, rappresentato nello specifico dalla Russia, si scontra con quello ancora egemone, ma in declino, di USA e paesi NATO, per contrastarne l’allargamento ad Est e mantenere la propria area di influenza storica, erosa dopo il crollo dell’URSS, sulla pelle dei proletari ucraini e russi mandati al fronte come carne da cannone, ha reso palese una tendenza già in atto verso la costituzione di blocchi imperialisti e in prospettiva la generalizzazione dello scontro su ampia scala. La colonizzazione della Palestina in atto dal 1946, che il governo sionista vuole portare a termine con l’eliminazione fisica della popolazione araba, altro non è che un vero genocidio che si compie sotto gli occhi del mondo, e mostra senza filtri la barbarie insita nel sistema capitalistico ed elimina ogni illusione campista, ideologica o umanistica. Il massacro prosegue anche dopo l’accordo di Ottobre, mentre sulla spartizione dei territori rubati si gioca il ruolo imperialista delle potenze che hanno armato e favorito l’entità sionista. Così mentre la Gaza Riviera nei piani di Trump diventa anche una futura base militare per il controllo del Mediterraneo, all’orizzonte delle Coste del Venezuela appaiono le navi della Marina militare mosse dall’appetito del petrolio della borghesia USA. I massacri in corso in Sudan, tra opposte fazioni, e il lungo genocidio del popolo congolese, sono effetti del neo colonialismo che opprime l’Africa, il continente più ricco del mondo, teatro però anche di movimenti che negli ultimi anni, con l’ambizione della giustizia sociale, dell’autodetrminazione e della democrazia, hanno messo in crisi il controllo economico e politico delle nazioni occidentali, in primis la Francia. A questi movimenti guardiamo con favore pur consapevoli che solo la liberazione internazionale dal sistema capitalistico potrà evitare che finiscano sotto nuovi padroni di diverse potenze quali Cina o Russia. Diventa così ancora più attuale, per la nostra classe, il fondamento politico alla base della nascita del S.I. Cobas che individua in prospettiva l’incompatibilità sistemica della lotta radicale dei lavoratori, anche solo per fini economici, e quindi pone la necessità di allargare il fronte ad una battaglia più generale, abbracciando l’insieme della classe dei lavoratori di ogni settore, occupati, precari o disoccupati su scala internazionale. Il tema prettamente sindacale, ovvero del livello di conflittualità, delle relazioni con le associazioni padronali e le singole aziende, per noi ogni analisi in merito, senza deroga, deve partire dal contesto più ampio, politico, economico e storico. Serve cioè indossare le lenti utili a leggere questi processi come parte integrante dei rapporti di classe ben al di fuori del perimetro della nostra organizzazione sia in termini di composizione che settoriali. Negli ultimi due anni, il S.I. Cobas ha promosso ben 5 scioperi generali sul tema del riarmo, dell’economia di guerra e del sostegno al popolo palestinese e ora ci muoviamo verso le date del 28 Ottobre, sciopero generale contro la legge finanziaria e del giorno seguente, manifestazione nazionale a Milano in concomitanza con la mobilitazione internazionale per la Palestina. E’ proprio da questo aspetto che possiamo distinguere, ancora oggi, in ultima analisi, il S.I. Cobas, non a caso citato in Parlamento dal ministro dell’interno Piantedosi come organizzazione illegale e da fermare. Crediamo che le relazioni internazionali con le altre sigle conflittuali della Rete debbano concretizzarsi a tutti i livelli, ovvero in termini di iniziative e confronto sia nella solidarietà nelle lotte dei lavoratori, spesso contro multinazionali, che nella resistenza agli attacchi repressivi fino alla messa in atto di mobilitazioni senza confini, ovvero scioperi generali su temi comuni. Per questo motivo partecipiamo con favore a questa conferenza che auspichiamo ci restituisca queste prospettive comuni su cui lavorare fin da subito. PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNIAMOCI! SI COBAS NAZIONALE L'articolo CHIANCIANO: 6° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI SINDACATI CONFLITTUALI- IL SI COBAS E’ PRESENTE! proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.