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Sciopero GLS di Verona
Sciopero a Verona – 12/09/2025 ore 20:30 I lavoratori di CISA S.B. S.p.A. – GLS Italy S.p.A. sono in sciopero per la piena applicazione del contratto, per salari dignitosi e contro i furti retributivi dell’azienda. Diritti e dignità non si toccano! ✊ ✍️ S.I. Cobas L'articolo Sciopero GLS di Verona proviene da S.I. Cobas - Sindacato intercategoriale.
Volpago del Montello (TV) apre le scuole con azioni militaresche, contrarietà dell’Osservatorio
A Volpago del Montello (TV) nel primo giorno di scuola, l’amministrazione comunale ha invitato gli alpini della sezione locale per l’alzabandiera, procedendo spediti con lo sdoganamento delle prassi militari nelle istituzioni scolastiche (qui la notizia https://www.facebook.com/share/p/16pzfp8oeh/). Come aderenti all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Treviso e del Veneto esprimiamo una netta contrarietà alla presenza di un gruppo militare alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico presso l’Istituto Comprensivo di Volpago del Montello (TV). La scuola dovrebbe essere un luogo di formazione alla pace, alla democrazia e alla cittadinanza responsabile, valori incompatibili con la strumentalizzazione delle istituzioni militari in un contesto educativo, soprattutto in un momento in cui la società civile dovrebbe cercare di smorzare le velleità guerrafondaie del governo italiano, delle istituzioni europee e delle alleanze militari atlantiste. La scelta di introdurre forze armate in un momento simbolico come l’inizio dell’anno scolastico non solo contrasta con questi principi, ma rischia di influenzare negativamente la sensibilità degli studenti, soprattutto in una fase di crescita così delicata e in un periodo come quello attuale. La cerimonia di inizio anno scolastico dovrebbe celebrare l’inclusività e la serenità, senza riferimenti a istituzioni che, per loro natura, non possono essere completamente separabili dal contesto della guerra. SAREBBE OPPORTUNO CHE LA DIRIGENZA SCOLASTICA RIVEDA QUESTA DECISIONE, PROMUOVENDO INVECE CERIMONIE CHE CELEBRINO L’INCLUSIVITÀ, IL RISPETTO RECIPROCO E LA CULTURA DELLA PACE. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Treviso e del Veneto
Vicenza, incontro con Mazzeo su “Palestina: complicità in tempo di genocidio”
Il 5 settembre presso il Salone dei Saveriani di Vicenza si è tenuta la conferenza “Palestina: complicità in tempo di Genocidio” armi, commercio, scuole e…silenzio con Roberto de Vogli, docente dell’università di Padova e autore del testo “Empatia selettiva”, e Antonio Mazzeo insegnante, giornalista ed esponente dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’università. All’interno di un dibattito in cui sono stati sviscerati termini come empatia selettiva, razzismo e sionismo, Antonio Mazzeo ha dimostrato, dati alla mano, quanto ancora l’Italia contribuisca direttamente ed indirettamente al genocidio del popolo palestinese. Durante la conferenza sono state presentate le iniziative di boicottaggio alla presenza dei diamanti israeliani alla Fiera dell’oro di Vicenza, tra cui una raccolta firme promossa della Donne per la Palestina per presentare una mozione per interrompere i rapporti commerciali tra il comune di Vicenza ed Israele. Un altro appuntamento che è emerso durante il dibattito è il No More Bases No More Wars Meeting che si terrà tra l’11 ed il 14 settembre in contrapposizione all’“Italia–America Friendship Festival” sponsorizzato da Leonardo SpA, Gruppo Fincantieri, Beretta USA Corp e organizzata dal comune di Vicenza. Gli organizzatori della partecipatissima assemblea, in cui hanno preso la parola studenti delle scuole secondarie superiori, studenti universitari e docenti, sono: USB, Sanitari per Gaza, Donne per la Palestina di Vicenza e BDS Vicenza. Elena Ambrosini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Vicenza
Situazione università in attesa dell’autunno caldo: quali progressi contro gli accordi con filiera bellica e partner israeliani?
Cosa succede negli Atenei italiani rispetto agli accordi con la filiera bellica e con i partner israeliani?Qual è la situazione delle Università in vista di un autunno che si preannuncia più caldo che mai? Già, perché, anche se apparentemente la pausa estiva sembra aver attenuato l’eco delle proteste studentesche e i fermenti di lotta negli atenei, in realtà si colgono tanti segnali di vivacità che ci fanno affermare che nei prossimi mesi sarà proprio il mondo accademico uno degli ambiti nei quali il fronte contro la guerra ed il riarmo sarà più attivo: * il 5 settembre si inizia alla Sapienza con un appuntamento sul ruolo dei saperi nell’economia del genocidio, organizzato dal Comitato Sapienza Palestina, dal CNR contro le guerre e dall’Assemblea precaria universitaria, nel quale interverrà Francesca Albanese. Si evidenzierà come la lotta per un’università democratica, adeguatamente finanziata e con condizioni di lavoro decentisia necessariamente legata alla lotta contro la guerra e chi fa profitto su armi e tecnologia bellica (ore 10:00 aula C, Scienze Politiche, Università Sapienza Roma); * le Assemblee precarie universitarie, che si sono moltiplicate e cresciute nella prima metà dell’anno, hanno annunciato una tappa fondamentale della loro lotta contro il precariato proprio nel cuore dell’autunno e fra i punti delle loro rivendicazioni c’è il NO alla ricerca bellica ed alle politiche di riarmo; * a settembre verrà presumibilmente firmato il CCNL Istruzione e Ricerca e sarà l’ennesimo contratto in perdita: stavolta il motivo dei mancati adeguamenti salariali all’inflazione è direttamente ricondubilie alle politiche di riarmo, che sottraggono risorse ai servizi pubblici ed al rinnovo del contratti del pubblico impiego, per cui è lecito attendersi una reazione del personale scolastico e universitario e delle sigle sindacali più attive nel contrasto alla guerra ed al riarmo; * il 13 settembre è in programma il lancio della campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” (sulla quale vi informeremo a breve in dettaglio), che mira a mettere insieme le tante realtà impegnate nel mondo dell’istruzione contro il processo di militarizzazione in atto nelle scuole e nelle università e solidali con la causa palestinese. Studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori, insegnanti scolastici e docenti universitari, personale tecnico amministrativo e attivisti della società civile convergeranno in questo percorso iniziato ad aprile a Siena: per allertare rispetto ai rischi di una “israelizzazione” della società in quel segmento fondamentale che è appunto il settore della conoscenza, per dire NO alla guerra e per esprimere concretamente la solidarietà alla questione palestinese boicottando gli accordi con il complesso militare industriale e con le istituzioni israeliane sia nella didattica che nella ricerca; * la partenza della Global Sumud Flotilla verso Gaza sarà un’opportunità per il rilancio delle proteste studentesche e della solidarietà verso la Palestina, perché l’arrivo delle imbarcazioni al largo di Gaza è previsto intorno a metà settembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico, oltre che dell’anno scolastico. Insomma, un po’ di elementi che ci fanno pensare che combinati insieme si possano creare quelle condizioni presenti ai tempi delle acampade studentesche, per rilanciare con forza le richieste alle governance dei vari Atenei per un maggiore impegno concreto nel liberare i luoghi del sapere dalle pressioni militariste, ma anche al Governo per fare retromarcia rispetto alle relazioni pericolose sul riarmo con Leonardo, con la NATO e con il governo israeliano (ad esempio, Italia e Germania vogliono frenare la Commissione europea che intende sospendere Israele dai fondi di ricerca del Programma Horizon a causa del genocidio in corso). Il lavoro fatto fino ad ora non è poco (lo sintetizziamo di seguito), ma c’è ancora molta strada da fare soprattutto nel passare dalle enunciazioni di principi ad azioni concrete con riflessi pratici che cambino la realtà delle cose. RASSEGNA DI MOZIONI, DELIBERE E MODIFICHE NEGLI ATENEI RISPETTO AGLI ACCORDI Di seguito passiamo in rassegna i principali casi in cui le università italiane hanno formalmente adottato delibere, mozioni o modifiche strutturali vietando accordi con partner israeliani o con realtà collegate alla filiera bellica. Segnalateci altri casi significativi se dovessero mancare all’appello! 1. SAPIENZA — UNIVERSITÀ DI ROMA (DELIBERA SENATO ACCADEMICO, 13 MAGGIO 2025) * Il Senato Accademico ha approvato la Deliberazione n. 92/2025, che include un mandato per integrare lo statuto o regolamento al fine di: * interrompere ogni collaborazione con istituzioni e aziende israeliane coinvolte nell’apparato bellico, sospendere accordi con aziende legate al settore difesa, * riformare il Comitato Etico per includere controlli di tipo etico su collaborazioni potenzialmente belliche Wikipedia+15Sapienza Università di Roma+15Open+15. * ➤ Fonte ufficiale: verbale del Senato Accademico disponibile sul sito della Sapienza. 2. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO (STATALE) — SOSPENSIONE ACCORDO CON ARIEL UNIVERSITY * Nel fine 2023, formalizzata a inizio aprile 2024, la Statale di Milano ha sospeso l’accordo di collaborazione con l’Ariel University, situata nei territori occupati palestinesi. La decisione è passata attraverso un’istruttoria e voto del senato accademico DomaniDomani+2ANSA.it+2Domani+2. 3. UNIVERSITÀ DI PALERMO — SOSPENSIONE TOTALE ACCORDI CON ISRAELE (4 GIUGNO 2024) * Il Senato Accademico ha approvato all’unanimità un documento che: * sospende tutti gli accordi Erasmus con università israeliane (programmi KA171 e KA220-HED), * vieta nuovi accordi con atenei israeliani “fino al superamento della crisi”, * istituisce procedure di due diligence su accordi con potenziale dual use, * coinvolge rappresentanza studentesca nel tavolo tecnico su tali collaborazioni L’INDIPENDENTE+6L’INDIPENDENTE+6ANSA.it+6. 4. UNIVERSITÀ DI PADOVA — MOZIONE E IMPEGNO A NON AVVIARE NUOVI ACCORDI (14 MAGGIO 2024 E ULTERIORE MOZIONE 1° LUGLIO 2025) * Il Senato Accademico del 14 maggio 2024 ha approvato una Mozione per la Pace in Palestina, condannando la distruzione delle università palestinesi e richiamando principi etici secondo statuto e Codice di integrità della ricerca Reddit+15Università degli studi di Padova+15Centro di Ateneo per i Diritti Umani+15. * In una seduta successiva il 1° luglio 2025, Padova ha approvato una nuova mozione che: * condanna le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, * si impegna a non intraprendere nuovi accordi né rinnovare quelli esistenti con istituzioni israeliane ritenute coinvolte in violazioni, * mantiene solo collaborazioni a valenza puramente didattica o di ricerca non bellica L’INDIPENDENTE+4Centro di Ateneo per i Diritti Umani+4Domani+4. 5. UNIVERSITÀ DI BOLOGNA — MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (2024) * Nel Senato Accademico UNIBO ha approvato una Mozione sulla guerra a Gaza, includendo impegni come: * condanna di qualsiasi aggressione a istituzioni universitarie, rafforzamento delle norme sul dual use, rifiuto di accordi con imprese e università (anche israeliane) associate a violazioni dei diritti umani o prodotti per scopi militari, * rescissione di accordi vigenti qualora i partner incorrano in tali condizioni Wikipedia+7UniboMagazine+7Open+7.       MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO (18 GIUGNO 2025) Il Senato Accademico ha approvato una mozione condannando “l’escalation militare israeliana a Gaza”, le violazioni del diritto internazionale e umanitario, e ha chiesto il “rafforzamento di tutte le iniziative per il cessate il fuoco” Altreconomia+6Potere al Popolo+6quinewspisa.it+6 La Nazione+15UniboMagazine+15Corriere di Bologna+15 6. UNIVERSITÀ FEDERICO II DI NAPOLI — DIMISSIONI DAL COMITATO DI FONDAZIONE BELLICA (APRILE 2024) * Il rettore della Federico II, in risposta a mobilitazioni studentesche, ha annunciato le proprie dimissioni dal comitato scientifico della fondazione Med-Or (legata a Leonardo spa), principale industria bellica italiana. Il Rettore Matteo Lorito ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate. Open+4L’INDIPENDENTE+4Domani+4 7. UNIVERSITÀ DI BARI – MOZIONI E PROVVEDIMENTI (APRILE–GIUGNO 2025) * Aprile 2024: scelta unanime di non partecipare al bando di cooperazione Italia–Israele e dimissioni del Rettore Bronzini dal comitato scientifico della fondazione Med‑Or (legata all’industria bellica) La Nazione+2La Gazzetta del Mezzogiorno+2atlanteguerre.it+2 * 19 giugno 2025: il Dipartimento di Bari ha approvato una mozione di condanna contro Israele, prevedendo misure di accoglienza per colleghi palestinesi e richiedendo “esplicita presa di distanza dai diritti umani e diritto internazionale da parte del partner israeliano” Il Bo Live+14BariViva+14Barletta news24city -+14. * La mozione ha ricevuto pareri contrastanti, passando con un solo voto di scarto PugliaViva. 8. UNIVERSITÀ DI PISA – MODIFICA STATUTO E MOZIONE PER LA PACE (GIUGNO–LUGLIO 2025) * 13 giugno 2024: Senato Accademico e CdA approvano una mozione per la pace, con “percorso di autodisciplina” sulle collaborazioni con la filiera bellica UniboMagazine+13Università di Pisa+13Cambiare Rotta+13. * Febbraio 2025: lo Statuto viene aggiornato con clausole che escludono forme di collaborazione per lo sviluppo di armi italbalkanika.al+1La Nazione+1. Nome del tuo sitoquinewspisa.it 9. UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI SIENA – PRESE DI POSIZIONE E RICONOSCIMENTO PALESTINA (2024–2025) * 17 luglio 2024: Senato Accademico approva la mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina LA NOTIZIA+15Università degli Studi di Siena+15Facebook+15. * Marzo 2024: presidenza di Tomaso Montanari oggetto di pressioni per non aver aderito a posizioni di boicottaggio attivo HuffPost Italia. * Giugno 2024: UniStrasi approva (all’unanimità) una posizione di solidarietà per Gaza in Senato Accademico Gazzetta di Siena. 10. UNIVERSITÀ DI FIRENZE – BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E MOZIONE DEL 2023 + SOSPENSIONI 2025 * 19 dicembre 2023: mozione per la pace approvata, condanna delle atrocità e appello per due Stati, ma senza misure restrittive su accordi bilaterali Università di Firenze. * 16 luglio 2025: cinque dipartimenti (Matematica/Informatica, Ingegneria, Scienze agrarie, Architettura, Scienze politiche/sociali) sospendono accordi in essere con università israeliane, tramite appello firmato da docenti, studenti, ricercatori e dottorandi Altreconomia+2Il Foglio+2La Nazione+2. ——————————————————————————————————————– NOTA SU ALTRI ATENEI * Cagliari: una mozione studentesca chiedeva la sospensione degli accordi con atenei israeliani, ma il Senato ha respinto la proposta (30 gennaio 2024) Reddit+13Domani+13Open+13. * In Torino, si è deciso di non partecipare al bando MAECI 2024 con università israeliane, ma non è stata formalizzata una definitiva rescissione di tutti gli accordi Reddit+4Domani+4Wikipedia+4. * Altri atenei (es. UniPub) hanno visto proteste o richieste, ma non hanno mai formalizzato delibere o modifiche organiche DomaniDomani. TABELLA RIEPILOGATIVA UniversitàTipo di attoDataAzione chiaveSapienza RomaDelibera Senato Accademico n. 92/202513 maggio 2025Interruzione collaborazioni con Israele/bellicoStatale MilanoSospensione accordo Arielfine 2023 / apr 2024Sospeso accordo con Ariel UniversityFederico II NapoliDimissioni promesse dal Rettore da comitato Med-Or, ma non rassegnateaprile 2024Ritiro da fondazione associata ad industria bellica (il Rettore ha annunciato le dimissioni, ma non le ha formalizzate)PalermoDelibera Senato Accademico all’unanimità4 giugno 2024Blocco accordi Erasmus, nuovi accordi vietatiPadovaMozioni Senato Accademico14 mag 2024 & 1 lug 2025Impegno a non avviare o rinnovare accordi con IsraeleBolognaMozione Senato Accademico   Mozione Senato Accademico19 marzo 2024     18 giugno 2025Rifiuto accordi dual use e rescissione ove applicabile   Condanna escalation, stop/riduzione rapporti con IsraeleBariNon partecipazione bando + dimissioniAprile 2024Ritiro del Rettore da Med-Or e bando di cooperazione Italia-Israele sospeso Mozione Dipartimento19 giugno 2025Critiche diritti umani e accoglienza colleghi palestinesiPisaMozione Senato + autodisciplina13 giugno 2024Percorso etico sulle collaborazioni belliche Statuto aggiorna (no armi)Febbraio 2025Clausole di rifiuto su attività dual useSiena (Stranieri)Mozione riconoscimento Palestina17 luglio 2024Impegno politico e morale verso Palestina Università degli Studi di Siena Pressioni su boicottaggioMarzo 2024Respinta mobilitazione politicamente orientata HuffPost Italia Mozione solidale a GazaGiugno 2024Approvata all’unanimità in Senato Accademico Gazzetta di SienaFirenzeMozione per la pace19 dicembre 2023Condanna, ma nessuna sospensione formale Stop accordi da 5 dipartimenti16 luglio 2025Sospesi accordi con università israeliane Giuseppe Curcio, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Vicenza, 5 settembre 2025, Palestina: complicità in tempo di genocidio
VENERDÌ, 5 SETTEMBRE 2025 ORE 20.00 SALONE DEI SAVERIANI – VIALE TRENTO 119, VICENZA Segnaliamo questa iniziativa pubblica dal titolo “Palestina: complicità in tempo di genocidio. Armi, commercio, scuole e…silenzi”, che si svolgerà a Vicenza il 5 settembre 2025 a partire dalle ore 20.00 presso il Salone dei Saveriani in viale Trento 119. L’iniziativa, sostenuta dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, vedrà la partecipazione di un promotore e attivista dell’Osservatorio, Antonio Mazzeo, blogger, giornalista ed esperto in militarizzazione delle scuole, e Roberto de Vogli, docente di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione presso l’Università di Padova. Durante la serata ci sarà un banchetto per la raccolta di fondi per Gaza a cura di “Donne per la Palestina” di Vicenza.
Treviso, verità e giustizia per Danilo Riahi
Si terrà questo giovedì 28 agosto alle 19 il presidio «Verità e giustizia per Danilo Riahi» organizzato dal Collettivo Rotte Balcaniche, Centro Sociale Django di Treviso e Centro Sociale Arcadia di Schio davanti al carcere di via Santa Bona Nuova a Treviso. La protesta nasce dalla morte del diciassettenne tunisino, deceduto il 13 agosto all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dopo un tentativo di suicidio nell’istituto penale minorile, dove era stato rinchiuso pochi giorni prima. Il ragazzo era arrivato in Italia un anno fa attraversando il Mediterraneo: era quello che viene definito un minore straniero non accompagnato. Il 9 agosto era stato arrestato a Vicenza, dopo vari tentativi di furto e una fuga dalla polizia in «evidente stato di agitazione». Immobilizzato con il taser, era stato trasferito nel carcere minorile di Treviso, dove, secondo la versione ufficiale, avrebbe tentato il suicidio poche ore dopo. Le realtà promotrici del presidio sottolineano come la sua morte non possa essere liquidata come una fatalità. «L’ultima volta che un ragazzo si era tolto la vita in un carcere minorile era il 2003, 22 anni fa. E non è un caso che accada ora, dopo il decreto Caivano del governo Meloni. Con questo decreto, nelle carceri minorili italiane si registra un sovraffollamento inedito e l’adozione di un paradigma sempre più punitivo anche per i minori detenuti. E non è un caso che succeda a Treviso, l’istituto più sovraffollato d’Italia, dove si sfiora il doppio delle presenze rispetto alla disponibilità di posti». Secondo le organizzazioni, restano troppi punti oscuri: «Come mai è stato portato in un carcere minorile invece che in un ospedale? È stato visitato dopo essere stato colpito con il taser? Cosa (non) è stato fatto per accertarne le condizioni di salute psico-fisica prima di rinchiuderlo in un carcere? Per quanto tempo è stato privo di sorveglianza mentre tentava il suicidio?». Il comunicato critica anche le prime ricostruzioni ufficiali: «Un presunto “eccellente lavoro” delle forze dell’ordine, una morte troppo in fretta derubricata a fatalità». Ancor più duro il giudizio sulla conferenza stampa convocata dal questore di Vicenza mentre Danilo Riahi era in ospedale in fin di vita, durante la quale gli agenti sono stati elogiati per il loro operato: «Un gesto che mostra quanto sia radicata la logica della disumanizzazione: un ragazzo in fin di vita sparisce di fronte all’occasione per celebrare l’efficienza repressiva». Nel mentre, sottolineano, «la famiglia del ragazzo, residente a Tunisi, ha ricevuto dalle autorità informazioni molto scarne sulla morte del figlio». La storia di Danilo Riahi, sottolineano le realtà solidali, non può essere archiviata come una «piccola storia ignobile». È invece «una storia che parla delle migliaia di ragazzi che come Danilo vivono le nostre città, costantemente etichettati come soggetti pericolosi “delinquenti”, “maranza”, per giustificare la sempre maggiore militarizzazione della vita sociale». Infine l’appello alle istituzioni e a tutta la cittadinanza: «Chiediamo con forza verità e giustizia, che vengano aperte delle indagini serie sulla sua morte e su tutto quello che l’ha preceduta. Invitiamo tutte e tutti a scendere in piazza con noi giovedì 28 agosto, ore 19, fuori dal carcere di Treviso».
Verona, Lanterne Rosse a 80 anni dal lancio della bomba atomica su HIROSHIMA e NAGASAKI
VERONA, 6 -9 AGOSTO 2025 Verona ha ricordato l’80esimo anniversario del bombardamento atomico americano statunitense delle due città giapponesi di Hiroschima e Nagasaki con il consueto deposito di lanterne rosse nell’Adige, tradizione arrivata con una sopravvissuta di Hiroschima, nel lontano 2005, che, «incontrando alunni/e della provincia veronese, portò il prototipo del lumino che, tuttora, viene depositato ogni anno sui sette fiumi della città di Hiroschima,  per ricordare una persona cara, morta a causa della bomba atomica». Nella organizzazione dell’evento del 9 agosto c.a., promosso dal Comitato Veronese per le iniziative di Pace, con il patrocinio del Comune di Verona, sono stati attuati due percorsi innovativi: –  Laboratorio di costruzione Lanterne di Pace per bambini/e, dai 6 anni in su; Tra le lanterne depositate in acqua, assemblate da un congruo numero di volontarie /i di Associazioni veronesi, anche le lanterne prodotte dalle/i bambine/i nel laboratorio gratuito svoltosi alla Casa di Quartiere Baleno, laboratorio riproposto, dopo lungo tempo, per avvicinare le/i piccoli/e, al pensiero della necessità di attivarsi concretamente per la pace. – Suggestiva coreografia nella vasca dell’Arsenale per invocare la pace; A pochi passi da Ponte Castelvecchio, nei giardini della vasca adiacente l’Arsenale Asburgico, un centinaio di persone hanno posato in una coreografia ripresa dall’alto, per formare, coesi in un unico appello, la parola PACE, obiettivo comune dei/delle partecipanti, assieme a quello del disarmo, in particolare  nucleare. A tal proposito, Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento, nel presentare l’iniziativa, ha affermato che «la bomba atomica non è un’arma pensata per un obiettivo militare, ma è un’arma per distruggere le città, progettata e costruita per colpire abitazioni, fabbriche, ospedali. L’obiettivo è la vita civile e contro questo pericolo la gente deve muoversi e deve ribellarsi. Si deve dire “no” e avere la proposta alternativa che è quella del disarmo, la messa al bando delle armi nucleari che, in questo momento storico, stanno tornando ad essere una minaccia sempre più imponente». Il relatore ufficiale della serata è stato Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo il quale, affermando che l’arma nucleare è il massimo del militarismo, ha ripercorso le date del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), sottolineando che nel 2017 l’accodo internazionale è stato affiancato da un nuovo Trattato, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) che mira a vietare completamente lo sviluppo, il possesso e l’uso di armi nucleari. Trattato entrato in vigore nel 2021, dopo essere stato ratificato da 50 stati: «Anche le città, cioè gli obiettivi delle armi nucleari, sempre più dovrebbero mettersi in pista per l’adesione all’appello internazionale delle città promosso da ICAN ( Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari), una coalizione globale della società civile che lotta per promuovere l’adesione e la piena implementazione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari». In rappresentanza del Sindaco del Comune di Verona, l’Assessore all’Innovazione e alla Transizione digitale Jacopo Buffolo, con delega, fra le altre, alla Memoria Storica e Diritti Umani, ha evidenziato «che il pericolo atomico ha contraddistinto il secolo scorso con la guerra fredda e va ricordato sempre, sia in memoria di tutte le vittime che ci sono state, ma soprattutto per il rischio che vediamo ancora oggi con i tanti conflitti in atto, che vedono coinvolte potenze dotate di armi nucleari». Fa presente poi, che l’amministrazione ha, per a prima volta, patrocinato l’importante iniziativa a «testimoniare la volontà di una città che crede fortemente nei valori della pace, della non violenza,  nell’impegno che tutte e tutti dobbiamo prenderci per costruire una società più giusta, che possa ripudiare completamente la guerra come dice la nostra Costituzione». Alla chiusura dell’iniziativa, il momento significativo della deposizione in Adige delle lanterne rosse, con il lumino acceso, «per far partire il fiume di pace». Qui alcuni scatti dell’iniziativa. Miria Pericolosi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Protesta a Verona: “Rompiamo il silenzio contro il genocidio a Gaza”
Domenica 27 luglio 2025 dalle 22,45 alle 23,00 molte persone, appartenenti ad associazioni, partiti, cittadine/i hanno aderito all’invito di “Verona per la Palestina” e, “pentole alla mano” hanno disertato il silenzio “assordante” contro il genocidio e la criminale catastrofe in Palestina. Il frastuono è arrivato in Arena dove si stava rappresentando l’Aida e dove è accaduto un fatto eccezionale. All’improvviso, tra il primo e il secondo atto,nello spazio dei sottotitoli che appaiono sull’ apposito schermo, è apparsa la bandiera palestinese e la scritta STOP GENOCIDE. Il pubblico ha iniziato ad applaudire, l’orchestra e il coro hanno cominciato a battere i piedi in segno di condivisione. La foto di quanto stava accadendo nell’anfiteatro è arrivata a qualche cellulare in P.zza Bra’, rafforzando così il frastuono di pentole, coperchi, fischietti e strumenti musicali quali i piatti e i tamburelli. L’autore del fatto è un giovane pianista, Francesco Orecchio, addetto ai sottotitoli, al suo ultimo giorno di lavoro in Arena, in partenza per l’Olanda dove lavorerà per il Teatro dell’Opera della capitale Olandese. Orecchio, intervistato, ha affermato che l’azione è stata una sua decisione personale per aderire alla giornata di protesta contro il silenzio sul genocidio di Gazza e che sarebbe “felice se anche la Fondazione Arena aderisse al messaggio e lo inserisse stabilmente”. All’iniziativa di “rompere il silenzio” ha aderito anche il Comune di Verona di cui, ricordo, il Sindaco è Presidente della Fondazione, che ha fatto suonare il Rengo, una delle due principali campane della Torre dei Lamberti, in P.zza delle Erbe. Il Rengo veniva suonato, in passato, per convocare il Consiglio Comunale e per chiamare i cittadini alle armi in caso di emergenza. Hanno suonato in città, anche le campane di alcune chiese, compresa quella della Chiesa di S.Nicolo’ adiacente all’Arena L’Osservatorio ha aderito al flash mob e alla lettera, sottoscritta da associazioni e partiti in cui  si chiede alla Fondazione, fra l’altro, di “esprimere chiaramente la propria posizione in merito, così da contribuire a sgretolare il muro di silenzio dei governi e della comunità internazionale”. “COME PUÒ L’UMANITÀ ASCOLTARE MUSICA COSÌ BELLA, MENTRE UNA PARTE GRIDA DISPERATA E FERITA A MORTE?”  Miria Pericolosi – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Verona
Riprendiamo la mobilitazione contro l’Autonomia differenziata!
LA PREMESSA DI OGNI ARTICOLO: FERMIAMO IL GENOCIDIO IN PALESTINA _____________________________________________________________________________________ Alcune regioni si stanno portando avanti verso le intese per l’autonomia differenziata: Lombardia, Veneto, Liguria e Piemonte, a cui, […]
Marghera, Progetto inceneritore di ENI Rewind è stato bocciato. Vittoria del Coordinamento No Inceneritori
Eni Rewind nel pomeriggio del 25 giugno ha commentato con una breve nota il parere negativo del comitato tecnico regionale del Veneto per la Valutazione di Impatto Ambientale, che di fatto affossa il progetto del termovalorizzatore, che già aveva avuto un parere negativo dall’Istituto Superiore di Sanità, oltre alla graduale opposizione di diversi comuni e comunità del territorio. «Eni Rewind prende atto della decisione in merito alla bocciatura del progetto per la realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi di depurazione civile a porto Marghera» scrive all’inizio della nota. Proprio sul fronte del lavoro interviene la Cgil, ricordando che «quello dell’inceneritore a Fusina è sempre stato un progetto irrealizzabile, privo di basi industriali solide e totalmente inadeguato. Eni – dichiarano Daniele Giordano (Cgil Venezia) e Michele Pettenó (Filctem) – ha preso in giro l’intero territorio, presentando una proposta che non aveva alcuna reale prospettiva di rilancio industriale. Questo impianto è servito solo a distogliere l’attenzione dai veri nodi irrisolti, a partire dalla mancanza totale di investimenti e dalla chiusura silenziosa della chimica a Porto Marghera». L’inceneritore per fanghi di ENI Rewind è stato bocciato e i comitati parlano di una vittoria e di una giornata storica. Il Coordinamento No Inceneritori ha emesso un comunicato stampa il 25 giugno in cui scrive: “Avevamo promesso a ENI che di qui non sarebbero passati, e non sono passati! E’ una vittoria importantissima e di portata storica per un territorio che ha pagato un prezzo altissimo, in termini di vite umane perse e di degrado ambientale, a causa di decenni di industrializzazione dissennata, che ha privilegiato il profitto sopra tutto e sopra tutti, creando la diffusa opinione che la popolazione non ha mai voce in capitolo su questioni così importanti. Qualcuno pensava di poter continuare a sacrificare questo territorio, ma le tante mobilitazioni popolari messe in campo, non ultima la grande manifestazione dell’1 giugno con 5000 persone in piazza un anno fa, il blocco del distributore a Marghera e dell’ENI Store, il grande lavoro di inchiesta , di approfondimento scientifico, di sensibilizzazione svolto in questi anni dai comitati ha sbarrato la strada addirittura a ENI, una delle multinazionali del fossile più potenti al mondo, la stessa che fa accordi con il governo criminale di Israele e con Paesi come la Libia responsabili di torture e di gravi violazioni dei diritti umani . E’ importante che le argomentazioni del Comitato Tecnico per la valutazione ambientale abbiano riconosciuto l’importanza del principio di precauzione e abbiano accolto i nostri rilievi sulla pericolosità degli inceneritori, impianti insalubri di prima classe, in particolare per quanto riguarda gli impatti ambientali e sanitari derivati dalla inefficace combustione dei PFAS, e per il fatto che questo territorio è già pesantemente inquinato con conseguenze sanitarie intollerabili. Le istituzioni hanno dovuto piegarsi di fronte alla nostra mobilitazione e.ai pareri determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno di fatto confermato tutte le osservazioni che già avevamo posto. Questa sentenza non vale solo per ENI, perché ora il problema della salute, dei PFAS e dell’inquinamento ambientale non potrà più essere ignorato né per l’inceneritore di Veritas, né per quelli di Padova, di Schio, di Verona e di Loreo. Il problema della gestione dei rifiuti, dei fanghi e dei PFAS sono un dato di fatto, ma la soluzione non sta nel creare un problema ancora più grave. E’ necessario aprire al confronto con i comitati, con le associazioni ambientaliste, con le popolazioni, investire in ricerca, e soprattutto assumere come paradigma che la tutela della salute e dell’ambiente vengano prima dei profitti e di ogni altra cosa”. Il Coordinamento No Inceneritori, forte di questa vittoria ora rilancia: “E’ necessario bloccare immediatamente la seconda linea di Veritas; chiediamo alla Regione e a ARPAV di avviare studi approfonditi intorno agli inceneritori, con il supporto di CNR e ISPRA, per verificare il livello di contaminazione da PFAS nei suoli, nelle acque, e negli alimenti. Noi non ci fermiamo, Veritas è avvisata. Il nostro territorio non è in vendita, non brucerete il nostro futuro”. Nonostante ciò però, Eni sembra ancora essere pronta all’attacco e, proprio nella nota, prosegue: «Tali impianti sono infatti previsti nella piano rifiuti della Regione Veneto, ed Eni Rewind ritiene di aver presentato tutta la documentazione tecnica relativa a eventuali impatti sull’ambiente, la sicurezza e la salute. Eni avvierà le opportune riflessioni in merito al rilancio dell’area industriale di Porto Marghera di cui questo impianto era parte rilevante».  https://www.veneziatoday.it/attualita/eni-reazione-bocciatura-inceneritore.html Lorenzo Poli