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A novembre, forze armate israeliane e coloni hanno effettuato 2.144 attacchi nella Cisgiordania occupata
Cisgiordania occupata – PressTV. A novembre, le forze armate israeliane e i coloni hanno effettuato almeno 2.144 attacchi contro civili palestinesi e le loro proprietà in tutta la Cisgiordania occupata, secondo quanto riportato da un organismo di controllo con sede a Ramallah. Il nuovo rapporto mensile pubblicato mercoledì dalla Commissione contro il Muro e gli Insediamenti ha descritto in dettaglio incursioni diffuse, appropriazioni di terre e distruzioni con il titolo “Violazioni delle misure di occupazione e di espansione coloniale” (Violations of the Occupation and Colonial Expansion Measures). Il rapporto è stato presentato dal suo direttore Muayyad Shaaban, che ha attribuito 1.523 incidenti alle truppe israeliane, mentre i restanti sono stati perpetrati da coloni autorizzati dall’esercito. > Israeli helicopters strike Tubas and Qabatiya amid West Bank military > escalation https://t.co/k8FHovmOaw > > — Press TV 🔻 (@PressTV) December 3, 2025 Il dossier ha catalogato una vasta gamma di abusi, tra cui demolizioni di case e mezzi di sussistenza, confische di terreni, vandalismo, blocchi stradali, sparatorie mortali, percosse, furti e intimidazioni. Le comunità palestinesi, dalla città di Nablus, nel nord della Cisgiordania, fino alle colline rurali, hanno denunciato un clima di prigionia, dolore ed espropriazione. Shaaban ha avvertito che gli attacchi riflettono una strategia coesa “progettata per sradicare i palestinesi indigeni e imporre un ordine coloniale razzista”. La dichiarazione ha indicato un’intensificazione delle affermazioni palestinesi secondo cui le violazioni sono coordinate, politicamente approvate e progettate per svuotare le comunità, piuttosto che disciplinare presunti sospetti. Il censimento di novembre ha anche registrato tentativi di impiantare futuri insediamenti illegali, inclusi i tentativi di erigere 19 nuovi avamposti, descritti dalla commissione come precursori di reti di insediamenti espanse. La scala delle confische territoriali si è accelerata parallelamente. Attraverso ordini di confisca e una riorganizzazione dei confini amministrativi, il regime ha annesso 280 ettari di terra palestinese, il mese scorso, inclusi circa 280 ettari ottenuti ridisegnando le designazioni territoriali. Sono stati emessi circa 51 ordini di demolizione, mentre 46 ondate di demolizioni hanno raso al suolo o danneggiato 76 strutture palestinesi, dalle fattorie alle aziende a conduzione familiare. Ulteriori 51 avvisi hanno minacciato di distruzione altri siti, aggravando l’ansia nelle comunità già in difficoltà nella ricostruzione. I difensori dei diritti umani hanno affermato che i risultati hanno rafforzato le critiche di lunga data di organizzazioni come l’israeliana B’Tselem, che ha sostenuto che la demolizione strutturale e la crescita degli insediamenti costituiscono i pilastri fondamentali dell’occupazione, non gli effetti collaterali dell’emergenza. Traduzione per InfoPal di F.L.
Ministro e membri della Knesset chiedono di uccidere i palestinesi che bruciano rifiuti (soprattutto del contrabbando israeliano) in Cisgiordania
Nazareth. In mezzo a un’intensificazione della retorica incendiaria all’interno della Knesset israeliana, le questioni ambientali in Cisgiordania vengono sempre più collegate a politiche di sicurezza che prendono di mira direttamente i palestinesi. Il tema della combustione dei rifiuti, causata principalmente dalla mancanza di infrastrutture ambientali dovuta alle restrizioni israeliane, si è trasformato in una nuova piattaforma per appelli pubblici all’uso della forza letale contro i civili, segnalando una deriva dei dibattiti legislativi verso una maggiore estremizzazione e militarizzazione, anche in questioni civili e ambientali. Durante una sessione tenutasi mercoledì alla  Knesset, il parlamentare Tzvi Sukkot, del partito di estrema destra “Otzma Yehudit”, ha chiesto che l’Aeronautica israeliana “attacchi e uccida” i palestinesi che bruciano rifiuti in Cisgiordania. Le sue dichiarazioni sono state sostenute dalla ministra della Protezione Ambientale Idit Silman e dal collega deputato Yitzhak Kroizer, entrambi dello stesso partito. Durante una riunione della Commissione per gli Interni e la Protezione Ambientale, i tre parlamentari hanno affermato che la combustione dei rifiuti costituisce “un atto di terrorismo”, chiedendo che venga trattata allo stesso modo dei palestinesi accusati di lanciare pietre, secondo quanto riportato da Haaretz. Silman ha dichiarato che il governo intende detrarre somme dalle entrate fiscali che trasferisce all’Autorità Palestinese, con il pretesto di finanziare le operazioni di spegnimento degli incendi di rifiuti, e ha richiesto maggiori poteri per il suo ministero per operare all’interno della Cisgiordania. Sukkot ha anche chiesto la formazione di un comitato investigativo specializzato nel problema, come lui lo ha definito, dei siti di combustione dei rifiuti. Colonialismo e mancanza di strutture nei territori colonizzati. Allo stesso tempo, Silman ha riconosciuto che una delle cause principali della diffusa combustione dei rifiuti è la mancanza di strutture formali per la raccolta e il trattamento dei rifiuti nelle città palestinesi. Ha affermato che il suo ministero sta lavorando all’ampliamento di due strutture esistenti che trattano i rifiuti palestinesi, oltre a spingere per l’istituzione di due impianti che generano energia bruciando rifiuti. Nonostante il governo dell’occupazione abbia approvato due anni fa un piano per affrontare i danni ambientali in Cisgiordania, non ha ancora ricevuto l’approvazione finale del governo. Secondo Silman, il suo ministero sta aspettando l’approvazione del ministero della Difesa per implementare il piano, il cui budget è stimato in 134 milioni di shekel. Prima scaricano rifiuti nei Territori palestinesi, poi chiedono l’uccisione di chi è costretto a bruciarli. Un rapporto del Centro di Ricerca e Informazione della Knesset afferma che l’Unità di Ispezione dei Valichi intercetta ogni anno circa 150 camion che contrabbandano rifiuti da Israele alla Cisgiordania, una piccola percentuale rispetto al numero reale di camion che scaricano illegalmente rifiuti nelle aree palestinesi. Sukkot ha sostenuto che le squadre antincendio sono pronte a entrare in Cisgiordania per spegnere gli incendi di rifiuti, ma che l’esercito israeliano “non fornisce loro protezione”, mentre il rappresentante dell’esercito presente alla sessione ha affermato di non avere informazioni riguardo tali piani. Nel frattempo, l’“Amministrazione Civile” dell’occupazione, responsabile della rimozione dei rifiuti, ha affermato di trovarsi in difficoltà nello svolgere i compiti assegnati, nonostante abbia ricevuto lo scorso maggio un budget governativo per bonificare diversi siti di combustione dei rifiuti in Cisgiordania. Haaretz ha concluso che molti altri siti continueranno a vedere rifiuti bruciati a meno che il governo israeliano non cambi la sua politica sulla gestione dei rifiuti nelle aree sotto l’Autorità Palestinese. (Fonte: PIC), Traduzione per InfoPal di F.L.
Pericoloso aumento della violenza dei coloni in Cisgiordania
Cisgiordania – PIC. L’Ufficio Nazionale per la Difesa della Terra e la Resistenza agli Insediamenti ha confermato un rapido deterioramento della situazione della sicurezza nella Cisgiordania occupata, tra un’impennata senza precedenti negli attacchi dei coloni ebrei nelle ultime settimane. In un rapporto sui diritti umani pubblicato sabato, l’Ufficio ha spiegato che la stagione della raccolta delle olive di quest’anno ha registrato la peggiore ondata di violenza dei coloni vista in Cisgiordania da anni, secondo la documentazione di organizzazioni israeliane e internazionali. Ha osservato che la violenza dei coloni ha “superato ogni limite”. Il rapporto ha affermato che il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha espresso la preoccupazione del suo Paese riguardo all’impatto dell’ondata di attacchi dei coloni sugli sforzi per stabilizzare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Ha inoltre fatto riferimento alle posizioni assunte dai Paesi dell’Unione Europea che hanno condannato gli attacchi dei coloni e chiesto a Tel Aviv di intervenire per fermarli. > مستوطنون يعتدون على أهالي قرية الجبعة، جنوب غرب بيت لحم، ويحرقون سياراتهم. > pic.twitter.com/T6G7QGYm5L > > — عربي بوست (@arabic_post) November 17, 2025 L’Ufficio Nazionale ha evidenziato il tentativo del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di presentarsi come “distaccato” dai crimini dei coloni, nonostante le sue precedenti dichiarazioni che ne giustificavano le azioni. Ha ricordato che il 28 agosto 2024 Netanyahu aveva dichiarato di considerare “con serietà” le sanzioni statunitensi imposte ai coloni per aver commesso atti di violenza contro i palestinesi in Cisgiordania, e che la questione era in discussione con gli Stati Uniti. Il rapporto ha rilevato il tentativo del ministro dell’Esercito israeliano, Israel Katz, di prendere le distanze dalla violenza dei coloni pur rinnovando contemporaneamente il suo sostegno all’espansione degli insediamenti in Cisgiordania. A seguito dell’attacco terroristico al villaggio di al-Jab’a, nel governatorato di Betlemme, Katz ha sottolineato che il governo israeliano continuerà a “sviluppare ed espandere gli insediamenti in tutta la Giudea e Samaria (la Cisgiordania)” in coordinamento con la leadership dei coloni, “mantenendo la legge e l’ordine, garantendo la sicurezza dei residenti e stabilizzando l’area”. Ha aggiunto che non permetterà “a una manciata di anarchici e criminali” di farsi giustizia da soli, danneggiare la reputazione dei coloni o minare la missione dell’esercito di “proteggere gli israeliani e sventare il terrorismo palestinese”, come da lui affermato. > مستـ ـوطنون يهـ ـاجمون مصنع "الجنيدي" للألبان في مدينة طولكرم ويحرقون > ممتلكاته#عربي21 pic.twitter.com/f3JA5ghcqr > > — عربي21 (@Arabi21News) November 14, 2025 Il rapporto sui diritti umani ha dichiarato che questi coloni, descritti dai funzionari israeliani come “piantagrane”, si definiscono, secondo i media israeliani, le “Brigate Re Davide”. Sono gli stessi “Hilltop Youth”, che hanno abbandonato i percorsi educativi o ne sono stati espulsi e sono ben conosciuti dalle autorità di sicurezza israeliane. Ha sottolineato che questi coloni portano avanti i loro brutali attacchi contro i civili palestinesi “in modo organizzato; hanno leader sul campo come Neria Ben Bazi e molti altri, patroni politici come Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, e autorità religiose tra cui il rabbino Yitzhak Ginsburgh e altri rabbini estremisti ai quali il ministro dell’Esercito ha delegato le questioni relative ai coloni”. Secondo i dati pubblicati dal quotidiano Yedioth Ahronoth, sono stati registrati 1.586 episodi di crimini nazionalisti ebraici durante i due anni di guerra a Gaza, una media di due incidenti al giorno, e 114 attacchi hanno preso di mira le forze dell’esercito e della polizia israeliani. I dati indicano un aumento compreso tra il 20% e il 25% rispetto al 2024. Le cifre mostrano anche che 174 palestinesi sono stati feriti dall’inizio del 2025 in attacchi motivati dal nazionalismo, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente, mentre il numero totale dei feriti dall’inizio della guerra ha raggiunto quota 376. Il quotidiano ebraico ha avvertito che l’ondata di violenza “proviene dagli avamposti degli insediamenti e dalle fattorie di pascolo”, osservando che ha raggiunto un livello tale da spingere alti ufficiali dell’esercito israeliano a chiedere il ripristino degli ordini di detenzione amministrativa revocati mesi fa. Il giornale ha anche rivelato che il capo del Comando Centrale dell’esercito israeliano, Avi Blut, si è vantato della creazione di circa 120 nuovi avamposti di insediamento sotto forma di “fattorie”, nonostante siano siti non autorizzati e illegali. > هاجمت مجموعة من المستوطنين الإسرائيليين مزرعة للمواشي ومنزلًا وأراضي زراعية > تعود لعائلة فلسطينية جنوب الخليل. > > إسرائيل منزعجة من انتشار هذا الفيديو الذي اعتبره البعض تشويهًا فضيع لسمعتها، > لكنه في الحقيقة يُظهر كيف ربّت إسرائيل مجتمعها على الجريمة والعنف والحقد > والإبادة ضد كل ما… pic.twitter.com/b4oPOfRr6w > > — Tamer | تامر (@tamerqdh) November 1, 2025 Traduzione per InfoPal di F.L.
Pogrom dei coloni israeliani contro i nativi palestinesi in varie aree della Cisgiordania
Cisgiordania occupata. Ormai da mesi si sono intensificati i pogrom dei coloni ebrei israeliani contro la popolazione nativa palestinese in tutti i territori della Cisgiordania occupata, con morti, feriti e grande devastazione. Le gang di coloni terroristi seminano il panico nelle città e nelle cittadine palestinesi, aggredendo violentemente gli autoctoni e distruggendo le loro proprietà, spesso con la protezione dei soldati israeliani. Ieri sera coloni hanno preso d’assalto la comunità palestinese di Khirbet al-Markaz a Masafer Yatta, aggredendo i residenti e ferendo numerose persone con bastoni e pietre. Sempre ieri sera, milizie di coloni hanno dato fuoco a quattro case vicino al villaggio di Lubban e-Sharkiya, a sud di Nablus, incendiando parzialmente le proprietà. Fortunatamente, non si sono registrati feriti. Bande di coloni israeliani sostenute dall’esercito hanno attaccato il villaggio di Kisan, a est di Betlemme, nella Cisgiordania meridionale. I vigili del fuoco palestinesi hanno lavorato per spegnere gli incendi appiccati dai coloni in una fattoria nel villaggio di Abu Falah, a nord-est di Ramallah, nella Cisgiordania occupata. Le conseguenze di un pogrom notturno da parte delle milizie dei coloni israeliani nella zona di Taruja, a sud della città di Nablus, nella Cisgiordania occupata. I coloni hanno tentato di appiccare il fuoco alle case palestinesi mentre le famiglie dormivano all’interno.
Coloni attaccano palestinesi vicino Ramallah mentre l’esercito israeliano demolisce strutture nella Valle del Giordano
Cisgiordania – PIC. Un gruppo di coloni ebrei estremisti ha attaccato quattro cittadini palestinesi nei pressi della città di Beitunia, a ovest di Ramallah, mentre l’esercito d’occupazione israeliano ha demolito strutture palestinesi nella parte settentrionale della Valle del Giordano nella serata di sabato. Secondo fonti della sicurezza palestinese, i coloni hanno aggredito quattro cittadini mentre viaggiavano in un veicolo nei pressi di Beitunia, inseguendoli poi nelle aree montuose attorno alla vicina cittadina di Beit Ur. Il destino delle vittime rimane sconosciuto. In un caso separato, l’esercito israeliano ha demolito una struttura residenziale e due recinti per il bestiame nel villaggio di al-Malih, nella Valle del Giordano settentrionale, nella stessa serata. In precedenza, nella mattinata, coloni e soldati avevano fatto irruzione nel villaggio di al-Malih e avevano detenuto alcuni residenti, poi rilasciati successivamente.
A ottobre, in Cisgiordania, oltre 2.300 attacchi di coloni e forze israeliane
Cisgiordania Occupata – Al Mayadeen. La Commissione contro il Muro e gli Insediamenti dell’Autorità Nazionale Palestinese ha riferito che le forze di occupazione israeliane (IOF) e i coloni hanno effettuato un totale di 2.350 attacchi nella Cisgiordania occupata durante il mese di ottobre, proseguendo una campagna incessante di violenza contro i palestinesi, le loro terre e le loro proprietà. Secondo Mu’ayyad Sha’ban, capo della commissione, le forze di occupazione hanno commesso 1.584 attacchi, mentre i coloni 766. Il rapporto ha rivelato che gli attacchi sono stati più intensi nei governatorati di Ramallah e al-Bireh (542), Nablus (412) e Hebron/Al-Khalil (401), a indicare uno sforzo concentrato per interrompere la vita dei palestinesi in aree chiave del territorio occupato. La violenza ha coinciso con la stagione annuale della raccolta delle olive, un periodo in cui storicamente gli attacchi aumentano. La commissione ha documentato incidenti tra cui aggressioni fisiche dirette, sradicamento e incendio di ulivi, ostruzione dell’accesso ai terreni agricoli e sequestro di proprietà. Alberi distrutti, terreni confiscati, case demolite. Reuters, citando funzionari palestinesi e delle Nazioni Unite, ha riferito che, durante la stagione della raccolta delle olive, gli attacchi dei coloni continuano senza sosta, con gli agricoltori palestinesi e le loro famiglie che affrontano minacce e intimidazioni crescenti. Secondo i risultati mensili della commissione, gli attacchi hanno incluso non solo aggressioni, ma anche distruzioni diffuse: case e strutture agricole sono state demolite e vaste aree di territorio palestinese sono state chiuse con il pretesto delle cosiddette “misure di sicurezza”. Queste chiusure spesso aprono la strada all’espansione dei coloni, portata avanti con il pieno appoggio delle forze di occupazione. Il rapporto ha inoltre confermato che oltre 15.000 alberi sono stati sradicati dall’inizio di ottobre 2024, danneggiando ulteriormente i mezzi di sussistenza palestinesi e l’ambiente locale. Il ministero dell’Agricoltura palestinese ha documentato un aumento del 17% delle perdite finanziarie subite dagli agricoltori della Cisgiordania da gennaio a metà ottobre 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il ministero attribuisce l’aumento alle sistematiche aggressioni dei coloni e all’appropriazione di terreni, in particolare durante il periodo critico del raccolto. Martedì, fonti sul campo nella Cisgiordania occupata hanno riferito che coloni israeliani hanno aggredito agricoltori e proprietari di serre palestinesi a est di Beit Dajan, una città situata vicino a Nablus. Secondo le stesse fonti, le IOF hanno anche fatto irruzione nella città di al-Yamoun, a ovest di Jenin, dove hanno condotto operazioni di ricerca e istituito posti di blocco militari in diversi quartieri, limitando la circolazione dei residenti. Questi incidenti fanno parte di una più ampia e intensificata campagna di aggressione in Cisgiordania, dove le forze di occupazione israeliane e i coloni prendono regolarmente di mira civili palestinesi, terreni agricoli e abitazioni. Gli osservatori affermano che tali azioni riflettono una politica deliberata volta a sfollare con la forza i palestinesi, a impadronirsi di ulteriore territorio e ad espandere gli insediamenti illegali, in chiara violazione del diritto internazionale. Traduzione per InfoPal di F.L.
Ondata di violenza da parte dei coloni nella Cisgiordania occupata
Cisgiordania occupata – PIC.  Diverse aree della Cisgiordania occupata sono state teatro di un’ondata di attacchi, sabato, contro agricoltori palestinesi, attivisti stranieri, veicoli e proprietà, tra cui una scuola. Secondo diverse fonti, tre donne palestinesi sono rimaste ferite quando un’orda di coloni le ha selvaggiamente aggredite nel villaggio di Tal, a ovest di Nablus. La Mezzaluna Rossa ha dichiarato che i suoi paramedici hanno prestato le prime cure alle donne ferite prima di trasportarle in ospedale. Un altro gruppo di coloni ha lanciato pietre contro le auto palestinesi su una strada vicino all’insediamento illegale di Yitzhar, danneggiandone diverse e causando congestione del traffico. Questi coloni hanno anche lanciato pietre contro le case in una zona vicina, secondo il capo del consiglio del villaggio di Madama, Abdullah Ziyadah. Altri coloni, sotto la protezione delle forze israeliane, hanno aggredito agricoltori e attivisti stranieri durante una raccolta delle olive sul Monte Qammas, a est della città di Beita, a Nablus. Hanno dato fuoco a diversi ulivi e rubato sacchi di olive raccolte. Alcuni coloni hanno anche aggredito agricoltori mentre raccoglievano le olive dai loro uliveti nella zona tra il villaggio di Burin e la città di Huwara, a sud di Nablus. A Qalqilya, un gruppo di coloni scortato da soldati ha dato fuoco a due auto palestinesi e ne ha danneggiata un’altra nel villaggio di Far’ata. Hanno anche incendiato una struttura agricola. Coloni armati hanno preso d’assalto il villaggio di Khirbet Makhoul, nella Valle del Giordano settentrionale, e si sono avvicinati alle tende dei residenti locali, scatenando il panico tra bambini e donne. Ad al-Khalil/Hebron, diversi ulivi hanno subito danni dopo che i coloni hanno fatto pascolare il loro bestiame negli uliveti nella zona di Bariyat Sa’ir, a nord-est della provincia. Coloni hanno liberato le loro pecore nel villaggio di Khirbet Shaab al-Batm, a Masafer Yatta. A Tubas, i coloni hanno attaccato una scuola nel villaggio di Khirbet Ibziq. Secondo Azmi Balawna, direttore dell’istruzione a Tubas, un gruppo di coloni ha fatto irruzione nella scuola, devastandone gli arredi e bruciando una bandiera palestinese. Nel distretto di Gerusalemme Est, i coloni hanno assaltato la comunità beduina di al-Ma’azi, situata a est della città di Jaba, lanciando pietre contro le case e incendiando pneumatici. L’attacco è avvenuto in presenza di soldati israeliani. Traduzione per InfoPal di F.L.
Tre palestinesi feriti in un attacco di coloni a Betlemme. 126 aggressioni in 70 città e villaggi
Betlemme-InfoPal. Sabato, tre nativi palestinesi sono rimasti feriti da proiettili letali durante un attacco di coloni armati al villaggio di al-Minya, a sud-est di Betlemme. Secondo Zayed Kawazba, capo del consiglio del villaggio, un’orda di coloni armati, scortati da soldati, ha aperto il fuoco direttamente contro gli autoctoni nei pressi del villaggio, ferendone tre agli arti inferiori. Tutti i feriti sono stati trasferiti in ospedale per ricevere assistenza medica. L’attacco si è verificato in un contesto di forte aumento della violenza dei coloni in tutta la Cisgiordania occupata, soprattutto durante l’attuale stagione della raccolta delle olive, che ha registrato il più alto livello di aggressioni, da parte dei coloni, degli ultimi cinque anni, con oltre 120 episodi segnalati. L’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha dichiarato venerdì che sono stati registrati 126 aggressioni da parte dei coloni in 70 città e villaggi, e che più di 4.000 ulivi e alberi sono stati vandalizzati durante la stagione della raccolta delle olive. (Fonti: PIC, Quds News, Telegram).
Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania
Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale. Tali attacchi, condotti sotto protezione militare, includono vandalismi di ulivi, piantagioni su terreni di proprietà palestinese e recinzioni di aree di pascolo come preludio alla loro annessione. Nel villaggio di al-Maniya, a sud di Betlemme, il capo del consiglio locale Zayed Kawazbeh ha riferito che i coloni dell’insediamento illegale di Ma’ale Amos hanno vandalizzato decine di ulivi piantati su circa due dunum di terreno in un’area nota come al-Qarm. Questi dunum appartengono a un cittadino palestinese di nome Mahmoud Jabarin, aggredito dai coloni in un violento attacco che gli ha causato la frattura di un braccio. Nonostante fosse la vittima, Jabarin è stato rapito dai soldati israeliani, mentre i coloni che lo hanno aggredito non sono stati arrestati. Ad al-Khalil/Hebron, decine di coloni hanno piantato alberi su appezzamenti di terreno di proprietà palestinese nel villaggio di Birin, a sud-est. Farid Burqan, capo del consiglio del villaggio di Birin, ha accusato i coloni di volersi impadronire del terreno. Burqan ha spiegato che i coloni hanno piantato gli alberi sotto la protezione delle forze armate israeliane, sottolineando che simili violazioni da parte dei coloni si verificano di frequente in aree come Masafer Yatta e la città di Bani Na’im, dove agli agricoltori palestinesi viene regolarmente impedito l’accesso alle loro terre, mentre i coloni liberano deliberatamente il loro bestiame nei campi per distruggere i raccolti. In un altro incidente, un gruppo di coloni ha tentato di assaltare l’abitazione di un cittadino palestinese nel villaggio di Susya, a sud di al-Khalil/Hebron, ma i residenti locali sono riusciti a respingerli. Nella Valle del Giordano settentrionale, i coloni hanno recintato nuove aree di terreno agricolo di proprietà palestinese a Khirbet al-Farisiya, con l’obiettivo di imporre il controllo sull’area e impedire ai proprietari terrieri palestinesi di accedere alle loro proprietà. Secondo fonti locali, l’accaparramento di terreni a Khirbet al-Farisiya è avvenuto prima della stagione della semina invernale, da cui i residenti dipendono per produrre foraggio per il loro bestiame. Negli ultimi mesi, i coloni hanno recintato centinaia di dunum di terreni nella Valle del Giordano settentrionale nell’ambito di una politica più ampia volta a esercitare pressioni sui residenti palestinesi e a costringerli ad abbandonare le loro terre. (Fonti: PIC, Quds News, PressTV).