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Ritornare a fare il pane
-------------------------------------------------------------------------------- Foto di M.M. -------------------------------------------------------------------------------- Restituire la dignità al pane, per ricreare quell’anima contadina che ha scandito la quotidianità e sfamato per millenni interi popoli, è il progetto della costituenda “Comunità del pane” a Olis. Alcuni anni fa quando scrissi il reading multimediale “C’era una volta il pane”, sottolineavo con una certa tristezza che aver confinato il pane tra gli scaffali di un supermercato e scisso fino a mutilare il legame con la terra e con le sue molteplici relazioni, era stato come se gli avessimo rubato l’anima. Il pane era vita, era cultura, era bellezza, ma con l’arrivo della moderna opulenza era diventato una merce! Penso che questa nefasta deriva sia anche il segno della decadenza di alcuni valori e dell’ascesa di altri in cui si magnificano le luccicanti apparenze e si trascurano le cose semplice ed essenziali. Prima che sia troppo tardi per non essere completamente fagocitati dalle sirene di una virtualità, sempre più frenetica e seducente, c’è bisogno di ritornare a vivere in sintonia con i tempi naturali della lentezza e della cura di sé. C’è bisogno di recuperare una sana manualità del fare affinché quei gesti che hanno accompagnato il tempo dei nostri avi possano restituirci il valore più profondo, ovvero la dignità della nostra umanità. È il tempo della condivisione e del piacere di fare le cose assieme. Mani che s’intrecciano e creano legami di intimità in una solidarietà concreta e operosa. Per queste ragioni, durante il periodo pandemico ho avvertito la necessità e l’urgenza di condividere quei saperi che la mia famiglia, in particolare mia madre Giuseppina, mi aveva trasmesso e che rischiavano di essere perduti. Per mia fortuna quel legame con le mie radici non si è mai interrotto del tutto e come un fiume carsico è riemerso in tutto il suo vigore. L’interesse per il pane mi ha portato negli anni a scoprire i grani antichi, a conoscere e apprezzare la passione e la fatica di alcuni contadini e di vecchi e giovani mugnai. Poi la riscoperta del lievito madre, un grumo di farina e acqua che cresce sotto i nostri occhi e diventa per incanto lievito! Prima il mio Pasqualino nato nel giorno di Pasqua e successivamente, grazie al dono dell’amica Stefania, di Matusalemme il lievito madre centenario, mi hanno arricchito di bellezza e di soddisfazioni. Un’esperienza magica, direi emozionante! E così grazie a due amici, Amerigo e Leonardo, è stato costruito un forno a legna nel giardino di Olis. Ad onor del vero la mia piccola pagnottina l’ho sempre sfornata, ma il valore della condivisione è impagabile. Saperi e sapori antichi che s’intrecciano e danno senso e sapore alla vita. La bellezza di queste sane consuetudini e di questi gesti sta soprattutto nella semplicità senza dimenticare la gratitudine verso la terra che dovremmo custodire e non distruggere e verso tutte quelle persone che, non senza fatica e umiltà, si prendono cura del nostro benessere. -------------------------------------------------------------------------------- Tratto dal libro Elogio della sobrietà (Ed. Mondo Nuovo) -------------------------------------------------------------------------------- LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI CHIARA SPADARO: > La pasta madre, le domande chiave -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Ritornare a fare il pane proviene da Comune-info.
Gaza, MSF: “La distribuzione della GHF è un massacro mascherato da aiuto umanitario”
Il sistema di distribuzione alimentare promosso da Israele e Stati Uniti a Gaza, avviato un mese fa, umilia intenzionalmente i palestinesi, costringendoli a scegliere tra fame e rischio di morte per ottenere scorte minime di cibo. Più di 500 persone sono state uccise nei punti di distribuzione e quasi 4.000 sono state ferite mentre cercavano di procurarsi del cibo. Questo sistema di distribuzione è un massacro mascherato da aiuto umanitario e deve essere fermato immediatamente.  Medici Senza Frontiere (MSF) chiede alle autorità israeliane e ai loro alleati di revocare l’assedio e consentire l’ingresso di cibo, carburante, forniture mediche e umanitarie, ristabilendo un sistema di aiuti fondato sui veri principi umanitari, come quello precedentemente coordinato dalle Nazioni Unite. Questa catastrofe è stata orchestrata da un’organizzazione creata per conto di Israele e Stati Uniti che opera sotto il nome di Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Il metodo di distribuzione usato costringe migliaia di palestinesi — affamati da oltre 100 giorni di assedio — a percorrere lunghe distanze a piedi per raggiungere i 4 siti di distribuzione, dove le persone lottano per contendersi pochi avanzi di cibo. Questi punti distribuzione sono di difficile accesso per categorie più vulnerabili, come donne, bambini, anziani e persone con disabilità, e nel caos che si crea, le persone vengono uccise e ferite ogni giorno. Eppure, ogni nuova atrocità sembra non suscitare più reazioni né condanne da parte della comunità internazionale che appare quasi rassegnata nel suo ruolo davanti a uno scenario ormai riconducibile a un genocidio. La situazione è insostenibile. “I 4 siti di distribuzione si trovano in aree sotto il totale controllo delle forze israeliane, da cui la popolazione era stata precedentemente sfollata con la forza. Sono aree grandi come campi da calcio, circondate da postazioni di sorveglianza, cumuli di terra e filo spinato. C’è un solo varco d’accesso, tutto recintato” afferma Aitor Zabalgogeazkoa, coordinatore dell’emergenza di MSF a Gaza. “Gli addetti della GHF scaricano pallet e scatole di viveri, poi aprono le recinzioni, facendo entrare migliaia di persone contemporaneamente, che si ritrovano a lottare per contendersi anche un singolo chicco di riso”. “Chi arriva prima e si avvicina ai posti di blocco, viene colpito. Chi arriva in orario ma scavalca i cumuli di terra e filo per via del sovraffollamento di persone, viene colpito. Chi arriva in ritardo, non dovrebbe essere lì perché si trova in una zona sottoposta a evacuazione e quindi viene colpito” aggiunge Zabalgogeazkoa di MSF. Ogni giorno, le équipe di MSF vedono pazienti uccisi o feriti mentre cercavano di procurarsi cibo in uno di questi siti. “Molte persone vengono colpite direttamente. Questo non è un aiuto, è una trappola mortale” afferma Hani Abu Soud, un membro della comunità del centro per cure primarie di Al-Mawasi. “Ci stavano per uccidere uno per uno. Avevamo fame, cercavamo solo di dare da mangiare ai nostri figli. Che altro posso fare? Un sacchetto di lenticchie costa circa 30-40 shekel (6–10 euro). Non abbiamo quella somma di denaro. La morte è diventata più economica della sopravvivenza”. Da quando le distribuzioni sono in corso, le équipe mediche hanno notato un netto aumento del numero di pazienti con ferite da arma da fuoco. Nell’ospedale da campo di MSF a Deir Al-Balah il numero di pazienti con ferite da arma da fuoco è aumentato del 190% nella settimana dell’8 giugno rispetto alla settimana precedente. Gli ospedali di Gaza, ancora a malapena funzionanti, sono devastati e vanno avanti solo con scorte minime di analgesici, anestetici e sangue. Ospedali pienamente funzionanti farebbero fatica a far fronte a un numero così elevato di pazienti traumatizzati che inondano ogni giorno i pronto soccorso. I pazienti feriti cercano aiuto nelle cliniche di base o negli ospedali da campo, dal momento che gli ospedali più grandi e meglio attrezzati per fornire cure per traumi violenti sono stati danneggiati dagli attacchi israeliani alle strutture sanitarie, e molti non sono più funzionanti. La clinica di MSF ad Al Mawasi, che solitamente non è attrezzata per curare pazienti con traumi, dal 7 giugno ha ricevuto 423 feriti provenienti dai siti di distribuzione, dai quali ogni giorno arrivano 10 o più pazienti con lesioni violente. Queste lesioni richiedono cure salvavita immediate, come trasfusioni di sangue o interventi chirurgici, che le équipe mediche di MSF non possono fornire in una clinica sanitaria di base. I pazienti vengono trasferiti nei pochi ospedali rimasti ancora funzionanti come l’ospedale Nasser, ma con l’assistenza sanitaria così scarsa, MSF ha ricevuto segnalazioni di persone ferite nei siti di distribuzione degli aiuti che muoiono a causa delle ferite prima ancora di poter ricevere cure. Il 23 giugno Ashraf, un ragazzo di 17 anni che vive in una tenda con la sua famiglia ormai priva di cibo, si è recato in un sito di distribuzione. “Gli ho detto che era troppo pericoloso, ma lui ha risposto che voleva prendere qualcosa per sua sorella” racconta sua madre Hanan che era in cura presso la clinica sanitaria di base di Al Mawasi. “Trenta minuti dopo mi ha chiamato, chiedendo aiuto. Gli avevano sparato. Questo aiuto è intriso di sangue“. Gli aiuti non devono essere controllati da una parte in guerra per perseguire i propri obiettivi militari. Le autorità israeliane hanno utilizzato una tattica deliberata di privazione del cibo contro i palestinesi di Gaza. Hanno utilizzato la fornitura di cibo come arma di guerra, negandolo alle persone e poi limitandolo a un rivolo, in completa violazione del diritto umanitario internazionale. I principi umanitari esistono per consentire l’arrivo degli aiuti a coloro che ne hanno più bisogno con dignità. Gli aiuti devono essere erogati su larga scala, in linea con questi principi. La popolazione di Gaza ha un bisogno vitale e immediato del ripristino di un vero sistema di aiuti e di un cessate il fuoco duraturo, per la sua stessa sopravvivenza.     Medecins sans Frontieres
Magnatelo!
Con un compagno dell'ExSnia abbiamo parlato di Eat Up!, il festival del cibo del mondo nel quale si parlerà di politica, cultura e resistenza. Con lui abbiamo commentato la proposta per questa edizione e le particolarità di ognuna delle giornate. A seguire l'invito e il programma completo:   Politica, cultura e resistenza dentro Eat Up: 4 giorni di iniziative da non perdere!   Eat Up non è solo cibo: è anche spazio critico, incontro e produzione culturale indipendente. Dal 25 al 28 giugno, ogni sera un appuntamento politico-culturale per ragionare insieme su carcere, media, tecnologie e musica. Ecco il programma completo:   25 giugno Tavola rotonda: “Streaming, podcast e webradio: controcultura o merce?” Una discussione aperta su come le forme di comunicazione indipendenti si muovono tra autonomia, mercato e possibilità di rottura.   26 giugno Presentazione del libro “Carcere ai ribell3” con Nicoletta Salvi Ouazzene delle Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Intervengono: Associazione A SUD, Comitato Romano contro il carcere e la repressione, XR Roma. Parleremo di lotte, della repressione e del carcere, ma soprattutto parleremo di resistenza e del potere della collettività.   27 giugno Talk con Kenobit Mutuo aiuto, software libero, Fediverso e resistenza digitale: come costruire spazi liberi anche online? Ne parliamo con uno dei pionieri della cultura hacker in Italia.   28 giugno Presentazione del nuovo album di Rebel, con ospiti dal vivo e proiezione del videoclip girato da Trash Secco, featuring Il Danno. Un viaggio tra rap, visioni distopiche e realtà di quartiere – tutto rigorosamente girato alla Snia. Tutte le iniziative si svolgeranno all’interno di Eat Up. Vi aspettiamo per costruire insieme uno spazio che unisce cultura, politica e comunità e per una buona cena con sapori dal mondo!
[2025-06-25] Eat UP! - Cibo di Strada dal Mondo @ CSOA Ex-Snia
EAT UP! - CIBO DI STRADA DAL MONDO CSOA Ex-Snia - Via Prenestina 173 (mercoledì, 25 giugno 12:00) Eat UP! CIBO TERRITORIO CONFLITTO Dal 25 al 28 Giugno 2025 Quattro giorni di cultura indipendente, saperi condivisi, autoformazione, convivialità, pratiche di liberazione e autogestione. 🍲 CIBO DI STRADA DAL MONDO Cibo popolare da 4 continenti, che racconta storie di resistenza e territori in lotta contro il capitale. Cucinare è un fatto politico. Mangiare è un'azione diretta. ♻️ Una ECOfesta priva di barriere architettoniche, dove ogni scelta conta: ✅ ingredienti di stagione, locali, da filiere naturali e solidali ✅ rispetto dei lavoratori, della terra, del benessere animale ✅ solo materiali compostabili e riciclabili ✅ la festa è interamente alimentata a energia solare. Con gli impianti fotovoltaici del Parco delle Energie, quello che si consuma si produce. 👉 Eat Up! è una manifestazione interamente autofinanziata e autorganizzata, senza sponsor o finanziamenti istituzionali Ogni contributo non è un biglietto, una semplice consumazione, può essere un gesto consapevole. 🤝 Sottoscrivi per i collettivi e le comunità in resistenza che si finanziano con la propria cultura e tradizioni culinarie. Sostieni le attività e le lotte che il CSOA eXSnia porta avanti dal 1995.
[2025-05-18] Pranzo Solidale con il Popolo Sri Lankese @ CSOA Ex-Snia
PRANZO SOLIDALE CON IL POPOLO SRI LANKESE CSOA Ex-Snia - Via Prenestina 173 (domenica, 18 maggio 12:00) Pranzo solidale con il popolo sri lankese Domenica 18 Maggio dalle 12:00 CSOA Ex-Snia - Via Prenestina, 173 Roma Con soli 10€ potrete gustare i sapori dello Sri Lanka, e tutto il ricavato verrà utilizzato per il progetto "Clean Sri Lanka" con l'obiettivo di finanziare la sanità e l'istruzione in Sri Lanka A cura di JVP