
Ritornare a fare il pane
Comune-info - Saturday, July 19, 2025
Restituire la dignità al pane, per ricreare quell’anima contadina che ha scandito la quotidianità e sfamato per millenni interi popoli, è il progetto della costituenda “Comunità del pane” a Olis.

Alcuni anni fa quando scrissi il reading multimediale “C’era una volta il pane”, sottolineavo con una certa tristezza che aver confinato il pane tra gli scaffali di un supermercato e scisso fino a mutilare il legame con la terra e con le sue molteplici relazioni, era stato come se gli avessimo rubato l’anima.
Il pane era vita, era cultura, era bellezza, ma con l’arrivo della moderna opulenza era diventato una merce! Penso che questa nefasta deriva sia anche il segno della decadenza di alcuni valori e dell’ascesa di altri in cui si magnificano le luccicanti apparenze e si trascurano le cose semplice ed essenziali.
Prima che sia troppo tardi per non essere completamente fagocitati dalle sirene di una virtualità, sempre più frenetica e seducente, c’è bisogno di ritornare a vivere in sintonia con i tempi naturali della lentezza e della cura di sé.
C’è bisogno di recuperare una sana manualità del fare affinché quei gesti che hanno accompagnato il tempo dei nostri avi possano restituirci il valore più profondo, ovvero la dignità della nostra umanità. È il tempo della condivisione e del piacere di fare le cose assieme. Mani che s’intrecciano e creano legami di intimità in una solidarietà concreta e operosa.
Per queste ragioni, durante il periodo pandemico ho avvertito la necessità e l’urgenza di condividere quei saperi che la mia famiglia, in particolare mia madre Giuseppina, mi aveva trasmesso e che rischiavano di essere perduti. Per mia fortuna quel legame con le mie radici non si è mai interrotto del tutto e come un fiume carsico è riemerso in tutto il suo vigore. L’interesse per il pane mi ha portato negli anni a scoprire i grani antichi, a conoscere e apprezzare la passione e la fatica di alcuni contadini e di vecchi e giovani mugnai.
Poi la riscoperta del lievito madre, un grumo di farina e acqua che cresce sotto i nostri occhi e diventa per incanto lievito! Prima il mio Pasqualino nato nel giorno di Pasqua e successivamente, grazie al dono dell’amica Stefania, di Matusalemme il lievito madre centenario, mi hanno arricchito di bellezza e di soddisfazioni. Un’esperienza magica, direi emozionante! E così grazie a due amici, Amerigo e Leonardo, è stato costruito un forno a legna nel giardino di Olis.
Ad onor del vero la mia piccola pagnottina l’ho sempre sfornata, ma il valore della condivisione è impagabile. Saperi e sapori antichi che s’intrecciano e danno senso e sapore alla vita. La bellezza di queste sane consuetudini e di questi gesti sta soprattutto nella semplicità senza dimenticare la gratitudine verso la terra che dovremmo custodire e non distruggere e verso tutte quelle persone che, non senza fatica e umiltà, si prendono cura del nostro benessere.
Tratto dal libro Elogio della sobrietà (Ed. Mondo Nuovo)
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