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La morbida durezza del tatami. Come affrontare la differenza della disabilità
Quando il tatami diventa un luogo di cura, crescita e inclusione per bambini e adolescenti Oggi utilizziamo la giornata internazionale delle persone con disabilità per parlare di un’iniziativa che riflette molto bene l’attività quotidiana del lavoro sul territorio campano, un fare costante e continuo che avvicina la fragilità e le neurodivergenze. In particolare, ci riferiamo al progetto Katautism appena partito all’interno dell’Istituto Comprensivo “De Amicis” a Succivo. Il paese campano accoglie la proposta della Federazione Nazionale Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) e osa un percorso innovativo e sperimentale avvalendosi di interventi psicologici specialistici: la disciplina judoka offre, quindi, alla comunità l’arte di alimentare, all’interno dell’individuo, una mentalità solidale e attenta al senso dell’essere giusti e del diritto alla libera scelta, tenta lo sviluppo della capacità di simbolizzare psichicamente la pratica dello stare in relazione con l’altro, creando, gradualmente e attraverso la guida dei maestri, un cambiamento nell’individuo e nel suo mondo interno, una trasformazione nel suo sé che, ad un certo livello, può definirsi profonda e strutturale. Il judo, in questo senso, ha molti punti in comune con la cura psicologica. La lotta sul tatami, tappeto da combattimento utile come superficie sicura per l’allenamento e le competizioni, è la conquista di un’esperienza di fiducia e di incontro con l’altro e insegna che imparare a cadere può diventare un vissuto di valore. La caduta, cioè, viene colta nel suo significato intrinseco dell’imparare-a-cadere-per-rialzarsi e, in tal senso, l’arte marziale del judo esprime la capacità di sollevarsi dalla caduta attraverso lo sguardo dell’altro avversario che tiene vivo l’atleta messo al tappeto condividendo con lui il vissuto di impotenza, in questo modo lo aiuta in un momento di sconcerto e fragilità. Potremmo pensare che il tatami, come base sufficientemente morbida su cui cadere, esprime la forza, il coraggio e il senso del giusto, insomma, con il judo c’è la possibilità di vivere un’esperienza di morbida durezza, ossimoro che ci porta ad immaginare il rapporto stretto che questa disciplina ha con l’essere umano e la sua comunità. Soprattutto, il progetto mette in evidenza molto bene la forte relazione tra l’Arte Marziale, la Psicologia e la Politica come rete necessaria affinché si possa creare un ambiente stabile, solido e affidabile, fonte di sviluppo e vera crescita nei bambini e negli adolescenti. L’obiettivo è di poter pensare, dentro un microcosmo qual è la scuola, ad esempio il dojo, luogo della “pratica marziale” come crescita e miglioramento personale, una modalità nuova di stare in relazione con l’altro e fare in modo che l’individuo possa esprimere le regole valoriali, apprese nella tecnica judoka, all’interno della società e dell’ambiente in cui vive. Lo scopo più lungimirante è provare a sviluppare, in ciascuno, il senso della cura per l’altro e, contemporaneamente, per sé. Manifestare, insomma, la necessità di proteggere i diritti dei più deboli e sentirne l’impegno e il dovere, e costruire una comunità in cui la vera forza è sentirsi meno spaventati ed esprimere, perciò, la libertà delle differenze nella loro molteplicità. Il progetto ricorda, e sottolinea, che il divertimento e il piacere sono ingredienti fondanti per poter imparare a vivere e a lottare per la conquista del diritto dello stare insieme in pace che non è assenza di conflitti, ma, al contrario, è renderli vivi e animati. Antonella Musella
Moda etica e inclusione: a Brescia un progetto che cuce futuro e sostenibilità
In una delle province più produttive d’Italia, dove le fabbriche hanno fatto la storia del lavoro ma la disoccupazione femminile resta ancora una ferita aperta, un piccolo laboratorio sartoriale prova a cambiare il destino di molte donne. Si chiama Atelier Bebrél, e dietro a un semplice ago e filo si cela una rivoluzione silenziosa: un modello di inclusione sociale e sostenibilità che intreccia storie, competenze e nuove opportunità professionali. Dalla fragilità alla rinascita: la forza di un progetto Nato a Rodengo Saiano, nel cuore del bresciano, Atelier Bebrél è più di un laboratorio di sartoria creativa. È un luogo dove le donne in situazioni di fragilità – vittime di violenza, migranti, disoccupate di lunga durata – trovano una seconda possibilità attraverso la formazione e il lavoro. Il progetto prende forma grazie alla sinergia tra Fondazione Punto Missione e Associazione Casa Betel 2000 Onlus, due realtà impegnate nell’accoglienza di donne sole e madri con figli. Qui la sartoria diventa strumento di autonomia, ma anche terapia, riscatto e comunità. «La consapevolezza che il lavoro è la chiave per costruire una nuova identità e un’integrazione sociale reale – spiega Silvia Daminelli, coordinatrice dell’Atelier – ci ha spinto a creare percorsi formativi aperti non solo alle nostre ospiti, ma anche alle donne del territorio, spesso escluse dal mercato del lavoro perché prive di competenze spendibili». Un modello formativo a cascata Oggi Atelier Bebrél ha compiuto un passo in più. Con il sostegno della Fondazione Marcegaglia (Fondo Robi) e la consulenza di Mending for Good, ha avviato un innovativo percorso di formazione in moda sostenibile e upcycling. Il progetto è partito da un workshop intensivo rivolto a cinque professioniste dell’Atelier – una stilista e quattro sarte – che hanno acquisito competenze avanzate in riuso creativo e design circolare. Sono poi loro, in un modello “a cascata”, a formare oggi 15 donne in situazioni di vulnerabilità, moltiplicando così conoscenze, opportunità e autonomia. Non si tratta solo di corsi, ma di un percorso completo che include tirocini retribuiti e mentoring individuale, con l’obiettivo di un inserimento concreto nel settore della moda etica. «Vogliamo costruire un sistema di valore – spiega Alberto Fascetto, responsabile partnership per la Fondazione Marcegaglia – dove la formazione diventa un trampolino per l’indipendenza economica e la dignità personale». (Fotografia di Simona Duci)   Cucire per ricucire: il valore dell’upcycling Accanto al valore sociale, c’è una visione ambientale forte. Grazie alla collaborazione con Mending for Good, società specializzata in upcycling e design circolare, Atelier Bebrél impara a trasformare scarti tessili e materiali dimenticati in nuovi capi unici, di alta qualità e dal forte impatto etico. «Parliamo di rammendo nel senso più ampio del termine – spiegano Alessandra Favalli e Barbara Guarducci, fondatrici di Mending for Good –. Riparare un sistema significa considerare la responsabilità ambientale e sociale, rispettare le persone e il pianeta, creando circoli virtuosi tra artigianato e moda». Storie che diventano tessuti Dietro ogni cucitura, ci sono storie di vita. Come quella di Olga, arrivata a Brescia da Kiev nel marzo 2022, in fuga dalla guerra insieme alla nonna novantaduenne. A casa sua gestiva una sartoria, qui, grazie ad Atelier Bebrél, ha potuto ricominciare. Oggi coordina la linea creativa del laboratorio e guida altre donne nella produzione. «A Brescia ho trovato una nuova stabilità – racconta –. Lavorare di nuovo con ago e filo mi ha permesso di ricostruire la mia vita». O quella di Isabella, che dopo un lutto devastante ha ritrovato nel cucito una forma di rinascita: «Mi ha salvata. Lavorare in gruppo, creare qualcosa di bello insieme ad altre donne, mi ha ridato fiducia e voglia di vivere». (Fotografia di Simona Duci)   Un futuro che si cuce insieme A fine novembre, Atelier Bebrél inaugurerà la sua nuova sartoria nel centro di Rodengo Saiano: un punto d’incontro per la comunità dove portare abiti da riparare o richiedere creazioni su misura. Un luogo dove la moda si fa strumento di solidarietà e rete con le realtà tessili locali. In un territorio industriale che oggi cerca nuove forme di sviluppo, questo progetto dimostra che la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale. E che si può davvero “ricucire” il tessuto dell’economia con fili di dignità, competenza e speranza. Perché, a volte, un abito non è solo un abito: è una storia che riprende forma, una vita che ricomincia. Simona Duci
A Napoli il Capability Festival: La forza di essere fragili
IV EDIZIONE 15 – 19 OTTOBRE 2025 NAPOLI | Maschio Angioino e altri luoghi della città Si apre il countdown per la quarta edizione del Capability Festival, un importante evento che accende i riflettori sulle disabilità per parlarne in chiave contemporanea e fuori dagli stereotipi. Dal 15 al 19 ottobre 2025, il festival si svolgerà a Napoli, al Maschio Angioino, quartier generale della manifestazione, e in altri luoghi emblematici della città. La tematica principale selezionata per questa quarta edizione è la fragilità psicologica, in particolare modo degli adolescenti. L’Assessorato alle Politiche sociali è stato in questi anni un osservatorio privilegiato dell’universo giovanile e non ha potuto non constatare quanto questa specifica difficoltà sia diventata una vera e propria disabilità che investe i ragazzi, le famiglie, la scuola, i servizi sociali e sociosanitari, la comunità tutta. Il formato è ormai collaudato. Influencer e personalità del mondo della cultura, esperti, giornalisti, artisti che partecipano a incontri nelle scuole ( Serra ,  Casanova ,  Caccioppoli ) per agganciare espressamente i più giovani e conducono talk pomeridiani aperti alla cittadinanza. Quest’anno saranno ospiti del Capability  Lorenzo Tosa,  giornalista professionista, da anni si occupa di comunicazione politica e social. Nel gennaio del 2019 ha lanciato il suo blog, “Generazione Antigone”: una piazza virtuale in cui racconta le vite di donne e uomini noti e meno noti che, con atti di eroismo o piccoli gesti quotidiani, contribuiscono a costruire un’Italia e un mondo antirazzista, antifascista, antisessista, in difesa dei diritti umani e civili. Con oltre 350mila follower e 18 milioni di persone raggiunte ogni mese, la sua è la terza pagina Facebook personale più seguita in Italia e la prima per trend di crescita, il che lo rende uno degli influencer più seguiti, apprezzati e discussi del web; il professore  Adolfo Ferraro , psichiatra e docente universitario, primo premio con l’opera “Materiali dispersi – Storie dal Manicomio Criminale” per la Sezione Racconti;  Matteo Grimaldi , maestro, influencer, scrittore. Il suo ultimo romanzo Alias si rivolge agli adolescenti, raccontando le vicende di Ian. Gea, Chloe e Pietro, delle loro fragilità nell’affrontare semplicemente quello che sono, da cui non possono sottrarsi, che a volte può voler dire dover scalare una montagna sotto gli occhi giudicanti di tutti;  Alessandro Coppola , content creator, fotomodello, divulgatore, autore del libro “Le mie orecchie parlano”;  Sophie Bertocchi,  divulgatrice e attivista sul tema della salute mentale, autrice del libro  Sempre a un passo da te. La storia di rinascita di una ragazza grazie al suo cane , dove condivide in modo narrativo la storia del suo rapporto con Rose, il primo cane specializzato in assistenza psichiatrica in Italia certificato ADI (assistance Dog International); e con tanti rappresentanti di realtà associative importanti, che con le loro esperienze e buone pratiche amplieranno i dibattiti e il confronto: Luciana Cappabianca per  Telefono Amico Napoli , Rosetta Cappelluccio per la  Fondazione Figli degli Altri , Rita Mastrullo per  AppBenessere Proben-Unina , Alessandra Bocchino per il  Progetto Itaca . «L’idea del Capability Festival – ha spiegato l’assessore Luca Trapanese, questa mattina nel corso della presentazione a Palazzo San Giacomo – è trasformare la disabilità da tema sociosanitario a tema culturale. Quest’anno abbiamo scelto di soffermarci sul disagio mentale: ansia, depressione, schizofrenia, bipolarismo e tutte quelle fatiche dell’essere umano che colpiscono in particolare i giovani devono essere visti in modo completamente diverso. Troppi ragazzi, di fronte a piccoli fallimenti, compiono scelte estreme, come quella di immaginare di porre fine alla propria vita. Di questi temi dobbiamo parlare, per adottare un approccio nuovo anche dal punto di vista culturale: non dobbiamo partire dalle fragilità, ma imparare a comprendere e aiutare». «La conoscenza e la cultura dell’integrazione – ha evidenziato il presidente della Commissione consiliare Politiche Sociali, Massimo Cilenti – fanno sì che la disabilità non sia più qualcosa che fa paura. Su questo tema, l’assessore trapanese e il Consiglio Comunale stanno lavorando molto bene. Abbiamo bisogno di una rappresentazione diversa, anche con il sorriso, della disabilità, e il Capability Festival serve proprio a questo. Saranno giorni molto intensi, con il coinvolgimento delle scuole, incontri e dibattiti, proiezioni cinematografiche e tante occasioni per coinvolgere tutti coloro che vogliono contribuire a questa visione nuova». «Porteremo scena il Pinocchio, uno spettacolo con 32 tra ragazzi e ragazze ed i loro genitori e caregiver per riprendere la favola dal punto in cui Geppetto e Pinocchio sono dentro la pancia della Balena, la candela si sta per spegnere e Pinocchio chiede al padre “e ora cosa succede?”. Questa è la domanda che tutti noi genitori di figli extra-ordinari ci facciamo ogni giorno – ha affermato il drammaturgo e regista Davide Iodice –. Il nostro Pinocchio vuole affermare con forza che il “dopo” deve essere collettivo, che la responsabilità delle fasce più fragili è di tutta la società». «Presenteremo  Ugualmente diversi , un film che racconta di tre adolescenti autistici che, grazie ad un progetto, lavorano come camerieri in una pizzeria. Il film – ha spiegato il presidente di Arci Movie, Roberto D’Avascio – ribalta il punto di vista tradizionale sull’autismo e sui ragazzi che vivono questa condizione perché i protagonisti diventano a loro volta insegnanti degli studenti delle scuole superiori, ai quali insegnano a servire ai tavoli ea lavorare in pizzeria. Arci Movie ha scelto questo film perché parla con molta delicatezza, attenzione e puntualità di questi temi e ha dimostrato come con le immagini si possa raccontare una storia difficile, ma dal lieto fine». Le giornate del Capability Festival saranno arricchite da aperitivi preparati e serviti da enti che lavorano con persone con disabilità (Argo, A Ruota libera, La bottega dei semplici pensieri) e si chiuderanno con performance artistiche di altissimo valore culturale e inclusivo. Al Maschio Angioino,  dal 15 al 17 , ogni pomeriggio sono previsti, inoltre, per la sezione  Capability Kids , attività ludico e laboratoriali per i bambini curate dalla  Ludoteca CittadiNA  del  Servizio Politiche per l’infanzia e l’adolescenza e sostegno alla genitorialità del Comune di Napoli – Assessorato alle Politiche Sociali . Il programma sarà aggiornato in tempo reale sul sito  comune.napoli.it . Su  comune.napoli.it  saranno esplicitate altresì le modalità di prenotazione per gli eventi gratuiti dove è obbligatoria la prenotazione. Redazione Napoli
Scuola: invertire le tendenze, produrre sapere critico, contrastare le Nuove Indicazioni e le Linee Guida
SCUOLA: INVERTIRE LE TENDENZE, PRODURRE SAPERE CRITICO CONTRASTARE LE NUOVE INDICAZIONI E LE LINEE GUIDA VENERDÌ 10 OTTOBRE 2025, ORE 8.30-17.30 IIS ALDINI VALERIANI Leggi tutto: Scuola: invertire le tendenze, produrre sapere critico, contrastare le Nuove Indicazioni e le Linee Guida BOLOGNA – VIA BASSANELLI, 9/11 (IN PRESENZA) LINK PER ISCRIVERSI, CLICCA QUI SCARICA LA LOCANDINA E IL MODULO PER RICHIEDERE IL PERMESSO -------------------------------------------------------------------------------- CONVEGNO NAZIONALE DI FORMAZIONE Ricordiamo che il personale ispettivo, dirigente, docente e ATA ha diritto all’ESONERO DAL SERVIZIO con diritto alla sostituzione in base all’art.36 del CCNL2019/2021 (che sostituisce gli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009). Il CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola (D. M. 25/07/06 prot.869, Circolare. MIUR PROT. 406 DEL 21/02/06, Direttiva 170/2016-MIUR) —> Fai richiesta alla segreteria del tuo istituto del permesso per formazione oppure utilizza il modulo in allegato alla locandina -------------------------------------------------------------------------------- Le Nuove Indicazioni nazionali sono state rese pubbliche in bozza dal ministero l’11 marzo 2025. Attorno ad esse si è aperto subito un ampio dibattito, che ne ha contestato i principali elementi che le contraddistinguono. Sono le Indicazioni di “Solo l’Occidente conosce la storia”, l’incredibile incipit della sezione dedicata alla storia che bene esprime il carattere etnocentrico del nuovo testo.  Nonostante le numerose proposte di modifica la Commissione ha deciso in luglio di confermare sostanzialmente tutti gli elementi che contraddistinguono queste Indicazioni. Come Cobas però riteniamo che la battaglia non sia per nulla perduta, ma sia da condurre nel medio periodo. Il prossimo appuntamento di approfondimento che abbiamo organizzato è il convegno nazionale del 10 di ottobre a Bologna. Prima e dopo il convegno parteciperemo a tutte le iniziative che si indirizzeranno a contrastare i contenuti di queste Nuove Indicazioni, a partire da quelle organizzate insieme alla Rete bolognese per la scuola pubblica di cui facciamo parte. -------------------------------------------------------------------------------- PROGRAMMA: h. 8.30 iscrizioni e registrazioni h. 9.00 * Gli ultimi 25 anni: dall’Autonomia scolastica alla celebrazione dell’Occidente e della Nazione. * I curriculi della destra: Educazione civica, Indicazioni e Linee guida. h. 10.00: dibattito h. 10.30: pausa caffè * Comunicazioni tematiche, tra tendenze ministeriali e proposte per contrastarle * genere * decolonizzazione * valutazione * inclusione * competenze/saperi * digitalizzazione Relazioni e comunicazioni sono preparate da gruppi di lavoro di insegnanti del Cesp h. 13.00: pausa pranzo Pomeriggio h. 14.30: laboratori paralleli sulle tematiche delle comunicazioni affrontate in breve al mattino 1. genere 2. decolonizzazione 3. valutazione 4. inclusione 5. competenze/saperi 6. digitalizzazione h. 16.30-17.30 restituzioni e confronto in plenaria
[2025-07-03] Ivy Roots Night @ CSOA Ex-Snia
IVY ROOTS NIGHT CSOA Ex-Snia - Via Prenestina 173 (giovedì, 3 luglio 19:00) GIOVEDÌ 3 Luglio torna l'appuntamento Ivy Roots Night Come ogni miglior giovedì del mese vi aspettiamo per arrampicare, bere e mangiare prelibatezze vegane   Con il nostro ormai tradizionale e fantastico Karaoke, così da poter cantare a squarciagola insieme  Palestra aperta dalle 19:00 per arrampicare (anche e soprattutto se è la prima volta!) - Arrampicata libera e condivisa - Karaoke (ricorda di prenotare la tua canzone) - MUSICA: djset e performance beatbox by EDDY - CIBO: vegan&friendz - BAR: birra, vino, cocktails   19:00 - 24:00   Partecipa. Canta. Arrampica.
“Casa Comune”: a Napoli il primo co-housing per ragazzi con disabilità cognitive
Un posto tutto per loro, dove potranno vivere, sperimentare la loro autonomia e costruire relazioni, sotto gli occhi attenti di educatori qualificati. Da oggi, per la prima volta a Napoli, anche i ragazzi con disabilità cognitiva potranno sperimentare la vita in co-housing. Si chiama “Casa Comune”, ed è il primo spazio abitativo cittadino interamente dedicato a giovani con sindrome dello spettro autistico, sindrome di Down e altre difficoltà cognitive. Un luogo dove essere protagonisti, imparare, lavorare e accogliere. La presentazione ufficiale del progetto si è tenuta martedì 27 nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, alla presenza, tra gli altri, degli assessori comunali Luca Fella Trapanese e Antonio De Iesu, e dei rappresentanti dei soggetti partner: FoQus – Fondazione Quartieri Spagnoli, il Comune di Napoli, Guber Banca, Enel Cuore e Fondazione Etica, con il supporto del Consorzio Co.Re e dell’Associazione AQS. Il progetto si sviluppa su due sedi: una all’interno della Fondazione FoQus, in via Portacarrese a Montecalvario, e una in via del Formale, in un appartamento di 200 metri quadrati sequestrato alla camorra, ristrutturato grazie a un innovativo programma di finanziamento promosso da Guber Banca. “Casa Comune” nasce dall’esperienza di FoQus, che da anni lavora per la rigenerazione sociale ed educativa dei Quartieri Spagnoli, e dal percorso già avviato con il Centro “Argo”, nato nel 2016 per valorizzare le capacità dei ragazzi con disabilità cognitive attraverso attività formative e professionali. Come ha spiegato Renato Quaglia, direttore di FoQus, il co-housing rappresenta una naturale evoluzione di questo lavoro: un luogo dove i ragazzi possono sperimentare concretamente l’autonomia, svolgere attività produttive, ospitare e accogliere, sviluppando nuove competenze e relazioni. Ma cos’è esattamente il co-housing? È un modello abitativo che prevede la convivenza in spazi condivisi da parte di persone o famiglie autonome, con la possibilità di vivere insieme, supportarsi reciprocamente e gestire insieme attività e risorse comuni. Un modello che promuove solidarietà, inclusione e sostenibilità, molto diffuso in Danimarca, Paesi Bassi e Germania, dove esistono numerose esperienze di comunità solidali, soprattutto per anziani e giovani famiglie. In Italia, invece, il co-housing è ancora poco diffuso, e le esperienze dedicate a persone con disabilità cognitiva, come Casa Comune, sono rarissime e di grande valore sociale. Questo rende il progetto napoletano un vero fiore all’occhiello: un modello che non solo offre ai ragazzi una casa, ma crea per loro opportunità di lavoro e inclusione in un contesto urbano, trasformando un bene confiscato alla camorra in un presidio di legalità e speranza. L’arredamento delle due sedi è stato realizzato grazie alla disponibilità di arredatori volontari, coordinati da Enel Cuore. A rappresentare l’organizzazione, Viviana Scannicchio, Project Officer di Enel Cuore, ha sottolineato l’importanza di sostenere progetti come Casa Comune, capaci di generare impatto positivo e nuove opportunità per i ragazzi e per la comunità. Francesca Bazoli, Presidente di Guber Banca, ha aggiunto: “Casa Comune è il frutto di una rete, di un’alleanza di cuori e competenze che si è costruita giorno dopo giorno. Non è solo una voce del nostro bilancio di sostenibilità, ma una testimonianza viva di rigenerazione sociale e civile. Un luogo che dà senso al nostro essere banca”. Un progetto che va oltre l’assistenza: “Casa Comune non è un centro diurno o una casa-famiglia, ma un’opportunità concreta di autonomia per i ragazzi, ha ribadito l’assessore al Welfare Luca Fella Trapanese. È un luogo dove vivere, dormire, condividere e imparare, perché il futuro è anche dare valore al territorio e alle sue storie”. Alla fine del suo intervento, Luca Trapanese ha concluso sottolineando l’importanza della continuità tra i progetti già avviati e le nuove opportunità offerte da Casa Comune: “L’anno scorso abbiamo inaugurato questa struttura al Capability, quest’anno la struttura ospiterà queste persone. I ragazzi lavoreranno qui con questa bella proposta di continuità, dove si farà la cioccolata, ma sarà anche un B&B. Quindi questo sarà il primo lavoro per loro.” Dopo la conferenza, tutti i partner, gli operatori della comunicazione e i presenti sono stati invitati a visitare la Casa Comune di via del Formale. Ad accoglierli, gli educatori e i ragazzi stessi, che con entusiasmo e calore hanno aperto le porte della loro nuova casa. Un’accoglienza sincera, fatta di sorrisi, racconti e un ricco buffet preparato dai ragazzi. Gli ospiti hanno potuto ammirare le camere, le sale comuni e i terrazzi con splendide vedute sui Quartieri Spagnoli e sulla città. Nei loro sguardi si leggeva la soddisfazione, l’orgoglio e la gioia di chi sa di essere parte di qualcosa di grande. Una prova generale di quel che sarà: un luogo vivo, dove il diritto alla felicità prende forma concreta, ogni giorno. E così, un bene confiscato alla criminalità, sottratto al degrado e all’ingiustizia, trova finalmente una vita nuova e degna: non più simbolo di violenza e potere, ma casa, lavoro e accoglienza per chi, spesso, è lasciato ai margini. A questi ragazzi e a chi li sostiene, non possiamo che augurare di non fermarsi mai.     Le parole in video di Luca Fella Trapanese sono state raccolte da Lucia Montanaro.   Lucia Montanaro
Sabato 7 Giugno – Surfskate inclusivo
Sabato 7 Giugno dalle 15.00 – Surfskate inclusivo Universa – Comunità Consapevoli è felice di annunciare la sua prima iniziativa: un intero pomeriggio alla scoperta del SURFSKATE Questo tipo di skate riprende i movimenti della tavola da surf, motivo per cui è molto diffuso tra gli appassionati di surf. L’iniziativa è accessibile a persone ipovedenti e cieche, oltre a chiunque altro sia interessato a mettersi alla prova Il materiale è fornito completamente dall’associazione, prevede sia tavole di varie dimensioni che protezioni, per questo motivo l’evento è adatto a qualsiasi livello di esperienza L’intero pomeriggio sarà gestito da un gruppo di ragazzi laureati in scienze motorie ed appassionati di sport da tavola Sarà inoltre presente un’attività di serigrafia per momenti di creatività
L’apprendimento sui bordi
Appunti da Peter Høeg ai gruppi operativi ricombinanti. di P. Nicolosi (rattus) Non era un argomento che si trattasse mai, Humlum e Katarina furono le prime persone che io abbia sentito parlare del tempo. Ma era alla base di tutto. … Continua a leggere→