You have no ideaSOLTANTO NEL 2024 LE SPARATORIE DI MASSA NEGLI USA SONO STATE 503, LE STRAGI 30
E I MORTI PER ARMA DA FUOCO 16.725. EPPURE ADESSO RACCONTANO CHE SI TRATTA DI UN
OMICIDIO POLITICO. “NON HAI IDEA DI CIÒ CHE HAI SCATENATO” HA DETTO LA MOGLIE DI
KIRK, RIVOLGENDOSI AL RESPONSABILE DELL’OMICIDIO. CIÒ CHE ACCADE NEGLI USA È UN
COLLASSO PSICO-POLITICO DI CARATTERE SUICIDARIO. MA IL VERO PROBLEMA, SCRIVE
BIFO, È CHE ORA QUEL SUICIDE BY COP SI STA PROIETTANDO SU SCALA MONDIALE
Unsplash.com
--------------------------------------------------------------------------------
Ventiquattro anni dopo l’attentato al World Trade Organization che segnò
l’inizio della guerra civile globale, siamo di fronte a un salto che potrebbe
precipitare definitivamente nel caos gli Stati Uniti. “You have no idea of what
you have unleashed”, ha detto la moglie di Charlie Kirk (rivolgendosi al
responsabile dell’omicidio).
Cerchiamo allora di farcene un’idea poiché la cosa non riguarda solo gli
statunitensi, – che forse entrano in una sanguinosa agonia -, ma tutti gli
abitanti del pianeta poiché sappiamo che la guerra civile statuntense ha e avrà
sempre più una proiezione globale. Il collasso psico-politico del gigante
imperialista ha carattere suicidario, ma si tratta di un suicidio micidiale
(suicide by cop), come quello che da anni compiono migliaia di giovani
statunitensi. Prendono il fucile e vanno a sparare davanti a una scuola nella
speranza che arrivi qualcuno armato per aiutarli a uscire dall’incubo che è
stata la loro esistenza. Da Columbine in poi abbiamo imparato a riconoscere
questo tipo di suicidio delegato come una particolarità della vita interna a
questo paese disgraziato.
Ora il suicide by cop si sta proiettando su scala mondiale.
11 settembre 2025
La pallottola che ha ucciso Charlie Kirk (pace all’anima sua) è partita proprio
mentre lui stava dicendo che le vittime innocenti che capitano durante i mass
shooting sono un piccolo sacrificio che dobbiamo sopportare per difendere la
libertà di portare armi. Questa volta la vittima dello shooting non è innocente,
dal momento che ha sempre difeso la proliferazione di armi da fuoco. Perciò è
difficile unirsi all’ipocrita rammarico generale: chi di spada ferisce di spada
perisce, e qui la spada è un fucile di precisione che ha sparato dalla distanza
di duecento metri.
Per un giorno e mezzo ci siamo chiesti chi fosse lo sparatore. Qualcuno ha fatto
l’ipotesi che l’assassino fosse un tiratore scelto dello stato profondo, poi ci
hanno detto che si chiama Tyler Robinson, ha ventidue anni, e sui proiettili
aveva scritto Bella Ciao e “beccati questa fascista”. Hanno trovato quello che
stavano cercando, e adesso racconteranno che si tratta di un omicidio politico.
Non so se Tyler ha scritto davvero quelle frasi, ma so che secondo il Gun
Violence Archive nel 2024 le sparatorie di massa sono state 503, le stragi sono
state trenta e i morti per arma da fuoco 16.725.
Tyler Robinson, come Thomas Crooks, il ventenne che mancò la testa di Donald
Trump, come innumerevoli altri da Columbine (1999) ha preso il fucile per
partecipare a questo sport nazionale: una guerra civile psicotica. Un popolo di
bambini incattiviti ha sostituito la ragione politica con la demenza aggressiva
amplificata dai media. La crisi psicotica della più grande potenza militare di
tutti i tempi iniziò l’11 settembre 2001 con l’abbattimento delle due torri
simbolo. Seguirono due guerre inconcludenti e catastrofiche, poi il suprematismo
umiliato trovò in Donald Trump la sua vendetta. Poi un’armata caricaturale diede
l’assalto al Campidoglio, e la grande democrazia fu incapace di reagire alla
violenza e soprattutto al ridicolo. Infine Trump ha vinto di nuovo, e questa
volta fa sul serio: ha condotto e sta conducendo una guerra contro le città
governate dal Partito democratico. Una guerra ridicola se volete, ma c’è poco da
ridere. Al contempo l’Immigration and Custom enforcement (ICE) è stato
trasformata in una milizia finanziata dai contribuenti direttamente al servizio
del presidente: un corpo di agenti incappucciati e armati che vanno in giro a
minacciare malmenare e sequestrare persone per poi deportarle in campi di
concentramento sul territorio nazionale e fuori del territorio nazionale. Il Ku
Klux Klan come guardia pretoriana dell’Imperatore.
Ross Douthat del NYT (Will Trump’s Imperial Presidency Last?) parla del
cesarismo di Trump e si chiede se le sue riforme autoritarie sono destinate a
cambiare la natura dello stato sul lungo periodo. Io direi che la questione non
è di lungo periodo, perché nel breve periodo assisteremo a una disintegrazione
politica, sociale e soprattutto psichica, del paese che con Israele si contende
il primato di più violento del mondo. È questa disintegrazione ormai in corso
che cambierà il lungo periodo, forse cancellandolo anticipatamente.
Che fare in una tempesta di merda?
Nel 2001 l’Occidente entrò in una sorta di guerra civile che l’ha
progressivamente travolto. Da quel momento la democrazia venne liquidata. Il 20
luglio del 2001, a Genova, il governo di Berlusconi e Fini scatenò la violenza
armata contro una manifestazione pacifica di trecentomila persone. Da allora
capimmo che la vita sociale non sarebbe più stata la stessa.
Nel ventesimo secolo, in Europa, il potere politico funzionava secondo le regole
della “democrazia”: la politica si fondava sul consenso, e conviveva con il
dissenso: l’oggetto del contendere era il “senso” della relazione sociale. Nel
nuovo secolo il “senso” della relazione sociale è perduto: la legge ha lasciato
il posto alla forza. La persuasione ideologica ha ceduto il posto alla
pervasione mediatica. La ragione ha ceduto il posto alla psicosi di massa. Nelle
condizioni del secolo passato “dimostrare” aveva una funzione utile: parlare,
gridare, manifestare erano modi per spostare il senso condiviso della società:
esprimere dissenso serviva a spostare il consenso, poiché l’esercizio del potere
si fondava sulla mediazione e sul consenso. A Genova capimmo che questa dinamica
era finita. Da quel momento il potere ha modificato la sua forma e la fonte
della sua legittimità. La società, investita da una tempesta mediatica sempre
più intensa, non ruotava più intorno alla persuasione – ma intorno alla
pervasione, al dominio bruto. La psicosi ha preso il posto della politica, e si
tratta di una psicosi omicida, con una fortissima vocazione suicida.
Ma la questione è: che fare in questa tempesta di merda? Possiamo continuare a
dimostrare finché ce lo permettono: possiamo essere contenti di essere tanti a
protestare nelle piazze, ma dobbiamo sapere che la forza non si piega alla
ragione. Dimostrare non è inutile: in piazza incontriamo amiche e amici, e
testimoniamo l’esistenza di una resistenza etica al genocidio. Ma la resistenza
etica non cambia i rapporti di forza. Siamo costretti a guardare lo spettacolo,
attendiamo che la psicosi armata conduca alla disintegrazione del mostro
occidentale. Ma intanto quanto costa alla società questa guerra civile
psicotica?
Una crisi di gelosia
Mentre a Pechino si incontrano quelli che preparano la vendetta e le armi ultra
della vendetta, Trump e Vance fanno i bulli ammazzando undici persone su una
barchetta davanti alla costa venezuelana. Trump rappresenta la maggioranza del
popolo americano, ma questo vuol dire solo che la maggioranza del popolo
statunitense ha perduto ogni contatto con la realtà e che gli US sono
precipitati in un vortice di demenza autodistruttiva. Tradito e dileggiato
dall’amato Putin Trump potrebbe reagire come fanno talora gli amanti traditi:
con un’aggressione suicida ovvero suicidio aggressivo. “You’ll see things
happen”, ha minacciato il presidente rivolgendosi a Putin.
E ha scritto un messaggio stizzito, stizzitissimo a Xi Jin Ping: “Please give my
warmest regards to Vladimir Putin, and Kim Jong Un, as you conspire against The
United States of America”, “ti prego di rivolgere i miei più calorosi saluti a
Vladimir Putin e Kin Jong Un, mentre cospirate insieme contro gli Stati Uniti
d’America”.
--------------------------------------------------------------------------------
L'articolo You have no idea proviene da Comune-info.