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Salviamo il fratino: un cammino di protesta e di consapevolezza
Manifestazione a Rimini sabato 2 agosto ore 18.30   I minuscoli Fratini, creature che si muovono quasi impercettibili tra la sabbia e il cielo, hanno bisogno di tutti noi. E tutti noi abbiamo bisogno dei Fratini. Può sembrare una battaglia di corto respiro, non lo è. E’ una battaglia culturale di ampia portata, che ha a che fare con la difesa della biodiversità, ma anche con quello che vogliamo per la nostra spiaggia, con il nostro futuro, e, cosa più importante: questa battaglia ha a che fare con il modo in cui relazionarci, come comunità umana, con la fragilità di un’esistenza a grave rischio di estinzione.  Una esistenza ignorata e calpestata da scelte politiche prive di una visione lungimirante.  I Fratini sono anche indicatori ecologici per lo stato di salute degli ambienti costieri. La loro assenza ora parla chiaro: preannuncia il degrado dell’ecosistema dovuto alle attività umane.  Al loro posto un enorme palco che svetta violento tra la sabbia e il cielo, privando i fruitori della spiaggia libera- già risicata- di gran parte dello spazio. Quella porzione di spiaggia, inoltre, presenta dune embrionali e una ricca biodiversità vegetale: tutto questo andrebbe a beneficio anche della comunità umana, soprattutto in questo preciso momento storico, con un cambiamento climatico dalle conseguenze sempre più estreme e frequenti. Senza contare che da una scelta di tutela di quella porzione di spiaggia ne trarrebbe giovamento anche un tipo di turismo legato alla naturalità della spiaggia, un turismo che potrebbe benissimo convivere con l’altro modello, che diventa sempre più insostenibile. Quello di sabato sarà un cammino di protesta e di consapevolezza: un’occasione per VEDERE, INSIEME, quanta natura chiede attenzione e ascolto.  Venire sabato è importante, perché importante è non arrendersi, importante è continuare a mandare un segnale forte al Comune di Rimini. Cosa chiediamo? Custodire- non sfruttare, parafrasando l’Enciclica Laudato Sì. Tutelare la natura e il bene comune- non il profitto di pochi, a danno dell’ambiente in cui tutti viviamo. Iniziare a vedere e udire è già il primo passo. L’amore è contagioso. Arianna Lanci (Delegata Lipu Provincia di Rimini) Redazione Romagna
Oltre l’“imbroglio” della transizione energetica green. Comunicato della Società dei territorialisti/e
Fin dal suo avvio, la cosiddetta transizione ecologica si fonda soprattutto sulla sua declinazione energetica. Proprio la transizione energetica, tuttavia, oltre a subire continue battute d’arresto, presenta aspetti profondamente contraddittori rispetto allo scopo di affrontare realmente la grave questione ambientale … Leggi tutto L'articolo Oltre l’“imbroglio” della transizione energetica green. Comunicato della Società dei territorialisti/e sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Vicenza: «Difendiamo i boschi contro una idea falsa di sviluppo»
L’8 luglio una grande mobilitazione ecologista ha impedito l’accesso a un’area boschiva che si vuole abbattere per fare spazio alla TAV tra Padova e Verona. Abbiamo intervistato attivist3 della rete “Boschi che resistono” per comprendere le origini e le prospettive della loro lotta. Potete raccontare cosa è il bosco di Ca’ Alte e come è nata l’azione della rete “Boschi che resistono” a Vicenza? È una area boschiva di 14mila metri quadrati nel cuore della città di Vicenza. Vogliono abbatterla per fare spazio a un’area di cantiere del progetto TAV. Inoltre è prevista la costruzione di una strada, un viadotto che scavalcherà la ferrovia. Siamo entrat3 in questo bosco e in un’altra area boschiva a 200 metri di distanza un anno fa, nel maggio 2024 per scongiurare l’abbattimento, che abbiamo fatto ritardare fino a oggi. In un anno si sono avvicinati molti gruppi a questa realtà, anche gruppi che hanno compreso la lezione di Luzerath in Germania e praticano forme di resistenza e disobbedienza civile che consistono nel presidiare l’area attrezzata con casette sugli alberi che ci aiuteranno a difendere questa meraviglia che una città inquinata come Vicenza non si può permettere di perdere. Il bosco di Ca’ Alte grazie allo studio svolto da agronomi forestali di fama nazionale è stato dichiarato un valore ecosistemico da preservare. I boschi sono riserve di carbonio che catturano la CO2 in atmosfera, ci aiutano a respirare perché producono ossigeno, abbattono le polveri sottili perché le assorbono, oltre a trattenere la pioggia nel caso di eventi piovosi, e in una città a rischio idrogeologico elevato ha notevole importanza. Inoltre hanno un ruolo nella diminuzione delle temperature vista la tendenza mondiale all’innalzamento. I boschi maturi come quello di Ca’ Alte, sviluppati nel corso di decenni, vanno assolutamente tutelati. Ci dicono che una volta finite le opere – si stima una decina di anni – ripristineranno l’area e pianteranno “piantine” di 1 o 2 anni di vita cresciute in serre in nord Europa, ma che sono molto fragili e muoiono facilmente. Inoltre la loro capacità di influire negli effetti di mitigazione sopra descritti non è comparabile a boschi che hanno decine di anni. Questo bosco è un avamposto di resistenza a questa assurda opera che è il TAV dentro la città. Cerchiamo di difendere questi meravigliosi esseri viventi, cioè questi boschi che resistono a una idea di sviluppo tanto falsa quanto folle. Mobilitazione a difesa del bosco dell’8 luglio 2025 L’8 luglio avete subito un forte tentativo di sgombero da parte delle forze dell’ordine, cosa è successo e quale è ora la situazione nel Bosco di Ca’ Alte? È stata una giornata molto intensa per l’assemblea dei Boschi e per la città di Vicenza, abbiamo coinvolto circa 250 persone per impedire lo sgombero. Dalle 5 del mattino eravamo pront3, le forze dell’ordine sono arrivate molto presto per convincerci ad abbandonare l’area e permettere ai lavori di Iricav – il general contractor per la TAV – di proseguire. Molte di noi erano sedute fuori dal cancello, persone di età differenti. Erano incatenati tra di loro e sono stati portati via a forza. Poi hanno iniziato a tirare giù il cancello e le barricate costruite. Alcune signore dell’assemblea dei boschi erano sopra alla barricata e sono state portate giù con il macchinario dei pompieri. In seguito alla seconda barricata si è resistito agli idranti con gli scudi. Nessun albero è stato abbattuto e questo era il nostro obiettivo. In questi giorni hanno iniziato a mettere colate di cemento all’ingresso. Stiamo dormendo nei boschi da un po’ per controllare cosa fanno ogni giorno operai e forze dell’ordine. Continueremo a vivere i boschi e a lottare contro il progetto TAV. Pensiamo che sia un progetto obsoleto che distrugge l’ambiente, la città e la salute. Siamo persone lavoratrici, pensionate, che studiano, alcune hanno preso le ferie per difendere il bosco. Tutto questo è un simbolo della nostra determinazione e crea molta gioia nello stare assieme, perché si sta creando una forte collettività. Immagine di “Boschi che resistono” Nell’opposizione alla distruzione di questo bosco contestate l’inutilità dell’opera TAV ma proponete anche alternative. Ci puoi spiegare perché ritenete quel tracciato ferroviario inutile e quali potrebbero essere altre opzioni? Chiediamo l’opzione zero, che significa l’ammodernamento della linea con le tecnologie più recenti ed efficienti, che permettono di aumentare la capacità della linea senza dover devastare la città. La valutazione della opzione zero è prevista dalla norma, e Rfi non l’ha fatto. L’Europa, quando parla di TAV, precisa di costruire linee nuove dove questo è possibile, ma dove ci sono dei vincoli territoriali/tipografici anche dovuti ai nuclei urbani prescrive l’ammodernamento e non linee nuove. Infatti nella vicina regione Friuli Venezia Giulia, per tutta la tratta di 140 km, da Venezia a Trieste, è stata adottata l’opzione zero. Questo dimostra che dove c’è la volontà politica, l’opzione zero è possibile. Noi lo chiediamo per i 10 km del tratto di Vicenza. La soluzione eviterebbe anche la costruzione dell’impattante salto de montone, un cavalcaferrovia alto 7 metri, in una zona rurale la cui vocazione è rimanere verde. L’opzione zero eviterebbe le opere complementari e compensative che di fatto sono tutte opere di cemento e asfalto, si eviterebbero 30 km di nuove strade a fronte di 10 km di ferrovie. Possiamo parlare di un progetto ferroviario con questi numeri? Le Conseguenze dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo ci dovrebbero indurre a ragionare su altri tipi di infrastrutture, opere verdi che mettano in sicurezza il territorio, che riducano le emissioni di CO2, che rendano le città più vivibili aumentando il verde non il cemento. Come continuerà durante l’estate la vostra lotta a Vicenza? Per il momento l’idea è continuare a proporre eventi culturali, sociali per far vivere i boschi a quante più persone possibili, di Vicenza ma non solo. È importante che la città sia consapevole di quello che vogliono dire questi boschi per chi vive in questi luoghi. Il presidio permanente continuerà al bosco di Ca’ Alte, quello più a rischio dove stanno facendo i lavori all’entrata. Continueremo a presidiare e continueremo a vivere i boschi e a resistere assieme a loro. Vedremo se le istituzioni nel frattempo si renderanno conto di quanto grave sia quello che sta accadendo. Immagini di copertina e nell’articolo di “Boschi che resistono” SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Vicenza: «Difendiamo i boschi contro una idea falsa di sviluppo» proviene da DINAMOpress.
Un lago che chiede aiuto
Chi osserva il Sebino dalla riva, potrebbe restare incantato dalla sua bellezza. Ma sotto il velo d’acqua, il lago racconta un’altra verità: quella di un ecosistema fragile, minacciato e ormai in disequilibrio. A lanciare l’allarme, da anni, è un gruppo di subacquei tecnici volontari: i North Central Divers (NCD). Ventidue membri, uniti da una passione per le immersioni ma guidati da una missione molto più ampia: proteggere e monitorare scientificamente le acque interne, a partire proprio dal Lago d’Iseo. I rilievi trimestrali sulla salute dell’acqua si svolgono alle stazioni della Galleria del Corno di Predore, in provincia di Bergamo, e da lì parte ogni immersione sul Nautilus, la barca laboratorio. Caricano bombole, scooter subacquei, sensori ambientali e datalogger. Ma più che un’avventura sportiva, il loro è un lavoro scientifico sistematico, con una struttura metodica che ricorda quella dei ricercatori universitari. Project Baseline: scienza nei fondali I North Central Divers sono affiliati a Project Baseline, un programma internazionale di Global Underwater Explorers (GUE) che mira a documentare nel tempo lo stato di salute degli ambienti acquatici. Ogni immersione è una raccolta di dati: temperatura, visibilità, presenza di ossigeno disciolto, che rappresenta il vero indicatore vitale del lago. Un esempio? A 34 metri di profondità, i sub hanno registrato 6,94 mg/l di ossigeno disciolto, contro i 9 mg/l di appena 18 metri più in alto. Un dato inquietante: il lago, in profondità, fatica a respirare. Da quasi vent’anni, inoltre, il Sebino non registra più una completa inversione termica stagionale, un processo naturale che permetteva l’ossigenazione anche degli strati profondi. «È come se il lago si fosse fermato», raccontano i NCD. «L’acqua stagnante resta intrappolata sul fondo, con tutto il suo carico di sedimenti e inquinanti. E così la vita fatica a sopravvivere». Oltre il monitoraggio: reti fantasma e rifiuti sommersi Ma il lavoro dei North Central Divers non si ferma alla ricerca scientifica. L’altra loro grande missione è la rimozione dei cosiddetti “ghost gear”, le reti da pesca abbandonate che continuano a imprigionare pesci e rilasciare microplastiche per anni. Con il progetto Ghost Diving, i sub hanno recuperato 28 reti killer nei fondali del Sebino e del Garda. Nel 2025, l’impegno si è ampliato con la nascita di Ghost Diving Lombardy Lakes, un’iniziativa che estende ufficialmente le operazioni a tutti i laghi lombardi. «Le reti fantasma non sono solo trappole invisibili per la fauna», spiega il team. «Si degradano lentamente e rilasciano micro e nanoplastiche, che entrano nella catena alimentare anche delle acque dolci. È un problema che non possiamo più ignorare». A questa attività si affianca il progetto Fondali Puliti, che si occupa del recupero di rifiuti sommersi: copertoni, bottiglie, oggetti metallici. E anche in questo caso, l’impegno è totale: dalla bonifica dei fondali alla sensibilizzazione nelle scuole, fino alle “Giornate del Lago”, veri e propri laboratori educativi per i più giovani. Dietro ogni immersione, una missione Cosa spinge un gruppo di subacquei a operare in condizioni spesso difficili, in acque torbide, con visibilità ridotta e carichi di lavoro pesanti? La risposta non è l’adrenalina, ma la responsabilità scientifica e ambientale. Dietro ogni immersione c’è un metodo rigoroso: un sub gestisce i sensori e le riprese video, un altro raccoglie campioni, un terzo garantisce la sicurezza. Tutto è documentato, tutto è misurato. Ogni dato raccolto racconta una verità scomoda sullo stato di salute del lago. Ora i NCD guardano avanti: vogliono mappare l’ossigeno disciolto fino a 100 metri di profondità, una sfida tecnica complessa ma indispensabile per avere un quadro realistico delle condizioni del Sebino. Un modello per l’Italia (e non solo) In un’epoca in cui il cambiamento climatico e l’inquinamento mettono sotto pressione gli ecosistemi, il lavoro dei North Central Divers rappresenta un modello replicabile. Non solo come esempio di citizen science – scienza partecipata – ma come integrazione virtuosa tra passione sportiva, impegno civile e rigore scientifico. Non sono eroi solitari, né ambientalisti improvvisati. Sono tecnici formati, subacquei esperti, operatori ambientali, che scelgono di spendere tempo e risorse per proteggere un bene comune. E, soprattutto, per dare voce a un lago che non può parlare, ma che ha urgente bisogno di essere ascoltato. L’urgenza dell’invisibile Il Lago d’Iseo è un ecosistema delicato, come tanti altri bacini alpini e prealpini italiani. La sua salute non è solo una questione ambientale: è una questione culturale, sociale ed economica. E i North Central Divers lo sanno bene. Ogni immersione è una testimonianza. Ogni dato, un segnale d’allarme. E ogni rete recuperata o rifiuto rimosso è un passo in più verso una nuova consapevolezza collettiva: quella che ciò che non si vede, non è meno importante. Anzi, è proprio lì che spesso si gioca il destino di un intero territorio. Per maggiori informazioni sulle attività di North Central Divers: https://www.ncdivers.it/ https://projectbaseline.org/currently-active-teams/ https://www.ncdivers.it/fondali-puliti/   Simona Duci
VICENZA: “IL BOSCO RESISTE”. SABATO 12 LUGLIO MANIFESTAZIONE DALLE 16 IN PIAZZALE MERCATO NUOVO
“Il bosco resiste” è il titolo della manifestazione cittadina “per i boschi, la salute, la giustizia ambientale” che si terra’ sabato 12 luglio alle ore 16 a Vicenza. Partenza da Piazzale Mercato Nuovo. “Lunedì 8 luglio abbiamo vissuto qualcosa che non dimenticheremo: 200 persone hanno difeso il bosco di Ca’ Alte dal TAV, fronteggiando ruspe, polizia, idranti. Ma il bosco è ancora lì. Nessun albero è caduto” scrivono i promotori in un comunicato. “La resistenza è stata forte, collettiva, coraggiosa. Donne e uomini incatenati ai cancelli, seduti sull’erba, arrampicati per proteggere la natura con i loro corpi.Ora tocca a tutta la città. Sabato scendiamo in piazza perché Vicenza merita un futuro diverso, fatto di aria pulita, boschi vivi, salute e giustizia. Non grandi opere inutili, ma cura del territorio. Chi devasta l’ambiente distrugge il futuro. Noi siamo la natura che resiste. Unisciti a noi. Vicenza ha bisogno anche di te”. La presentazione con Angela dell’Assemblea dei Boschi di Vicenza Ascolta o scarica
CLIMA: TRIPLICATI I DECESSI IN EUROPA A CAUSA DELLE ONDATE DI CALORE. MILANO LA CITTA’ PIU’ COLPITA
Le ondate di calore hanno triplicato i morti in Europa in questo periodo. Secondo un nuovo studio europeo il numero di decessi registrati in dodici città del Continente tra il 23 giugno e il 2 luglio riconducibili al caldo sono circa 1.500 delle 2.300 morti registrate in quei giorni, pari al 65% del totale. Concentrandosi sui dieci giorni di calore compresi tra il 23 giugno e il 2 luglio, i ricercatori hanno stimato il bilancio delle vittime utilizzando metodi di peer-review e hanno scoperto che il cambiamento climatico ha triplicato il numero di decessi legati al calore, con l’uso di combustibili fossili che ha aumentato le temperature dell’ondata fino a 4°C in tutte le città. Dall’indagine emerge che il cambiamento climatico si fa sentire in modo più pesante sulla nostra popolazione, rispetto a quelle di altre nazioni europee: in base allo studio, il riscaldamento globale è stato responsabile di 317 decessi in eccesso stimati a Milano, 286 a Barcellona, 235 a Parigi, 171 a Londra, 164 a Roma, 108 a Madrid, 96 ad Atene, 47 a Budapest, 31 a Zagabria, 21 a Francoforte, 21 a Lisbona e 6 a Sassari. Le persone di 65 anni e più sono state le più colpite, rappresentando l’88% dei decessi in eccesso legati ai cambiamenti climatici, a causa di tassi più elevati di condizioni di salute esistenti. I risultati evidenziano che le persone anziane in Europa corrono un rischio crescente di morte prematura, poiché la combustione di combustibili fossili provoca ondate di calore più calde, più lunghe e più frequenti. Tuttavia, i ricercatori avvertono che il caldo può essere pericoloso per tutte le fasce d’età, con una stima di 183 decessi tra le persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Luca Aterini, caporedattore Greenreport Ascolta o scarica 
AMBIENTE: SABOTATI I CANTIERI DEL PARCO EOLICO INDUSTRIALE DEL MUGELLO. LA PROCURA APRE UN INCHIESTA. SIAMO MONTAGNA”LA LOTTA NON SI FERMA”
La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo, senza indagati, con le ipotesi di danneggiamento, rapina e minaccia aggravati dalla finalità eversiva per l’iniziativa di protesta portata avanti nel weekend nel cantiere del maxi progetto di impianti eolici a Villore, sul monte Giogo, in Mugello (Firenze). Inoltre, a seguito delle denunce depositate da un anno a questa parte dagli ambientalisti, la procura farà anche accertamenti su come sono partiti i lavori e quale estensione abbiano, visto che i mezzi utilizzati per la realizzazione del parco sono disseminati sulla montagna e non circoscritti in un luogo protetto. Mercoledì e giovedì della scorsa settimana una cinquantina di ‘persone incappucciate’ avevano sabotato ‘infrastrutture e mezzi presenti’. A denunciarlo era stata la stessa società titolare del progetto, la Agsm Aim, interamente pubblica in quanto partecipata dai Comuni di Verona e Vicenza. «La vicenda – spiegava la società in una nota – prende origine dai volantini comparsi abusivamente in zona ad opera della sedicente organizzazione “Siamo Montagna”, con i quali si annunciava l’organizzazione di un ‘Campeggio di Lotta’, previsto dal 2 al 6 luglio, con l’obiettivo di bloccare i lavori in corso nel cantiere di Monte Giogo. Volantino al quale Agsm Aim aveva risposto fermamente con diffida ed esposto alle Procura ed alle Forze dell’Ordine». Circa cinquanta persone, incappucciate con passamontagna neri e presenti in zona fino dal 2 luglio, sono entrate abusivamente all’interno dell’area di cantiere: hanno dapprima circondato i boscaioli, sequestrando le motoseghe e danneggiando i mezzi di trasporto davanti agli occhi atterriti degli operai. Quindi ha circondato, insultato e minacciato tre ingegneri di Agsm Aim presenti sul crinale, lato Vicchio-Villore, spingendoli fuori dal cantiere stesso con ulteriori minacce e provocazioni. Ingenti i danni provocati ad infrastrutture e mezzi presenti nel cantiere e immediata la denuncia da parte di Agsm Aim ai Carabinieri di Borgo San Lorenzo, arrivati poi sul posto per constatare i gravi danni. Ma senza riuscire a intimidire gli autori dell’assalto al cantiere, che sono tornati alla carica. «La violenza non si è fermata ad una sola occasione – continua infatti la partecipata pubblica – La sera successiva il nuovo episodio: alcune persone sono penetrate nuovamente nelle parti più remote del cantiere, dove i mezzi erano stati concentrati e, non appena i Carabinieri si sono allontanati, hanno sabotato e danneggiato gravemente tutti i mezzi d’opera. Agsm Aim, che in questi anni non si è mai sottratta al confronto civile e costruttivo con le comunità locali, condanna fermamente quanto accaduto ed opererà con le autorità locali e nazionali – conclude la nota – per difendere prima di tutto l’incolumità delle persone che operano nel cantiere, quindi la realizzazione di una opera che è parte del piano nazionale energia e clima, dichiarata di pubblica utilità dalla Regione Toscana e dal Consiglio dei ministri». Il progetto risale al 2019 e prevede di realizzare 7 pale eoliche alte un centinaio di metri e con pale di 60 metri di raggio. Per arrivare alla conclusione del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) sono serviti tre anni di Conferenza dei servizi, approfondimenti e un’inchiesta pubblica; a valle di questo percorso, nel febbraio 2022 è arrivato il via libera della Regione. Nel settembre dello stesso anno è dovuto intervenire direttamente il Consiglio dei ministri, su proposta del premier Mario Draghi, per dare il via libera al progetto. Favorevoli al progetto i Comuni di Vicchio e Dicomano oltre che dei vertici regionali e nazionali di Legambiente. Contro il progetto si sono dichiarate associazioni come Italia nostra Firenze, Cai Firenze, Comitato per la tutela del crinale mugellano Crinali liberi, Tess (Transizione energetica senza speculazione). In una nota diffusa in rete il “Comitato per la tutela del crinale mugellano Crinali liberi” scrive: “Amara realtà constatare che ci volevano degli “incappucciati”, come li hanno chiamati, perche’ tutti ne parlassero a Firenze del Monte Giogo di Villore, Appennino Mugellano:5 anni di iniziative del Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi, azioni, presidi, banchini, video, veglie, appelli, petizioni, da un anno Lettere aperte e documenti della Coalizione ambientale TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione senza mai una risposta, centinaia di assemblee pubbliche completamente censurate nei media di Firenze, provincia e Regione Toscana. Anche la Procura da due anni tace e anche da 4 mesi il Consiglio di Stato. Fatto sta che nessuno ne parlava, ora tutti ne parlano. Un’informazione unilaterale, tutta tesa a criminalizzare il dissenso, ancor prima che ci sia un accertamento della veridicità dei fatti, della loro verifica, che non da’ nessuna voce al dissenso quando e’ propositivo e costruttivo. Il Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi, estraneo all’organizzazione Siamo Montagna, continuera’ ad impegnarsi come sempre con la massima energia per il Solstretto libero dalla devastazione ambientale, per il Monte Giogo di Villore Corella e per tutti i Crinali Liberi dell’Appennino contro la deforestazione, la cementificazione, la compromissione dei torrenti, dell’assetto idrogeologico, degli habitat di specie protette, contro il consumo di suolo. Le alternative ci sono e sono senza speculazione”. Da parte sua il gruppo Siamo Montagna rilancia: “La lotta non si ferma. Al campeggio di lotta di Pian dei Laghi un gruppo di persone, amici e compagne è riuscito a bloccare il taglio del bosco, all’altezza della fonte del Solstretto. I lavori aumentano ad una velocità impressionante, ma con questo gesto abbiamo lanciato un segnale a chi distrugge i nostri monti e a chi invece vuole viverli: una resistenza alla devastazione delle montagne può esistere. Il Solstretto oggi esonda e ritorna al suo vecchio flusso. Dato che era intubato, con picconi e zappe abbiamo riportato l’acqua sopra la strada forestale con l’augurio che possa ancora nutrire la terra e le marronete di Villore. Vi invitiamo quindi a salire e sostenere il campeggio, per conoscerci e insieme costruire una comunità che sappia riscoprire la gioia di difendere insieme il crinale come ogni luogo”. Ci spiega il progetto un attivista del Mugello contro il parco eolico industriale Ascolta o scarica    alberi destinati all’abbattimento  
Le Dita Nella Presa, Distorcere i bilanci è un videogioco da ragazzi
Uno sguardo al "report sostenibilità" di Google e alle sue molte bugie; il meglio di hackmeeting 2025; Zona Warpa 4-5 Luglio al CSOA Forte Prenestino; notiziole dal Medio Oriente. A Giugno è uscito, come ogni anno, il report sostenibilità di Google. A leggerlo, sembra che sia possibile fare il miracolo: continuare a consumare sempre più energia, eppure far diminuire l'impatto ambientale. Vediamo insieme alcuni dei trucchi utilizzati (da Google, ma non solo) per far quadrare i conti. L'Hackmeeting 2025 è stato un mese fa, vi raccontiamo alcuni dei contenuti che ci sono piaciuti... avremmo voluto farlo in modo più esteso, ma ci siamo resi conto che si stava facendo tardi e abbiamo tagliato, non ce ne voglia chi ha curato altri dei momenti interessanti! Al telefono con Kenobit parliamo di Zona Warpa - La festa del videogioco ribelle itinerante. Il mondo del videogioco è infatti troppo spesso depoliticizzato, e questo festival mira a fare da ponte tra chi gioca e chi fa videogiochi, in una cornice consapevole. Questo weekend è il turno del Forte Prenestino, qui potete vedere alcuni video di edizioni passate per farvi un'idea. Chiudiamo con delle notiziole dal Medio Oriente: * 2 giorni di blackout di internet in Iran, per "ragioni di sicurezza": di cosa si tratta? * NSO piange miseria Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
[Le Dita nella Presa] Distorcere i bilanci è un videogioco da ragazzi (1/5: Puntata completa)
Uno sguardo al "report sostenibilità" di Google e alle sue molte bugie; il meglio di hackmeeting 2025; Zona Warpa 4-5 Luglio al CSOA Forte Prenestino; notiziole dal Medio Oriente. A Giugno è uscito, come ogni anno, il report sostenibilità di Google. A leggerlo, sembra che sia possibile fare il miracolo: continuare a consumare sempre più energia, eppure far diminuire l'impatto ambientale. Vediamo insieme alcuni dei trucchi utilizzati (da Google, ma non solo) per far quadrare i conti. L'Hackmeeting 2025 è stato un mese fa, vi raccontiamo alcuni dei contenuti che ci sono piaciuti... avremmo voluto farlo in modo più esteso, ma poi ci siamo resi conto che si stava facendo tardi e abbiamo tagliato, non ce ne voglia chi ha curato altri dei momenti interessanti! Al telefono con Kenobit parliamo di Zona Warpa - La festa del videogioco ribelle itinerante. Il mondo del videogioco è infatti troppo spesso depoliticizzato, e questo festival mira a fare da ponte tra chi gioca e chi fa videogiochi, in una cornice consapevole. Questo weekend è il turno del Forte Prenestino, qui potete vedere alcuni video di edizioni passate per farvi un'idea. Chiudiamo con delle notiziole dal Medio Oriente: * 2 giorni di blackout di internet in Iran, per "ragioni di sicurezza": di cosa si tratta? * NSO piange miseria