Piracy Shield, i provider italiani presentano il conto: 10 milioni di euro l'anno
Piracy Shield, il sistema italiano per il blocco dinamico dei contenuti pirata
online, impone obblighi significativi sugli Internet Service Provider (ISP)
nazionali. Sin dalla sua attivazione, gli operatori italiani hanno gestito
l'intero carico tecnico e amministrativo del protocollo, inclusi gli adeguamenti
infrastrutturali, gli interventi su DNS e indirizzi IP, e le verifiche continue
per prevenire blocchi errati.
Tuttavia, senza alcuna forma di compensazione economica prevista dalla normativa
iniziale, le associazioni di categoria hanno formalizzato una proposta per
introdurre un meccanismo di ristoro stabile. L'Associazione Italiana Internet
Provider (AIIP) insieme ad Asstel, AIITP, Anie e Assoprovider, propone
l'istituzione di un fondo dedicato con una dotazione annua stimata in circa 9,5
milioni di euro da ripartire tra gli aderenti con una quota fissa per operatore
e una variabile proporzionale al numero di linee attive, sia fisse che mobili.
l’Associazione ha elaborato uno schema di ristoro fondato su criteri oggettivi,
proporzionali e progressivi, pensati per riflettere in modo realistico l’impatto
tecnico del sistema sui diversi operatori.
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Quì alcune dichiarazioni di AIIP