Azione legale contro il progetto CCS di ENI in Inghilterra
HyNot, un gruppo di attivisti e attiviste dell’area di Liverpool, in
Inghilterra, ha presentato ricorso contro la decisione del governo britannico di
consentire a ENI di stoccare l’anidride carbonica nella Baia di Liverpool
attraverso il progetto HyNet.
Con l’opera il Cane a sei zampe intende produrre idrogeno blu (cioè prodotto da
combustibile fossile con l’aggiunta di un sistema di cattura della CO2) dal gas
fossile utilizzato presso la raffineria di Stanlow, nel distretto industriale di
Liverpool. Le emissioni di anidride carbonica catturate da questo processo, e da
altre industrie locali ad alta intensità di carbonio, saranno convogliate
attraverso 60 km di condutture lungo la costa del Galles settentrionale per
essere stoccate nei giacimenti di petrolio e gas esauriti nella baia di
Liverpool.
Nel ricorso giudiziario, HyNot sostiene che le decisioni del segretario di Stato
per la Sicurezza Energetica e Net Zero e dell’Autorità per la Transizione del
Mare del Nord di concedere l’autorizzazione al progetto HyNet sono illegittime.
I motivi del ricorso sono molteplici, in primis l’assenza di valutazione di
incidenti gravi e disastri e/o e la mancata consultazione pubblica legittima.
Non sarebbero stati inoltre rispettati i requisiti del Regolamento sulle
attività petrolifere offshore (conservazione degli habitat) del 2001 e del
Regolamento sulla conservazione degli habitat e delle specie marine offshore del
2017, così come si non si sarebbero tenuti in debita considerazione gli effetti
cumulativi dello schema HyNet sui cambiamenti climatici.
Il gruppo di attivisti e attiviste di HyNot (foto HyNot)
“Stiamo portando HyNet in tribunale perché crediamo che il progetto continuerà a
legare il nostro Paese all’utilizzo dei combustibili fossili e minerà la
sicurezza energetica attraverso la continua dipendenza dal gas importato. HyNet
non aiuterà a combattere la crisi climatica”, ha dichiarato Catherine Green,
esponente di HyNot. “L’idrogeno blu non è verde, non è economico e non è una
soluzione energetica sostenibile. La cattura e lo stoccaggio del carbonio sono
inefficaci, ad alta intensità energetica e costosi. Il trasporto e lo stoccaggio
dell’idrogeno e dell’anidride carbonica destano inoltre gravi preoccupazioni per
la salute, la sicurezza e l’ambiente”.
Il governo ha promesso 22 miliardi di sterline di sussidi in 25 anni per la
cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che non è stata sperimentata e
non è stata provata su questa scala in nessuna parte del mondo. La maggior parte
dei sussidi andranno alle aziende produttrici di combustibili fossili e
arriveranno dai proventi delle bollette energetiche, tra le più alte d’Europa,
fa notare ancora Hynot. La campagna auspica che il governo britannico cambi
idea sul progetto e investa in soluzioni climatiche collaudate come le energie
rinnovabili, l’elettrificazione più rapida, la riduzione dei rifiuti e
l’efficienza energetica.
Visti i rischi di corrosione delle condutture, di perdite pericolose e di scoppi
nel trasporto di CO₂, ci sono dubbi sull’idoneità del sito della Baia di
Liverpool per lo stoccaggio a lungo termine sotto il fondale marino. Il rilascio
in mare aperto provocherebbe l’acidificazione del mare con profonde conseguenze
per la fauna e l’ambiente. ENI è stata responsabile di perdite di petrolio dallo
stesso giacimento nel 2017 e nel 2022.
Una delle tante preoccupazioni di HyNot è la scarsa conoscenza che il pubblico
ha del progetto HyNet e la difficoltà di esprimere le proprie preoccupazioni
attraverso il processo di pianificazione, spesso molto tecnico e poco
trasparente. I permessi di pianificazione per le diverse parti dello schema
HyNet sono stati spezzettati in oltre dieci richieste attraverso almeno quattro
processi diversi.
Una prima decisione in merito al ricorso è attesa da una corte di Londra entro
le prossime settimane.