Le fondazioni Compagnia di Sanpaolo e Cariplo voltano le spalle ai territori, alle persone e al Pianeta

ReCommon - Thursday, December 4, 2025

Rappresentanti di 11 comunità che vivono sulle coste del Texas e della Louisiana, insieme a 14 organizzazioni della società civile internazionale, tra cui ReCommon, hanno inviato una lettera alle fondazioni Compagnia di San Paolo e Cariplo – due influenti azionisti della banca – chiedendo di spingere Intesa Sanpaolo a interrompere il finanziamento alle compagnie e ai progetti di produzione del GNL, a disinvestire dal gas fossile e a rafforzare la propria policy Oil & Gas escludendo esplicitamente l’espansione del GNL tra i criteri di finanziamento. Non è arrivata alcuna risposta.

Intesa Sanpaolo è conosciuta in Italia come la “banca dei territori”. Negli Stati Uniti, però, finanzia pesantemente l’espansione del GNL, che ha un impatto devastante sulle comunità che vivono vicino ai nuovi gasdotti e terminal per l’export. Un silenzio particolarmente grave, considerando che entrambe le fondazioni dichiarano di operare in favore dello sviluppo sociale, della cultura e della sostenibilità. In quanto azionisti di riferimento, hanno infatti un dovere morale e fiduciario a garantire che la banca sia allineata con questi principi.

Flaring dalle torce dell’impianto di Sabine Pass, in Texas, gestito da Cheniere Energy, il più grande degli Stati Uniti. Da qui prende il via la maggior parte del gas “naturale” liquefatto (Gnl) diretto in Europa. Foto © Carlo Dojmi di Delupis/ReCommon

Accade invece il contrario. Intesa Sanpaolo è tra le prime 20 istituzioni finanziarie globali nel sostegno all’espansione del GNL e tra le 5 più grandi in Europa. A marzo 2024 la banca ha contribuito a organizzare l’emissione di un’obbligazione da 1.5 miliardi di dollari per Cheniere Energy. A luglio 2025, ha partecipato a una nuova emissione da 1 miliardo per l’espansione del terminal Sabine Pass LNG in Louisiana. Nel 2023 ha sostenuto Next Decade con 278,75 milioni di dollari in un’obbligazione e 1.08 miliardi di dollari di finanziamento per il terminal Rio Grande LNG.
Da anni la prima banca italiana finanzia alcune delle più dannose compagnie di GNL e le loro infrastrutture sulle coste del golfo del Messico negli Stati Uniti, tra cui Sabine Pass, Corpus Christi, Golden Pass, Lake Charles, Freeport LNG e Cameron LNG.

Il costo umano e ambientale di questi progetti è allarmante. La concentrazione di terminal di GNL, raffinerie e impianti petrolchimici tra Texas e Louisiana sta aggravando una lunga eredità di razzismo ambientale e ingiustizia, esponendo le comunità a rischi sanitari gravissimi, inquinamento dell’aria e dell’acqua e tassi elevati di malattie.

Ai sei impianti attualmente operativi si aggiungono oltre 20 nuovi progetti di GNL in fase di proposta. Nell’agosto 2025, un grave incidente di dragaggio al terminal Calcasieu Pass di Venture Global ha sversato tonnellate di fango tossico nei bayou, contaminando pesci, ostriche e gamberi e devastando la pesca locale, già colpita dalle industrie della zona.
Nonostante tutte queste evidenze, l’ultima policy Oil & Gas di Intesa Sanpaolo non include nessuna restrizione per il finanziamento al GNL, e resta tra le più deboli d’Europa.

“Le organizzazioni della società civile e i rappresentanti delle comunità locali hanno cercato il dialogo con la banca in numerose occasioni, attraverso lettere, appelli pubblici e domande dirette, senza mai ricevere risposta” commenta Susanna De Guio di ReCommon. “Ora i maggiori azionisti della banca – due fondazioni che si definiscono impegnate nel sostegno delle persone e del Pianeta, si stanno comportando nello stesso modo. Il loro silenzio di fronte alla nostra lettera è una chiara presa di posizione contro i territori statunitensi e le loro comunità, che evita le responsabilità della banca nel frenare il cambio climatico”.