Firma la petizione: Interrompiamo il transito di armi dai porti italiani

Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Sunday, July 13, 2025
Esigiamo l’immediata cessazione di ogni transito di armi e componentistica militare nei porti italiani, e in primo luogo di quelle destinate a Israele e ad altri Paesi che opprimono e brutalizzano altri popoli commettendo crimini contro l’umanità, il crimine di apartheid e di genocidio.

ALCUNI DATI

1) Nella Relazione governativa del 2025, l’Agenzia delle Dogane riporta, per l’anno 2024, 212 operazioni di esportazioni di materiali militari a Israele per un valore complessivo di 4.208.757 euro che sono da riferirsi a licenze rilasciate in anni precedenti. Inoltre, nel 2024, sono continuati gli interscambi di materiali militari tra Italia e Israele: sono state rilasciate 42 nuove autorizzazioni di importazione di armamenti per il nostro Paese per 154.937.788 euro e, sempre nel 2024, ne sono state effettivamente importate per 37.289.708 euro.

2) Sta inoltre continuando in Italia la produzione di droni “munizioni circuitanti” (detti anche “droni kamikaze”) Hero 30. Sono prodotti dalla RWM Italia su licenza della israeliana U Vision. Vengono prodotti non solo per le nostre Forze Armate ma anche per l’esportazione:  il primo destinatario è stata nel 2023 l’Ungheria verso cui l’Italia (governo Meloni) ha autorizzato l’esportazione di 160 droni Hero 30 e relativo materiale per un valore di circa 150 milioni di euro.

L’esportazione di materiale d’armamento, componenti, attrezzature militari e tecnologie è espressamente vietata qualora si riscontri la violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del paese destinatario. Tale divieto è stabilito dalla Legge 185/1990 “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, così come dall’articolo 11 della Costituzione italiana.
Stesse disposizioni sono presenti anche nel Trattato Internazionale sul commercio delle armi (ATT) – sottoscritto dall’Italia – e nelle risoluzioni dell’Assemblea delle Nazioni Unite e di altri organismi internazionali. 

Nel 2024 l’UAMA non ha concesso nuove autorizzazioni per il commercio di armi verso Israele, ma le operazioni già autorizzate negli anni precedenti continuano. L’Italia, quindi, continua a inviare armamenti e fornire supporto logistico ad un governo responsabile del massacro in atto nella Striscia di Gaza, della violazione del Diritto Internazionale Umanitario e della Violazione della Quarta Convezione di Ginevra per Crimini contro l’Umanità e Crimini di Guerra, nonché attualmente sotto processo per violazione della Convenzione sul Genocidio.

Alcune aziende italiane aggirano il divieto previsto dalla legge. Nel mese di febbraio 2025 nel porto di Ravenna è stato sequestrato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi “illegali”.  Il  carico, che doveva transitare verso lo stato di Israele, è stato bloccato nell’area portuale poiché l’azienda produttrice non disponeva dell’autorizzazione a esportare materiale bellico.

Firma anche tu per  lo stop ad ogni transito di armi dai porti italiani soprattutto di quelle destinate a Israele e ad altri paesi che si macchiano di crimini contro l’umanità.

Non vogliamo più essere complici dei massacri e dei genocidi che si stanno compiendo nella Striscia di Gaza e nel mondo.

Clicca qui per firmare la petizione su Change.org.

Promotori della petizione:

BDS Italia
Un Ponte Per
Fari di pace (Pax Christi e Weapon Watch) 
GPI – Giovani Palestinesi d’Italia
Partito dei CARC
Gaza Free Style
Peace Link
Gruppo Autonomo Portuali (GAP)
Coordinamento Nazionale No Nato
Assopace Palestina
Cambiare Rotta
Rete Romana Palestina
OPAL
Emergenza Gaza
Rifondazione Comunista
Abbasso la guerra – OdV
Antropologə per la Palestina
LABIBA APS
Warfree – Rete Imprenditori, Commercianti e Professionisti per la Pace e la Transizione Ecologica
Comitato Riconversione Rwm – Sardegna
Comitato Regionale Sardo – Insieme per la pace disarmata
Cultura è Libertà – una campagna per la Palestina
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

(elenco in continuo aggiornamento)