
Palazzo S. Gervasio, protesta fuori e dentro le mura del CPR
Pressenza - Saturday, July 12, 2025Chi si trovasse a percorrere la SP168 fra Palazzo San Gervasio e Spinazzola, due comuni ad una settantina di chilometri dalla città di Potenza, si imbatterebbe in un cartello che invita il guidatore alla prudenza, a rallentare perché c’è un “centro assistenza migranti”. Un’assistenza di cui i migranti farebbero volentieri a meno perché il “centro assistenza” in realtà è un Centro di Permanenza per i Rimpatri. Un CPR che poco meno di un anno fa non è, quanto meno, riuscito ad evitare che Belmaan Oussama, un ragazzo di 19 anni, perdesse la vita in condizioni mai chiarite.
Giovedì 10 luglio si è tenuto un presidio davanti al CPR di Palazzo San Gervasio organizzato dall’Assemblea Lucana No CPR e al quale hanno aderito semplici cittadini e le varie realtà del Network Against Migrant Detention (NAMD), del quale la stessa Assemblea Lucana è parte. Circa 150 persone si sono ritrovate davanti al cancello del CPR per ricordare la morte di Oussama e portare il sostegno ai reclusi con musica e interventi al microfono: gli attivisti e le attiviste hanno ricordato i maltrattamenti e la tortura subita dalle persone (al momento 27 sono gli agenti sotto indagine, ndR.), la speculazione attuata dagli enti gestori – attualmente è gestito da Officine Sociali che ha appena rinnovato il mandato biennale – i cui livelli di servizio sono ben distanti da quelli in capitolato (con buona pace della “customer satisfaction”).
Hanno ricordato come quello di Oussama sia tristemente solo uno dei tanti casi di morte in CPR, dove si muore in un silenzio assordante. In conclusione, si è ribadita l’inumanità del sistema CPR, sottolineando come l’istituto della detenzione amministrativa non potrà mai essere riformato, ma vada semplicemente abolito.
Dall’interno del CPR la riposta non si è fatta attendere: colonne di fumo si sono levate da alcuni blocchi probabilmente causate dai detenuti che hanno dato fuoco alle suppellettili. Per due volte è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Allo stesso modo non si è fatta attendere la risposta dei tutori dell’ordine: la camionetta della polizia presente in tenuta antisommossa davanti al CPR ha fatto manovra ed è entrata al suo interno e nitidamente si sono sentiti i rumori e le urla dei pestaggi.
Momenti di tensione con la polizia presente in forze solo nel momento in cui sono state vergate a vernice spray incitazioni all’annientamento dei CPR.
Nel corso del presidio Alessia Araneo, consigliera regionale del M5S, e Carmen D’Anzi, garante provinciale dei detenuti hanno eseguito un accesso al CPR. Le compagne ed i compagni dell’Assemblea Lucana NO CPR, come in precedenti occasioni, hanno predisposto pacchi contenenti beni di prima necessità di cui i detenuti sono privi a causa delle condizioni in cui sono lasciati dall’ente gestore e, sfruttando anche la presenza della consigliera regionale, hanno fatto in modo che venissero distribuiti agli internati.
All’uscita la Consigliera Araneo ha riportato il ringraziamento dei detenuti per il sostegno ricevuto, nonché una descrizione delle difficili condizioni in cui sopravvivono le 104 persone recluse a fronte di 112 posti disponibili, fra cibo al limite dell’immangiabile, lenzuola di carta e senza ricambi di vestiario. Senza considerare le condizioni climatiche proibitive dell’area dove sorge il CPR, sottoposta ad escursioni termiche simili a quelle di un deserto.
Francesco Lorini, attivista di Libera La Parola Trento, scuola di italiano libera e gratuita