Palazzo S. Gervasio, protesta fuori e dentro le mura del CPR
Chi si trovasse a percorrere la SP168 fra Palazzo San Gervasio e Spinazzola, due
comuni ad una settantina di chilometri dalla città di Potenza, si imbatterebbe
in un cartello che invita il guidatore alla prudenza, a rallentare perché c’è un
“centro assistenza migranti”. Un’assistenza di cui i migranti farebbero
volentieri a meno perché il “centro assistenza” in realtà è un Centro di
Permanenza per i Rimpatri. Un CPR che poco meno di un anno fa non è, quanto
meno, riuscito ad evitare che Belmaan Oussama, un ragazzo di 19 anni, perdesse
la vita in condizioni mai chiarite.
Giovedì 10 luglio si è tenuto un presidio davanti al CPR di Palazzo San Gervasio
organizzato dall’Assemblea Lucana No CPR e al quale hanno aderito semplici
cittadini e le varie realtà del Network Against Migrant Detention (NAMD), del
quale la stessa Assemblea Lucana è parte. Circa 150 persone si sono ritrovate
davanti al cancello del CPR per ricordare la morte di Oussama e portare il
sostegno ai reclusi con musica e interventi al microfono: gli attivisti e le
attiviste hanno ricordato i maltrattamenti e la tortura subita dalle persone (al
momento 27 sono gli agenti sotto indagine, ndR.), la speculazione attuata dagli
enti gestori – attualmente è gestito da Officine Sociali che ha appena rinnovato
il mandato biennale – i cui livelli di servizio sono ben distanti da quelli in
capitolato (con buona pace della “customer satisfaction”).
Hanno ricordato come quello di Oussama sia tristemente solo uno dei tanti casi
di morte in CPR, dove si muore in un silenzio assordante. In conclusione, si è
ribadita l’inumanità del sistema CPR, sottolineando come l’istituto della
detenzione amministrativa non potrà mai essere riformato, ma vada semplicemente
abolito.
Dall’interno del CPR la riposta non si è fatta attendere: colonne di fumo si
sono levate da alcuni blocchi probabilmente causate dai detenuti che hanno dato
fuoco alle suppellettili. Per due volte è stato necessario l’intervento dei
vigili del fuoco. Allo stesso modo non si è fatta attendere la risposta dei
tutori dell’ordine: la camionetta della polizia presente in tenuta antisommossa
davanti al CPR ha fatto manovra ed è entrata al suo interno e nitidamente si
sono sentiti i rumori e le urla dei pestaggi.
Momenti di tensione con la polizia presente in forze solo nel momento in cui
sono state vergate a vernice spray incitazioni all’annientamento dei CPR.
Nel corso del presidio Alessia Araneo, consigliera regionale del M5S, e Carmen
D’Anzi, garante provinciale dei detenuti hanno eseguito un accesso al CPR. Le
compagne ed i compagni dell’Assemblea Lucana NO CPR, come in precedenti
occasioni, hanno predisposto pacchi contenenti beni di prima necessità di cui i
detenuti sono privi a causa delle condizioni in cui sono lasciati dall’ente
gestore e, sfruttando anche la presenza della consigliera regionale, hanno fatto
in modo che venissero distribuiti agli internati.
All’uscita la Consigliera Araneo ha riportato il ringraziamento dei detenuti per
il sostegno ricevuto, nonché una descrizione delle difficili condizioni in cui
sopravvivono le 104 persone recluse a fronte di 112 posti disponibili, fra cibo
al limite dell’immangiabile, lenzuola di carta e senza ricambi di vestiario.
Senza considerare le condizioni climatiche proibitive dell’area dove sorge il
CPR, sottoposta ad escursioni termiche simili a quelle di un deserto.
Francesco Lorini, attivista di Libera La Parola Trento, scuola di italiano
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