10.800 palestinesi nelle carceri israeliane: il numero più alto dalla Seconda Intifada

InfoPal - Wednesday, July 9, 2025

InfoPal. Il numero di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane è salito a 10.800, il più alto dalla Seconda Intifada, con un forte aumento delle detenzioni amministrative di donne, bambini e detenuti provenienti da Gaza.
Le organizzazioni palestinesi di supporto ai prigionieri hanno riferito martedì che il numero di palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione israeliane è salito a circa 10.800 all’inizio di luglio, segnando il più alto dalla Seconda Intifada, nel 2000. Questo totale non include i detenuti nei campi militari di occupazione, il cui status rimane in gran parte sconosciuto.

In una dichiarazione congiunta, le organizzazioni hanno osservato che il numero di detenuti amministrativi è salito a 3.629, la percentuale più alta rispetto ai prigionieri condannati e a quelli etichettati come “combattenti illegali”. Questo sistema consente alle autorità di occupazione di detenere individui senza accusa né processo, una pratica ampiamente condannata dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Nel frattempo, il numero di prigionieri classificati come “combattenti illegali” ha raggiunto quota 2.454, esclusi i numerosi cittadini di Gaza detenuti nei campi militari. Secondo la dichiarazione, questa cifra è la più alta registrata dall’inizio della guerra genocida in corso condotta dall’occupazione contro Gaza.

Il rapporto ha aggiunto che la classificazione di “combattenti illegali” include anche detenuti arabi provenienti da Libano e Siria, riflettendo ulteriormente la più ampia portata regionale delle politiche di detenzione di “Israele”.
Ad oggi, 50 donne palestinesi sono detenute nelle carceri israeliane, tra cui due di Gaza, mentre il numero di minorenni palestinesi ha superato i 450. Le organizzazioni per i diritti umani hanno ripetutamente espresso preoccupazione per le condizioni e il trattamento di questi gruppi vulnerabili sotto custodia dell’occupazione.

Secondo una dichiarazione dell’Ufficio Stampa dei Prigionieri palestinesi, le prigioniere palestinesi stanno sopportando condizioni sempre più dure nel carcere di Damon, sotto l’occupazione israeliana, il che mette in guardia da una grave e senza precedenti escalation da parte dell’amministrazione penitenziaria.

Secondo quanto riferito, le autorità carcerarie israeliane hanno ridotto il tempo di ricreazione giornaliero a soli 15 minuti, che ora è dedicato esclusivamente all’uso dei servizi igienici. Per il resto del tempo, la sezione rimane chiusa per ore con il pretesto delle “procedure di sicurezza”. Parallelamente, le razioni alimentari sono state significativamente ridotte, peggiorando ulteriormente le condizioni umanitarie.

Il rapporto ha anche descritto la brutale repressione attuata all’inizio dell’aggressione dell’occupazione israeliana contro l’Iran, durante la quale cinque detenuti palestinesi, Islam Shouli, Tasneem Odeh, Lin Misk, Samah Hijjawi e Fatima Jasrawi, sono stati aggrediti violentemente, sottoposti a isolamento, a sputi, insultati e persino minacciati di stupro.

Le istituzioni palestinesi continuano a chiedere conto alla comunità internazionale, mentre il numero dei prigionieri aumenta a livelli mai visti da oltre due decenni, in una crescente campagna di arresti, incursioni e detenzioni arbitrarie.

(Fonti: Al-Mayadeen, Quds News, PIC).