Palestina. I coloni israeliani attaccano Taybeh

Pressenza - Monday, July 7, 2025

I coloni israeliani attaccano Taybeh, una città storica della Palestina

Da settimane è aumentato l’attivismo di matrice terroristica degli integralisti israeliani e soprattutto i coloni che vivono negli insediamenti illegali costruiti in Cisgiordania.

Attacchi notturni, incendi alle case, ai prodotti agricoli compresi gli uliveti secolari dei palestinesi.

I coloni accompagnati e protetti dai soldati dell’esercito dello Stato israeliano attaccano villaggi, città palestinesi in tutta la Cisgiordania senza risparmiare nessuno.

Nei giorni scorsi è toccato a varie città e villaggi vicino a Ramallah soprattutto Kufer Malik, Taybeh ed Ein Samia.

A Kufer Malik hanno incendiato case, auto e prodotti agricoli.

Qui si è sviluppato uno scontro con i giovani palestinesi del paese e a termine della giornata sono stati uccisi quattro ragazzi palestinesi.

La società civile e i movimenti politici palestinesi hanno dichiarato proclamato una giornata di sciopero in tutta la provincia di Ramallah.

Contemporaneamente i coloni hanno attaccato la sorgente di acqua chiamata Ein Samia che è situata nella valle della montagna di Ramallah (tra Taybeh e Kufer Malik) che si affaccia alla Valle del Giordano.

Questa sorgente prende il nome dell’antica località romana, si sviluppa su un sopraffaccio di oltre 4 km sul resto di una città romana che si chiamava Aram.

Questa sorgente è molto ricca di acqua di qualità e fornisce acqua potabile a Ramallah ed Al Bireh e a tutti i villaggi attorno.

Una zona ricca di mini-sorgenti dove i romani hanno costruito dei canali per la distribuzione dell’acqua e che sono in uso ancora a tutt’oggi.

I coloni di notte sotto la protezione dei soldati hanno attaccato la sorgente distruggendo tutti i cartelli, le telecamere di controllo indicazioni e rompendo l’acquedotto principale del pozzo numero 2 e 3 che fornisce acqua a centinaia di migliaia di cittadini palestinesi che vivono in decine e decine di città e villaggi della zona.

Qualche giorno fa è toccato alla città di Taybeh che è situata nel cuore della montagna di Ramallah (850 metri sul livello del mare) che è una delle più antiche città dei Cananei e che conserva tutt’oggi la sua eredità religiosa mescolata con la bellezza della sua natura e clima.

Nel suo centro storico si trova la chiesa di San Giorgio (Al Khader) che risale al periodo dei bizantini, considerato il luogo più sacro per la popolazione.

Sul punto più alto si trova un castello costruito ai tempi dei crociati che aveva un ruolo strategico, poi c’è il cimitero bizantino che testimonia la sacralità, importanza storia e strategica nei secoli di questa piccola ma molto importante città della Palestina.

La città è circondata dei campi di olivo e si affaccia alla valle del Giordano dove di notte si può godere una vista panoramica sia di Gerusalemme che della montagna di Al Salt in Giordania.

Oggi Taybeh è l’unica città della Palestina biblica che è rimasta cristiana.

Vivono al suo interno tre comunità e con la loro rispettive chiese e comunità (chiesa Latina – Cattolica, chiesa melchita e quella Ortodossa).

Taybeh è circondata da tanti villaggi musulmani con i quali c’è un rapporto di armonico e di fratellanza unico del suo genere.

Purtroppo, sui suoi terreni anni fa il governo israeliano ha confiscato decine di ettari di terra dove ha costruito un insediamento chiamato Rimunim dove all’inizio hanno vissuto dal 2018 circa 1000 persone.

In aggiunta decine e decine di ettari del territorio agricolo di Taybeh sono stati impiegati alla realizzazione di una strada che collega i vari insediamenti della zona fino a Nablus nel nord e fino a Gerico e la valle del Giordano.

Ultimamente non solo a Taybeh, ma in tutta la zona si è diffuso un altro tipo di insediamento da parte dei coloni chiamato “l’insediamenti pastorale” dove i pastori israeliani prendono possesso di tanti ettari di terra della zona C e liberano centinaia di mucche e tori e costruiscono una capanna dove i pastori vivono e gradualmente mettono le mani su questi terreni trasformandoli in un insediamento nuovo.

Alla periferia di Taybeh, distante circa 3 km dal centro della città verso Gerico, da diverse settimane si è insediato un pastore israeliano con centinaia di mucche.

Nei giorni scorsi i coloni hanno attaccato la periferia del paese dando fuoco ad una casa e alle macchine parcheggiate davanti causando dei danni economici alla cittadinanza oltre il terrore e la paura degli abitanti.

Molti contadini del paese oramai da circa tre anni non riescono a recarsi ai loro campi per raccogliere le olive per paura di essere presi di mira dai coloni.

Infatti, l’anno scorso una coppia di anziani palestinesi di Taybeh è stata aggredita dai coloni causandoli traumi fisici e psicologici.

Centinaia di ettari di terra di Taybeh sono minacciati di essere confiscati da questi coloni sotto la protezione e la complicità dei soldati israeliani.

La paura si mescola con la preoccupazione degli abitanti soprattutto questa paura si intensifica a causa del silenzio internazionale.

La cosa più eclatante è proprio il silenzio da parte dei mass media occidentali in quanto Taybeh ha oltre 10.000 anni di storia e che ospita la più antica comunità cristiana in tutto il mondo rischia di essere un facile obiettivo sia dei coloni che dello stesso Governo israeliano.

Coloro che hanno riportato la questione di Taybeh al mondo esterno sono stati gli attivisti de “La voce ebraica per la pace”.

Non è di meno importanza la questione di Ein Samia che fornisce acqua potabile a decine e decine di città e villaggi palestinesi in tutta la Provincia di Ramallah.

Nessun intervento, nessuna denuncia e nessun interesse nonostante l’attivismo della chiesa e gli enti locali e i vari solleciti del Cardinale di Gerusalemme l’italiano Pierbattista Pizzaballa.

Il mondo civile, religioso, cristiano, laico, musulmano e anche ebraico non deve permettere il rischio di fare scomparire la più antica comunità del mondo cristiano che vive a Taybeh perché rappresenta la testimonianza del punto di vista storico e religioso di tutti.

L’appello è rivolto a tutti ed in primis alla Chiesa cattolica, al Vaticano perché
non serve avere le mura e le chiese vuote nel cuore della cristiana Taybeh .

La Palestina, senza fedeli, come diceva don Giuseppe Dossetti “in certi contesti il silenzio può essere interpretato come complicità”.

Taybeh-Efraim è citata anche nei Vangeli, posta su una collina a cono, guarda la valle del Giordano e il Mar Morto, a 16 miglia al nord-est di Gerusalemme e 5 miglia ad est di Bethel.

Taybeh – Efraim – è un villaggio antico citato varie volte nel Vangelo di Giovanni . Gesù andò nel villaggio di Efraim, dopo aver risuscitato Lazzaro, fino alla settimana di Pasqua”. ( Vangelo di Giovanni 11- 54)

Milad Jubran Basir