San Giovanni sarà il patrono dell’ambiente? Due belle notizie del 24 giugno

Pressenza - Wednesday, June 25, 2025

Ravenna, 24 giugno 2025 –

Nel giorno di San Giovanni dell’anno 2025, due bellissime notizie hanno squarciato  con un lampo di luce i tempi bui in cui stiamo vivendo.

Partiamo da quella che riguarda direttamente Ravenna: l’associazione ambientalista Greepeace ha compiuto un pacifico e nonviolento assalto al rigassificatore al largo della costa di Punta Marina, riportando sulle prime pagine il tema che noi cerchiamo instancabilmente di far vivere da anni, cioè il fatto che il gas è fra le principali fonti di riscaldamento del pianeta e di  distruzione ambientale, e in più è del tutto inutile il continuo rafforzamento delle strutture dedicate, dal momento che il consumo nel nostro Paese sta diminuendo costantemente ormai da alcuni anni.

Se anche fosse stata vera (e non lo era) la “fase di emergenza” dichiarata tre anni fa, continuare ora a buttare soldi, energie, tempo, salute  e beni ambientali in quel pozzo senza fondo che è il profitto del sistema fossile, è un’assurdità. Ringraziamo Greenpeace per l’azione di ieri, e dichiariamo tutto il nostro appoggio ad ogni iniziativa che l’associazione deciderà di produrre in futuro nel nostro territorio.

La seconda bella notizia, a ben vedere strettamente collegata alla prima, viene dall’ Abruzzo, ma riguarda anche noi. E’ relativa al fatto che in Regione Abruzzo è stata approvata  una risoluzione presentata dal Pd (incredibile ma vero !) in cui si dice un secco NO alla realizzazione del gasdotto Snam “Linea Adriatica”, che dalla Puglia, passando per la provincia dell’Aquila, arriva in Emilia Romagna: la Commissione Ambiente del Consiglio regionale abruzzese, infatti, ha emesso all’unanimità una risoluzione presentata dal consigliere di opposizione, il dem Pierpaolo Pietrucci, nella quale  impegna i vertici dell’Esecutivo regionale a “sostenere in tutte le sedi istituzionali, la posizione di assoluta contrarietà della Regione Abruzzo al progetto”. Come tutte e tutti sanno, si tratta del faraonico gasdotto che dovrebbe portare il gas proveniente da sud est  lungo la costa orientale dell’ Italia e lungo la dorsale appenninica, passare per le Romagne, incluso il territorio ravennate e terminare nel bolognese.

A questo punto le probabilità che l’opera non venga mai completata e non entri mai in funzione si fanno tutt’altro che trascurabili. Il problema è che i lavori di costruzione sono già in fase avanzata, hanno già prodotto enormi devastazioni nei territori interessati, hanno già succhiato i soldi dei cittadini. Anche a Ravenna, il gasdotto ha sventrato campagne, abbattuto frutteti, lesionato strade, creato disagi alla mobilità. Per non dire di quali e quante emissioni climalteranti e inquinanti tali lavori hanno prodotto. Chi risarcirà e chi verrà risarcito, qualora tutto finisse in nulla ?

Peggio, se invece i lavori saranno portati a termine, e poi la struttura sarà ampiamente sottoutilizzata, visto l’andamento dei consumi di gas, a chi chiederemo il conto ?

Al Governo Meloni, certo. Ma anche ai governi precedenti. Ed anche alle istituzioni regionali e locali, che – contrariamente a quanto accade nella Regione Abruzzo – hanno caldeggiato e sostenuto convintamente l’opera, con Bonaccini e De Pascale in testa al coro che continua ad auspicare il potenziamento di tutto ciò che è gas.

Ci sarebbe da aggiungere che in realtà, una terza bella notizia viene anche dal Veneto, dove è stato bocciato l’inceneritore di ENI Rewind, contro il quale il nostro movimento si batte da tempo.

Insomma, anche l’onnipotente ENI e le sue propaggini, qualche volta, sono costrette a trovare qualche bastone fra le ruote e qualche volta inciampano.

Dovrebbe servire di lezione a tante e tanti, persone, aziende, istituzioni, sindaci, amministratori, politici di vario grado.

Anche perché, aggiungiamo, con i venti di guerra sempre più prepotenti e sempre più generalizzati, essere uno snodo delle strutture fossile, come ci hanno costretto a diventare, ci rende fra i bersagli primari di ogni tipo di azione bellica.

Uscire dal fossile è possibile, è necessario, è urgente.

Dichiarare subito e senza equivoci che bisogna farlo, e iniziare a scrivere il percorso per farlo, lo è altrettanto.

Speriamo che San Giovanni porti fortuna, lo indicheremo come patrono dell’ambiente.

 

                          Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”

Redazione Romagna