Che colore ha la speranza? Un’azione nonviolenta colora l’Italia

Pressenza - Saturday, November 22, 2025

Oggi, 22 novembre, anche Palermo ha il suo specchio d’acqua verde speranza. La speranza è quella che l’azione nonviolenta di Extinction Rebellion possa essere davvero occasione per cittadini e cittadine, ma ancor di più per chi le città e i paesi amministra, per riflettere e farsi promotore di pratiche rispettose dell’ambiente nelle scelte private come nelle pubbliche.

Infatti, a conclusione della Cop30, anche in Italia, nei fiumi, nei laghi, nei mari e nelle fontane di dieci città, contemporaneamente, è stata sversata fluoresceina, una sostanza totalmente biodegradabile e non tossica che viene di norma utilizzata per monitorare i flussi idrici.

A Palermo il gruppo di attivisti e attiviste si è dato appuntamento alla Cala, il porto turistico della città, e da lì, alle 11 in punto del mattino, tra le imbarcazioni a vela e grossi nuvoloni neri, ha lanciato lo stesso messaggio dei compagni e delle compagne di Milano, Roma, Torino, Parma, Bologna, Taranto, Venezia, Trieste, Genova.

“Fermiamo l’ecocidio” è lo slogan nello striscione, mentre la macchia verde si allarga trasportata da vento e corrente. Nessuno si nasconde, anzi, come in ogni azione precedentemente preparata con cura, si esplicitano apertamente motivazioni, dichiarazioni d’intenti e richieste.

Lo sguardo passa dalla visione globale sul collasso climatico e sociale del pianeta all’attenzione ai territori. Così Marco, nel denunciare l’inazione dei governi nel tutelare il mare e le risorse del pianeta e nel contrastare la crisi climatica,  pone l’accento sulla mancanza di provvedimenti per combattere l’erosione delle coste in Sicilia raccontando del crollo di parte di Via delle Dune, l’unica strada che collega Agrigento a San Leone,  e denuncia la politica del governo siciliano che sta per spendere centinaia e centinaia di milioni per un inceneritore, uno dei sistemi più climalteranti esistenti, che blocca di fatto il ciclo dei rifiuti e non solo non risolve il problema, ma emetterà un’enorme quantità di gas climalteranti.

È necessario un cambio di paradigma, continua, e che le risorse economiche siano destinate a contrastare la crisi climatica. Denuncia a Palermo l’inquinamento da traffico veicolare e la mancanza di una rete integrata di trasporto pubblico mentre cresce, come in tutta l’Italia, la motorizzazione privata. E denuncia la mancanza di un programma del governo per ridurre le emissioni climalteranti mentre si continua a investire nell’estrazione di combustibili fossili con l’autorizzazione di ben trentaquattro nuove estrazioni. Per l’Africa, da cui intere popolazioni scappano anche per la siccità, l’Italia ha un piano che si basa sul gas, un combustibile fossile che continuerà ad aumentare l’emissione di CO2 e il surriscaldamento del pianeta.

Intanto arriva, qui al porto vecchio, la Guardia Costiera, come arrivano in tutte le altre città d’Italia le forze dell’ordine. Mentre a Palermo i e le manifestanti tornano a casa con il loro striscione, a Venezia, dove Greta Thunberg e Simone Zambrin si sono uniti alla protesta, si fanno identificazioni e si sequestrano materiali, compresi gli strumenti musicali; fra Trieste e Roma si contano 11 persone in questura, alcune delle quali fermate e perquisite prima ancora di entrare in azione.

L’Italia del governo, che insieme alla Polonia, a Belém, è riuscita a far cancellare dalla bozza di accordo l’abbandono dalle fonti fossili, oggi teme un’azione nonviolenta e reprime il dissenso.

Ma «Mentre il governo italiano e la lobby del fossile hanno contribuito a sabotare l’ennesima occasione per invertire la rotta e si apprestano ad approvare una nuova finanziaria di guerra, quelle acque verdi continuano a diffondersi in tutto il Paese» afferma Bianca da Torino.

«Tingiamo quindi simbolicamente di verde le acque di tutta Italia, molte delle quali giornalmente contaminate dalle industrie sostenute dal nostro stesso governo, perché questo è il mondo verso cui ci stanno trascinando le attuali politiche climatiche» (…) «È il momento di fermare l’ecocidio e pretendere scelte politiche coraggiose, che siano finalmente all’altezza della più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato e capaci di proteggere la vita e i diritti di ogni essere vivente sulla Terra» scrive Extinction Rebellion nel suo comunicato e l’Italia che non si arrende può continuare a sostenere la speranza.

 

 

Maria La Bianca