Comunicato 30 settembre Appello per Gaza

Per il ritiro di ogni autonomia differenziata - Tuesday, September 30, 2025

In una settimana, dopo la pubblicazione dell’Appello (apri) promosso da un gruppo di docenti di tutta Italia, rivolto  a tutti i sindacati, movimenti e associazioni, per uno sciopero generale per Gaza e per la rottura di tutte le relazioni con Israele, abbiamo avuto un vasto sostegno di cittadine e cittadini, militanti sindacali e di movimento. In Italia il grande movimento per la Palestina, che superi sigle e appartenenze, chiede che non si interrompa la mobilitazione.

La risposta positiva non è solo nei numeri, ma anche nelle decine e decine di commenti che molti lasciano, nei quali si riflette l’aspirazione, dimostrata nella grande mobilitazione del 22 settembre, a percorrere una strada comune, che incida davvero sulla situazione, interrompendo l’orrore. Inoltre, si sono moltiplicate le dichiarazioni di sciopero qualora la Flotilla venisse attaccata. Ma se – come ovviamente ci auguriamo – la Flotilla dovesse rimanere incolume e portare a termine la sua missione – sarebbe meno urgente fermare il genocidio attraverso una mobilitazione straordinaria?

Auspichiamo la proclamazione di uno sciopero generale nello stesso giorno da parte di tutti i sindacati in modo da permettere la partecipazione di ogni lavoratore e lavoratrice, studente e studentessa, insegnante, famiglia, associazione, movimento, così da poter avere la massima visibilità ed il massimo impatto per esprimere sia il nostro sostegno al popolo di Gaza e alla Flotilla, sia la nostra richiesta all’Esecutivo di isolare politicamente, militarmente ed economicamente il governo israeliano.

Rilanciamo perciò l’Appello che sottoponiamo alla firma: è il momento di moltiplicarne la diffusione attraverso tutti i canali che possiamo percorrere. 

La forza collettiva di tutte e tutti è ora impellente e necessaria.

Il genocidio va fermato.

Esecutivo nazionale dei Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti