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Comunicato Stampa del 5 dicembre 2025
Il ministro Calderoli scalpita per l’Autonomia differenziata, e come sempre usa più vie per raggiungere la meta. Così il 18 e 19 novembre, ha sottoscritto con i Presidenti delle regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto 4 Accordi preliminari, le cosiddette pre-intese riguardanti 4 materie (Protezione civile, Professioni, Previdenza complementare e integrativa, Coordinamento della finanza pubblica nella materia Tutela della salute); accordi che, illegittimamente, non tengono in alcuna considerazione quanto stabilito dalla sentenza 192/24 della Consulta. Non pago ha presentato un disegno di legge delega al Senato per la determinazione dei LEP, A.S. 1623, e contemporaneamente, vuole che il Parlamento, con la legge di bilancio 2026 definisca, con gli articoli 123-128, i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) relativi ad alcune funzioni concernenti Istruzione, Sanità, Assistenza nel settore sociale e per gli alunni con disabilità. Il ministro Calderoli, mentre chiede una delega al governo per definire i LEP, chiede che intanto, con il veicolo ultraveloce della legge di bilancio, vengano approvati LEP in materie molto importanti. Non ancora contento di queste vie plurime, il ministro Calderoli ha fatto dichiarare come collegati alla legge di bilancio la richiamata Delega al Governo per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (A.S. 1623) e i Disegni di legge di approvazione delle intese legge 26 giugno 2024, n. 86, così da precludere il ricorso al referendum abrogativo. I Comitati per il ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti apprezzano e sostengono le richieste di stralcio o di soppressione, presentate da AVS, FI-BP-PPE, M5S e Pd, degli artt. 123-128. Ben hanno fatto a dichiarare – il senatore Francesco Boccia: “Per quanto ci riguarda deve essere chiaro con i Lep dentro la manovra, la legge di bilancio non si approva. Quindi se sono disponibili a reggere un duro ostruzionismo del Pd siamo qui. Aspettiamo una risposta”; – il senatore Giuseppe De Cristofaro:“Calderoli e la destra vogliono approvare i LEP senza passare da una legge del Parlamento e senza nuovi stanziamenti”; – la senatrice Alessandra Maiorino:“il governo punta ad una approvazione fulminea, così da aggirare il dibattito che si sta avviando in commissione”. Noi sosterremo queste posizioni per impedire colpi di mano, per difendere i diritti sociali e l’unità della Repubblica. Esecutivo nazionale dei Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Comunicato 30 settembre Appello per Gaza
In una settimana, dopo la pubblicazione dell’Appello (apri) promosso da un gruppo di docenti di tutta Italia, rivolto  a tutti i sindacati, movimenti e associazioni, per uno sciopero generale per Gaza e per la rottura di tutte le relazioni con Israele, abbiamo avuto un vasto sostegno di cittadine e cittadini, militanti sindacali e di movimento. In Italia il grande movimento per la Palestina, che superi sigle e appartenenze, chiede che non si interrompa la mobilitazione. La risposta positiva non è solo nei numeri, ma anche nelle decine e decine di commenti che molti lasciano, nei quali si riflette l’aspirazione, dimostrata nella grande mobilitazione del 22 settembre, a percorrere una strada comune, che incida davvero sulla situazione, interrompendo l’orrore. Inoltre, si sono moltiplicate le dichiarazioni di sciopero qualora la Flotilla venisse attaccata. Ma se – come ovviamente ci auguriamo – la Flotilla dovesse rimanere incolume e portare a termine la sua missione – sarebbe meno urgente fermare il genocidio attraverso una mobilitazione straordinaria? Auspichiamo la proclamazione di uno sciopero generale nello stesso giorno da parte di tutti i sindacati in modo da permettere la partecipazione di ogni lavoratore e lavoratrice, studente e studentessa, insegnante, famiglia, associazione, movimento, così da poter avere la massima visibilità ed il massimo impatto per esprimere sia il nostro sostegno al popolo di Gaza e alla Flotilla, sia la nostra richiesta all’Esecutivo di isolare politicamente, militarmente ed economicamente il governo israeliano. Rilanciamo perciò l’Appello che sottoponiamo alla firma: è il momento di moltiplicarne la diffusione attraverso tutti i canali che possiamo percorrere.  La forza collettiva di tutte e tutti è ora impellente e necessaria. Il genocidio va fermato. Esecutivo nazionale dei Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti 
12 settembre 2025 Comunicato-appello dei Comitati per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Mentre il superbo Occidente “democratico” cerca spasmodicamente un casus belli e si impegna a bruciare altri sei miliardi di euro in armi ipertecnologiche da inviare all’esausta Ucraina, le stesse fornite a Israele dai singoli governi delle nazioni europee, tra cui l’Italia, terzo paese in ordine di spesa a supportare l’atroce genocidio del popolo palestinese, la Lega riapre le ostilità sul fronte interno, vagheggiando nostalgicamente la Padania e raddoppiando gli sforzi per conseguirne l’antico e mai ripudiato obiettivo: la secessione. Il ministro degli affari regionali Calderoli, infatti, desideroso di presentarsi al raduno di Pontida, il prossimo 21 Settembre, nelle vesti di chi ha realizzato quello che di recente ha definito “un bel sogno”, cioè la frantumazione del paese di cui è paradossalmente al governo, spinge per ottenere l’autonomia differenziata almeno su quelle materie che arbitrariamente e in spregio alla sentenza 192/2024 della Consulta definisce “non-LEP”, cioè suscettibili di essere trasferite alle regioni immediatamente, senza la determinazione e quantificazione dei livelli essenziali delle prestazioni, attesi, peraltro, dal 2001, che comunque non servirebbero né basterebbero a sortire effetti perequativi o ad arginare il tracollo sociale delle regioni ordinarie. In realtà, come abbiamo sempre sostenuto, non esistono materie prive di ricadute sui diritti sociali e civili, e la Corte Costituzionale, che pure ha dichiarato inammissibile il Referendum per il quale erano state raccolte 1.300.000 firme, lo ha chiarito in modo definitivo. Allo stesso modo, la Corte ha specificato che non è possibile trasferire alle regioni intere “materie”, cioè interi comparti con tutte le loro complesse articolazioni, ma solo alcune “funzioni”, e sempre che la devoluzione trovi una giustificazione nella certificata implementazione dell’efficienza amministrativa erga omnes. Protezione civile, professioni non regolate da un albo e previdenza complementare e integrativa: ecco quel che Calderoli vorrebbe scorporare e gestire a livello regionale. Basterebbe richiamare alla memoria il recentissimo intervento delle numerose unità di volontari nazionali e dei ben 6 canadair risultati appena sufficienti a spegnere gli incendi appiccati sul Vesuvio per smentire platealmente le sue semplicistiche previsioni, e per additare i gravi pericoli insiti nel delirio autarchico dei “governatori” regionali. Ma c’è di più. Anche la Sanità rischia di essere oggetto della trattativa di questi giorni, con il pretesto dell’esistenza dei Lea, quei “livelli essenziali di assistenza” che non hanno mai impedito discriminazione, viaggi della speranza e fenomeni di erosione dell’uniformità del diritto alla salute, specie al sud, come dimostrano ampiamente i dossier GIMBE e il Rapporto sulla sussidiarietà del 2023/2024. L’obiettivo è quello di attrarre personale medico e paramedico con l’offerta di contratti più vantaggiosi, anche in Veneto, dove fa paura la concorrenza salariale della Svizzera. La Scuola, invece, altra materia sulla cui regionalizzazione la Consulta ha posto intransigentemente il veto, per la funzione unitaria e identitaria cruciale che essa assolve, viene invece lottizzata, asservita e privatizzata nel disegno di legge-delega approvato il 19 maggio scorso. In 9 mesi, abbozzati i LEP sulla base di criteri fallaci e non verificabili per simulare l’ottemperanza alle prescrizioni della 192/2024, e sempre esautorando quel Parlamento che la Consulta ha individuato come unica sede legittima per stabilire i diritti da tutelare e le relative coperture finanziarie, il ministro conta di chiudere la partita. Se ciò accadrà, i diritti saranno tarati sulla residenza e sul reddito, il paese sarà smembrato, il Sud spacciato. I Comitati per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, dunque, ricordando che il modello prevaricatorio e competitivo sotteso all’autonomia differenziata non è che la riproduzione, in scala minore, del paradigma coloniale, suprematista e imperialista che infligge sofferenze indicibili ai popoli designati e dipinti di volta in volta come “nemici” a livello internazionale, chiedono agli esponenti politici già schierati chiaramente contro il progetto eversivo leghista, condiviso anche da una parte di quel centrosinistra che in modo pedestre e collusivo modificò il Titolo V allo scopo di intercettare consensi ormai rivolti alla Lega, di intraprendere ogni azione istituzionale utile a bloccare l’iter della nuova legge. Ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni regionali che si presentano nelle liste di partiti popolari o di coalizioni antiliberiste e pacifiste, invece, chiedono di collocare il contrasto all’autonomia differenziata al vertice del proprio programma elettorale, e di farsi forti dell’appoggio di quel popolo che, per quanto defraudato della sua sovranità dal commissariamento delle democrazie, resta vigile e solidale, e impara dai palestinesi che la resistenza non è mai vana, mai perdente, mai infruttuosa. Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Fuori la guerra dalla Storia! No al genocidio del popolo palestinese! No al riarmo europeo!
Comunicato 23 giugno 2025 Noi Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti registriamo attoniti l’enormità sconsiderata della scelta trumpiana di entrare nella guerra dichiarata da Israele all’Iran, attraverso l’operazione Midnight Hammer della scorsa notte, in cui una serie di siti nucleari iraniani è stata bombardata con ordigni penetranti non in possesso dello Stato di Israele. Dopo che Israele, nei giorni scorsi, ha assassinato nelle proprie case, in un Paese sovrano e membro dell’ONU, personalità delle Istituzioni iraniane (politiche, militari, di ricerca scientifica), colpendo anche civili e luoghi di cura, la violenta e improvvisa aggressione statunitense all’Iran, in contrasto sia col Diritto internazionale sia con la Costituzione USA, rappresenta una svolta epocale capace di incendiare l’intero mondo. La linea rossa che separa l’umanità da un mondo che ne è privo è già stata superata con l’orrore del genocidio in atto a Gaza: ora si segna un ulteriore passo verso l’apocalisse. Noi Comitati ci uniamo pertanto ai presidi ed alle manifestazioni (nell’auspicio della massima unitarietà) che si stanno organizzando in tutta Italia già da lunedì, a Roma ed in ogni città e regione dove noi Comitati siamo attivi nella difesa degli uguali diritti e della vita di ciascuna persona, garantiti dalla Costituzione Italiana del 1948 nata dalla Resistenza. Resistiamo quindi. “Fuori la guerra dalla Storia”! No al genocidio del popolo palestinese! No al riarmo europeo! L’Italia non partecipi alla guerra né partano dal suo territorio velivoli italiani o statunitensi in direzione Iran. No alla spirale bellica e alla militarizzazione delle coscienze! Alziamoci e riempiamo ogni piazza. Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l ’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
Comunicato 18 giugno 2025 – No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo
No guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo: i Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti aderiscono convintamente alla manifestazione NO REARM EUROPE, che si svolgerà a Roma il 21 giugno, con partenza da Porta San Paolo. Lo fanno perché ciascuna di quelle parole – oltre che costituire un terribile e disumano disvalore in sé – sta a significare la distruzione di qualunque progetto di giustizia sociale e di esigibilità dei diritti universali per tutti e tutte, che sono alla base della nostra lotta. Oltre a condannare intransigentemente il genocidio di Gaza e la postura padronale priva di qualunque limite assunta da Israele anche in occasione del recente attacco all’Iran, così come tutte le guerre, riteniamo che l’affermazione di una politica di riarmo dell’UE non farà che esasperare il caos in cui è precipitato il mondo proprio a causa delle politiche egemoniche portate avanti dalle grandi potenze economiche e militari, di cui l’UE vuole essere parte. Il riarmo, inoltre, favorirà ulteriormente le politiche autoritarie che da tempo i governi di molti paesi, compresa l’Italia, stanno attuando. Svuotare gli arsenali e colmare i granai è l’unica risposta da fornire ad un mondo – ingiusto e diseguale – dominato dalla violenza delle armi. Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l ’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti