Quel dimenticato appello di Antigone

Comune-info - Wednesday, September 17, 2025
Roma, 6 settembre. Foto di Nilde Guiducci

Non sono nata per l’odio, ma per l’amore. Sono parole di duemila e cinquecento anni fa. Le scrisse Sofocle, per il personaggio di Antigone, la figlia di Edipo. Sono nata per condividere l’amore, non l’odio. Rilette oggi, risuonano di una sconvolgente contemporaneità

Di fronte alle immagini che arrivano ormai da mesi e mesi dalla striscia di Gaza, e a quelle terribili di questi ultimi giorni, la trama di quell’antica tragedia rivive la sua ultima messinscena. Ma l’uso di questa parola, messinscena, è inappropriato, perché questa volta non si tratta di una rappresentazione ma della realtà. Il corpo del fratello di Antigone, condannato da Creonte, il re di Tebe, all’insepoltura, a essere cioè fatto a pezzi dai cani e dagli uccelli, è il corpo del popolo palestinese rinchiuso nella sua terra, senza vie di fuga, e costretto a morire di fame o a essere dilaniato dalle bombe e dai droni. 

Creonte assume oggi le fattezze di Netanyahu, un despota intestardito nel male, che ascolta soltanto chi gli dà ragione, allontana ogni altro parere e oltraggia la saggezza e la condizione umana. È il campione del più volgare patriarcato, dice al figlio: “Proprio questo è il principio che devi tenere saldo dentro di te: assecondare in tutto la volontà paterna”. Un principio che è alla base di ogni regime totalitario e di ogni esercizio autoritario e sanguinario del potere. Anche per lui valgono le parole dell’indovino Tiresia: “Per tuo volere, la città è malata”. E valida è la profezia di una contaminazione morale che ricadrà sul suo popolo – è questo il suicidio di Israele – per i corpi insepolti o sfregiati dei bambini e delle donne palestinesi, dei vecchi e degli uomini, per tutta la carne innocente violentata.

Prendere coscienza, ci ricorda il teatro greco, è un percorso tragico, costellato di lutto e di sofferenza, ma a cui non ci si può e non ci si deve sottrarre. Per tutto questo, la ribellione che Antigone porta già nel nome è la ribellione alla logica omicida del mondo, all’offesa e all’umiliazione insensate o mosse soltanto da fini economici o colonialisti o vendicativi. È in definitiva la ribellione alla mentalità della guerra, generatrice soltanto di sventura e di rovina, moltiplicatrice di altra violenza e innesco di altre guerre, all’infinito. Antigone è colei che si pone contro – contro il potere, contro la violenza, contro l’odio – perché già alla nascita è contronatura, essendo figlia di un incesto. Antigone è impura. Nasce dal lato della devianza. Antigone è la letteratura e la poesia. Ed è sola. Condannata a essere murata viva. 

Se vogliamo uscire da questo circolo vizioso, dobbiamo accogliere il suo appello, l’appello di una donna, sorella di tutti, e provare ad avere il suo stesso coraggio nel difendere i diritti fondamentali che spettano a ogni persona, “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”, come recita la Dichiarazione Universale dei diritti umani.

In nome di un senso condiviso di giustizia.
In nome di un senso condiviso di giustizia.
Siamo tutti liberi ed uguali, in dignità e diritti.
Abbiamo tutti diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza.
Nessun individuo può essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù.
Nessun individuo può essere torturato. 
Ogni essere umano, in ogni luogo, ha diritto ai suoi diritti.
Perché siamo tutti uguali di fronte alla legge e protetti dalla legge.
Nessun individuo può essere arbitrariamente detenuto o esiliato.
Ogni individuo ha libertà di movimento e diritto a chiedere asilo in altri paesi.
Ogni individuo ha diritto a una cittadinanza. 
E a formarsi una famiglia.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero e di espressione,
alla libertà di riunione e di pubblica assemblea.
Ogni individuo ha diritto alla democrazia.
Al lavoro. A un letto. A un salario. All’istruzione.
E al gioco, al riposo, allo svago.
Ogni individuo ha diritto a un mondo più libero e più giusto.
Nessuno, nemmeno il più potente tra i potenti, può togliere a un altro essere umano i suoi diritti.
Ma la pace è il primo dei diritti, perché è la condizione necessaria in cui tutti gli altri diritti potranno essere rispettati.

Tra gli ultimi libri di Fabio Stassi Bebelplatz. La notte dei libri bruciati e Notturno francese, entrambi editi da Sellerio.

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