La neutralità è inaccettabile. Dove sei? Dove è tuo fratello?

Pressenza - Monday, September 15, 2025

Izzedin Elzir e Alessandro Santoro in una chiesa diventata luogo reale dove accogliere un dialogo a più voci che non poteva essere con-tenuto dentro uno spazio ristretto, una iniziativa promossa dalla cooperativa di comunità L’Allegria a Legri (Calenzano) e da Emergency, con le parole e la musica di Chiara Riondino e le testimonianze di chi ha fatto esperienza di presenza in quella terra martoriata.

“La politica è serva degli interessi economici, mentre la società civile con il suo coraggio è di stimolo e ci toglie parzialmente di dosso l’idea di rassegnazione che rischia di avvolgerci”, queste le parole di Alessandro, prete della Comunità delle Piagge. “Israele era da fermare dal primo giorno, mentre siamo stati a guardare; Israele nasce da un disegno sionista avallato dai potenti della terra, nasce con l’obiettivo di annullare il popolo palestinese”, continua facendo appello ad uscire dalla nostra distrazione, “anche quella di una chiesa che attraverso il suo massimo rappresentante, papà Leone 14° incontra impunemente colui che governa lo stato di Israele e parla di guerra. Non è guerra, è occupazione, è genocidio e la chiesa deve uscire da un atteggiamento segnato dalla neutralità: è inaccettabile, anche perché questo si ripercuote sulle persone che sono parte della realtà delle chiese”. Chiude il suo intervento leggendo stralci di testimonianza di una suona che vive a Gaza: “nel silenzio religioso non può esserci neutralità, bisogna essere schierati, perché noi, il governo italiano attraverso l’invio delle armi a Israele stiamo uccidendo quel popolo, quella gente, usciamo dall’ipocrisia”!

Izzedin Elzir, nato e cresciuto a Hebron, già sotto occupazione israeliana, attraverso il suo sguardo dall’interno racconta cosa significa vivere Senza libertà, dopo la prima occupazione nel 1948 e poi la seconda nel 1967, quindi ben prima del sette ottobre 2023. Oltre le false informazioni che ancora circolano, denuncia il fatto che “il progetto di cancellazione di un popolo è stato ed è una strategia politica”. Rimarca “la complicità di un governo, quello italiano, che invia le armi ed è corresponsabile di quello che sta succedendo ancora oggi su quel territorio, mentre diffonde bugie connesse alla confusione tra confessioni religiose e appartenenze etniche, con l’antisemitismo che aumenta e non aiuta a fare sì che anche gli ebrei possano consapevolmente condannare quello che sta facendo questo governo”.

Dove vanno quelli che restano, si chiede e ci chiede Chiara Riondino, cantando parole e contenuti, “dove vanno i popoli mendicanti? Siamo tutte e tutti coinvolti, nella umana responsabilità del provare a restituire dignità alle persone martoriate, ai corpi mutilati e ai corpi uccisi, immagini che vediamo, muovono le coscienze. Dobbiamo imparare a dire no, direzionare i nostri sguardi, oggi, domani”. Sul tavolo che è un altare le barchette di carta create dai bambini e dalle bambine di Legri con sopra le bandierine palestinesi: buon vento e buone lotte per i diritti dei popoli, per il diritto di un popolo che non ha diritti.

Emanuela Bavazzano

Incontro Legri 14/9/25

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Redazione Toscana