Notizie sulla situazione in Medio OrienteSituazione umanitaria a Gaza
Il portavoce dell’UNICEF, James Elder, ha affermato che le famiglie palestinesi
nella Striscia di Gaza hanno difficoltà a garantire un solo pasto al giorno ai
propri figli.
James Elder ha aggiunto che la situazione sta peggiorando di giorno in giorno,
alla luce del blocco e dei continui attacchi israeliani, descrivendo la
situazione umanitaria nella Striscia come “desolata, orribile e senza speranza”.
Il portavoce ha osservato che “l’ottimismo che ha seguito l’accordo di cessate
il fuoco e il flusso parziale di aiuti si è rapidamente affievolito, mentre la
Striscia si trovava ad affrontare un blocco catastrofico”, e ha affermato: “La
quota di aiuti umanitari potrebbe raggiungere solo il 10% di ciò di cui le
persone hanno effettivamente bisogno”.
Elder ha osservato che molte famiglie vivono in tende da sei mesi, sotto il
fuoco dei carri armati, e ora sono costrette a spostarsi di nuovo.
Ha sottolineato che Gaza vive questa tragica situazione da oltre 600 giorni ed
ha osservato, inoltre, che le madri restano due giorni senza cibo solo per
riuscire a procurare un solo pasto ai propri figli.
Ostaggi palestinesi nelle carceri israeliani
Il giornalista palestinese Sabri Jibreal ha raccontato la sua esperienza nel
carcere in Israele e le sofferenze alle quali sono sottoposti gli ostaggi
palestinesi nelle mani dell’esercito israeliano.
“Ho vissuto 20 mesi di incubo. Bastonate sugli organi sensibili ed in modo
particolare su ginocchia e caviglie, offese ed umiliazioni, privazione del cibo
e dell’acqua.
Scosse elettriche, finti annegamenti in vasche, calci sui testicoli, lunghe ore
appesi dalle mani o dai piedi, detenzione in celle metalliche da 1 metro cubo
(per giorni e notti si sta rannicchiati, senza poter stendere le gambe) sono le
pratiche più frequenti. Ho passato molti periodi in isolamento, senza vedere o
parlare con nessun altro detenuto”.
Global March to Gaza
La polizia egiziana ha arrestate decine di organizzatori della marcia.
Sono stati prelevati dagli alberghi dove alloggiavano e portati in
commissariati.
Non si tratta più di espulsioni, ma di arresti.
Non sono chiare le accuse e non sono note le identità delle persone portate via
nelle camionette della polizia, dopo il sequestro di documenti, pc e telefonini.
Dalle dichiarazioni di alcuni consolati, si sa che tra gli arrestati vi sono
cittadini canadesi, tedeschi e greci.
Ad Istanbul è stata organizzata dal Comitato islamico di sostegno alla causa
palestinese una manifestazione di protesta davanti al consolato egiziano, per
chiedere l’autorizzazione agli attivisti della Global March di arrivare al
valico di Rafah.
Carovana Somoud
La carovana Somoud torna indietro verso Misurata.
Le forze di sicurezza del governo di Bengasi avevano bloccati i mezzi poco prima
di Sirte, hanno impedito i rifornimenti e interrotto Internet.
Isolati dal mondo e affamati non avevano altra scelta.
L’impronta politica data alla marcia da alcuni suoi aderenti, con video sui
social e dichiarazioni politiche sulla situazione interna del paese ospitante
(Libia e Egitto) hanno dato l’assist ai regimi dittatoriali di accusare gli
organizzatori di appartenere alla Fratellanza musulmana e di sfruttare la causa
palestinese e la situazione umanitaria a Gaza per fare propaganda politica
settoriale.
A Bengasi, i sostenitori del generale Haftar hanno inscenato una manifestazione
a favore di Gaza e contro la Carovana Somoud.
Gaza senza Internet
L’esercito israeliano non vuole che il mondo sappia dei suoi crimini ed ha
interrotto intenzionalmente le comunicazioni di telefonia fissa e Internet di
tutta Gaza.
Il risultato: interruzione di trasmissione di servizi giornalistici, foto e
video da Gaza verso il mondo esterno. Non solo, ma anche i contatti tra i
familiari palestinesi sfollati o emigrati all’estero.
Belgio
Una marea di persone sfila per denunciare il genocidio a Gaza.
A Bruxelles è stata organizzata la più grande manifestazione di solidarietà per
la Striscia da quando è iniziata l’aggressione di Israele. 110 mila
partecipanti. “il governo belga deve adottare misure concrete per porre fine a
quello che sempre più Ong ed esperti descrivono come genocidio, in particolare
introducendo sanzioni contro Israele”, è l’appello lanciato dai manifestanti.
Diverse le associazioni che hanno preso parte all’organizzazione
dell’iniziativa: da Amnesty International a Solidaris, fino al Movimento operaio
cristiano.
“La linea rossa tracciata a Bruxelles segna una frontiera morale: contro il
genocidio, contro gli attacchi mirati ai civili, contro il blocco degli aiuti
umanitari. Ma anche contro la lentezza politica e la mancanza di coraggio dei
governi europei. La linea è stata superata molto tempo fa”, è la denuncia di
Carine Thibaut, direttrice di Amnesty international Belgio.
L’Aja
In migliaia hanno sfilato anche a L’Aja per protestare contro l’aggressione
israeliana a Gaza.
La manifestazione, collegata a quella di Bruxelles, ha raccolto 150mila
adesioni.
Si tratta della seconda grande protesta in un mese organizzata da diverse Ong,
tra cui Oxfam e Amnesty.
I manifestanti hanno chiesto al governo olandese provvisorio di prendere una
posizione decisa contro le azioni militari israeliane.
Nel corteo, gli striscioni recitavano: “Non distogliere lo sguardo, fa’
qualcosa”, “Fermiamo la complicità olandese” e “Rimaniamo in silenzio quando i
bambini dormono, non quando muoiono”.
Su X, il premier dimissionario Dick Schoof, ha scritto: “A tutte le persone
all’Aja dico: vi vediamo e vi sentiamo. Alla fine, il nostro obiettivo è lo
stesso: porre fine alle sofferenze di Gaza il prima possibile”.
Marcia nazionale Marzabotto-Monte Sole
Si è svolta ieri 15 giugno, la marcia nazionale Marzabotto-Monte Sole dedicata
alla Palestina.
Il lungo corteo è stato aperto con lo striscione “Salvate Gaza! Fermate il
governo di Israele!”.
Fortissima partecipazione di giovani, famiglie e di persone di ogni età.
Mobilitazione in Italia contro il genocidio a Gaza
Sempre più partecipate le manifestazioni del sabato pomeriggio nelle grandi
città italiane, animate dai giovani e dalle comunità palestinesi, con la
partecipazione di tante sigle politiche.
Si sono svolte 2 giornate di boicottaggio dei prodotti Teva in molte città, il
13 e 14 giugno.
Da oggi lunedì 16 giugno, a Milano, ogni giorno in piazza Duomo per Gaza.
A Olbia, presidio all’aeroporto per bloccare il turismo dei soldati israeliani.
SUMUD ARTFEST 20 – 22 GIUGNO
Dalla Palestina al Mondo. Cultura Donna Vita Libertà
SUMUD vuol dire resistenza, perseveranza.
E la resistenza oggi è anche cultura, voce, visibilità.
Aiuta la realizzazione di questo festival multimediale che si terrà a Roma, via
del Frantoio, circolo Arci Concetto Marchesi
A Messina, si svolgerà il 28 giugno un corteo contro il genocidio.
È in corso in molte piazze italiane l’iniziativa: “La musica contro il
silenzio”.
Dopo Genova, Torino e Bologna, Cagliari, Roma, Napoli e poi fino al 25 giugno
tanti altri appuntamenti.
Concerti organizzati dal basso, per dire no al genocidio ed alla deportazione
dei palestinesi per mano di Israele. clicca per vedere il calendario e conoscere
la genesi del movimento.
Alla manifestazione nazionale del 21 giugno contro il riarmo, la situazione di
Gaza e la questione palestinese saranno al centro della mobilitazione.
In tutte le città italiane si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero
della fame, contro il genocidio.
ANBAMED