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La neutralità è inaccettabile. Dove sei? Dove è tuo fratello?
Izzedin Elzir e Alessandro Santoro in una chiesa diventata luogo reale dove accogliere un dialogo a più voci che non poteva essere con-tenuto dentro uno spazio ristretto, una iniziativa promossa dalla cooperativa di comunità L’Allegria a Legri (Calenzano) e da Emergency, con le parole e la musica di Chiara Riondino e le testimonianze di chi ha fatto esperienza di presenza in quella terra martoriata. “La politica è serva degli interessi economici, mentre la società civile con il suo coraggio è di stimolo e ci toglie parzialmente di dosso l’idea di rassegnazione che rischia di avvolgerci”, queste le parole di Alessandro, prete della Comunità delle Piagge. “Israele era da fermare dal primo giorno, mentre siamo stati a guardare; Israele nasce da un disegno sionista avallato dai potenti della terra, nasce con l’obiettivo di annullare il popolo palestinese”, continua facendo appello ad uscire dalla nostra distrazione, “anche quella di una chiesa che attraverso il suo massimo rappresentante, papà Leone 14° incontra impunemente colui che governa lo stato di Israele e parla di guerra. Non è guerra, è occupazione, è genocidio e la chiesa deve uscire da un atteggiamento segnato dalla neutralità: è inaccettabile, anche perché questo si ripercuote sulle persone che sono parte della realtà delle chiese”. Chiude il suo intervento leggendo stralci di testimonianza di una suona che vive a Gaza: “nel silenzio religioso non può esserci neutralità, bisogna essere schierati, perché noi, il governo italiano attraverso l’invio delle armi a Israele stiamo uccidendo quel popolo, quella gente, usciamo dall’ipocrisia”! Izzedin Elzir, nato e cresciuto a Hebron, già sotto occupazione israeliana, attraverso il suo sguardo dall’interno racconta cosa significa vivere Senza libertà, dopo la prima occupazione nel 1948 e poi la seconda nel 1967, quindi ben prima del sette ottobre 2023. Oltre le false informazioni che ancora circolano, denuncia il fatto che “il progetto di cancellazione di un popolo è stato ed è una strategia politica”. Rimarca “la complicità di un governo, quello italiano, che invia le armi ed è corresponsabile di quello che sta succedendo ancora oggi su quel territorio, mentre diffonde bugie connesse alla confusione tra confessioni religiose e appartenenze etniche, con l’antisemitismo che aumenta e non aiuta a fare sì che anche gli ebrei possano consapevolmente condannare quello che sta facendo questo governo”. Dove vanno quelli che restano, si chiede e ci chiede Chiara Riondino, cantando parole e contenuti, “dove vanno i popoli mendicanti? Siamo tutte e tutti coinvolti, nella umana responsabilità del provare a restituire dignità alle persone martoriate, ai corpi mutilati e ai corpi uccisi, immagini che vediamo, muovono le coscienze. Dobbiamo imparare a dire no, direzionare i nostri sguardi, oggi, domani”. Sul tavolo che è un altare le barchette di carta create dai bambini e dalle bambine di Legri con sopra le bandierine palestinesi: buon vento e buone lotte per i diritti dei popoli, per il diritto di un popolo che non ha diritti. Emanuela Bavazzano Incontro Legri 14/9/25 Incontro Legri 14/9/25 Incontro Legri 14/9/25 Incontro Legri 14/9/25 Incontro Legri 14/9/25   Redazione Toscana
Sciopero generale contro il genocidio dei palestinesi: la proposta dei giuristi
L’appello, firmato da numerosi giuristi italiani e pubblicato l’8 agosto sul sito di CRED / Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia – GIGI / Gruppo di intervento giuridico internazionale, proclama: > Come giuristi impegnati contro il genocidio del popolo palestinese abbiamo > messo a punto in questi ultimi tragici mesi varie iniziative di stampo > giudiziario in sede nazionale, europea e internazionale, incentrate anche e > soprattutto sulle sempre più evidenti responsabilità italiane in questo > orrendo crimine. Tali iniziative continueranno finché i responsabili > israeliani del genocidio e i loro complici internazionali all’interno di > governi, a partire dal governo italiano, imprese e media non saranno messi in > stato di accusa anche formale in tutte le sedi possibili. > Riteniamo tuttavia che a tali nostra iniziative debba accompagnarsi una > mobilitazione popolare di massa e unitaria che abbia al suo centro le seguenti > parole d’ordine: basta col genocidio, punizione immediata dei responsabili, > fine della complicità con Israele, riconoscimento dello Stato di Palestina. > > Rivolgiamo quindi un appello al movimento di solidarietà colla Palestina, ad > associazioni, sindacati, partiti ed altre espressioni della società civile > affinché siano promosse fin da subito ovunque in Italia iniziative su questi > temi per arrivare appena possibile a un giorno di sciopero generale con > manifestazione nazionale a Roma. > > Giuseppe Anfuso, Cesare Antetomaso, Michela Arricale, Ruby Ellen Berolo, > Flavia Bruschi, Nadia Buso, Nicola Canestrini, Michele Carducci, Elena Coccia, > Gigliola Corra, Elisa Costanzo, Simonetta Crisci, Benedetto Vittorio De Maio, > Giorgio Fontana, Augusto Frezza, Pierangelo Galmozzi, Fausto Gianelli, Claudio > Giangiacomo, Ugo Giannangeli, Nicola Giudice, Muna Khorzom, Leonarda Leonardi, > Fabio Marcelli, Ugo Mattei, Ugo Melano, Carlo Augusto Melis Costa, Paola > Degani, Ezio Menzione, Liana Nesta, Effiong L. N’Tuk, Luigi Paccione, Gilberto > Pagani, Valentina Pieri, Marina Prosperi, Emanuele Ricchetti, Antonietta > Ricci, Dario Rossi, Flavio Rossi Albertini, Luca Saltalamacchia, Teresa > Santulli, Barbara Spinelli, Massimo Tirellu, Daniela Torro, Maria Teresa > Vallefuoco, Gianluca Vitale, Luca Vuolo Il testo dell’Appello dei giuristi: mobilitazione nazionale e sciopero generale per la Palestina e contro il genocidio è scritto in italiano, inglese, spagnolo, francese, russo, giapponese e arabo. Il CRED è “un’associazione costituita per difendere e affermare i valori della Costituzione repubblicana (ripudio della guerra, lavoro stabile e retribuito in modo adeguato a garantire un’esistenza dignitosa, democrazia partecipativa, beni comuni, lotta al razzismo e alle discriminazioni, uguaglianza sostanziale, liberazione delle donne, difesa e realizzazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani), nonché dei principi fondamentali del diritto internazionale a partire da quello di autodeterminazione”, che mediante il GIGI “promuove ed attua missioni nel mondo a tutela dei diritti dei difensori dei diritti umani, specie avvocati, e di osservazione democratica nei processi sia giudiziari che elettorali, nonché di dialogo e interposizione nei conflitti anche armati. Redazione Italia
Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!
Il mondo brucia. Il genocidio in Palestina continua nel silenzio complice delle democrazie occidentali. L’Europa si riarma, militarizza, reprime. Il greenwashing nasconde nuovi e vecchi progetti mortiferi, come il nucleare […] The post Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare! first appeared on notav.info.
Notizie sulla situazione in Medio Oriente
Situazione umanitaria a Gaza Il portavoce dell’UNICEF, James Elder, ha affermato che le famiglie palestinesi nella Striscia di Gaza hanno difficoltà a garantire un solo pasto al giorno ai propri figli. James Elder ha aggiunto che la situazione sta peggiorando di giorno in giorno, alla luce del blocco e dei continui attacchi israeliani, descrivendo la situazione umanitaria nella Striscia come “desolata, orribile e senza speranza”. Il portavoce ha osservato che “l’ottimismo che ha seguito l’accordo di cessate il fuoco e il flusso parziale di aiuti si è rapidamente affievolito, mentre la Striscia si trovava ad affrontare un blocco catastrofico”, e ha affermato: “La quota di aiuti umanitari potrebbe raggiungere solo il 10% di ciò di cui le persone hanno effettivamente bisogno”. Elder ha osservato che molte famiglie vivono in tende da sei mesi, sotto il fuoco dei carri armati, e ora sono costrette a spostarsi di nuovo. Ha sottolineato che Gaza vive questa tragica situazione da oltre 600 giorni ed ha osservato, inoltre, che le madri restano due giorni senza cibo solo per riuscire a procurare un solo pasto ai propri figli. Ostaggi palestinesi nelle carceri israeliani Il giornalista palestinese Sabri Jibreal ha raccontato la sua esperienza nel carcere in Israele e le sofferenze alle quali sono sottoposti gli ostaggi palestinesi nelle mani dell’esercito israeliano. “Ho vissuto 20 mesi di incubo. Bastonate sugli organi sensibili ed in modo particolare su ginocchia e caviglie, offese ed umiliazioni, privazione del cibo e dell’acqua. Scosse elettriche, finti annegamenti in vasche, calci sui testicoli, lunghe ore appesi dalle mani o dai piedi, detenzione in celle metalliche da 1 metro cubo (per giorni e notti si sta rannicchiati, senza poter stendere le gambe) sono le pratiche più frequenti. Ho passato molti periodi in isolamento, senza vedere o parlare con nessun altro detenuto”. Global March to Gaza La polizia egiziana ha arrestate decine di organizzatori della marcia. Sono stati prelevati dagli alberghi dove alloggiavano e portati in commissariati. Non si tratta più di espulsioni, ma di arresti. Non sono chiare le accuse e non sono note le identità delle persone portate via nelle camionette della polizia, dopo il sequestro di documenti, pc e telefonini. Dalle dichiarazioni di alcuni consolati, si sa che tra gli arrestati vi sono cittadini canadesi, tedeschi e greci. Ad Istanbul è stata organizzata dal Comitato islamico di sostegno alla causa palestinese una manifestazione di protesta davanti al consolato egiziano, per chiedere l’autorizzazione agli attivisti della Global March di arrivare al valico di Rafah. Carovana Somoud La carovana Somoud torna indietro verso Misurata. Le forze di sicurezza del governo di Bengasi avevano bloccati i mezzi poco prima di Sirte, hanno impedito i rifornimenti e interrotto Internet. Isolati dal mondo e affamati non avevano altra scelta. L’impronta politica data alla marcia da alcuni suoi aderenti, con video sui social e dichiarazioni politiche sulla situazione interna del paese ospitante (Libia e Egitto) hanno dato l’assist ai regimi dittatoriali di accusare gli organizzatori di appartenere alla Fratellanza musulmana e di sfruttare la causa palestinese e la situazione umanitaria a Gaza per fare propaganda politica settoriale. A Bengasi, i sostenitori del generale Haftar hanno inscenato una manifestazione a favore di Gaza e contro la Carovana Somoud. Gaza senza Internet L’esercito israeliano non vuole che il mondo sappia dei suoi crimini ed ha interrotto intenzionalmente le comunicazioni di telefonia fissa e Internet di tutta Gaza. Il risultato: interruzione di trasmissione di servizi giornalistici, foto e video da Gaza verso il mondo esterno. Non solo, ma anche i contatti tra i familiari palestinesi sfollati o emigrati all’estero. Belgio Una marea di persone sfila per denunciare il genocidio a Gaza. A Bruxelles è stata organizzata la più grande manifestazione di solidarietà per la Striscia da quando è iniziata l’aggressione di Israele. 110 mila partecipanti. “il governo belga deve adottare misure concrete per porre fine a quello che sempre più Ong ed esperti descrivono come genocidio, in particolare introducendo sanzioni contro Israele”, è l’appello lanciato dai manifestanti. Diverse le associazioni che hanno preso parte all’organizzazione dell’iniziativa: da Amnesty International a Solidaris, fino al Movimento operaio cristiano. “La linea rossa tracciata a Bruxelles segna una frontiera morale: contro il genocidio, contro gli attacchi mirati ai civili, contro il blocco degli aiuti umanitari. Ma anche contro la lentezza politica e la mancanza di coraggio dei governi europei. La linea è stata superata molto tempo fa”, è la denuncia di Carine Thibaut, direttrice di Amnesty international Belgio. L’Aja In migliaia hanno sfilato anche a L’Aja per protestare contro l’aggressione israeliana a Gaza. La manifestazione, collegata a quella di Bruxelles, ha raccolto 150mila adesioni. Si tratta della seconda grande protesta in un mese organizzata da diverse Ong, tra cui Oxfam e Amnesty. I manifestanti hanno chiesto al governo olandese provvisorio di prendere una posizione decisa contro le azioni militari israeliane. Nel corteo, gli striscioni recitavano: “Non distogliere lo sguardo, fa’ qualcosa”, “Fermiamo la complicità olandese” e “Rimaniamo in silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono”. Su X, il premier dimissionario Dick Schoof, ha scritto: “A tutte le persone all’Aja dico: vi vediamo e vi sentiamo. Alla fine, il nostro obiettivo è lo stesso: porre fine alle sofferenze di Gaza il prima possibile”. Marcia nazionale Marzabotto-Monte Sole Si è svolta ieri 15 giugno, la marcia nazionale Marzabotto-Monte Sole dedicata alla Palestina. Il lungo corteo è stato aperto con lo striscione “Salvate Gaza! Fermate il governo di Israele!”. Fortissima partecipazione di giovani, famiglie e di persone di ogni età. Mobilitazione in Italia contro il genocidio a Gaza Sempre più partecipate le manifestazioni del sabato pomeriggio nelle grandi città italiane, animate dai giovani e dalle comunità palestinesi, con la partecipazione di tante sigle politiche. Si sono svolte 2 giornate di boicottaggio dei prodotti Teva in molte città, il 13 e 14 giugno. Da oggi lunedì 16 giugno, a Milano, ogni giorno in piazza Duomo per Gaza. A Olbia, presidio all’aeroporto per bloccare il turismo dei soldati israeliani. SUMUD ARTFEST 20 – 22 GIUGNO Dalla Palestina al Mondo. Cultura Donna Vita Libertà SUMUD vuol dire resistenza, perseveranza. E la resistenza oggi è anche cultura, voce, visibilità. Aiuta la realizzazione di questo festival multimediale che si terrà a Roma, via del Frantoio, circolo Arci Concetto Marchesi A Messina, si svolgerà il 28 giugno un corteo contro il genocidio. È in corso in molte piazze italiane l’iniziativa: “La musica contro il silenzio”. Dopo Genova, Torino e Bologna, Cagliari, Roma, Napoli e poi fino al 25 giugno tanti altri appuntamenti. Concerti organizzati dal basso, per dire no al genocidio ed alla deportazione dei palestinesi per mano di Israele. clicca per vedere il calendario e conoscere la genesi del movimento. Alla manifestazione nazionale del 21 giugno contro il riarmo, la situazione di Gaza e la questione palestinese saranno al centro della mobilitazione. In tutte le città italiane si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero della fame, contro il genocidio. ANBAMED
Intifada Studentesco: UNIPA disattende impegni di solidarietà pro Palestina
Palermo, segnaliamo il comunicato del Collettivo Universitario “Scirocco”, diramato via social a seguito dell’incontro avuto da una delegazione studentesca presso la sede del rettorato “allo Steri”, un confronto nel quale è stata ripresa l’interlocuzioni avuta con l’UNIPA, in merito agli impegni disattesi dall’istituzione accademica panormita, già sanciti con atto pubblico nel giugno 2024[RedPA] Grazie alla pressione del movimento Intifada Studentesco, siamo riuscit3 a portare una delegazione all’incontro con il Rettore Midiri. Abbiamo esposto il mancato rispetto (e osservazione) della Mozione ottenuta il 3 Giugno 2024, al seguito dell’Acampada. Tra queste, il proseguo sottobanco del progetto I-TAG (accordo KA220-HDE). Si sono tenuti vari incontri, coordinati e partecipati da docenti di Unipa: workshop a Gennaio, a febbraio e a marzo, con un prossimo appuntamento fissato in Danimarca il prossimo 21-22 Maggio 2025. Il Rettore ha dichiarato che la Mozione non è stata in alcun modo modificata e che questi incontri sono stati il frutto di iniziative individuali dei Docenti coinvolti, che evidentemente non hanno trovato ostacoli nella commissione di sorveglianza. Seguiranno quindi interlocuzioni tra il Rettore e i Dipartimenti coinvolti, con il fine del rispetto della Mozione vigente. Inoltre ci sono stati assicurati dei passi in avanti rispetto all’apertura di corridoi umanitari per studenti e docenti Palestinesi. Dal 3 Giugno 2024 registriamo Mozioni sparite dal sito, poi cambiate, successivamente non rispettate dai singoli docenti, che istituisce un tavolo tecnico di controllo sugli accordi che effettivamente non controlla. L’unico controllo sugli accordi è stato portato avanti da noi studenti e studentesse, e continueremo a monitare in vista dell’incontro del 21/22 Maggio, ma anche rispetto agli accordi con le aziende di guerra come la Leonardo SPA. Faremo un accesso agli atti per garantire la trasparenza (non garantita da Unipa) dal 3 Giugno ad oggi e lotteremo affinché venga reso effettivo l’esecuzione di questo tavolo tecnico, che svolga una funzione di controllo e monitoraggio sull’effettiva sospensione e per prevenire nuovi accordi con soggetti genocidari. LINK SCIROCCO Redazione Palermo