Donne migranti e diritto alla salute: il ruolo delle operatrici dei servizi in Lombardia

Progetto Melting Pot Europa - Thursday, September 11, 2025

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Università degli Studi di Padova
Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata

Corso di Laurea Magistrale in Pluralismo culturale, mutamento sociale e migrazioni

Donne migranti e diritto alla salute: il ruolo delle operatrici dei servizi in Lombardia

Tesi di laurea magistrale di Valentina Piantoni (2023/2024)

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Introduzione

Questo lavoro nasce dal desiderio e dalla necessità personale di approfondire il tema della salute e del benessere delle donne, in particolare di quelle che hanno vissuto un’esperienza migratoria. L’obiettivo è quello di fornire un quadro conoscitivo utile a favorire l’empowerment delle donne attraverso l’offerta di servizi accessibili e inclusivi.

Con la persistenza dei flussi migratori verso l’Italia, emerge infatti il bisogno di garantire alla popolazione migrante una tutela effettiva del proprio diritto di salute. In questo contesto, le problematiche legate all’esercizio di tale diritto incidono in modo particolare sulle donne migranti, soprattutto in relazione alla salute sessuale e riproduttiva.

La domanda di ricerca di questo elaborato si concentra sull’analisi del sistema sociosanitario con cui le donne migranti si confrontano, indagando le modalità di accoglienza e le criticità che possono emergere nel garantire un accesso adeguato e inclusivo ai servizi, basandosi prevalentemente sulle rappresentazioni di operatori e operatrici esperti.

Per rappresentare in modo significativo il fenomeno in esame, si propone un approccio che consideri le dimensioni di migrazione, genere e salute.

Da un lato, le persone migranti affrontano difficoltà specifiche legate al processo migratorio, che possono influire profondamente sulla loro salute; dall’altro, le differenze di genere influenzano non solo l’accesso ai servizi sanitari, ma anche l’esperienza stessa del benessere.

La condizione di salute, quindi, è modellata da molteplici fattori sociali, economici e ambientali, che si sovrappongono e interagiscono tra loro.

Ciascuna di queste dimensioni può generare forme di discriminazione che si influenzano reciprocamente, rendendo fondamentale un’analisi intersezionale per superare categorizzazioni rigide e riconoscere come migrazione, genere e salute si combinino in modi complessi, creando esperienze uniche per ciascuna persona.

Questo approccio permette inoltre di sviluppare strumenti e politiche più inclusivi ed efficaci, in grado di rispondere ai bisogni diversificati delle persone migranti, in particolare di coloro che si trovano all’intersezione di più forme di discriminazione.

La scelta di approfondire, in questo contesto, il tema della violenza di genere è dettata dalla consapevolezza dell’impatto che essa ha sulla salute e lo stato di vulnerabilità in cui le donne migranti si possono ritrovare, a causa di elementi legati al processo migratorio stesso o di barriere che possono incontrare nel paese di arrivo.

La tesi è suddivisa in tre capitoli.

Il primo capitolo introduce il tema delle migrazioni femminili, evidenziando come il genere influisca non solo sull’aspirazione e la capacità di migrare, ma anche sulle modalità in cui viene vissuta l’esperienza migratoria.

Viene poi introdotto il concetto di intersezionalità, che permette di portare alla luce condizioni di marginalizzazione spesso invisibili, evidenziando i molteplici livelli di discriminazione che possono emergere dall’interazione tra diverse dimensioni identitarie, esperienze di vita – come le migrazioni – e risorse disponibili.

Il secondo capitolo approfondisce gli aspetti ritenuti fondamentali per la salute delle donne migranti. Il processo migratorio si articola in diverse fasi, ognuna delle quali presenta fattori che possono incidere significativamente sul benessere e la salute delle persone.

Per le donne, i determinanti sociali legati alla migrazione possono limitare in modo sostanziale l’accesso alle cure sanitarie. Queste limitazioni riguardano la comprensione, l’accettazione e, infine, la disponibilità dei servizi.

La centralità del tema della salute sessuale e riproduttiva, e la priorità a essa riservata, si spiegano attraverso la molteplicità dei diritti a essa collegati e i numerosi fattori che vi si intrecciano. Tra questi, il diritto di vivere esperienze sessuali appaganti e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza, di avere un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come il diritto a decidere se e quando riprodursi.

La violenza subita ha un impatto significativo sulla salute: diversi studi (Romito, Folla e Melato, 2016 1) hanno identificato alcuni sintomi come possibili segnali di violenza di genere, passata o attuale. Alcune analisi (Baraldi, Barbieri e Giarelli, 2008 2) hanno approfondito in particolare i processi di somatizzazione vissuti dalle donne migranti, mettendo in luce specifiche difficoltà legate alla migrazione stessa, oltre che a problemi socioeconomici e linguistici.

Ciò evidenzia l’importanza di una formazione specifica per il personale medico e sanitario, affinché possa riconoscere i segnali della violenza di genere e trattare ogni sintomo in una prospettiva olistica, tenendo in considerazione, allo stesso tempo, fattori biologici, sociali, psicologici e culturali.

A tal proposito, viene approfondito il tema della medicina narrativa, che si basa sulla capacità di riconoscere, comprendere e interpretare le storie di malattia e non solo, attraverso lo sviluppo di competenze quali empatia, fiducia e sensibilità. Questo approccio valorizza il racconto del paziente, rendendolo uno strumento essenziale per costruire un rapporto di fiducia e un progetto terapeutico efficace.

Infine, il terzo capitolo presenta la ricerca svolta: attraverso interviste di tipo qualitativo si è esplorato il rapporto tra le donne migranti e i servizi sociosanitari del territorio lombardo, con l’obiettivo di identificare le criticità esistenti e proporre soluzioni per migliorare l’accessibilità e l’adeguatezza dei servizi.

Per questo scopo, sono state condotte dieci interviste semi-strutturate con operatrici e professioniste dei servizi sociali e sanitari, nonché due interviste con utenti di un centro di seconda accoglienza per donne vittime di violenza. In conclusione, l’analisi delle interviste offre una panoramica delle barriere strutturali che ostacolano l’accesso ai servizi per le donne migranti.

Queste barriere includono sia limitazioni di natura burocratica e linguistica, sia ostacoli derivanti da pregiudizi culturali e da una sensibilità limitata nei confronti delle loro esigenze. Inoltre, emerge il ruolo cruciale svolto dai professionisti, i quali possono, a seconda dei casi, facilitare o complicare l’esperienza delle donne con i servizi.

La ricerca si propone di creare spazi di dialogo e riflessione, analizzando problematiche, esperienze e strategie adottate per migliorare l’accoglienza e l’integrazione delle donne migranti.

  1. La violenza sulle donne e sui minori, Carocci Editore ↩︎
  2. Immigrazione, mediazione culturale e salute, Franco Angeli Editore ↩︎