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Il trattenimento in frontiera in una continua mutazione giuridica
Il 15 dicembre 2025 dalle 9.30 alle 16.30, presso Cre.Zi. Plus a Palermo, le associazioni ASGI, CLEDU e Spazi Circolari organizzano una giornata di formazione e confronto dedicata all’evoluzione del trattenimento in frontiera. La giornata offrirà una panoramica aggiornata sulle trasformazioni in corso nel sistema delle procedure di frontiera e delle misure di trattenimento, in un contesto segnato da sperimentazioni, frequenti interventi legislativi e dai prossimi cambiamenti legati alla riforma europea del diritto d’asilo. Il confronto attraverserà il caso dei centri in Albania, le prassi attualmente adottate negli hotspot siciliani, il ruolo del/della difensore/difensora e gli sviluppi giurisprudenziali, fino ai nodi costituzionali e ai limiti posti dal diritto UE a tutela della libertà personale. Nel corso della giornata si alterneranno interventi di esperti ed esperte del settore e momenti di discussione collettiva, con l’obiettivo di riflettere insieme sul ruolo del trattenimento e condividere strumenti di analisi, criticità emergenti e possibili scenari futuri utili a chi opera nella tutela dei diritti in frontiera. PROGRAMMA Moderano: Martina Ciardullo e Ginevra Maccarrone 09:30 – Il trattenimento in frontiera nei centri in Albania: resoconto storico-giuridico di una vicenda emblematica. Daniele Valeri e Riccardo Campochiaro 10:00 – La procedura di frontiera nelle ultime modifiche normative: i requisiti, le conseguenze e il ruolo del trattenimento. Giulia Crescini 10:25 – L’attuale applicazione delle procedure di frontiera e del trattenimento in frontiera in Sicilia. Laura Lo Verde e Elena Luda 10:50 – L’esercizio del diritto di difesa in frontiera e l’evoluzione giurisprudenziale in tema di procedure accelerate. Relatore: Salvatore Fachile 11:10 – Primo dibattito 11:50 – La finzione di non ingresso introdotta dal Dl 20/23 nella procedura di non ingresso: la funzione e i possibili scenari futuri. Iolanda Apostolico 12:15 – La riforma europea del diritto di asilo: il trattenimento sistemico nei nuovi Regolamenti Screening e Procedure e nella nuova Direttiva Accoglienza. Federica Remiddi 12:40 Secondo dibattito 13:00 – 14:00: Pausa pranzo Inizio lavori seconda sezione, moderano: Luce Bonzano e Martina Stefanile 14:15 – I limiti invalicabili alla libertà personale nei principi fondanti la Costituzione italiana e il diritto primario europeo. Loredana Leo e Mario Serio 15:00 – Terzo dibattito 16:00 – Conclusione dei lavori ISCRIZIONI La partecipazione è gratuita, con iscrizione tramite modulo online entro la data del 10 dicembre. L’evento si terrà presso il Cre.Zi. Plus in Via Paolo Gili, 4, 90138, Cantieri Culturali alla Zisa. La formazione è in fase di accreditamento presso il COA di Palermo. Per ulteriori informazioni: inlimine@asgi.it Clicca qui per l’iscrizione L’evento sarà trasmesso anche su YouTube.
L’esternalizzazione delle frontiere in Europa: caso di studio sul Patto Italia-Albania
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Global Law and Transnational Legal Studies FRONTIERS’ EXTERNALISATION IN EUROPE: CASE STUDY ON THE ITALY-ALBANIA PACT Tesi di Elettra Catizzone (2024/2025) Scarica l’elaborato (ENG) INTRODUZIONE Negli ultimi decenni la gestione delle frontiere esterne è stata una delle principali preoccupazioni dell’agenda politica e di sicurezza dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri. Tra le strategie adottate, l’esternalizzazione delle frontiere è diventata un metodo diffuso per controllare la migrazione. Questa tesi indaga l’evoluzione e le implicazioni delle pratiche di esternalizzazione in Europa, concentrandosi sugli aspetti politici, giuridici e umanitari. Lo studio fornisce una panoramica delle politiche europee di esternalizzazione a partire dagli anni ’90 fino ai giorni nostri, concentrandosi su due casi di studio, ovvero il Piano Regno Unito-Ruanda e il Protocollo Italia-Albania. Il primo viene analizzato in quanto tentativo fallito di esternalizzare il trattamento delle domande di asilo, mentre il secondo viene presentato come un esempio contemporaneo di accordi bilaterali volti a frenare la migrazione irregolare. Attraverso un’analisi dettagliata di questi casi, la tesi valuta l’efficacia, le criticità e le conseguenze che tali accordi hanno sia per i migranti interessati che per gli Stati coinvolti. Il documento evidenzia inoltre la crescente tendenza degli Stati a eludere gli obblighi giuridici internazionali attraverso strumenti di soft law e finzioni giuridiche territoriali, spesso a scapito dei diritti dei migranti e delle garanzie costituzionali. Giustapponendo un’analisi giuridica alle questioni di carattere umanitario, questa tesi mira a far luce sulle implicazioni che le politiche migratorie europee hanno sulla vita di migliaia di persone migranti, contribuendo alla comprensione delle tendenze attuali e delle prospettive future della governance europea in materia migratoria.
La procedura di richiesta di asilo in Grecia
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- INTRODUZIONE Questo secondo contributo analizza il sistema di asilo in Grecia, evidenziando le prassi illegali di respingimento e le criticità strutturali che caratterizzano l’accoglienza e la gestione dei richiedenti protezione internazionale. Attraverso testimonianze dirette, rapporti istituzionali e documentazione giornalistica, il testo ricostruisce un quadro fatto di omissioni di soccorso, deportazioni informali e detenzioni arbitrarie, in violazione sistematica dei diritti umani. Tesi di laurea, ricerche e studi/Papers COMPRENDERE IL SISTEMA D’ASILO GRECO Evoluzione storica delle politiche migratorie Giulia Stella Ingallina 31 Ottobre 2025 Viene descritto il funzionamento della procedura d’asilo – dall’identificazione all’ottenimento della “red card” – e le gravi disfunzioni burocratiche che mantengono i richiedenti in uno stato di sospensione e vulnerabilità prolungata. L’analisi mette in luce come la concessione o il diniego dell’asilo aprono due strade, seppur differenziate, di esclusione sociale anche vista la disgiunzione tra assistenza umanitaria e protezione sociale. Le storie di vita raccolte mostrano come molti migranti, frustrati da un sistema inefficiente e discriminatorio, scelgano di abbandonare la Grecia, tentando il “game” verso il Nord Europa. Il testo propone così una riflessione critica sulla “governance dell’abbandono” che trasforma la Grecia da “porta d’ingresso” dell’Europa a luogo di invisibilizzazione e sofferenza istituzionalizzata. Scarica l’elaborato
Cittadinanza negata: le modifiche all’art. 14 L. 91/1992 per i minori nati all’estero e nuove gerarchie della cittadinanza
Promosso da: Spazi Circolari, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – ASGI, Melting Pot Europa, Italiani senza Cittadinanza, ActionAid Italia. Collegamento tramite piattaforma Zoom e in diretta streaming su canale YouTube di Melting Pot. -------------------------------------------------------------------------------- Le recenti modifiche introdotte dal decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36, convertito in legge 23 maggio 2025, n. 74, ridefiniscono in modo significativo le condizioni di accesso alla cittadinanza italiana per i minori stranieri nati all’estero, inclusi quelli che da anni vivono in Italia insieme ai genitori naturalizzati. Si consolida così una gerarchia della cittadinanza non solo tra figli di cittadini italiani per nascita e quelli di naturalizzati, ma anche tra minori appartenenti allo stesso nucleo familiare ai quali la cittadinanza sarà riconosciuta o negata in base al luogo di nascita. Le prime applicazioni delle nuove disposizioni, come emerge dalle circolari ministeriali e dalle prassi amministrative, stanno già producendo effetti concreti di esclusione e precarizzazione giuridica, contribuendo a rafforzare meccanismi di marginalizzazione già esistenti e sollevando rilevanti interrogativi sulla legittimità costituzionale delle norme e sulle possibili strategie di tutela e contrasto da adottare.  Il seminario intende: analizzare, dal punto di vista giuridico, le novità normative in materia di cittadinanza dei minori nati all’estero e residenti in Italia; discutere i primi casi concreti di esclusione della cittadinanza; esplorare le possibili strategie di contrasto, sia sul piano del contenzioso legale, sia su quello politico e di advocacy. Intervengono: * Federica Remiddi – Avvocata  * Salvatore Fachile – Avvocato   * Fioralba Duma – Italiani senza Cittadinanza * Antonio Liguori – Campaign Coordinator ActionAid Modera:  * Chiara Aliberti – Melting Pot Europa PROGRAMMA: * La cittadinanza dei figli minori nati all’estero di chi si naturalizza: analisi dell’art. 14, in combinato disposto con l’art. 3-bis della L. 91/1992, alla luce del quadro normativo vigente e delle prime interpretazioni ministeriali. * Prime applicazioni e criticità emerse: condivisione dei primi provvedimenti di rigetto della cittadinanza per i figli minori nati all’estero ed effetti concreti dell’attuazione delle nuove norme da parte dei Comuni. * Profili di contenzioso e questioni di legittimità: esame delle possibili ipotesi di ricorso e dei potenziali profili di illegittimità costituzionale connessi alla nuova disciplina. * Verso una nuova gerarchia della cittadinanza? Riflessioni sul contesto e sugli effetti sistemici della nuova norma e sugli strumenti di intervento sul piano politico, giuridico e di advocacy. PARTECIPAZIONE E ISCRIZIONI: Il corso è gratuito. La partecipazione è aperta non solo a professionisti/e del settore o persone direttamente coinvolte, ma anche a decisori politici, giornaliste/e e cittadine/i interessati al tema. Le iscrizioni sono aperte fino alle ore 12.00 di mercoledì 19 novembre 2025. Per partecipare è necessario compilare il modulo online disponibile al seguente link: clicca qui Il link Zoom per seguire il seminario sarà inviato la mattina stessa dell’evento. In caso di posti esauriti, sarà possibile seguire la diretta streaming sul canale YouTube di Melting Pot. * Per informazioni: formazione@meltingpot.org
L’esternalizzazione delle frontiere e il concetto di paesi terzo sicuro: un’analisi del protocollo Italia-Albania
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Università di Bologna Dipartimento di scienze statistiche “Paolo Fortunati” – Stat Corso di laurea in sviluppo e cooperazione internazionale L’ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE E IL CONCETTO DI PAESI TERZO SICURO: UN’ANALISI DEL PROTOCOLLO ITALIA-ALBANIA Tesi di Giulia Ferrari (2024/2025) Scarica l’elaborato INTRODUZIONE I fenomeni migratori rappresentano una delle sfide più complesse e controverse che l’Unione europea sta affrontando ormai da tempo. Negli ultimi decenni, la gestione dei flussi di persone in cerca di protezione si è progressivamente unita alla necessità politica di controllo delle frontiere, generando politiche securitarie che hanno spesso portato a tensioni tra tutela dei diritti umani e le politiche di contenimento stesso. È in questo contesto che si è sviluppata la pratica, sempre più diffusa, dell’esternalizzazione delle frontiere, intesa come il trasferimento presso Paesi terzi di funzioni e responsabilità nella gestione del controllo migratorio e delle procedure di asilo. Questa strategia, ad oggi ampiamente diffusa tra gli Stati membri e parte integrante della governance europea, alimenta il dibattito tanto a livello politico quanto in dottrina. L’Italia, come conseguenza della sua posizione geografica, è spesso stata laboratorio di sperimentazioni in materia. La scelta di dedicare questo lavoro al tema delle migrazioni, e quindi anche dei diritti, non deriva soltanto dall’attualità dello stesso. Esso nasce soprattutto dall’esperienza di tirocinio svolta lo scorso anno a Corinto, in Grecia, presso un community center rivolto alle persone in movimento residenti presso il centro governativo di transito della città. Lì ho potuto osservare da vicino le difficoltà concrete che derivano dall’applicazione delle politiche migratorie e di asilo, e ho compreso quanto le decisioni giuridiche e politiche abbiano un impatto sulla vita delle persone. Da qui la crescita della mia consapevolezza: il diritto non è mai neutro, ma si misura quotidianamente con la dignità umana e le esperienze delle persone coinvolte. Questo è quello che mi ha orientata nella mia ricerca, svoltasi attraverso una prospettiva multilivello che ha combinato l’analisi normativa e giurisprudenziale ad un approccio comparato e critico. La tesi si propone dunque di indagare l’evoluzione delle politiche europee in materia di migrazione ed asilo, con focus particolare sul processo di esternalizzazione delle frontiere e sull’istituto dei Paesi terzi sicuri, elementi necessari per la successiva analisi del case study individuato: il Protocollo Italia-Albania firmato il 6 novembre 2023. Il lavoro si articola in tre capitoli. Nel primo capitolo si ripercorre l’evoluzione del diritto dell’Unione europea in materia di migrazioni e asilo, dalla nascita dello spazio Schengen nel 1985 fino alle riforme più recenti, come il Nuovo Patto su Migrazione e Asilo, approvato nel 2024 e i cui atti derivati entreranno in vigore nel 2026, passando per alcuni dei momenti più importanti come l’istituzione del sistema Dublino.  Il secondo capitolo affronta poi i concetti di esternalizzazione delle frontiere e di Paese terzo sicuro, entrambi strumenti fondamentali per comprendere la direzione presa dalle politiche europee degli ultimi decenni. All’interno del capitolo si dedica poi una sezione all’analisi di uno dei maggiori accordi di esternalizzazione siglati dall’Unione europea: l’accordo UE-Turchia del 2016. Infine, il terzo capitolo è dedicato all’analisi giuridica del Protocollo sottoscritto tra Italia e Albania, esaminandone la genesi, i contenuti e le criticità presentate, in accordo con i principi sanciti dal diritto nazionale, europeo ed internazionale. L’obiettivo della mia tesi non si limita ad una mera ricostruzione del complesso piano giuridico all’interno del quale queste politiche vengono promosse, ma invita piuttosto ad una riflessione critica sul significato e sulle conseguenze di tali scelte e cercando di restituire la reale portata del fenomeno migratorio, pur mantenendo come punto saldo la certezza del diritto.
Comprendere il sistema d’asilo greco
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- L’articolo esplora il sistema di asilo in Grecia, ricostruendone l’evoluzione e mettendo in luce le continuità tra le politiche del passato e le pratiche attuali. Attraverso un’analisi che intreccia fonti istituzionali, testimonianze dirette e osservazioni di campo, il testo mostra come la gestione dell’asilo resti segnata da una logica emergenziale e da una burocrazia irregolare, più orientata al controllo che alla tutela dei diritti. Dalle procedure di registrazione ai centri di detenzione, dalle decisioni dell’Asylum Service ai percorsi di invisibilità che molti richiedenti asilo sono costretti a intraprendere, emerge un quadro di precarietà istituzionalizzata. Conoscere la storia di queste politiche diventa così una lente indispensabile per leggere il presente: un sistema che, pur mutando forme e linguaggi, continua a produrre esclusione, incertezza e marginalità. Scarica il documento Approfondimenti/Papers IN GRECIA VIENE PREVISTO IL CARCERE PER I RICHIEDENTI ASILO IN RIGETTO Analisi della nuova legge che penalizza e criminalizza l'ingresso e il soggiorno nel Paese Giulia Stella Ingallina 22 Ottobre 2025
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) nel sistema scolastico italiano
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Master in Diritto e Politiche delle Migrazioni dell’Università di Trento I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI (MSNA) NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO Tesi di Laura Agostani Scarica l’elaborato INTRODUZIONE Negli ultimi anni la presenza di migranti di giovanissima età è sempre più evidente, si tratta sovente di minori alle soglie della maggiore età, i dati parlano di una percentuale attorno al 75% di minori stranieri non accompagnati tra i sedici e i diciassette anni. Pur essendo da considerarsi come giovani adulti, che hanno affrontato sfide ed esperienze non proprie dell’infanzia e dell’adolescenza, essi sono ancora sottoposti alle normative internazionali e nazionali relative ai fanciulli, primo fra tutti il principio del superiore interesse del minore, che vieta, tra le altre cose, la loro espulsione e che, insieme con le norme costituzionali (art. 34) impone la frequenza scolastica e il godimento del diritto all’istruzione. Nella trattazione viene analizzato il diritto allo studio e il suo godimento da parte dei MSNA, che si trovano ad interfacciarsi con un sistema scolastico non progettato per includerli, nonostante alcune utili normative e buone prassi che si riscontrano localmente. Vengono analizzate le difficoltà dei minori maggiori di sedici anni, considerati ormai “troppo grandi” per l’inserimento nella scuola dell’obbligo, che pare adatta solo agli infra-quattordicenni. Tuttavia, anche per i più giovani si profilano problematiche importanti, ne è un esempio il ritardo scolastico, raramente infatti i minori in questione sono inseriti nelle classi corrispondenti alla loro età anagrafica e, se questo può essere positivo da un lato per dare loro più tempo per l’apprendimento della lingua italiana, dall’altro lato comporta sovente una scarsa inclusione nel gruppo classe che può portare a episodi di discriminazione. Accanto ad esso la dispersione scolastica dei MSNA risulta ad oggi alquanto elevata, secondo i dati, infatti, solo il 32% di loro ha portato a termine il percorso scolastico intrapreso in Italia. Risulta evidente, dunque, la necessità di un ripensamento delle prassi ormai consolidate che caratterizzano la scuola italiana. Alcuni istituiti, singolarmente, si sono attivati in tal senso proponendo progetti volti a un miglioramento nell’inserimento scolastico dei minori con background migratorio, con esempi di attività di supporto tra pari o doposcuola per il rafforzamento nell’apprendimento della lingua. Nel tentativo di individuare un sistema che fosse maggiormente virtuoso nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, si è, da ultimo, effettuato un confronto con i sistemi educativi di alcuni Stati europei, dal quale, tuttavia, è emersa una difficoltà generalizzata nell’individuare un metodo (o un sistema) migliore degli altri, le problematiche riscontrate nel nostro Stato persistono e si sommano ad altre criticità tipiche dei diversi sistemi analizzati.
Esilio extraterritoriale: il Protocollo Italia-Albania tra compressione del diritto di asilo e detenzione amministrativa
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e forme del sapere Corso di laurea in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti ESILIO EXTRATERRITORIALE: IL PROTOCOLLO ITALIA-ALBANIA TRA COMPRESSIONE DEL DIRITTO DI ASILO E DETENZIONE AMMINISTRATIVA Tesi di laurea triennale di Marianna Romanelli (2024/2025) Scarica l’elaborato INTRODUZIONE Questo lavoro nasce da un interesse personale molto profondo sui temi che riguardano le migrazioni e la libertà di movimento. Un interesse che ha inizio circa cinque anni fa e che nel tempo si è evoluto ed ha preso sempre più consapevolezza, soprattutto grazie alle esperienze in luoghi di frontiera che ho avuto l’opportunità di svolgere, a Lampedusa e in Bulgaria. Nell’ultimo anno questo percorso si è arricchito con la prospettiva giuridica, che ho scoperto essere fondamentale per comprendere i processi in questione e per dare una base al forte senso di ingiustizia che sento. Ho scelto di fare il seguente elaborato di tesi triennale sul Protocollo Italia-Albania perché segna uno sprofondamento notevole in termini di tutela dei diritti delle persone soggette alle politiche sull’immigrazione, sia a livello nazionale che europeo. Rappresenta infatti un unicum a livello europeo, che gli altri Stati membri guardano incuriositi e affascinati. Rappresenta una fase successiva, che supera l’esternalizzazione, perché quest’ultima non basta più agli Stati europei, e che contribuisce a rendere la fortezza Europa ancora più fortezza. È però un modello che non regge umanamente e nemmeno giuridicamente, questo lavoro infatti prova ad analizzare le criticità di questo progetto dal punto di vista giuridico, utilizzando come fonti la disciplina in materia, gli articoli di giuristi/e e gli approfondimenti di Asgi, l’associazione giuridica per gli studi dell’immigrazione. Altre fonti utilizzate sono lavori frutto di cooperazione tra la sfera giuridica e quella più di taglio giornalistico e di inchiesta come i report e gli articoli di Altreconomia, del progetto Melting Pot Europa, della rete Mai più lager – No ai CPR e CILD e dell’associazione Naga. La prima parte di questo elaborato ha lo scopo di fornire le basi giuridiche necessarie per comprendere il Protocollo Italia-Albania in tutte le sue fasi, da quella di attuazione con la legge di ratifica, ai rinvii pregiudiziali promossi dai giudici italiani alla Corte di giustizia dell’Unione Europea e alla sentenza molto importante di quest’ultima in tema di Paesi di origine sicuri, per arrivare alla modificazione del profilo soggettivo del Protocollo con il decreto legge 28 marzo 2025, n. 37. La parte centrale dell’elaborato si concentra sui soggetti primari oggetto di questo Protocollo, i richiedenti asilo, e come il loro diritto di asilo sia limitato dalle caratteristiche strutturali del Protocollo: l’applicazione di una procedura accelerata di frontiera per una presunta provenienza da un Paese di origine sicuro; il trattenimento generalizzato a cui verrebbero sottoposti nell’hotspot di Shëngjin e nel CPR di Gjadër; la dimensione geografica di extraterritorialità che rompe il legame strettissimo tra asilo e territorio. Un altro aspetto che viene trattato nel capitolo e che tocca il diritto di asilo è quello relativo alle vulnerabilità dei richiedenti che faticano ad essere riconosciute da un sistema di screening troppo rapido e superficiale che è quello delle procedure operative standard (SOP). L’ultima parte si sposta invece sugli altri soggetti oggetto del Protocollo, gli stranieri privi di permesso di soggiorno e soggetti a ordine di espulsione, trattenuti nei dieci Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) in Italia, trasferibili nel CPR di Gjadër. Il capitolo fa un excursus sulla normativa in materia di detenzione amministrativa degli stranieri irregolari nei CPR e sullo stato di non rispetto dei diritti, quale la salute, all’interno dei CPR in Italia. Ho ritenuto necessario parlare brevemente delle violazioni che si verificano da anni nel sistema dei CPR per fare capire al lettore che queste non nascono con il Protocollo Italia-Albania e il CPR di Gjadër, ma che essi costituiscono semplicemente una fase successiva nelle violazioni e nelle violenze che subiscono le persone bloccate nella detenzione amministrativa. Il capitolo prosegue con un focus sul CPR di Gjadër e i rischi ulteriori per le persone detenute, per poi analizzare la sentenza n. 96/2025 della Corte costituzionale che si è espressa sui vuoti normativi riguardo la disciplina della detenzione nei CPR. Ci tenevo infine a concludere il capitolo con uno sguardo di speranza, fatto del lavoro instancabile degli attivisti e delle attiviste, delle associazioni, dei giuristi/e, che lottano perché i diritti umani vengano garantiti e che fanno credere che un cambiamento sia possibile.
Contro la detenzione: prospettive transfemministe e abolizioniste
a cura di Collettiva Psicologia Anticarceraria 1, Maldusa e radio alquantara Beatrice Tagliabue, Camilla Ponti, Camille Gendrot, Claudia Spagnulo, Deanna Dadusc, Federica de Cordova, Francesca Esposito e Francesca Leone Musica: La gang del sottobosco La Collettiva Psicologia Anticarceraria, Maldusa e radio alqantara hanno appena lanciato una nuova serie podcast, basata su un percorso di autoformazione collettiva, tenutosi nella primavera 2025. Gli episodi sono tutti ascoltabili scaricando il file MP3 dal sito di Maldusa o sul canale Spotify di radio alqantara In questo percorso abbiamo voluto creare uno spazio di approfondimento e scambio tra realtà in lotta contro la detenzione amministrativa e i regimi di confinamento, contestualizzando queste lotte in un ecosistema più ampio di movimenti abolizionisti transfemministi in lotta contro il complesso carcerario-industriale in tutte le sue forme, da carceri, a CPR a istituzioni psichiatriche e luoghi di (in)accoglienza. Spesso, ci troviamo a navigare tensioni e contraddizioni: da una parte la necessità di portare solidarietà immediata alle persone detenute, documentare e visibilizzare le violenze a cui sono soggette e contestare le condizioni disumane che caratterizzano questi luoghi. Dall’altra, il rischio, spesso inconsapevole, è quello di andare a sostenere e rinforzare pratiche, immaginari e linguaggi che, anche se indirettamente, legittimano o riproducono le stesse forme di violenza e istituzioni contro cui lottiamo. Questo percorso vuole mettere in conversazione realtà con esperienze diverse per interrogarci insieme su questi temi, condividere strategie, conoscenze e pratiche che contribuiscano alla nostra “cassetta degli attrezzi” e che ci permettano di abitare queste contraddizioni, e di elaborare risposte collettive. Il percorso è strutturato in cinque episodi.  Nell’episodio introduttivo, le organizzatrici del corso contestualizzano i concetti chiave intorno ai quali ruotano le domande e conversazioni che informano l’intero percorso. Ci interroghiamo sul significato di prospettiva transfemminista abolizionista nell’affrontare la lotta contro la detenzione e ci soffermiamo sul legame necessario tra lotte anti-carcerarie e lotte contro le frontiere, e contro tutti i sistemi e le pratiche che ci dividono in categorie binarie che riproducono forme di sfruttamento, dominio e apartheid.  * Quali sono le continuità tra la violenza di frontiera, la detenzione amministrativa e il complesso carcerario-industriale? * Perché l’abolizionismo è una questione transfemminista, e perché il transfemminismo è necessariamente abolizionista? L’episodio è interamente in lingua italiana. 2. Nel secondo episodio, in conversazione con Basma di Captain Support UK e Aminata di AVID – Association of Visitors to Immigration Detainees, affrontiamo una discussione complessa ma fondamentale sulle pratiche di solidarietà diretta verso le persone colpite dai sistemi carcerari. Riflettiamo su come queste pratiche siano al cuore di ogni lotta abolizionista che non si limita a rivendicare la chiusura delle istituzioni della violenza (carceri, CPR, istituzioni psichiatriche, ecc.), ma mira a sovvertire le condizioni stesse che ne giustificano l’esistenza, per immaginare e costruire collettivamente mondi diversi. Insieme a Basma e Aminata, ci chiediamo come navigare tra le diverse temporalità della lotta abolizionista: da un lato, l’urgenza delle istanze delle persone incarcerate, che chiedono libertà e dignità nel qui e ora; dall’altro, i percorsi di lungo periodo necessari a smantellare i sistemi che continuano a soffocare le nostre vite. Ci interroghiamo anche su un nodo cruciale: mentre costruiamo infrastrutture collettive basate sulla libertà e sulla dignità di tutte le vite, è giusto – e necessario – lottare per riforme radicali che abbiano un impatto immediato sulle esistenze di chi è intrappolatǝ nelle maglie di queste istituzioni? E, se sì, come distinguere tra riforme riformiste (che rischiano di rafforzare e legittimare i meccanismi di violenza che vogliamo abolire) e riforme non riformiste, che invece sfidano le relazioni di potere e aprano spazi di trasformazione rivoluzionaria? Questi sono gli interrogativi, e le inquietudini, che questa conversazione mette sul tavolo, come invito a continuare il dibattito e la costruzione collettiva di alternative utopiche al reale. Domande: * In che modo esercitare la solidarietà diretta senza rafforzare e legittimare le istituzioni e i meccanismi di violenza contro cui stiamo combattendo? * Come navigare la tensione tra riforma e abolizione dei sistemi detentivi e carcerari? * Qual’è la relazione tra la solidarietà diretta e la lotta abolizionista? * Come abitare le diverse temporalità di lotta, spesso divise tra la necessità immediata di sostenere persone detenute, e percorsi più a lungo termine per smantellare i sistemi che le incarcerano? L’episodio è in parte in lingua inglese. 3. Nel terzo episodio (on line martedì 14 ottobre), parliamo del contro-monitoraggio e della contro-mappatura. Infatti, nelle nostre azioni, come possiamo rendere visibile la violenza istituzionale, dalle prigioni ai confini, senza riprodurre e rafforzare le strutture di distinzione e di dominio statale? Il rischio infatti, quando ci impegniamo in progetti di contro-mappatura e contro-documentazione della violenza dei confini nelle sue varie forme e manifestazioni è talvolta quello, senza volerlo o rendersene conto, di divenire “complici del rafforzamento di concezioni di “alterità” abietta, mentre cercano di sfidarla”2. Le voci che hanno portato avanti la discussione sono quelle di due compagnǝ che hanno – nella loro vita – esperienza diretta della violenza del complesso carcerario-industriale:  Sunjay, autore della poesia «L’aquila» e David di Unchained Collective. A seguire, Chiara della Rete anti-confinamento Sicilia e Valentina della Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili-CILD.  * Cosa significa contro-mappare e contro-documentare la violenza in ottica transfemminista abolizionista? * Quali diverse pratiche di contro-mappatura e contro-documentazione esistono? * Quali i rischi di riprodurre logiche di deumanizzazione o di alterità razzializzata che stanno alla base delle forme di violenza che vogliamo contrastare nelle rappresentazioni che portiamo, anche se con lo scopo di contestarle? * Quali sono le forme di narrazione e di resistenza delle persone detenute o soggette alla violenza dei regimi di confinamento? * In che modo queste contro-narrazioni e contro-documentazioni della violenza differiscono da quelle spesso usate dai gruppi solidali, come il monitoraggio e le ispezioni? In che modo queste differenti pratiche possono dialogare e trovare terreni ibridi comuni? L’episodio è in parte in lingua inglese. 4. Nel quarto episodio (on line martedì 21 ottobre), la riflessione si è strutturata intorno all’intersezione fra violenza sanitaria e violenza necropolitica dei regimi di confinamento, in contrasto alla strutturazione di pratiche di cura abolizioniste e decoloniali esterne – collettività solidale e lavoratorǝ del campo psico-sociale e medico/sanitario – e interne – persone detenute e forme di resistenza come fattore di protezione per la propria salute. Abbiamo avuto il piacere di avere con noi in questo cerchio di dialogo la Collettiva Psicologia Anticarceraria, Latinx Therapist Action Network, Medical Justice e una medica rappresentante della campagna di non idoneità alla vita all’interno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio.  * Cosa significa salute, trauma, medicalizzazione di problemi strutturali e significato politico del trauma? * Come la violenza dei regimi di confinamento si interseca con la violenza sanitaria e umanitaria, e in che modo possiamo opporci e rendere visibili queste intersezioni? * Quali esperienze di documentazione e denuncia della violenza sanitaria in detenzione e quali pratiche di autogestione e rivendicazione della salute da parte delle persone incarcerate/detenute? * Come praticare forme di cura abolizionista contro la violenza necropolitica dei regimi di confinamento? L’episodio è in parte in lingua inglese. 5. Nel quinto episodio, Jalila Taamallah – madre e compagna di Mem.Med – e Mariama Sylla – sorella di Ousmane Sylla, morto in CPR – dialogano sugli effetti che la violenza di frontiera e il complesso carcerario-industriale hanno sulle famiglie e sulle comunità di supporto. Le lotte delle e dei familiari delle persone detenute, di quelle rinchiuse nei centri per il rimpatrio o di quelle scomparse o uccise dalla violenza del regime di frontiera, si intersecano nella denuncia della disumanizzazione e dell’arbitrarietà dei sistemi di reclusione, condividendo la rivendicazione di dignità, diritti e giustizia. Costruire reti comuni tra familiari e attivistǝ significa creare spazi di ascolto, solidarietà e formazione, capaci di trasformare il dolore individuale in forza e rabbia collettive.  * Quali sono gli effetti della violenza di frontiera e del complesso carcerario-industriale su famiglie e comunità di supporto? * In che modo le lotte dei familiari delle persone detenute in carcere e nei CPR si intersecano? * Come costruire rete tra familiari e attivismo per delle lotte condivise? * Come sostenere forme di solidarietà nei confronti di famiglie che sperimentano direttamente la violenza dei confinamenti? * Come sviluppare delle idee/pratiche di giustizia condivise e alternative alla giustizia dello stato? L’episodio è in parte in lingua francese. Il percorso si è tenuto in presenza presso Maldusa Palermo e online. Ogni sessione è stata registrata per produrre una serie podcast. La musica è scritta e registrata da La gang del sottobosco.  1. Leggi: «La psicologia non sia complice» ↩︎ 2. Leggi: (In)visibilizzare la violenza. Bianchezza e rappresentazioni nelle strutture in solidarietà con le persone in movimento, Deanna Dadusc e Jasmine Iozzelli ↩︎
ReSST lancia ciclo di webinar per riaffermare dignità e diritti delle persone sopravvissute a tortura
Se c’è una urgenza che torna con forza nella discussione pubblica, è quella di non lasciare sole le persone che hanno subito torture: nel corpo, nella mente, nelle relazioni, nei loro percorsi quotidiani. È da questo bisogno che nasce “ReSST – Rete di Supporto per le Persone Sopravvissute a Tortura”, che promuove un ciclo di webinar dedicato a prendersi cura, sostenere, riflettere. Comunicati stampa e appelli TORTURA: NASCE LA RESST, LA RETE ITALIANA PER SUPPORTARE I SOPRAVVISSUTI A TORTURA Il comunicato delle realtà fondatrici Caritas, Ciac, La Kasbah, MCT, MSF, MEDU, Naga, SaMiFo 8 Aprile 2025 Un percorso formativo gratuito e aperto rivolto a operatori e operatrici dell’accoglienza, professionisti della salute mentale, avvocati, mediatori, chiunque lavori a contatto con i rifugiati, le persone migranti, le vittime di tortura. Attraverso questi incontri, la Rete intende diffondere buone pratiche, modelli di presa in carico efficaci, strumenti multidisciplinari, esperienze concrete messe in campo da organizzazioni che già operano sul territorio. IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI 2025 23 settembre, ore 18Sopravvissuti a tortura: sfide e prospettive in vista dell’attuazione del Patto sulla Migrazione e l’Asilo dell’UEGianfranco Schiavone, esperto migrazioni; Caterina Bove, avvocata ASGI 28 ottobre, ore 18Geografia delle vulnerabilità: identificazione e supporto ai sopravvissuti a tortura sul territorio e nel sistema di accoglienzaChiara Peri (IPRS), Fabrizio Coresi (ActionAid) 25 novembre, ore 18La certificazione medico-legale sugli esiti di tortura e il Protocollo di IstanbulCristina Cattaneo (Labanof), Duarte Nuno Vieira (Università di Coimbra, esperto forense ONU) La partecipazione è gratuita. È sufficiente registrarsi per ricevere i dettagli del collegamento.