Tag - Formazione

ReSST lancia ciclo di webinar per riaffermare dignità e diritti delle persone sopravvissute a tortura
Se c’è una urgenza che torna con forza nella discussione pubblica, è quella di non lasciare sole le persone che hanno subito torture: nel corpo, nella mente, nelle relazioni, nei loro percorsi quotidiani. È da questo bisogno che nasce “ReSST – Rete di Supporto per le Persone Sopravvissute a Tortura”, che promuove un ciclo di webinar dedicato a prendersi cura, sostenere, riflettere. Comunicati stampa e appelli TORTURA: NASCE LA RESST, LA RETE ITALIANA PER SUPPORTARE I SOPRAVVISSUTI A TORTURA Il comunicato delle realtà fondatrici Caritas, Ciac, La Kasbah, MCT, MSF, MEDU, Naga, SaMiFo 8 Aprile 2025 Un percorso formativo gratuito e aperto rivolto a operatori e operatrici dell’accoglienza, professionisti della salute mentale, avvocati, mediatori, chiunque lavori a contatto con i rifugiati, le persone migranti, le vittime di tortura. Attraverso questi incontri, la Rete intende diffondere buone pratiche, modelli di presa in carico efficaci, strumenti multidisciplinari, esperienze concrete messe in campo da organizzazioni che già operano sul territorio. IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI 2025 23 settembre, ore 18Sopravvissuti a tortura: sfide e prospettive in vista dell’attuazione del Patto sulla Migrazione e l’Asilo dell’UEGianfranco Schiavone, esperto migrazioni; Caterina Bove, avvocata ASGI 28 ottobre, ore 18Geografia delle vulnerabilità: identificazione e supporto ai sopravvissuti a tortura sul territorio e nel sistema di accoglienzaChiara Peri (IPRS), Fabrizio Coresi (ActionAid) 25 novembre, ore 18La certificazione medico-legale sugli esiti di tortura e il Protocollo di IstanbulCristina Cattaneo (Labanof), Duarte Nuno Vieira (Università di Coimbra, esperto forense ONU) La partecipazione è gratuita. È sufficiente registrarsi per ricevere i dettagli del collegamento.
Donne migranti e diritto alla salute: il ruolo delle operatrici dei servizi in Lombardia
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Università degli Studi di Padova Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata Corso di Laurea Magistrale in Pluralismo culturale, mutamento sociale e migrazioni DONNE MIGRANTI E DIRITTO ALLA SALUTE: IL RUOLO DELLE OPERATRICI DEI SERVIZI IN LOMBARDIA Tesi di laurea magistrale di Valentina Piantoni (2023/2024) Scarica l’elaborato INTRODUZIONE Questo lavoro nasce dal desiderio e dalla necessità personale di approfondire il tema della salute e del benessere delle donne, in particolare di quelle che hanno vissuto un’esperienza migratoria. L’obiettivo è quello di fornire un quadro conoscitivo utile a favorire l’empowerment delle donne attraverso l’offerta di servizi accessibili e inclusivi. Con la persistenza dei flussi migratori verso l’Italia, emerge infatti il bisogno di garantire alla popolazione migrante una tutela effettiva del proprio diritto di salute. In questo contesto, le problematiche legate all’esercizio di tale diritto incidono in modo particolare sulle donne migranti, soprattutto in relazione alla salute sessuale e riproduttiva. La domanda di ricerca di questo elaborato si concentra sull’analisi del sistema sociosanitario con cui le donne migranti si confrontano, indagando le modalità di accoglienza e le criticità che possono emergere nel garantire un accesso adeguato e inclusivo ai servizi, basandosi prevalentemente sulle rappresentazioni di operatori e operatrici esperti. Per rappresentare in modo significativo il fenomeno in esame, si propone un approccio che consideri le dimensioni di migrazione, genere e salute. Da un lato, le persone migranti affrontano difficoltà specifiche legate al processo migratorio, che possono influire profondamente sulla loro salute; dall’altro, le differenze di genere influenzano non solo l’accesso ai servizi sanitari, ma anche l’esperienza stessa del benessere. La condizione di salute, quindi, è modellata da molteplici fattori sociali, economici e ambientali, che si sovrappongono e interagiscono tra loro. Ciascuna di queste dimensioni può generare forme di discriminazione che si influenzano reciprocamente, rendendo fondamentale un’analisi intersezionale per superare categorizzazioni rigide e riconoscere come migrazione, genere e salute si combinino in modi complessi, creando esperienze uniche per ciascuna persona. Questo approccio permette inoltre di sviluppare strumenti e politiche più inclusivi ed efficaci, in grado di rispondere ai bisogni diversificati delle persone migranti, in particolare di coloro che si trovano all’intersezione di più forme di discriminazione. La scelta di approfondire, in questo contesto, il tema della violenza di genere è dettata dalla consapevolezza dell’impatto che essa ha sulla salute e lo stato di vulnerabilità in cui le donne migranti si possono ritrovare, a causa di elementi legati al processo migratorio stesso o di barriere che possono incontrare nel paese di arrivo. La tesi è suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo introduce il tema delle migrazioni femminili, evidenziando come il genere influisca non solo sull’aspirazione e la capacità di migrare, ma anche sulle modalità in cui viene vissuta l’esperienza migratoria. Viene poi introdotto il concetto di intersezionalità, che permette di portare alla luce condizioni di marginalizzazione spesso invisibili, evidenziando i molteplici livelli di discriminazione che possono emergere dall’interazione tra diverse dimensioni identitarie, esperienze di vita – come le migrazioni – e risorse disponibili. Il secondo capitolo approfondisce gli aspetti ritenuti fondamentali per la salute delle donne migranti. Il processo migratorio si articola in diverse fasi, ognuna delle quali presenta fattori che possono incidere significativamente sul benessere e la salute delle persone. Per le donne, i determinanti sociali legati alla migrazione possono limitare in modo sostanziale l’accesso alle cure sanitarie. Queste limitazioni riguardano la comprensione, l’accettazione e, infine, la disponibilità dei servizi. La centralità del tema della salute sessuale e riproduttiva, e la priorità a essa riservata, si spiegano attraverso la molteplicità dei diritti a essa collegati e i numerosi fattori che vi si intrecciano. Tra questi, il diritto di vivere esperienze sessuali appaganti e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza, di avere un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come il diritto a decidere se e quando riprodursi. La violenza subita ha un impatto significativo sulla salute: diversi studi (Romito, Folla e Melato, 2016 1) hanno identificato alcuni sintomi come possibili segnali di violenza di genere, passata o attuale. Alcune analisi (Baraldi, Barbieri e Giarelli, 2008 2) hanno approfondito in particolare i processi di somatizzazione vissuti dalle donne migranti, mettendo in luce specifiche difficoltà legate alla migrazione stessa, oltre che a problemi socioeconomici e linguistici. Ciò evidenzia l’importanza di una formazione specifica per il personale medico e sanitario, affinché possa riconoscere i segnali della violenza di genere e trattare ogni sintomo in una prospettiva olistica, tenendo in considerazione, allo stesso tempo, fattori biologici, sociali, psicologici e culturali. A tal proposito, viene approfondito il tema della medicina narrativa, che si basa sulla capacità di riconoscere, comprendere e interpretare le storie di malattia e non solo, attraverso lo sviluppo di competenze quali empatia, fiducia e sensibilità. Questo approccio valorizza il racconto del paziente, rendendolo uno strumento essenziale per costruire un rapporto di fiducia e un progetto terapeutico efficace. Infine, il terzo capitolo presenta la ricerca svolta: attraverso interviste di tipo qualitativo si è esplorato il rapporto tra le donne migranti e i servizi sociosanitari del territorio lombardo, con l’obiettivo di identificare le criticità esistenti e proporre soluzioni per migliorare l’accessibilità e l’adeguatezza dei servizi. Per questo scopo, sono state condotte dieci interviste semi-strutturate con operatrici e professioniste dei servizi sociali e sanitari, nonché due interviste con utenti di un centro di seconda accoglienza per donne vittime di violenza. In conclusione, l’analisi delle interviste offre una panoramica delle barriere strutturali che ostacolano l’accesso ai servizi per le donne migranti. Queste barriere includono sia limitazioni di natura burocratica e linguistica, sia ostacoli derivanti da pregiudizi culturali e da una sensibilità limitata nei confronti delle loro esigenze. Inoltre, emerge il ruolo cruciale svolto dai professionisti, i quali possono, a seconda dei casi, facilitare o complicare l’esperienza delle donne con i servizi. La ricerca si propone di creare spazi di dialogo e riflessione, analizzando problematiche, esperienze e strategie adottate per migliorare l’accoglienza e l’integrazione delle donne migranti. 1. La violenza sulle donne e sui minori, Carocci Editore ↩︎ 2. Immigrazione, mediazione culturale e salute, Franco Angeli Editore ↩︎
Conferenza: “Esternalizzazione delle frontiere: a rischio lo Stato di diritto?”
Qual è l’impatto delle politiche di esternalizzazione delle frontiere sullo Stato di diritto e sui diritti delle persone migranti? A partire da questa domanda, l’ASGI promuove la conferenza internazionale “Cartografia della deresponsabilizzazione. Politiche di esternalizzazione e stato di diritto”, che si terrà il 25 e 26 settembre 2025 a Roma, presso la Città dell’Altra Economia. Il programma completo Il modulo d’iscrizione In un momento storico in cui il controllo delle frontiere viene sempre più delegato a Paesi terzi – spesso privi di sistemi efficaci di tutela dei diritti – in cambio di fondi, mezzi e sostegno politico, mentre le procedure d’asilo vengono progressivamente spostate al di fuori dei confini europei e si ipotizza la creazione di return hubs esterni all’UE, la necessità di un confronto pubblico, critico e transnazionale si fa sempre più urgente.  Due giornate di dibattito e approfondimento, con la partecipazione di avvocatз, attivistз, studiosз e giornalistз da diversi Paesi, per interrogarsi su: * quali garanzie giuridiche vengono oggi sacrificate nel silenzio della politica europea; * in che modo queste strategie stanno erodendo i principi democratici e l’effettività dei diritti fondamentali; * quali strumenti legali, politici e culturali possono essere messi in campo per contrastare questa deriva e difendere la libertà di movimento. La conferenza metterà in dialogo le esperienze europee, australiane e statunitensi in materia di deportazione, isolamento e contenimento delle persone migranti, per riflettere sull’impatto di tali politiche sui sistemi giuridici nazionali e internazionali. A partire dalle esperienze maturate in questi anni nell’ambito dei progetti Sciabaca&Oruka, InLimine e Medea di ASGI, il convegno mira a costruire uno spazio condiviso per lo scambio di pratiche e l’elaborazione di strategie comuni di contrasto. * La conferenza è gratuita previa iscrizione e si svolgerà esclusivamente in presenza. * Sarà disponibile la traduzione simultanea in italiano e in inglese. * L’evento è in fase di accreditamento presso il COA di Roma. Relatrici e relatori: Anna Brambilla (ASGI), Behrouz Boochani (Poeta e attivista), Caterina Bove (ASGI), Giulia Crescini (ASGI), Luigi Daniele (Università degli Studi del Molise), Chiara Favilli (Università degli Studi di Firenze), Lucia Gennari (ASGI), Arif Hussein (Human Rights Law Center, Australia), Loredana Leo (ASGI), Stephen Manning (Innovation Law Lab, USA), Giansandro Merli (Il Manifesto), Enrica Rigo (Università Roma Tre), Ulrich Stege (ASGI), Martina Tazzioli (Università di Bologna), Giulia Vicini (ASGI). L’evento ASGI è organizzato dal Progetto Sciabaca&Oruka in collaborazione con i Progetti InLimine e Medea.
Non-Refoulement undermined: legal obligations and migrant realities in Italy’s externalization of asylum
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Dalarna University Degree Project Master’s Degree All the Voices Matter NON-REFOULEMENT UNDERMINED: LEGAL OBLIGATIONS AND MIGRANT REALITIES IN ITALY’S EXTERNALIZATION OF ASYLUM Tesi di ricerca di Riccardo Zellini (2025) Scarica l’elaborato INTRODUZIONE Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto sempre più ricorso a strategie di esternalizzazione, spostando le proprie responsabilità in materia d’asilo verso Paesi terzi come la Libia dal 2017 e l’Albania dal 2023. Questi accordi vengono spesso presentati come strumenti necessari per la gestione dei flussi migratori, ma un’analisi più attenta mostra che raramente raggiungono gli obiettivi dichiarati. Le persone continuano a partire, non per ingenuità o disinformazione, ma perché restare, per molti, non è un’opzione praticabile. Questa ricerca analizza il divario crescente tra gli impegni giuridici assunti dall’Italia, in particolare rispetto al principio di non-refoulement, e le pratiche concrete attuate lungo i confini. Alla riflessione giuridica si affiancano le voci di 24 migranti subsahariani che vivono in Italia in condizioni di irregolarità. I loro racconti offrono uno sguardo diretto e spesso ignorato dai promotori delle politiche, gli Stati. Ciò che emerge è un quadro in cui la governance migratoria tende a privilegiare il controllo sulla protezione, e la forma sulla sostanza. Le strategie di esternalizzazione che spesso si legano con il meccanismo di paese terzo sicuro, non fermano le migrazioni, ma semplicemente spostano il peso e la responsabilità verso Paesi con minori garanzie e standard di tutela. Al tempo stesso, queste politiche rischiano di svuotare i principi giuridici che affermano di rispettare, trasformando il diritto d’asilo da strumento di protezione a mezzo di esclusione. La tesi è articolata in cinque capitoli principali, ciascuno dei quali affronta una dimensione specifica del tema centrale: la compatibilità delle politiche di esternalizzazione italiane con il principio di non-refoulement. L’organizzazione dell’elaborato riflette un percorso analitico che si sviluppa progressivamente, partendo dalle basi teorico-giuridiche fino ad arrivare all’analisi empirica e a una riflessione critica conclusiva. Questa tesi non pretende di fornire risposte definitive, ma prova a riportare al centro del dibattito chi ne subisce maggiormente le conseguenze. I migranti non sono solo destinatari delle norme: con le loro esperienze derivate dai risultati del mio questionario, le mettono in discussione, le reinterpretano e, in alcuni casi, le trasformano. Le loro voci ci invitano a ripensare la gestione della migrazione e a chiederci se un sistema costruito sulla deterrenza possa davvero offrire giustizia e come talvolta gli accordi con paesi terzi per ridurre i flussi che giungono su territorio italiano possano assumere tratti che richiamano dinamiche neo-coloniali. Viene richiamata la necessità urgente di ripensare le politiche migratorie europee a partire dalle esperienze reali dei soggetti coinvolti, con un approccio dal basso che possa dare dignità a tutti.
Milano, 3° edizione di Sconfinare
Percorso multidisciplinare di 14 moduli – 168 ore – con approccio critico al sistema della protezione internazionale italiano e europeo per la costruzione del diritto alla libertà di movimento La Scuola di alta formazione per operatori legali in materia di protezione internazionale che si tiene a Milano si articola in 14 moduli formativi con un approccio multidisciplinare che integra diritto, antropologia, etnopsichiatria, medicina legale, sociologia, geopolitica ed etnografia. Quando: da ottobre 2025 a maggio 2026. Dove: in presenza presso la Scighera, in via Candiani 131 a Milano. Come: La metodologia didattica alterna lezioni frontali, laboratori pratici, esercitazioni, approcci decoloniali e un laboratorio di teatro dell’oppresso. Scarica la locandina Scarica il programma dettagliato La domanda di iscrizione dovrà effettuarsi tramite la compilazione del modulo online e poi attendere le istruzioni via mail per effettuare il pagamento e perfezionare così l’iscrizione. Scadenza iscrizioni: 24 settembre 2025 Attenzione: la sola compilazione del modulo online non è sufficiente a perfezionare l’iscrizione. Per informazioni e iscrizioni contattare formazione.milano@asgi.it
Migrare: essere altrove, esserci altrimenti
Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi. Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. -------------------------------------------------------------------------------- Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Dipartimento di scienze dell’educazione “Giovanni Maria Bertin” Master di I° livello in Educatore nell’accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati MIGRARE: ESSERE ALTROVE, ESSERCI ALTRIMENTI ETNOGRAFIA SUL RUOLO DELL’OPERATORE TRA FRAGILITÀ PSICHICA E NUOVE PROSPETTIVE DI ACCOGLIENZA NELLO SPRAR DI “PIAZZA GRANDE” Scarica l’elaborato ABSTRACT Di richiedenti asilo e rifugiati si parla molto ultimamente, spesso evocando in maniera più o meno sottile gli scenari delle guerre lontane e della miseria, ma anche dell’invasione, della minaccia terroristica e della contaminazione. Ma chi sono costoro? Da cosa fuggono, cosa hanno subìto e cosa sperano per il loro futuro? E quale contesto migliore per esplorare la loro esperienza se non quello delle strutture di accoglienza in cui passo per passo si ricostruisce, nella quotidianità della convivenza, il proprio progetto di vita, tra ricordi, scoperte, conflitti, nostalgia, rabbia, aspirazioni, resilienze e ferite dell’anima? Questo lavoro, pertanto, nasce dalla volontà di raccogliere alcune principali riflessioni, in relazione all’approccio metodologico impiegato, alle ragioni che mi hanno indotto a scegliere un orientamento di tipo etnografico, per indagare la tragicità del presente in cui viviamo, e alle difficoltà inerenti la gestione del servizio di accoglienza che, ultimato il processo di indagine e di scrittura, ritengo sia doveroso esplicitare nelle note conclusive. Aggiungo che lo studio sul sistema di accoglienza dovrà essere utile anche per gli operatori del settore, intrappolati in un intricato apparato di poteri e relazioni che merita e richiede un costante livello di riflessione teorica sulle prassi attuali. Come coniugare le differenti esigenze degli attori che si muovono nello scenario e tradurre nella pratica quotidiana quel corpus teorico maturato nella riflessione sul proprio agire, è la sfida principale che cerco di pormi. L’obiettivo maggiore è quella di congiungere, in una sorta di dialogo, il ruolo dell’operatore e quello del tirocinante a quello del beneficiario e riuscire a trovare, così, una funzione pubblica per il sapere e la conoscenza che si produce all’interno dei servizi di accoglienza. Per spiegare come ho condotto l’indagine mi soffermerò brevemente, su come nasce e da dove arriva l’osservazione partecipante. Questo metodo serve per stabilire un’empatia che permetta di rendere nella descrizione il punto di vista della comunità e dei soggetti che si stanno studiando. Fondamentale per questa attività di studio è la capacità “mimetica” dell’antropologo, la sua abilità a conquistare la fiducia, a creare legami e relazioni profonde con l’intervistato. Va sottolineato però che pur impegnandosi, lo studioso non si trasformerà mai in un membro della comunità che studia, il ricercatore deve sempre comprendere l’impossibilità di astrarsi dalla sua posizione, diametralmente differente da chi vive quello che viene raccontato. Ritengo dunque che sia necessario dare rilevanza alle premesse che chiariscano il lavoro di studio qui presentato, per poter considerare almeno una parte di quei presupposti dai quali muovono le osservazioni. Fare una indagine significa, tra le altre cose, sviluppare relazioni più o meno profonde e prolungate con gli attori sociali, con coloro cioè che attraverso i dialoghi, le interazioni, i condizionamenti e le osservazioni offrono il materiale su cui costruire le etnografie. In questo elaborato mi pongo l’obiettivo di raccontare di persone che hanno il desiderio di dare un significato diverso alle loro vite, non solo come vittime di un sistema esclusorio, ma semplicemente per rendere un’immagine meno falsa di quella che si è creata in questi ultimi anni. Perché collocarsi vicino all’esperienza della persona che vive le contraddizioni dell’emigrazione così come è gestita a livello governativo, significa andare oltre un’astratta empatia e giocare, al contrario, una dialettica fra prossimità e distanza, capace di riconoscere, valorizzandoli, quegli attimi in cui la corporeità non solo “resiste” ma si ribella, sfugge, riattivando la capacità di agire anche nell’istante di un gesto ironico, nella durata di un silenzio denso di agentività, o nell’incrocio di sguardi che fondano la presenza e attivano una cornice di relazione dialogica fra osservatore e osservato. Mi soffermerò, seppur brevemente, sugli aspetti che riguardano la gestione delle attività di occupazione dei beneficiari coordinati dagli operatori. Un paragrafo sarà dedicato alla “cena di via Romita” nella quale sono emersi degli aspetti che rimandano alla condivisione, intesa come etica promotrice di sensibilità e di una maggiore uguaglianza. Tra gli altri compiti mi annovero quello di “cucire” le fila del discorso, di comporre insieme le varie parti, senza però seguire un certo ordine cronologico, in modo da ricostruire tassello su tassello un quadro il più possibile chiaro e comprensivo di quelli che potrebbero sembrare «brevi cenni sull’universo» secondo l’espressione di Gramsci. Si intende che l’impossibilità di trattare l’argomento in modo compiuto ed esaustivo, abbia permesso un approccio limitato e provvisorio, dovuto anche alla necessità di risolvere tutto in un arco di tempo di pochi mesi, dal quale emergono tuttavia molteplici riflessioni e nuovi orientamenti di indagine. Un ulteriore margine di riflessione sarà dedicato al mio rapporto con gli utenti cercando di descrivere le attività che essi svolgono, concentrandomi anche sull’imperare delle relazioni di potere nonché sulla gestione del tempo che rappresentano una costante interazione, anche se a volte conflittuale, tra gli operatori e i beneficiari. Prenderò anche in esame il ruolo di “mediatore nell’accoglienza”, ovvero l’operatore, al fine di mettere in luce le dinamiche di interazione sviluppate nella struttura, sia con i beneficiari e sia con lo spazio gestionale e corporeo. Nel fare ciò mi tratterrò sulla particolarità e sulla concretezza delle situazioni di crisi esistenziale, cercando di cogliere l’intreccio e le modalità di interazione tra queste figure, secondo l’iter che porta l’individuo a essere accolto, alla sua permanenza nella struttura e al suo rapporto con gli stessi operatori. Nella seconda parte dell’elaborato cercherò di allacciarmi alla prospettiva assunta dall’etnopsichiatria, secondo la quale la malattia è un fenomeno talmente complesso che, per essere compreso si rende necessario considerare la totalità degli aspetti in esso coinvolti. Rifletterò, inoltre, sulla “condizione di migrante” e sull’insorgere di stati di malessere e sofferenza psichica difficili da superare, ancor più, nell’incertezza che accompagna il loro futuro. Cercherò di interrogarmi sulla genesi delle crisi da “ri-adattamento” e di nostalgia (angoscia territoriale) e sui tempi lunghi di attesa che sono tutti fattori che possono provocare una ri-traumatizzazione secondaria, come è stata definita dal Ministero della Salute. Il fine ultimo è di analizzare, nell’attuale complicata e turbolenta situazione economica, sociale e politica, il modo di gestire il migrante (richiedenti asilo, richiedenti protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria), evidenziando le inevitabili e importanti trasformazioni avvenute.
EU-MiCare project: formazione gratuita per chi supporta migranti e rifugiati
EU-MiCare – Training the EU health workforce to improve migrant and refugee mental health care è un progetto triennale cofinanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea e sviluppato in 6 Paesi 1, dedicato a migliorare la risposta ai bisogni di salute mentale di migranti e rifugiati. Nel corso del progetto è stato sviluppato un programma di formazione avanzata e specialistica rivolto ai professionisti della salute mentale, agli operatori sul campo e ai volontari attivi in contesti culturalmente eterogenei. Il programma formativo è disponibile gratuitamente in cinque lingue, previa registrazione. Piattaforma e-learning Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili al sito del progetto. Il 10 settembre si terrà l’evento nazionale di chiusura a Milano, mentre l’evento conclusivo si terrà a Berlino il 16 settembre. 1. Il parternariato è composto da 6 organizzazioni provenienti da Germania, Spagna, Italia, Grecia e Cipro ↩︎
Scuola di Alta Formazione per operatori e operatrici legali: aperte le iscrizioni
IL CORSO È ARTICOLATO SU 14 MODULI – 168 ORE – E FORNISCE COMPETENZE TEORICHE E PRATICHE APPROFONDITE PER AFFRONTARE LE SFIDE ATTUALI NEL CAMPO DELLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE MIGRANTI. Scarica la brochure informativa La scuola organizzata da ASGI e l’APS Spazi Circolari mira a formare la figura di operatori e operatrici legali nella tutela delle persone straniere che chiedono – o a cui è stata riconosciuta – una forma di protezione internazionale o speciale oppure che versano nella condizione di vittima di tratta o grave sfruttamento ovvero si trovano in Italia come minori stranieri non accompagnati. Si tratta di una figura in Italia sostanzialmente innovativa, che non ha ancora ottenuto un suo riconoscimento formale, ma che da più parti è considerata fondamentale nel settore in esame. Si tratta di una figura a cui viene richiesta una vasta gamma di competenze ed è per questo che il corso prevede diversi moduli interdisciplinari. La Scuola di alta formazione è destinata a formare 45 operatori e operatrici legali, prevalentemente scelte fra persone che abbiano già conseguito un diploma di laurea in giurisprudenza o in altra facoltà umanistica oppure la qualifica di mediatore o mediatrice culturale o interprete o in alternativa che possano dimostrare una comprovata esperienza in qualità di operatore nel campo della protezione internazionale o delle migrazioni. Il Comitato scientifico della scuola è composto da: Loredana Leo, Salvatore Fachile, Lucia Gennari, Giulia Crescini, Cristina Laura Cecchini, Federica Remiddi, Cristina Gasperin, Papia Aktar, Roberto Bertolino e Andrea Nasciuti. Responsabili scientifiche: Loredana Leo e Salvatore Fachile. Quando: da venerdì 24 ottobre 2025 a sabato 18 aprile 2026. La durata complessiva sarà dunque di 6 mesi circa e si articolerà in 14 moduli (28 incontri) ciascuna con inizio il venerdì alle 9.30 e fine il sabato alle 13.30. Le lezioni si svolgeranno nei seguenti fine settimana: 24-25 ottobre 2025; 7-8 novembre 2025; 21-22 novembre 2025; 5-6 dicembre 2025; 19-20 dicembre 2025; 9-10 gennaio 2026; 23-24 gennaio 2026; 6-7 febbraio 2026; 20-21 febbraio 2026; 6-7 marzo 2026; 20-21 marzo 2026, 27-28 marzo 2026; 10-11 aprile 2026; 17-18 aprile 2026. Dove: in presenza presso la Città dell’Altra Economia, quartiere Testaccio, Roma. Come: il corso prevede lezioni frontali e molte esercitazioni pratiche, alle materie giuridiche sono affiancati moduli relazionali e moduli di antropologia, con una lettura intersezionale, uniti a una prospettiva etno-psichiatrica e a uno sguardo attento alle questioni di genere, elementi essenziali per garantire la massima tutela alle e ai destinatari e destinatarie del supporto legale. Scarica il calendario con il programma dettagliato COSTI E MODALITÀ D’ISCRIZIONE Il costo per ciascuna corsista è di 1.300 euro, di cui 600 da versare al momento dell’iscrizione e 700 entro il 31 dicembre 2025. Per le socie e i soci Asgi e Spazi Circolari, in regola al momento del versamento con l’iscrizione annuale del 2025, il costo è di 1.150 euro. La data ultima per l’iscrizione è il 9 ottobre 2025. Le iscrizioni verranno chiuse in anticipo laddove dovesse essere raggiunto il numero massimo di partecipanti previsto. L’iscrizione avverrà sulla base dell’ordine cronologico iscrizione. Il corso non sarà avviato se non verrà raggiunto il numero minimo di 25 iscritti. Il calendario dettagliato sarà inviato agli iscritti entro il 9 ottobre 2025, sono già da ora certe le date in cui si svolgeranno le lezioni. La domanda di iscrizione dovrà effettuarsi tramite la compilazione del modulo online e attendere le istruzioni via mail per effettuare il pagamento e perfezionare così l’iscrizione. Modulo d’iscrizione online (clicca qui) Attenzione: la sola compilazione del modulo online non è sufficiente a perfezionare l’iscrizione. * Per informazioni contattare: formazione.roma@asgi.it
Educare a pensare nella scuola di oggi
BIBLIOTECA CIVICAALLIAUDI di Pineroloore 9:00 – 13:0024 MAGGIO Educare a pensare nella scuola di oggi09:00 Saluti istituzionali e apertura dei lavori L’attualità di Alberto Manzi:Domenico Chiesa (CIDI Torino),Silvano Calvetto (Università […] L'articolo Educare a pensare nella scuola di oggi proviene da Movimento di Cooperazione Educativa.