
Google ha stretto un accordo da 45 milioni di dollari con l’ufficio di Netanyahu per insabbiare la carestia a Gaza
InfoPal - Friday, September 5, 2025
Tel Aviv – Presstv. Google sta conducendo una campagna da 45 milioni di dollari per conto dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con l’obiettivo di rafforzare la propaganda del regime sulla sua brutale guerra nella Striscia di Gaza assediata e minimizzare i rapporti sulla fame nell’enclave palestinese, secondo quanto riportato.
In un’inchiesta pubblicata mercoledì, Drop Site News ha rivelato che Google è impegnata in un contratto semestrale da 45 milioni di dollari con l’ufficio di Netanyahu, nel tentativo di diffondere e amplificare la narrazione del suo gabinetto e minimizzare la crisi umanitaria nella Striscia devastata dalla guerra.
Firmato a fine giugno, l’accordo descrive Google come un “ente chiave” nel sostenere la strategia di pubbliche relazioni di Netanyahu, lanciata poco dopo che Israele aveva bloccato l’ingresso nella Striscia palestinese di cibo, medicine, carburante e altri aiuti umanitari, il 2 marzo, suscitando preoccupazione tra i legislatori israeliani per un possibile contraccolpo dell’opinione pubblica.
All’epoca, un portavoce dell’esercito aveva osservato che le autorità avrebbero potuto lanciare una campagna digitale “per spiegare che non c’è fame e presentare i dati”.
Da allora, annunci sponsorizzati da Israele hanno circolato ampiamente, negando i ripetuti rapporti di carestia a Gaza. Questi annunci, gestiti tramite YouTube e la piattaforma Display & Video 360 di Google, includono un video del ministero degli Esteri israeliano che afferma: “A Gaza c’è cibo. Qualsiasi altra affermazione è una menzogna”, visualizzato oltre sei milioni di volte, in gran parte grazie alla promozione a pagamento.
Secondo documenti ufficiali, tali iniziative sono descritte come “hasbara”, un termine ebraico spesso tradotto come “propaganda”. Oltre a Google, i registri indicano che Israele ha stanziato anche 3 milioni di dollari per annunci con la piattaforma statunitense X e 2,1 milioni di dollari con la società franco-israeliana Outbrain/Teads.
L’anno scorso, WIRED ha riportato campagne simili contro le Nazioni Unite e le autorità di Gaza, tra cui una pubblicità che accusava l’organismo mondiale di “sabotaggio deliberato” degli aiuti e promuoveva la controversa Fondazione Umanitaria per la Gaza, sostenuta dagli Stati Uniti.
Questo mentre le condizioni umanitarie a Gaza continuano a peggiorare: il ministero della Salute di Gaza ha riportato che solo ad agosto 185 persone, tra cui 12 bambini, sono morte di fame — il bilancio mensile più alto dall’inizio della guerra genocida del regime sul territorio palestinese nell’ottobre 2023.
Settanta di questi decessi si sono verificati dopo che il sistema IPC (Integrated Food Security Phase Classification) sostenuto dall’ONU aveva ufficialmente dichiarato lo stato di carestia a Gaza. Secondo le autorità sanitarie, oltre 43.000 bambini sotto i cinque anni soffrono ora di malnutrizione, insieme a 55.000 donne incinte o in fase di allattamento.
Questi numeri evidenziano il profondo aggravarsi della crisi umanitaria, nonostante gli sforzi del regime israeliano di negarne o minimizzarne la portata.
La guerra genocida di Israele contro Gaza ha finora ucciso almeno 63.746 palestinesi e ne ha feriti 161.245, ha dichiarato il ministero della sanità.
Traduzione per InfoPal di F.L.